Dunque, questa ficci è dedicata a Smolly_sev
e ad Amaerize, che mi hanno spinta a conoscere il Signore degli Anelli. Io le ho
convertite allo yaoismo, perciò penso che sia uno scambio equo XD.
I personaggi che compaiono in questa ficci
non sono miei, sono proprietà di Tolkien, fatta eccezione per Iridan, che ho
inventato io; la storia non vuole in alcun modo essere offensiva.
La storia era originariamente una one-shot,
ma ho deciso di spezzarla per rendere più agevole la lettura.
Detto questo, vi auguro una buona lettura.
Thranduil del Bosco Atro aveva avuto la certezza che suo
figlio era speciale da quando Legolas aveva iniziato, all’età di quattro anni, a
venire ai ricevimenti ufficiali con una tunica rosa, e soprattutto quando a nove
anni era andato a farsi la prima manicure, per non parlare di quando, ormai
quattordicenne, gli aveva detto che non poteva uscire dai propri appartamenti
perché i suoi capelli appena lavati non stavano in una posizione precisa.
Per tale motivo Thranduil aveva mandato Legolas a
Imladris non appena aveva saputo del consiglio di Elrond, sperando che una volta
tornato il figlio sarebbe stato, come dire, vagamente più virile.
Quel giorno per l’appunto Legolas avrebbe fatto ritorno
dopo la lunga assenza comportata dalla missione della Compagnia dell’Anello.
Thranduil attendeva il figlio nella sala del trono,
impaziente di vedere se il lungo viaggio avesse portato cambiamenti nel giovane.
Finalmente gli fu annunciato l’arrivo di Legolas e
quest’ultimo entrò nella sala.
- Figlio mio!- esclamò Thranduil commosso nel vedere il
giovane.
- Papà!- esclamò Legolas felice, e inconsciamente si
sistemò i magnifici capelli dietro le spalle.
- Ho saputo delle tue grandi gesta, Legolas, e sono
molto orgoglioso di te…
A quelle parole Legolas sorrise.
- Prima che tu prosegua, papà, abbi la bontà di
concedermi il permesso di presentarti il mio fidanzato!- disse raggiante.
Thranduil lo fu in misura molto minore.
- Fidanzato?- ripeté sperando d’aver capito male. – Con
la o in fondo, caro?
- Sì, papà, con la o in fondo.
- Quindi è proprio un uomo?
- Sì, papà, e con tutto ciò che l’essere uomo comporta,
se te lo stai chiedendo. - Legolas esitò e aggiunse: - Non te l’aspettavi?
Il re emise un sospiro appena impercettibile e tornò a
sedersi sul suo trono.
- Me l’aspettavo, purtroppo- ammise a malincuore; ma per
non far star male Legolas mise un po’ più di enfasi nell’aggiungere: - Beh,
portalo qui.
Così un nano dalla folta barba rossa fece il suo
ingresso nella sala e Legolas lo annunciò così:
- Papà, ti presento il mio fidanzato, Gimli figlio di
Glòin della Compagnia dell’Anello!
Inspiegabilmente, Re Thranduil ebbe un lieve mancamento,
cadde a terra svenuto, e Legolas e Gimli furono costretti a rianimarlo.
Quando si fu un po’ ripreso egli guardò il figlio ed
esclamò: - Legolas, non mi avevi detto che il tuo fidanzato era un nano!
Legolas sbatté graziosamente le palpebre dalle lunghe
ciglia scure e chiese: - Ma come non te l’avevo detto?!
- No che non me l’avevi detto!
- Ah…allora scusami…
- Ma come scusam…- Thranduil era veramente sconvolto,
aveva dimenticato persino il dignitoso contegno elfico, alzatosi a stento riuscì
a controllarsi tanto da rimettersi seduto.
A quel punto si riprese quel tanto da chiedere: -
Perdonaci, Gimli, vorresti uscire un momento?
Inchinandosi cortesemente Gimli uscì dalla sala e ancor
più cortesemente si appoggiò alla porta e origliò quanto accadeva all’interno.
