A Futeki,
buon compleanno
con Draco e Hermione!
Tre
bicchieri infranti
Resto
solo a contemplare i frammenti aguzzi.
“È il compleanno di Harry, non passiamo
mai del tempo tutti insieme! Sono i miei amici.”
“I tuoi insulsi amici sono un conto, tu un
altro.”
Amavo pagarne il prezzo.
Il primo bicchiere che hai lanciato si è
rotto contro una parete della mia casa – era diventata anche tua – e io
non credevo di essere ancora in grado di indurti a tanta veemenza.
Ho imparato ad ammirare le tue repliche
sagaci alle mie provocazioni, ma non sapevo che farmene, di uno scatto d’ira; poi
hai stretto le palpebre e trattenuto lacrime insolenti e avrei voluto sapere
cosa fare.
Non l’hai scagliato nella mia direzione – riconosco
che non hai mai fatto niente per ferirmi – ma ne ho sentito distintamente lo schianto
come se avesse centrato il mio cranio, o il cuore.
Ti sei allontanata abbandonando nel piatto
una zuppa a metà; si è raffreddata e così a fumare, di collera, c’ero soltanto
io.
Ho
smesso e ho sorriso di nuovo, quando sei tornata.
“Non insistere, non verrai in nessun caso dai
miei genitori.”
“Allora ti vergogni? Sono solo il tuo
lurido segreto?”
Il secondo ha colpito la finestra chiusa –
mai me.
Pensavi davvero che io riuscissi a
spiegare a loro la trama ingarbugliata che mi legava a te, se si dispiegava in
paragrafi intrecciati e ridondanti persino nella mia mente?
Sono uscito, senza di te, non prima di
aver letto nei tuoi occhi lucidi la tentazione di gettarmi addosso i pezzi: le
dita fremevano per impugnare la bacchetta e le labbra sigillate con sdegno si
sarebbero godute ogni singola sillaba della formula. Eppure sei rimasta
immobile – mai me.
Ho
controllato che non ti fossi graffiata accidentalmente con le schegge, quando
sono tornato.
“Non posso avere un figlio da una
Sanguesporco.”
Neanche una come te.
Il terzo ha fatto seguito a una
confessione strappata dalla gola e sputata nel veleno.
La nostra era una passione immonda e io ho
ammesso davanti al tuo seno il peccato di non poterne fare a meno, però tu
pretendevi di tramandarla. Il mio prezioso e ingombrante sangue non lo permetteva
e ti figuravi che io avessi l’audacia di scavalcarlo? Proprio io, abituato a
rocamboleschi giri di parole perfino per definire la sorpresa di ritrovarmi a
riverire le complicate curve del tuo corpo e le intriganti pieghe della tua
bocca, nel conoscersi adulti.
È finito per terra, ai piedi del paesaggio
silvestre incorniciato che ti piaceva rimirare, e non ti sei azzardata a
raccoglierlo.
Ognuno
conteneva solo acqua: non avresti sopportato di versare vino elfico e dipingere
macchie rosse come ogni stilla che ci ha diviso stavolta – e tutte le volte.
Hai fatto le valigie così velocemente
da ispirarmi il sospetto che le avessi già pronte, e probabilmente è vero.
Mi hai lasciato unicamente alcuni
capelli aggrovigliati sul cuscino, un libro dimenticato aperto sul comodino e
tre bicchieri infranti.
Non ho asciugato le gocce sul
pavimento, aspetto ancora che torni a farlo tu.
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Note:
Questa
flashfic partecipa al contest “Titoli a catena” indetto da Freya_Melyor sul
forum di EFP. Il titolo Tre bicchieri infranti è stato proposto
nell’ambito del contest da mystery_koopa, che ringrazio perché mi è piaciuto
subito e mi ha ispirata.
Grazie per aver letto!
Se vi va, possiamo restare in contatto su
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Legar – mai stanca di
shippare Dramione.