Un finale sbagliato, non è degno di essere raccontato? di Anown (/viewuser.php?uid=625123)
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Fra le rovine della periferia di Towa City, camminava un giovane uomo
dai capelli scuri inverosimilmente lunghi e disordinati che emanava
un'aura sovrannaturale.
La distruzione senza scopo cominciata un anno prima, ormai era tediosa
routine e lui era troppo sano rispetto agli ex studenti dell'Accademia
Vetta della Speranza traviati da Enoshima Junko per fungere con
entusiasmo da agente della discordia. Anche l'idea di epurare il mondo
dai parassiti aveva perso di fascino. La presenza di rivoltosi rendeva
il tutto più sopportabile, peccato che fossero
incompetenti... come si facevano chiamare? Future Foundation? I civili
che si ostinavano a resistere erano in pessime mani...
-Me lo chiedevo già da un po' ma... tu chi sei?- chiese una
voce debole e affamata d'aria.
Il giovane dai capelli lunghi si girò a puntare i minacciosi
occhi rosso sangue sullo sconosciuto a cui una mano mancava... Era un
ragazzo alto e pallido dai capelli chiarissimi, ondulati e disordinati.
Aveva l'aria di un fantasma, ma i suo grandi occhi grigi lo osservavano
con curiosità... non poteva essere un civile, non si sarebbe
mai avvicinato così imprudentemente o forse lo era e cercava
la morte... Si sentiva buono, o forse troppo annoiato, così
decise di ignorarlo e continuare a vagare.
-Non sei uno dei miei compagni di classe...- constatò il
ragazzo pallido seguendolo. -Sei interessante, ma mi sei sempre
sembrato occupato le poche volte che riuscivo a trovarti... non volevo
disturbarti con la mia presenza...-
-Vuoi proprio morire.- affermò freddo. L'altro
reagì con una risatina.
-Non mi opporrei se volessi sbarazzarti di un essere così
inutile e inerme...- rispose facendo un debole sorriso rassegnato e
spegnendo qualunque moto omicida dell'uomo dai capelli scuri. -Ti
capisco... non vuoi perdere neanche tempo a finirmi...-
sospirò l'uomo pallido vedendo che l'altro non procedeva ad
ucciderlo. -Il tuo nome?- chiese ritrovando una flebile
vivacità.
-Kamukura Izuru... tu sei l'animaletto di quei bambini?-
L'altro rise un po' imbarazzato. -Suppongo mi si adatti. Ho chiesto
salva la vita... non so perchè... in realtà non
ho alcuno scopo che mi spinga...- confermò pensieroso.
-Sembri lucido... perlomeno rispetto alle altre vittime di Enoshima.-
disse Izuru leggermente più incuriosito.
-Già... gli altri sono... inavvicinabili... Triste vedere
tanto potenziale buttato alle fiamme dalla disperazione... molto
deludente, si... La odio Enoshima... la odio come non ho mai odiato
qualcuno in vita mia, ma la amo anche... non la perdonerò
mai per quello che ci ha fatto! Ma ha vinto ed io sono troppo inutile
per eliminarla in qualunque modo.- disse con una strana luce negli
occhi grigi.
-Vinto?-
-Monaka segue con interesse lo show di Enoshima Junko. Dopo
l'esecuzione di Kirigiri Kyoko, i membri rimanenti della classe
sembrano essersi arresi, non stanno più cercando il
mastermind... In più si è creata una situazione
davvero strana...-
-Che differenza fa?- chiese annoiato Izuru.
-Se la scoprissero, Enoshima sarebbe abbastanza folle da farsi
giustiziare.-
-Sì, ma che differenza farebbe? Nessuno dei tuoi ex compagni
agisce in base ai suoi ordini, nemmeno io... la spinta
l'avrà data lei, ma ora siamo mine vaganti incontrollabili.-
-Dalla fine di Enoshima Junko, potrebbe nascere la speranza... debole
si insinuerebbe in mezzo alla gente e le restituirebbe la forza
necessaria ad abbatterci. I sopravvissuti della classe di Enoshima
diventerebbero dei simboli e con i loro talenti potrebbero fare la
differenza!- disse in preda al fervore, l'uomo pallido.