- IL FATTO CHE TI PIACCIANO GLI UOMINI POSSO CAPIRLO MA
I NANI?!
- Non capisco cosa non ti piaccia in Gimli, non lo hai
neanche lasciato parlare!- protestò Legolas risentito.
- NON MI PIACE CHE E’ UN NANO!
- E SE TI AVESSI PORTATO A CASA UNO HOBBIT TU SARESTI
STATO PIU’ CONTENTO?!- strillò Legolas dimentico anch’egli dell’elfica dignità.
- CERTO CHE LO SAREI STATO!
- NON CAPISCO LA TUA PREFERENZA VISTO CHE GLI HOBBIT
SONO ANCHE PIU’ BASSI!
- NON C’ENTRA L’ALTEZZA!
- E ALLORA COSA C’ENTRA?
- CHE E’ UN NANO!- urlò Thranduil disperato; questo
zittì Legolas per qualche istante visto che entrambi dovevano riprendere fiato e
che Legolas non sapeva più come ribattere.
Infine Thranduil sospirò e avvicinandosi al figlio gli
disse tristemente: - Tu sei così bello, Legolas, potevi avere chiunque, perché
hai scelto lui?
- Beh, semplicemente perché è lui!
“Legolas ha certamente il dono della retorica” pensò
Gimli sconsolato. Del resto aveva previsto che sarebbe finita così…
- Ma perché proprio un nano?
- Ma lui è così forte, papà, virile, intelligente,
mascolino, furbo, simpatico e pieno di spirito!
A quell’elenco di motivazioni Thranduil non poté fare
altro che sospirare e dire: - Immagino che non ci si possa fare niente – e fece
rientrare Gimli, il quale s’inchinò con eleganza e gli disse:
- Sono onorato di poter incontrare di persona il padre
di Legolas del quale egli mi ha tanto e bene parlato; mio padre Glòin vi manda i
suoi saluti e spera che voi sarete felice quanto lui dell’unione delle nostre
due famiglie, con la quale spera di accantonare le divergenze che separano le
nostre razze.
Thranduil non seppe come rispondere e rimase in silenzio
per qualche secondo, tanto da rischiare di sembrare scortese; e con un sorriso
stanco disse infine: - Sarò lieto di incontrare vostro padre non appena ne avrò
l’occasione, e vi ringrazio d’avermi portato i suoi saluti.
Povero Re Thranduil, Legolas lo stava proprio facendo
dannare…
Comunque Legolas per evitare silenzi si accostò a suo
padre e disse: - Ma papà, dov’è mio fratello Iridan? È molto tempo che non ci
vediamo e ho sentito la sua mancanza. ( Non mi risulta che Legolas abbia un
fratello, e se ce l’ha di sicuro non si chiama Iridan. Ma mi piaceva l’idea.)
- Tuo fratello è di ritorno da una battuta di caccia e
sarà qui in tempo per il pranzo- rispose Thranduil desiderando ardentemente che
il figlio minore fosse lì quanto meno per dargli un po’ di sostegno morale.
Quasi in risposta alle sue preghiere fu annunciato il
ritorno di Iridan e il giovane elfo fece il suo ingresso nella sala, provato
dalla lunga caccia, gli abiti impolverati- egli non aveva del resto la
ripugnanza del fratello a farsi vedere in condizioni non del tutto presentabili.
La sua statura era simile a quella di Legolas e
certamente il suo volto era simile, nei tratti e negli occhi, a quello del
fratello. Tuttavia era ben diverso il suo portamento come la sua gioviale
espressione.
I suoi occhi belli s’illuminarono alla vista di Legolas;
e prima che potesse parlare si posarono su Gimli ed egli ammutolì.
- Papà- chiese dopo aver realizzato – Cosa ci fa un nano
qui nel Bosco Atro?
Thranduil non avrebbe voluto dargli questa notizia. –
Iridan, figlio mio, Gimli figlio di Glòin è il fidanzato di tuo fratello
Legolas.
