Chi ha paura del rosso?

di _Niente_Paura_
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Chi ha paura del rosso?

 

 

L'infuso alla fragola e all'arancia ha un sapore dolce quando introduci il liquido dentro la bocca, ma appena comincia a spostarsi nella gola lascia un retrogusto aspro e quasi sgradevole. Il fumo caldo s'insinua con violenza nelle narici, e facendosi a forza spazio fa sentire il proprio odore dolciastro.

Il colore è di un rosso vivido e spesso resto a fissarlo mentre continuo a mescolarlo con il cucchiaio, nel tentativo di far sciogliere lo zucchero.

Lo psicologo mi ha detto che dovevo provarlo a bere, quindi fisso il liquido dentro la tazza e sembro ipnotizzato da quel rosso così intensamente sanguigno. Tremo, alcuni pensieri attraversano la mia mente, ma devo stringere i denti, non posso cancellare il mio passato.

Non riesco, lascio la tazza sola sul tavolo, mi allontano a fare altro.

 

Oggi sono andato dallo psicologo, mi ha fatto sedere e mi ha fatto un paio di domande, ma tutte queste domande come diavolo risolveranno il mio problema? Lui mi dice di stare calmo, che il mio terrore arrivi da altro, ma sembrano tutte stronzate.

Ritorno a casa, provo nuovamente a rifare l'infuso alla fragola e l'arancia. Scaldo l'acqua, dopo che raggiunge una temperatura abbastanza elevata, inserisco il filtro. Osservo quel dannato filtro e le linee sottili rosse che si diramano dal sacchetto in tutto il pentolino, con mano tremante l'afferro e lo verso nella tazza, accidentalmente lo verso anche sul pavimento biancastro. Sotto di me, vicino ai miei piedi ecco che v'era una grossa macchia di un rosa scialbo.

Mi siedo tenendo in mano la tazza, l'osservo deciso e provo a berla chiudendo gli occhi, ma ecco che odo uno sparo e balzo immediatamente in piedi, lasciando che la tazza si chianti al suolo frantumata.

Dannato psicologo, non stai servendo a nulla.

 

Questa notte son rimasto con gli occhi ben sgranati, poiché i pensieri mi tormentano, insieme all'incessante rumore delle gocce del lavandino.

Sento le urla rimbombare nella mia testa, insieme all'immagine agghiacciante del rosso ovunque. Chiazze di sangue su strade, sui fucili, sui vestiti e sul volto stretto in una smorfia di dolore presente nei soldati. Sento secca la gola, come se l'aria fosse piena da polvere da sparo, sento l'odore metallico.

Mi alzo, vado dritto all'armadio ed imbraccio il mio fucile, dovo trovare il mio posto nel mondo e non è qui, morirò da vero soldato.

La canna fredda mi solletica la tempia, un breve sospiro e poi solo il buio, ora sono libero dal rosso

 





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