Cronache di Contrade

di lmpaoli94
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Rimorsi e continui rimorsi.
Questo è quello che stava accadendo al giovane Argentio mentre stava rinchiuso nella sua camera da letto oscurata dall’impedimento della luce del sole.
Per quanto Argentio potesse essere un cavaliere dal cuore nobile, egli non avrebbe potuto salvare la sua povera donna, nemmeno se avesse voluto.
mettere in gioco in quel modo la sua morte non era altro che un espediente inutile per morire con estrema facilità.
Ma lui voleva salvarla e nel farlo stava giurando eterno amore al suo Dio in modo che gli potesse dare tutta la forza necessaria.
< Le preghiere non vi serviranno mai in questo frangente. >
una voce acuta risuonò fino in fondo alla chiesa dove Argentio si girò di scatto per contemplare la visione di quell’uomo che in tutta la sua vita gli aveva fatto da padre.
< Fra Tito, voi non dovevate essere… >
< Non permetterò mai di assistere ad una indecenza inqualificabile come la morte di quella donna. A questo punto il Conte Varello ha superato se stesso. E solo voi potete aiutarla. >
< Ma zio, io non posso… >
< Smettetela di chiamarmi così e chiamatemi padre. Anche se voi non siete il mio figlio legittimo, siete l’unica persona che ho amato incondizionatamente per tutta la vita. E non posso permettere di vedervi soffrire in questo modo. >
Sorpreso da tali parole e da molta bontà, Argentio non seppe cosa dire in quel momento.
< Padre, come mi dovrei comportare con lei? Ormai l’ho tradita. L’ho consegnata al nostro più grande nemico di famiglia. Ella non mi perdonerà mai questo affronto. Nemmeno quando morirà. >
< Argentio, che cosa vi dice che lei morirà? Credete davvero che la sua tempra e il suo spirito forte la possano condurre ad una fine come questa? >
< Ma non c’è nessuna speranza! > protestò il giovane cavaliere.
< C’è sempre una speranza! Sciocco! E l’unica speranza siete soltanto voi! All’aba delle prime luci di un nuovo giorno le anime meschine che derideranno quel povero corpo pieno di ferite, faranno i conti con il loro giudizio universale. E l’unico modo che il loro sconvolgimento sia atto a trasformarsi in incredulità, sarà dato dal fatto che voi non mollerete dinanzi agli sguardi del male. Nemmeno se l’unica speranza sembra essere assopita… Avete forse paura del peccato di salvare una povera donna in difficoltà? >
< ma io questa donna l’ho tradita. E non riesco a darmi pace per questo. >
< Ed è per questo motivo che l’unico modo per rimediare è salvarla… Magari loro si aspettano una mossa tanto avventata quanto sciocca, ma non dobbiamo dargli nessun tipo di vittoria in questa nostra guerra. Nemmeno se la sfortuna potesse capovolgersi contro di noi… Ma da quello che intravedo nei vostri occhi, capisco che avete paura di morire. >
< No, padre. Perché avere paura in un simile momento in cui non ho niente da perdere a parte la vita? >
< E pensate che sia poco? Argentio, voi siete ancora giovane e avete tutta una vita dinanzi a voi. Volete sprecarla? Allora andate a salvare quella donna. Immediatamente. >
vedendo una forza di volontà che negli occhi di suo padre non aveva mai visto, Argentio non era mai stato più fiero di avere avuto un degno insegnante di vita come colui che gli aveva salvato l’intera esistenza.
< Voi Argentio siete nato per combattere le ingiustizie di questo Regno. Allora vi prego di non fermarvi proprio adesso e di continuare nel libero arbitrio del vostro coraggio. Evitate di fermarvi, altrimenti non ve lo perdonerete mai. >
< Padre… vi ringrazio per tutte queste belle parole. >
Dopo un fulgido abbraccio che sembrò durare un’eternità, Fra Tito spronò ancora il suo ragazzo dicendogli che non aveva molto tempo a disposizione.
< Le prime luci dell’alba… ormai è arrivato il momento. >
E nel sentire quelle ultime parole prima dell’inizio della missione, Argentio ringraziò ancora quell’uomo che l’aveva sempre accudito e quella forza superiore che stava ribollendo nelle sue vene.
“Giuro solennemente che riprenderò il mio onore perduto riportando la pace a Numarsia e salvando la vita del mio prossimo futuro.”
 
 
Gran parte delle Contrade stavano prendendo posto in prima fila fissando Equestre con la spada del vendicatore impugnata nella sua mano.
Il giovane cavaliere, che non avrebbe mai potuto pensare ad una fine tanto crudele per quella donna, stava diventando il vendicatore di una rabbia mai potuta assopire.
< Lei amerà sempre un altro, Equestre. È giunto il momento che voi ve la togliate dalla testa. >
Il Conte Varello, che non voleva risparmiare ingiurie per sua nipote nemmeno sul punto di morte, rendevano Equestre ancora più confuso.
< Non troverò mai una donna bella come vostra nipote, Conte. >
< Le donne vanno e vengono nella nostra vita. Caro Equestre. Mettetevi l’animo in pace una volta per tutte. Che cosa serve guastarsi il sangue? >
< Io non posso… >
< Voi sopporterete il mio volere > gridò nelle sue orecchie come segno di sfida < Altrimenti il prossimo ad appoggiare la testa all’indirizzo della spada che tenete in mano sarete proprio voi. Scegliete se volete vivere oppure no. >
< Dico solo che uccidere vostra nipote è un gesto blasfemo e a dir poco raccapricciante. Che cosa volete dimostrare in tutto ciò? >
< Lei ha perso il suo onore andando a letto con quel dannato di Argentio. Ha scatenato una guerra che ha impedito lo svolgimento dei giochi della pace e soprattutto ha tradito la sua famiglia spezzando per sempre il vostro cuore. Non credete che ne abbia combinate abbastanza? Ha distrutto i vostri sogni e dai vostri occhi mi fate capire che la volete risparmiare? Con quale coraggio pensate questo? >
Mettendo il suo viso tra le mani come segno di disperazione, Argetio gettò a terra la spada come piccolo segno di sconfitta.
< Se non la ucciderete voi, toccherà farlo a me. E se lo facessi, non vi piacerà per niente. >
Non avendo altra scelta che ascoltare il volere del Conte, il marchese Angioino avvertì il vecchio uomo che ormai gli spalti erano abbastanza gremiti.
< E’ l’ora. >
< Ci sono tutti? >
< Manche Fra Tito. Ma non importa aspettarlo. I traditori verranno puniti più avanti. >
< Si limita a rispettare il volere di un dannato bastardo senza onore. Mi fa un gran pena a volte > rispose il Conte con tono stizzito.
< Risolveremo la questione molto presto, Conte. Ma adesso dobbiamo pensare a vostra nipote. >
< Sì, avete ragione. >
Spronando un’ultima volta quel suo unico erede tanto sciocco quanto debole, gli suo cuore distrutto si preparava a conoscere l’oscurità del volere dei potenti.
< Eccola. Sta arrivando. >




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