Iridan si fermò incredulo alla notizia e guardò il
fratello.
- Non sai quanto ho aspettato di darti questa notizia!-
esclamò Legolas tutto contento a differenza dell’altro. – E ora dimmi, Iridan,
fratello mio, cosa ne pensi?
- Io?- domandò Iridan incerto; si voltò e guardò Gimli e
rivolse uno sguardo disperato al padre nel frattempo; ed esitante rispose: -
Sono contento, fratello.
Legolas sorrideva gioioso e Iridan non ebbe il coraggio
di svenire come aveva fatto il padre per non mortificarlo; intanto fu annunciato
il pranzo.
Avete presente il pranzo silenzioso di Shrek 2? Il pasto
si svolse in maniera molto simile, Iridan e Thranduil stavano zitti e
silenziosi, Legolas e Gimli idem perché avevano capito che la notizia non li
aveva resi esattamente al settimo cielo.
- Allora, mastro Gimli, da dove venite?- domandò Iridan
per non restare in silenzio.
- Dalla Montagna Solitaria- rispose Gimli.
- Ho saputo che avete partecipato alla distruzione
dell’Unico.
- Sì, ho fatto parte insieme a Legolas della Compagnia
dell’Anello.
- E’ lì che ci siamo conosciuti- aggiunse Legolas
sperando che questa notizia rendesse Gimli in più buona luce rispetto a prima.
Thranduil si ripromise di non mandare mai Iridan in
visita da solo a Imladris, visti coloro che sire Elrond usava ricevere.
- Ed, ehm, da quanto state insieme?- chiese ancora
Iridan, il cui amichevole carattere lo spingeva a legare facilmente.
Gimli sbatté le palpebre e riflettè un poco. – Beh, dal
nostro soggiorno a Lothlorien.
Thranduil si annotò anche di cercare di evitare
Galadriel e Celeborn.
In quel momento si udì un gran baccano e dopo pochi
secondi un uomo molto malridotto entrò nella sala.
- Legolas, io ti amo!
Era Aragorn.
- Ancora tu!- sbottò Legolas indignato. – E’ finita,
Aragorn, mettitelo in testa, io sono innamorato di Gimli! E comunque, come hai
fatto a evitare le frecce delle sentinelle e ad arrivare qui?
- Non le ha evitate- commentò Iridan accennando alle
ferite dell’Uomo.
- E’ stata la forza dell’amore! Dovevo vederti!- esclamò
Aragorn gettandosi in ginocchio ai piedi di Legolas, il quale scansò la sedia
avvicinandola a quella del padre.
- Legolas, cosa sta succedendo?- domandò Thranduil
stravolto.
- Lui è Aragorn figlio di Arathorn, erede d’Isildur, Re
di Gondor, detto anche Elessar la Gemma Elfica, papà- rispose Legolas. E
aggiunse più piano: - Siamo stati insieme per un breve periodo.
- Cos’ha lui che io non ho?- gridò Aragorn disperato,
indicando Gimli.
- Aragorn, ti ho già detto che non ti conviene saperlo!
Mandalo via, papà!- aggiunse Legolas guardando implorante il padre, il quale
alzandosi disse con un sospiro:
- Non posso mandar via il Re di Gondor, posso tutt’al
più chiedergli di non importunare oltre mio figlio. Naturalmente, sire Aragorn
sarà mio ospite- e lo fece condurre via.
Legolas sospirò di sollievo rimettendo la sedia come
prima quando lo vide scomparire.
- Tranquillo, amore, prima o poi lo capirà che non lo
vuoi più- gli disse Gimli.
Thranduil però era pensieroso.
- Dimmi, Legolas, non vuoi dire neppure a tuo padre cosa
ha questo nano che non abbia quel magnifico Re di Gondor che abbiamo appena
visto?
A quelle parole Legolas arrossì e disse: - Non credo che
sia utile dirlo.
- Su, Legolas, cosa mai può esserci di male?
- Credo che sia solo una sciocchezza, sire Thranduil-
gli disse Gimli sperando di riuscire a cambiare argomento.