-Da che parte stai?- chiese Izuru. -Sei strano, ma non mi sembra che il
lavaggio del cervello di Enoshima abbia avuto molto effetto oltre a
farti innamorare di lei... e non mi sembra tu abbia fatto vittime, ti
sei limitato a fare il domestico per quei bambini, sbaglio?-
-Oh...- il ragazzo bianco rise nuovamente, Izuru lo trovava sempre
più seccante. -La mia determinazione nel ricercare la
speranza è troppo forte... se solo questa perseveranza
caratterizzasse qualcuno di realmente capace... ma su un rifiuto come
me...- sospirò. -E' uno spreco...- finì con un
misto di odio e rassegnazione. -Lo sai? Sei l'unico che riesce a
distrarmi dai miei sentimenti nei confronti di Enoshima Junko, sia
positivi che negativi.- gli sorrise grato mentre Izuru indietreggiava
infastidito. -Probabilmente non ricordi il nostro primo incontro, ma
qualcosa di te mi è rimasta impressa... sento che sei
importante per me...- continuò sorridendo dolcemente.
-Come puoi ricordare? Dovrei essere stato cancellato dai ricordi
altrui... come tu e gli altri siete stati cancellati dai miei...-
-Non ho ricordi chiari effettivamente... solo impressioni...-
Kamukura Izuru gli voltò le spalle intenzionato ad
andarsene. -Mi annoi...- affermo.
-Sei rude...- rispose l'altro, in apparenza, leggermente divertito.
-Non importa molto, ora sono solo un semplice servo... ma un tempo il
mio nome era Komaeda Nagito. È una richiesta eccessiva
forse, ma mi farebbe piacere se riuscissi a tenerlo a mente...-
L'uomo a cui aveva affidato il suo nome andò senza dare
prova di averlo sentito, ma per il pallido servo, non era
così importante.
Per il Naegi Makoto di sei anni fa questa sarebbe una situazione...
come posso dire? Grottesca?
Ci rifletto a volte, negli anni passati ci riflettevo molto
più spesso... Ci sono situazioni che in un contesto normale
possono sembrare strane e amorali se vogliamo, ma è
così in un contesto normale e questo decisamente non lo
è...
Credo che l'origine sia l'esecuzione di Kirigiri... quando ci penso, mi
sale il rimorso, non penso fosse colpevole, ma non lo ero neanche io
quindi... il mastermind avrà giocato sporco? Ha comunque
mantenuto la promessa di lasciarci in vita.
Dopo la morte di Kirigiri non ci sono più stati omicidi,
grazie al cielo ma senza di lei non siamo riusciti a fare alcun
progresso e non abbiamo trovato altro da fare se non adattarci a vivere
così, condannati all'interno della scuola, forse fino alla
fine dei nostri giorni.
Non ci siamo arresi subito, nei primi tempi abbiamo continuato ad
indagare.
Noi eravamo i sopravvissuti, Asahina Aoi, Hagakure Yasuhiro, Togami
Byakuya, Fukawa Toko ed io, Naegi Makoto. Dovevamo rimanere uniti, ma i
nostri rapporti erano tesi. Byakuya era forse il più
nervoso. Frustrato perchè si stava rivelando incapace di
venire a capo della situazione e cominciava a perdere la forte fiducia
che aveva nelle sue capacità, perchè Fukawa
continua a ronzargli attorno bisognosa di affetto e riconoscimento e
perchè Aoi cercava di convincerlo ad aprirsi ed essere meno
schivo nei nostri confronti.
Pensandoci c'erano già i segnali perchè le cose
andassero come alla fine sono andate... Byakuya opponeva ad Aoi sempre
meno resistenza... sembrava accettarla, forse... cominciava
già ad apprezzarla?
