Christmas Light

di BettyLovegood
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Era passata la mezzanotte quando Sasuke si lasciò finalmente cadere sul divano.
Avevano addobbato tutto l’appartamento sia all’interno che all’esterno, perché «se dobbiamo farlo facciamolo bene, dattebayo!»

Erano partiti con la decorazione del piccolo balcone, o meglio, Naruto aveva iniziato con la decorazione del piccolo balcone, lui ne aveva approfittato per la prima pausa sigaretta. L’arduo compito di districare luci e tubi colorati era stato gentilmente lasciato al compagno.
Ora il loro balcone poteva vantare di: due fasce colorate di tubi, uno rosso e uno arancione; una serie di luci blu accese solo per metà; la bellezza di tre stelle comete di diverse grandezza; ed infine ben quattro pupazzi di babbo natale intenti ad arrampicarsi su per il loro terrazzo.
Visto dal basso era un’accozzaglia di roba luminosa e confusionaria. Quando però l’aveva guardato aveva sorriso, gli ricordava Naruto.

Erano poi passati all’interno e Sasuke aveva approfittato di una seconda pausa per ordinare da mangiare. Seduto al tavolo della cucina aveva osservato Naruto saltellare avanti e indietro mentre appendeva qua e là tutto quello che cacciava fuori dalle scatole. Si era alzato ad aiutarlo solo per farlo smettere di cantare All I want for Christmas.

Solo dopo aver cenato - e dopo la terza pausa, nuovamente sigaretta, aveva deciso di dare seriamente una mano. Anche perché le decorazioni erano quasi finite, restava solo roba da appendere all’albero.
Addobbare il minuscolo e spelacchiato abete si era rivelata un’impresa più ardua del previsto. Gli addobbi per l’albero di Naruto o erano colorati di un arancione sbiadito o erano pupazzetti in ceramica a forma di rana. Sasuke aveva fatto del suo meglio per portare un po' di ordine e decenza, ma il risultato era comunque abbastanza osceno.

Dal divano osservò l’obbrobrio, illuminato d’arancione e verde. Qualche pallina risultava ammaccata: erano quelle che aveva tirato in testa a Naruto quando aveva provato a fargli indossare delle corna di renna. Il puntale, invece, si era rotto durate la loro quarta, o forse quinta litigata iniziata per farlo smettere nuovamente di cantare, stavolta aveva attaccato con Jingle Bell.
Ora in cima all’albero, a mo’ di stella cometa, se ne stava la polaroid che ritraeva un piccolo Sasuke con il cappello di babbo natale, dietro di lui appariva un Itachi sorridente. L’idea brillante era stata – ovviamente- di Naruto, lui l’aveva accolta con una serie di «no», «scordatelo» e «non provarci nemmeno».
La stupida testa bionda aveva comunque avuto la meglio perché sapeva giocare sporco: erano bastati una serie di baci in un punto preciso tra il lobo dell’orecchio e il collo a farlo cedere. Sasuke però – sempre per la questione dell’orgoglio Uchiha da risanare, aveva aggiunto un’altra settimana di faccende domestiche a carico del compagno.

«È davvero bello, no?» la domanda di Naruto arrivò dalla poltrona al suo fianco insieme ad una mano poggiata sul suo capo.
Lui mosse leggermente la testa, in un muto ordine e l’altro iniziò ad accarezzargli i capelli. Si godette per un attimo le carezze prima di rispondere.
«È orribile» sentenziò dopo avergli lanciato un ultimo sguardo.
Naruto strinse leggermente la presa per contestare il suo giudizio.
«È il nostro primo albero teme! Io lo trovo fantastico» aggiunse, poi smise di accarezzarlo.
Sasuke fermò il verso di protesta che stava per emettere solo perché si ritrovò il volto del compagno a pochi centimetri dal suo.
«E comunque buon Natale, Sas’ke» gli disse prima di abbassarsi a dargli un bacio a stampo.
Naruto non ebbe il tempo di rialzarsi, Sasuke lo tirò per il colletto della maglia e se lo fece cadere addosso.
Gli soffiò sulle labbra: «Buon Natale, dobe», prima di baciarlo come si deve.

Dopo qualche minuto, o forse qualche ora, una stupida testa bionda, perfettamente incastrata tra lui e il divano aveva ricominciato ad accarezzargli i capelli.
Sasuke osservò ancora una volta l’obbrobrio arancione, poi spostò lo sguardo sul volto sorridente di Naruto e sentì qualcosa di forte e caldo allargarsi nel petto.
Le probabilità erano due: o il peso di Naruto gli stava sfondando la cassa toracica, o si trattava di felicità. Optò per la seconda opzione ma fece comunque scivolare leggermente di lato il corpo del compagno.
«L’anno prossimo le decorazioni le scelgo io» gli disse dopo un po'.
Ascoltò la risata di Naruto per qualche secondo, poi ricominciò a baciarlo.
 
 
 
 
 

Note di B.
Ce l’ho fatta finalmente! 
Alcune cose che avrei dovuto dire nel capitolo precedente:
questa storia nasce dal mio desiderio di fare l’albero di Natale. In casa mia, come a villa Uchiha non si addobba più casa. La motivazione è la stessa degli Uchiha, anche se qui la situazione non è così deprimente come lì. Comunque, io amo il Natale, quindi quello che non ho potuto fare in casa mia l’ho fatto fare a Naruto in questa storia. Forse in maniera un po' esagerata, ma si tratta pur sempre di Naruto Uzumaki!
Per quando riguarda Itachi non so quanto sia stata corretta nel trattare il personaggio, non so neanche se tutta la storia sulle luci e gli addobbi abbia un senso, mi è uscita fuori sempre un po' a caso.
Ultima cosa, prima o poi riuscirò a scrivere una ff collegata a questa e chiamarla “Una stupida testa bionda”  in cui vi spiego tutti i retroscena tra Sasuke e Naruto, per il momento potete leggervi (se vi va) le drabble della raccolta “It’s beginning to look like New Year”, sono tutte collegate a questa storia.
Detto ciò ringrazio chiunque legge o recensisce, sono contenta di essere ritornata a scrivere.
Ps: il balcone super luminoso esiste davvero, lo monta ogni anno il mio vicino!
Con tantissimo amore, B. <3




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