- Non vuoi confidarti col tuo vecchio padre, Legolas,
figlio mio?- chiese Thranduil con un sospiro.
Legolas era alle strette.
- Tu non vuoi saperlo, papà- gli disse in tono di
ammonimento. – Davvero, tu non vuoi saperlo.
- Oh, andiamo, Legolas, forse non hai fiducia in me?
Allora Legolas si alzò, si avvicinò al padre e si chinò
sul suo orecchio per mormorargli qualche parola. Poi se ne tornò seduto col suo
bellissimo sorriso innocente.
Thranduil rimase in silenzio molto a lungo, mentre Gimli
si appoggiava il viso sulle nocche chiuse, aspettandosi chissà che svenimenti o
crisi isteriche o cacce al nano. Finalmente il Re si schiarì la voce e disse:
- Immagino che se questo per te è così importante,
Legolas, non ci sia molto da dire.
- E inoltre, beh, Gimli non se la tira tanto come quel
petulante di Aragorn che non fa altro che vantarsi di quella kitchissima spada
rotta, Anduril. - aggiunse Legolas. – O della sua discendenza diretta da
Isildur, o della sua carica di Re di Gondor, o delle sue ricchezze, della sua
bellezza, della sua forza, della sua intelligenza, della sua nobiltà e così via.
Il mio Gimli è assolutamente meglio.
Thranduil aveva fatto fatica a sopportare tutto quel
magnifico elenco di cose perse a favore di un nano. Iridan se ne accorse e cercò
di cambiare argomento.
- Ehm, e voi…avrete intenzione di sposarvi, sì?
Iridan non era mai stato molto bravo a cambiare
argomento e in molti lo notarono.
- Intanto pensavamo di comprare casa insieme- rispose
Gimli evasivamente. – Poi si vedrà.
- E dove la volete comprare?- chiese Thranduil con tono
indifferente.
- Sulla Montagna Solitaria- rispose immediatamente
Legolas prima che Gimli potesse fermarlo; infatti l’elfo aveva non solo il dono
della retorica, ma anche quello della diplomazia.
- Dev’essere un posto magnifico- disse in fretta Iridan,
che non era molto bravo a cambiare argomento.
Thranduil ci rimase un po’ male.
- Il tuo desiderio è di andare a vivere tra i nani,
Legolas?
- Veramente Legolas avrebbe adorato l’idea di vivere nel
Bosco Atro, purtroppo non credo che gli elfi sarebbero a loro agio per causa
mia- replicò Gimli prima che l’elfo potesse rispondere. – Anche se sarebbe il
mio più grande desiderio.
Il re sospirò e tornò a concentrarsi sul suo piatto-
aveva mangiato due forchettate sino ad allora perché non aveva molto appetito,
differenziandosi da Iridan che per distrarsi era arrivato alla seconda
porzione-, mentre Legolas rifletteva su cosa avrebbe potuto dire per risollevare
il morale del padre.
- Forse- suggerì – Quando io e Gimli prenderemo la
casa,tu potresti parlare un po’ con Glòin, per conoscervi…
Né Legolas né Iridan erano molto bravi nel cambiare
argomento.
Thranduil rischiò infatti di strozzarsi con l’insalata e
fu necessaria una breve rianimazione.
Dopodiché:- Naturalmente prenderò in considerazione
l’idea.
- Legolas, amore, cerca di parlare di qualcos’altro-
mormorò Gimli, che non voleva vedersi morire il suocero davanti.
Iridan, che aveva capito tutto, disse:
- Papà, io credo che Legolas e il suo fidanzato
sarebbero contenti di restare qui per qualche giorno, e intanto far venire Glòin
qui…
- Dovremo mandare prima almeno un messaggio, figliolo.
- Ehm, no no- dissero insieme Legolas e Gimli.
- Perché no?
Entrambi si pentirono d’aver reagito così.
- Il fatto è che mio padre ancora non sa della nostra
relazione.- balbettò Gimli.
Thranduil sgranò gli occhi in direzione del nano.