Mi chiedo se Fukawa se ne fosse accorta... un giorno, a pranzo, si
avvicinò a Byakuya e cercò di imboccarlo, lui la
respinse bruscamente.
-Ma che fai?!- lo richiamò Aoi. -Potresti essere meno
brusco?! O anche dargli una possibilità! Che ti costerebbe?!-
-A-Asahina... lascia perder...- provò a dire Fukawa, ma
Byakuya la interruppe.
-Possibilità, eh? Neanche se fosse l’ultima donna
sulla terra…- dopo un’animata discussione Togami
mandò al diavolo entrambe.
Il giorno seguente non trovammo più Fukawa.
Agitati cominciammo a cercarla ovunque, poi sentimmo un urlo e un
tonfo. La trovammo distesa a pancia sotto, sembrava che fosse caduta
dalle scale ma appena la girai mi accorsi che aveva le genoforbici a
perforarle l'addome…
Era caduta per sbaglio mentre correva con le forbici in mano o si era
infilzata volontariamente perché non aveva preso bene
l’ennesimo rifiuto di Togami? Un omicidio non poteva essere,
eravamo tutti insieme quando avevamo sentito l’urlo. Ma
importava veramente qualcosa?! Uno di noi era morto! Per
l’ennesima volta…
Byakuya divenne particolarmente silenzioso e apatico nei giorni
seguenti, stava molto per i fatti suoi, molto più del
solito... pensavamo si sentisse in colpa.
-Togami…- Un giorno Aoi gli si avvinò con tono
triste, ma pacato, fu la prima ad avere il coraggio di fare quella
mossa. -Non devi sentirti in colpa per quello che è
successo... potrebbe essere stato un incidente…-
-In colpa? E per cosa?!- rispose brusco con un tono insolitamente acuto
e nervoso.
-Per la morte di Fukawa ovviamente!- il tono di Aoi divenne quasi
aggressivo.
-La colpa dovrebbe essere anche tua, se non mi avessi fatto le tue
solite ramanzine, mi sarei limitato a respingerla e… e certe
cose non le avrei dette…- La voce di Byakuya si
spezzò, ma fu Aoi a singhiozzare. -Solo perché
siamo confinati qui non significa che dobbiamo essere amici per forza!-
infierì il ragazzo nervoso.
-Lo so che anche colpa mia!- non ero affatto d’accordo con
questa affermazione di Aoi, volevo intervenire, stavo per farlo ma lei
fu più veloce di me. -Ma ti sta davvero bene passare il
resto della tua vita con persone che detesti e senza rivolgere la
parola a nessuno?!- la ragazza si ritirò nelle sua stanza.
Non so cosa accadde nei giorni seguenti, forse Byakuya andò
a scusarsi lontano dagli occhi miei e di Yasuhiro, ma notammo un
avvicinamento fra i due, avevano cominciato a passare diverso tempo
insieme senza litigare. Scoprimmo anche che apparentemente dormivano
nella stessa camera...
Byakuya insisteva che non era una relazione, avevano solo bisogno di
uno sfogo fisico ed emotivo. Inizialmente Aoi non la prese bene, ma a
furia di scontrarsi con il modo in cui Byakuya percepiva la relazione
finì per accettarlo e forse se le cose hanno preso una
determinata direzione è anche per questo...
Mesi dopo Aoi diede alla luce un maschietto dai capelli chiari, lo
chiamammo Sakutaro. Due anni dopo venne Nagito... il nome gli venne
dato scherzosamente da Yasuhiro in assonanza col nome della mia
famiglia, Naegi, visto che il piccolo era identico a me... Beh... anche
io avevo bisogno di uno sfogo fisico ed emotivo... Byakuya non ne fu
sorpreso, aveva già capito che anche io stavo con Aoi, ma
diceva che non era un problema visto che dal suo punto di vista era una
relazione aperta. Nonostante l'apparente permesso di Byakuya fu
comunque strano i primi tempi poi si creò una sorta di
strano equilibrio...
