Stigma di guerra

di Monkey D Anjelika
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Il 4 maggio 1980, Josip Broz Tito morì.
E con lui anche la Jugoslavia.
La Jugoslavia racchiudeva in sé quei paesi che oggi conosciamo come i Balcani.
Dalla morte di Tito, nel giro di dieci anni, i paesi iniziano a separarsi, a dichiararsi indipendenti.
Nacquero guerre e non solo esterne, ma anche interne.
Tra il 1992 e il 1995 ci fu un conflitto divise per sempre la Bosnia Erzegovina e i suoi abitanti.
La Bosnia era già divisa prima.
Nel paese non ci sono solo i bosniaci ma anche i serbi e i croati.
Queste tre razze sono separate dalla religione: islam per i bosniaci, cristianesimo ortodosso per i serbi e cristianesimo cattolico per i croati.
E proprio questa differenza di religioni, sarà un pretesto per farsi fuori a vicenda.
Era necessario eliminare i diversi, gli impuri e unificare il paese.
I serbi volevano eliminare i mussulmani, esseri considerati inferiori.
Così iniziò la guerra. Così iniziò il dolore.
Il cielo limpido assunse un colorito grigiastro, divenne cupo e pesante.
Pesava sulla vita dei bosniaci, uccisi e ripudiati dalla loro stessa terra.
Il silenzio calò su tutto il paese. Ma presto fu riempito dagli spari, dai carrarmati, dalle grida e dai pianti.
Migliaia di famiglie furono distrutte.
Figli separati dai loro genitori, genitori separati dai loro figli.
Gli uomini vennero uccisi. Le donne furono portate in campi di concentramento dove furono violentate sistematicamente e i bambini rimasero da soli.
Divennero i genitori di se stessi, dovevano scappare dalla morte, ma non tutti ci riuscirono. 
Molti bambini morirono, mentre molti altri nacquero.
Chi fu generato dall'amore, morì.
Chi fu generato dall'odio, visse.
L'odio vinse su ogni cosa.
Quelli che erano amici, un tempo, divennero i carnefici, gli aguzzini.
L'odio invase la Bosnia Erzegovina, un odio che dopo trent'anni, ancora sopravvive.




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