Senza peso, senza fiato

di Rosmary
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Sospesi
 
 
Avevo il silenzio dentro
ed era un suono strano
– incessante.
 
Avevo il silenzio dentro
ed era un rumore strano
– insopportabile.
 
Avevo il silenzio dentro
e non c’era nulla che potessi sentire
– sorda.
 
(a tutto)
 
Non avevo che il silenzio intorno
e vi annegavo ogni giorno di più
– sola.
 
Non avevo che il silenzio intorno
e vi annegavo ogni minuto di più
– apatica.
 
Non avevo che il silenzio intorno
e le mura di casa erano creta
– sgretolata.
 
(sempre)
 
C’era una luce in fondo alla stanza
o forse era la mia anima?
– arresa.
 
C’era una luce in fondo alla stanza
aveva gli occhi blu dei demoni della notte
– brillano, brillano vivi.
 
(ancora)
 
 
James?
«Rose»
Sei tornato?
«Rose»
 
 
Avevo il silenzio dentro
e intorno
e una luce in fondo alla stanza
– dove gli occhi non svanivano.
 
 
«Non sono un demone»
Lo so.
«Sei tornata?»
Non sono mai andata.
 
 
 
 


 
Note dell’autrice: questa sorta di poesia (o, per meglio dire, tentativo a metà tra la prosa e la poesia) risale a mesi fa, ma lo pubblico solo ora. Trae ispirazione dal pacchetto che Lisbeth Salander mi ha proposto in occasione di Scrivimi (attività del gruppo fb Caffè e calderotti), ossia: Personaggi (obbligatori): James/Rose; Prompt: “Nella mia testa | c’è sempre stata una stanza vuota per te | quante volte ci ho portato dei fiori | quante volte l’ho difesa dai mostri | Adesso ci abito io | e i mostri sono entrati con me” (da Cento poesie d’amore a LadyHawke); Genere: Angst.
Grazie a chiunque vorrà dedicarle del tempo.




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