Sarà stato il doverci prendere cura dei bambini o l'essere
costretti a vivere a stretto contatto e conoscerci meglio, ma finimmo
per diventare qualcosa che davvero somigliava ad una famiglia.
Quest'anno è nata una bambina chiamata Chisa, chiaramente
figlia di Yasuhiro.
-Cos'è che ti avevo predetto sei anni fa, Makoto caro?- mi
disse Yasuhiro tenendo la bambina in braccio. -I nostri figli avranno
la stessa madre! E voi che avete sempre dubitato delle mie doti da
veggente!-
Per quanto fosse strana alla fine era una famigliola piacevole e non
abbiamo avuto mai reali problemi a prenderci cura dei rispettivi
bambini. Lavorammo insieme per raggiungere un equilibri e scordarci e
scordarci che eravamo bloccati lontano dal mondo esterno... siamo
bloccati lontano dal mondo esterno!
-Makoto caro!- Mi chiama Yasuhiro, poi indica Byakuya e Aoi che giocano
con i bambini mentre noi ci riposiamo... -Solo a me sembra di essere un
marito di serie b?- chiede scherzosamente Yasuhiro. È sempre
stato uno che si accontenta facilmente...
-Credo che se Byakuya avesse voluto una relazione seria, le cose
sarebbero andate in maniera diversa.- rispondo.
-Non sarebbe stata una tragedia.- dice Yasuhiro dandomi un amichevole
pacca sulla spalla. -Ci saremmo benissimo potuti arrangiare da soli,
giusto Makoto?- mi fa l'occhiolino e mi passa il braccio dietro la
schiena...
-Ci... ci stai provando?- chiedo imbarazzato.
Lui distoglie lo sguardo. -Chissà...-
Io sospiro, non so davvero come sentirmi a riguardo...
“Stiamo scherzando?! Questo doveva essere un Colosseo
accademico! In cosa si è trasformato? Invece di un
po’ di sana disperazione sono costretta a subirmi la noiosa
famiglia poliandrica di Asahina e i vari figlioletti?! N-non ce la
faccio più… Ok… non mi resta che...
Uscire di scena!” pensò esausta la ragazza
nell’ombra. -Gliela farò pagare…- rise.
Prese due corde e si dileguò.
-Fermati, dannato!- esclamò Byakuya mentre con delle forbici
rincorreva Yasuhiro che portava in braccio la neonata.
-Fermati!- lo inseguiva anche Aoi con delle forbici.
-No! Mai! Non vi lascerò tagliare i capelli della mia
bambina!- disse l’uomo disperato mentre stringeva protettivo
la piccola Chisa.
-Si invece!- disse aggressivo Byakuya.
-Una testa che funge da covo per i pidocchi c’è
l’abbiamo già, non ce ne serve
un’altra.- continuò Aoi indicando i rasta di
Yasuhiro, era comunque relativamente tranquilla rispetto a Byakuya.
-Ah… è sempre la testa storia.-
sospirò Makoto seduto alla mensa, poi vide arrivare un
bambino che correva verso di lui tenendo per la mano un bambino
più piccolo.
-Papà, papà!- cominciarono a dire in coro, i
piccoli, in stato di agitazione.
Makoto si chinò preoccupato verso di loro. -Ehi, ma che
succede? State bene?-
-C-c-c’è…- cercò di dire
Nagito, poi si mise a piangere.
-Monokuma e una ragazza! Sono appesi al soffitto!- continuò
Sakutaro tutto d’un fiato. Era pallidissimo e aveva il
respiro affannato.
-Dove?- chiese Aoi che li aveva raggiunti insieme ad Yasuhiro, Chisa e
Byakuya.
-Palestra!- urlarono contemporaneamente i bambini.
