Albert & Andy

di Hiroshi84
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C'era una volta uno scienziato di nome Albert, che passava intere nottate in un osservatorio astronomico, in compagnia di Andy, il suo fidato e intelligente robot. I due avevano stabilito un fortissimo legame, tant'è vero che il robot mostrava una gentilezza amorevole, contribuendo, inoltre, alle ricerche scientifiche.
Un giorno Andy prese un brutto virus che gli procurò svariati malfunzionamenti, con un conseguente stand by, dal quale si riattivava solamente per alcuni minuti per emettere dei ronzii con l'altoparlante di emergenza. 
Lo scienziato provò di tutto, persino a collegare e a scollegare i circuiti in vari modi, ma i risultati furono pressoché inutili. L'uomo si disperava dolorosamente al capezzale del robotico amico adagiato sopra un'apparecchiatura, per di più imprecando contro astronomi famosi e aggirandosi per l'intero laboratorio con i pugni in aria.
In vista delle imminenti festività natalizie, laddove un po' tutti gioivano, riscaldati dall'atmosfera briosa, lo scienziato era caduto nella depressione. Si affidò allora alle poche preghiere acquisite da bambino durante un obbligato catechismo e nelle ore di Religione a scuola. E pregò, pregò incessantemente. Sì, proprio lui che fino a poco prima non credeva in niente, tranne che negli alieni. 
La sera del venticinque dicembre, mentre si trovava all'esterno della struttura, in cielo sfrecciò un misterioso e luminoso corpo celeste. 
«La cometa di Halley! No, la Stella Cometa!» esclamò, correggendosi subito.
Improvvisamente Albert udì un’emozionante “bzzzzz!” e non fece in tempo a girarsi che una mano metallica gli si posò sulla nuca per accarezzargliela. Era Andy completamente ristabilito. 
Da questa favola dalle venature fantascientifiche è possibile trarne un importante pensiero cristiano: la grandezza dell’Universo è pari a un granello di sabbia in confronto alla grandezza di Dio.




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