- Come, non lo sa?
- Ancora non siamo andati dalla mia gente, preferivamo
prima passare da voi a dare la bella notizia.
- Perché?- chiese Iridan.
- Perché credevamo che papà l’avrebbe presa meglio di
Glòin- rispose Legolas a bassa voce.
Thranduil non capiva come un padre avrebbe potuto
prenderla peggio di lui.
- Per quale motivo?
- Perché voi dovevate pur aspettarvelo- rispose il nano.
– Mio padre non sospetterebbe di Legolas in nessun caso.
- Io me l’aspettavo?- ripeté Thranduil stravolto.
- Beh, in proporzione…- spiegò Legolas.
- E il messaggio da parte di tuo padre che mi hai
portato?
- Una piccola invenzione…ma sono sicuro che l’avrebbe
detto ugualmente. – si affrettò a chiarire Gimli.
- L’avrebbe detto ugualmente- disse ancora Thranduil. Si
schiarì la voce e proseguì, sconvolto: - Perciò mio figlio è fidanzato con Gimli
figlio di Glòin, un nano della Montagna Solitaria, il cui padre ancora non sa
della relazione dei nostri figli e la prenderà peggio di me?
- Non la prenderà peggio di te, papà- protestò
debolmente Legolas.
- Cioè, forse un pochino- precisò Gimli. – Ma di sicuro
poi si abituerà all’idea.
- Tu devi solo essere gentile con lui, papà- spiegò
l’elfo.
Una venuzza pulsava sulla fronte di Thranduil. Iridan si
accorse della situazione e gli batté la mano sulla spalla.
- Non ti costa niente essere gentile- gli ricordò col
suo fare cordiale. – E ricordati che lo fai per Legolas.
Thranduil guardò il figlio come se lo vedesse per la
prima volta.
- Lo faccio per Legolas.- ripeté. Si alzò e si diresse
verso la porta continuando a ripetere: - Lo faccio per Legolas, lo faccio per
Legolas, lo faccio per Legolas.
E uscì dalla stanza.
Gli altri tre rimasero soli in silenzio.
- L’ha presa male, Iridan?- domandò infine Legolas
rivolto al fratello.
Il più giovane tentennò. – Forse un pochino.
- Credo che non voglia rischiare di scontrarsi con mio
padre per causa nostra- mormorò Gimli.
- Ma tuo padre non potrà essere arrabbiato per sempre!-
osservò Legolas disperato.
Gimli lo guardò dubbioso e non ebbe il coraggio di
rispondere.
Quella sera, tardi, Legolas uscì su una delle ampie
terrazze del palazzo e rimase un po’ lì a pensare.
- Cosa fai, Legolas?
- Penso.
- A cosa?
- A papà.
- Alla fine si adatterà all’idea, lo sai.
- Non voglio che si adatti all’idea!- gridò Legolas
voltandosi verso il fratello. – Voglio che capisca che io amo Gimli, non che
l’accetti come male inevitabile.
Iridan lo guardò sconsolato.
- E il padre di Gimli? Come pensi che la prenderà?
Legolas esitò.
- Non lo so. Gimli dice che…
Una musica interruppe le sue parole. Legolas si sporse
dal balcone per sapere cosa fosse.
- Cos’è?- chiese Iridan sporgendosi insieme a lui.
Dal parco giunse una voce che cantava:
- Le stelle brillano, i tuoi capelli sono d’oro colato,
i tuoi occhi luci splendenti…
- Aragorn!- sbottò Legolas. – Zitto, basta, io sto con
Gimli adesso, non voglio più rivederti, lasciami in pace!
- Tu rara bellezza, tu bella creatura…
- Aragorn, zitto!- strillò Legolas cercando
automaticamente qualche freccia dimenticandosi di non avere la faretra.
- Denuncialo per stalking, Legolas!- sussurrò Iridan.
In quel mentre un’ascia uscì dalla finestra aperta della
camera dove dormivano Legolas e Gimli e si conficcò per terra a pochi centimetri
da Aragorn.