Giunti in palestra trovarono Monokuma ed Enoshima Junko impiccati che
pendevano dalle travi del soffitto.
La ragazza che credevano di visto morire sei anni prima, evidentemente
era rimasta in vita fino a poco prima. Doveva essere lei il mastermind
dietro a tutta quell'orribile faccenda.
Aoi abbracciò i bambini per impedirgli di guardare
ulteriormente la scena e li portò via.
Chisa era ancora in braccio a Yasuhiro, non era abbastanza grande per
poter comprendere la scena, ma l'uomo provvedé a distrarla
ugualmente.
Byakuya notò una lettera e un telecomando con un vistoso
bottone rosso sotto il due corpi che penzolavano orribilmente. Leggendo
ad alta voce disse:
-Con questo bottone potrete uscire di qua. Vedrete
com’è cambiato il mondo mentre voi eravate
prigionieri, ma al sicuro…-
Poteva essere una trappola, ma andarono alla porta che li separava
dall'esterno e provarono ugualmente... Edifici distrutti ovunque, fumo
e fuoco in lontananza e un’aria difficile da respirare.
Questo era tutto quello che c’era nel tanto rimpianto mondo
esterno. Richiusero immediatamente e dopo qualche istante di silenzio
fu Yasuhiro a parlare, o per lo meno ci provò.
-Ch-che c-cosa è successo? La fine del mondo?!-
balbettò a voce bassa mentre cullava la bambina.
-Sentite...- disse Aoi. -Credo che sia più saggio rimanere
qui, le provviste dell'ultimo rifornimento fatto da Monokuma dovrebbero
durare ancora per un po', nel mentre faremo a turno delle missioni
esplorative all'esterno per capire meglio la situazione... non possiamo
essere imprudenti con dei bambini al seguito!- furono d'accordo e
procedettero come programmato.
Un giorno, tornati dall'ennesima spedizione esplorativa fatta a vuoto,
oltre a Yasuhiro che era rimasto con i bambini riconobbero un'altra
voce adulta, troppo ambigua e flebile per essere immediatamente
classificata come femminile o maschile. Le due voci sembravano
tranquille ma Aoi, Makoto e Byakuya si affrettarono a controllare la
situazione.
A chiacchierare pacatamente con Yasuhiro e i bambini era un uomo
ambiguo all'incirca della loro, età dai capelli bianchi.
-Ehi!- li chiamò Yasuhiro. Lo sconosciuto sembrò
incupirsi leggermente guardandoli.
-E tu chi saresti?- chiese Byakuya severo.
-Un sopravvissuto alla disperazione...- rispose cordialmente l'uomo.
-Ero venuto a verificare una cosa... Mi sorprende che nessuno della
Future Fondation sia ancora venuto a recuperarvi, ma dovrebbero venire
nei prossimi giorni, non hanno moltissimo lavoro ultimamente...-
-Questo tipo mi ha dato molte informazioni.- intervenne Yasuhiro
leggendo la confusione nei occhi dei compagni. Raccontò la
pazza storia di come Enoshima Junko aveva scatenato una sorta di
apocalisse portando tutti alla disperazione, degli ex studenti della
loro scuola che a causa del suo lavaggio del cervello avevano sfruttato
i loro talenti per seminare morte e distruzione, dei bambini che
avevano messo in ginocchio la città di Towa sotto il comando
della piccola Monaka, del fatto che erano realmente stati filmati per
tutto il tempo e della Future Foundation... con gli anni i proseliti di
Enoshima sembravano essersi indeboliti e al tempo presente, la bilancia
sembrava pendere pesantemente a sfavore della disperazione. La guerra
avvenuta mentre loro erano prigionieri e inconsapevoli di tutto
sembrava essere quasi finita.
-E' tutto abbastanza assurdo, ma almeno ora sappiamo qualcosa...-
sospirò Makoto.
-E sappiamo di poter trovare aiuto all'esterno almeno.- mentre guardava
i bambini, Aoi, era un po' sollevata.
