Ricordarsi a Rimare
Cerco io oggi di ricordare
Come si faceva a rimare
Ma la rima che sempre mi piacque
È la baciata, che ora tacque.
“Sempre caro mi fu, quest’ermo colle”
Disse Leopardi, ma senza rimeggio
Non l’alternata è quella che volle
La libertà di quel bel paesaggio
Se vedo lo schema, la rima incrociata
Ancora ripenso ai svedesi cantori
Ma l’uom fatale ne dirà: “Traditori!”
La sigla in mente rimane stampata
Giacomo, Napoleone, or Dante
Chiamato in causa da queste terzine
Produsse metrica incatenante.
Da Beatrice volevi moine
Per rime del viaggio terrificante:
Boccaccio disse che sono divine.
E qui presente la strofa più astrusa
Simmetrica dici? Non l’ho mai vista.
“A bici i cerbiatti”: ecco la rima!
Da quando scrivo, è questa la prima
Ma anche ultima della lunga lista:
con questa la poesia s’è chiusa. |