- Aragorn, smettila di infastidire il MIO fidanzato!
- Hai sbagliato mira, tappo! Ah-ah!- gridò Aragorn.
- Adesso aggiusto il tiro, tu resta fermo!- urlò in
risposta Gimli comparendo alla finestra con in mano un’altra ascia. A quel punto
Aragorn ritenne doveroso filare.
- Grazie amore! Aragorn stava diventando proprio
noioso!- esclamò Legolas soddisfatto. Gimli uscì in mutande dalla camera per
andare a riprendersi l’ascia, borbottando:
- Io non permetto a quel Nùmenoreano di molestare il mio
fidanzato! Legolas, ti aspetto in camera!
E rientrò. Legolas rimase qualche minuto ancora con
Iridan.
- Che carino il tuo fidanzato- mormorò Iridan cercando
di riaversi da un conato di vomito (aveva visto Gimli in mutande).
- E’ l’uomo giusto per me!
- Proprio- rispose il minore appoggiandosi alla
balaustra per riprendere fiato. – Ma ricordati che lui è un nano, fratello,
Aragorn è un uomo…a proposito- disse riprendendosi- Tu hai detto di essere stato
con Aragorn!
- Ah, sì- rispose Legolas storcendo la bocca. – Già.
- Per quanto tempo?
- Veramente- disse l’elfo – Ho un po’ esagerato le
cose…per papà. In effetti non è stato molto più di una notte. Ma non volevo che
lui pensasse…sai…
- Che andavi a letto con tutti i Nove Viandanti?
- Iridan!- protestò Legolas risentito. – Questo non è
vero, non è proprio vero. Per esempio, gli Hobbit non mi sono mai interessati.
Troppo bassi. E neanche Gandalf, quel vecchietto. Boromir poi, neppure per idea!
- Beh, ma cosa aveva lui che non andasse?
- Gimli ha molte doti di cui Aragorn deve fare a meno-
rispose Legolas evasivamente. – Ma perché fate tutti la stessa domanda? Eppoi,
non si vede benissimo che Gimli è molto meglio di Aragorn?
- Basta che sia contento tu- rispose Iridan e se ne andò
nella sua stanza.
Quella notte Thranduil non riusciva a dormire e scese
giù a bersi una tazza di latte caldo (mi piacciono queste abitudini casalinghe,
anche se non so quanto elfiche possano essere…).
Era seduto al tavolo con il latte lì che lo fissava e
lui che fissava il latte e nessuno dei due era particolarmente allegro quando
dai piani alti scese Aragorn.
Il re di Gondor era cupo quanto quello del Bosco Atro
più o meno per lo stesso motivo, perciò anche lui si sedette, accettò una tazza
di latte e si mise lì a fissarlo.
Così i quattro rimasero lì a fissarsi cupamente
(Thranduil, Aragorn e le due tazze di latte) per dieci minuti abbondanti.
Dopo un po’ Thranduil disse rivolto ad Aragorn, ma
guardando la propria tazza:
- Quanto avrei voluto che mio figlio scegliesse voi…
- Quanto avrei voluto che vostro figlio scegliesse me…-
piagnucolò Aragorn in risposta.
- Cosa potrà mai avere quel nano che voi non abbiate?-
proseguì Thranduil disperato.
- Cosa potrà mai avere quel nano che io non abbia?-
gemette ancora il Re di Gondor.
Finalmente i due si decisero a guardarsi anziché parlare
al latte e a guardarsi l’un l’altro.
- Io sono bello, forte, ricco, famoso, alto, nobile, di
alta discendenza, intelligente, furbo, so parlare, cos’ha lui che possa
competere con queste mie qualità?- domandò il modestissimo Aragorn.
- Gimli figlio di Glòin!- gemette Thranduil stravolto.
- Cos’ha lui che io non ho?- proseguì Aragorn straziato.
Era molto tempo che si faceva la medesima domanda.
Thranduil si ricordò la spiegazione che gli aveva dato
Legolas al riguardo e si rimproverò per aver insistito affinché lui glielo
spiegasse.