-Come facciamo a sapere che non ha mentito? Se siamo realmente stati
filmati per tutto questo tempo perchè non è
ancora arriva nessuno?- Byakuya continuava ad essere diffidente.
-Sono più incentrati sulla vendetta che sul soccorso. Sono
occupati a trovare e uccidere gli impazziti ex studenti di questa
accademia e ormai... compreso me dovrebbero esserne rimasti pochi....-
si allontanarono dall'uomo irrequieti. -Non sono esattamente
dispiaciuto, quella che stavano conducendo non era vita. Oh...Giusto,
non mi ero ancora presentato, Komaeda Nagito, lo studente fortunato,
piacere di conoscervi. Cos'è quest'atmosfera? Avete paura di
me? Tranquilli, non ho mai fatto molti danni... ma neanche nulla di
utile...- disse con voce sorprendentemente distesa e leggermente
divertita mentre alzava le braccia in segno di resa, mettendo in
evidenza la mancanza di una mano e parte del braccio.
-Vattene.- disse Aoi prima degli altri.
-Prima non siete curiosi di sapere chi ha portato in svantaggio i
proseliti di Enoshima Junko?- sorrise l'uomo allontanandosi. Makoto non
potè non guardarlo con una certa curiosità. -La
noia... è stata la noia...- rise. Yasuhiro portò
preventivamente i bambini in un altra stanza sotto le accuse mute di
Byakuya per aver fatto entrare quello strano tizio.
-Adattandovi avete trasformato una situazione tragica in monotona, a
spingere Enoshima alla morte cosa che ha scoraggiato i suoi
già annoiati proseliti... anche se Monaka aveva abbandonato
quella che considerava la sua missione, già qualche annetto
fa. Ora dovrebbe essere sulla luna a vivere come un Hikikomori...
Creare caos poteva sembrare divertente all'inizio... ma con il tempo
anche il caos diventa monotonia... il vero vincitore che ha abbattuto
la disperazione, a quanto pare non è la speranza...- disse
apparentemente abbattuto. -Ma il tempo... fagocita qualunque cosa,
qualunque emozione e rende tutto ripetitivo, grigio e sbiadito... Voi
l'avete ricordato al mondo e alla famigerata Enoshima quindi si
può dire che con la vostra pigrizia avete vinto... Sarebbe
avvenuto più in fretta se aveste continuato ad affrontarla a
testa alta e l'aveste sconfitta, a parer mio.- disse con velato
disprezzo. -Non sono la persona giusta per lamentarmi, non sono
riuscito ad essere un minimo utile durante questi anni, ma speravo voi
foste meglio di me, avevo riposto così tanta fiducia...-
Makoto ebbe l'impressione che stesse guardando lui in particolar modo.
-Dovevamo badare a noi stessi, non pensavamo che qualcuno ci avrebbe
preso come esempi!- disse Aoi infastidita. Byakuya e Makoto non erano
sicuri che fosse una buona idea interromperlo o contraddirlo, poteva
essere più pericoloso di quel che sembrava. -E ci siamo
impegnati per sopravvivere e convivere, non chiamerei la nostra,
pigrizia.-
-Infatti ti sei dimostrata più ammirevole di quel che
pensavo...- disse Komaeda. -A differenza degli altri che stanno
lì muti, sembri aver mantenuto la tua scintilla... o forse
devo mettervi proprio a disagio...-
-Siamo quattro contro uno, ti conviene andartene se non vuoi fare una
brutta fine.- minacciò risentito Byakuya.
-Non opporrò nessuna resistenza, forse voi potrete aver
trovato la vostra motivazione nella famigliola che vi siete costruiti,
ma io non ne ho nessuna per andare avanti, da troppo tempo. Se mi
trovano, quelli della Future Foundation, mi uccideranno... anche se la
mia fortuna rende ciò abbastanza improbabile...-
-Perchè non metti fine alla tua vita con le tue stesse
mani?- lo provocò Byakuya. Komaeda non la prese davvero male.
-Uccidermi sarebbe inutile, avrebbe impatto solo su di me, mentre
preferirei utilizzare la mia morte per fare qualcosa di utile se posso.-
-Ma... in che modo il discorso cambia se sono altri a volerti
uccidere?- chiese Yasuhiro ritrovando confidenza con il ragazzo.
-Puoi ancora renderti utile.- Komaeda sembrò felice e
curioso sentendo finalmente la voce di Makoto. -Ci vorrà del
tempo perchè il mondo si riprenda e anche in piccolo,
potresti dare un aiuto. Tu e i tuoi ex compagni sembrate delle vittime
comunque... ci dovrà essere un modo per fare qualcosa per
voi... Tu sembri depresso, ma capace di ragionare, forse si potrebbe
parlare anche con gli altri...-
-Ah, anche nella sconfitta sei comunque così gentile e
positivo...- disse Komaeda estasiato, dovette combattere con se stesso
per trovare la forza di andarsene invece di stare tutto il resto del
giorno ad ascoltare quell'uomo bassino, dall'espressione docile.
Così ripensò a all'annoiato uomo dai capelli
lunghi... Sentiva che era vivo...
-Dove vai?- chiese Makoto.
-A cercare una persona che non trovo da un po', non era molto socievole
ma... se è ancora vivo come penso, deve aver trovato una sua
motivazione... oppure continua ad andare avanti apatico, pensandoci
è il tipo. Ma voglio verificare. Vedere se ha cambiato idea
su di me e se posso essergli utile in qualche modo.-
-Ah, è una scusa per cercare il tipo che ti piace!-
annuì Yasuhiro convinto. Komaeda lo guardò un po'
stupito.
-Uhm, come pensavo... forse qualche potere di preveggenza
c'è l'hai...- constatò. -Suppongo che si possa
dire che tu non abbia... del tutto torto... L'affetto è una
delle motivazioni base dell'essere umano, giusto? Almeno credo... non
ho molta confidenza con l'argomento.- sorrise un po' imbarazzato.
“Se il tempo non l'ha spazzato via, posso fidarmi di questo
affetto, forse? Lui non è come gli altri, non devo temere
che gli accada qualcosa di brutto come contraccolpo della mia
fortuna...” pensò Komaeda, tornando nel mondo
esterno.
Angolo dell'autrice:
Avevo scritto questa oneshot per la prima volta nel 2016... poi per
vari motivi non mi sono sentita sicura di pubblicarla... ma avendo
visto per caso un gameplay di Danganronpa V3 mi è tornato
interesse per la serie e ricordandomi di questa storia mai pubblicata
ho pensato di rimetterci mano.
Mi sono ispirata al bad end del primo gioco in cui tutto ciò
che compariva era un immagine con Makoto, Byakuya, Aoi e Yasuhiro un
po' più grandi e la ragazza teneva imbraccio due bambini(che
erano palesemente delle piccole versioni di Makoto e Yasuhiro) e un
bambino un po' più grande sempre attaccato ad Aoi che era un
piccolo Byakuya(ho creato per prima la situazione fra Byakuya ed Aoi
perchè il bambino è il più grande dei
tre e ho pensato a Sakutaro per il nome perchè ho pensato
che Aoi potesse voler ricordare Sakura) A giudicare dalla foto tenuta
da Byakuya, Toko era morta misteriosamente...
Una situazione strana... ma dal punto di vista psicologico
comprensibile secondo me. Ho cercato di immaginare anche cosa sarebbe
potuto succedere al resto del mondo di Danganrompa e a cosa sarebbe
cambiato rispetto al finale giusto, così eccomi qua!
Grazie mille dell'attenzione, spero che la storia possa esservi
piaciuta. Se vi andasse di lasciarmi un parere positivo o negativo che
sia, mi fa piacere.
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