- Io lo so- disse. – Ma credo che almeno in questo mio
figlio abbia ragione. Non è il caso che voi lo sappiate.
- No?- chiese Aragorn perplesso. – Perché?
Thranduil era a disagio.
- No- ripeté. – Non è proprio il caso. No, direi di no.
No.
Aragorn scosse il capo e tornò ad autocommiserarsi.
- Ha rifiutato la mia serenata!- gemette. – Legolas ha
rifiutato la serenata che avevo composto per lui e quel barbaro di Gimli ha
anche avuto il coraggio di inseguirmi con la sua rozzissima ascia! Andùril è
molto meglio!
- Non ne dubito- cercò di consolarlo Thranduil, che
aveva preso in simpatia il pretendente di suo figlio. – Anzi,sono sicuro che è
così.
- Davvero?- chiese Aragorn speranzoso.
- Davvero- rispose Thranduil che stava ricominciando a
deprimersi. – Ah, e adesso devo persino invitare Glòin qui per assistere alla
scenata che farà quando scoprirà che i nostri figli stanno insieme! Ah, ma
perché non ha scelto voi? Vostro padre è morto, avrei un problema in meno…
- Io sono sicuramente un pretendente migliore!- Aragorn
tornò alla sua idea. - Io sono bello, forte, ricco, famoso, alto, nobile, di
alta discendenza, intelligente, furbo, so parlare, e inoltre sono un abile
condottiero, come ha potuto Legolas preferire Gimli figlio di Glòin a me,
Aragorn figlio di Arathorn, erede d’Isildur, Re di Gondor, conosciuto come
Elessar la Gemma Elfica?
Thranduil iniziava a trovare quella lunga lista di
titoli sempre più dura da sopportare, visto e considerato che il suo futuro
cognato non aveva quella gloriosa discendenza da vantare.
- Su, su, finché c’è vita c’è speranza!- gli ricordò.
Non ebbe il coraggio di dirgli che Legolas poteva sempre cambiare idea, visto il
progetto della casa insieme.
Aragorn lo guardò illuminandosi un po’. – Voi sareste
favorevole a una mia unione col vostro bellissimo figlio?
- Sicuramente lo sarei più che a quella con Gimli-
ribatté Thranduil, che per quanto apprezzasse il Re di Gondor non voleva
sbilanciarsi più di tanto.
Elessar stava già iniziando a pensare a Legolas. – Mi
figuro già il mio adorato vestito di bianco…
Thranduil sapeva che Legolas aveva un certo rapporto di
amore-odio col bianco, perché se gli stava benissimo era anche vero che il
bianco si sporca subito (Legolas non aveva il problema del bianco che ingrassa
perché era bellissimo eccetera), ma suppose che fosse inutile rovinare quei
progetti matrimoniali con dettagli così poco romantici.
- Se solo non ci fosse Gimli di mezzo, adesso io e
Legolas vivremmo già insieme…forse avremmo persino un bambino…
Thranduil rischiò di strozzarsi col latte che non
stava bevendo (cioè con la saliva). – Non ti permetterò MAI di ingravidare mio
figlio! Anche perché non è possibile!
- Beh, qualche modo si trova sempre…
- ANCHE SE CI FOSSE UN MODO IO NON TI PERMETTEREI MAI DI
METTERE INCINTO MIO FIGLIO!
- Insomma, io parlavo dell’adozione!- protestò Aragorn
perplesso.
Thranduil si rilassò quando l’immagine di Legolas che
correva su è giù per tutta la casa con il pancione e un gran numero di scarpette
infantili in mano scomparve dai suoi occhi. – Ah, ecco. Sarà meglio.
- Allora, sire Thranduil, voi mi appoggereste se
cercassi di riconquistare Legolas?- chiese Aragorn sporgendosi verso l’elfo.
Thranduil stava per rispondere, quando d’improvviso si
ricordò della necessità di parlare con Glòin e si mise a piangere sulla sua
tazza di latte.