Rifts Chronicles: Arthur's Journey

di fenris
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Arthur e compagni ci misero circa sei mesi a raggiungere le coste del Messico: i primi furono passati a preparare Morrigan per il viaggio, aggiungendo le armi necessari( materiali gentile concessione dei Brokdil) e il sistema di volo, sebbene quest'ultimo fosse ancora un po' instabile. Arthur, tra il rubacchiare pezzi e riadattarli, era ormai diventato un maestro assoluto nel riciclo e non fu un problema aggiornare quella che ormai considerava la propria migliore creazione dopo i suoi figli.


 

Koromi ne approfittò per imparare da Zhen come risvegliare il proprio Chi, cosa che riuscì a fare quasi alla fine dei lavori dopo aver usato dei bio- sistemi per sostituire i suoi impianti bionici principali, che erano stati sempre riutilizzati da Arthur per modificare l'armatura della spadaccina. Siccome questi aveva ancora diversi componenti cibernetici e bionici nel proprio corpo, in particolare nello scheletro, la sua energia spirituale non era ancora particolarmente forte. Ma comunque sarebbe stato capace di usare gli strumenti e armi tecnomagiche che le erano state fornite, incluse una modifica alle sue armi bianche che le aveva rese quasi tre volte più letali.


 

Il viaggio fino alla costa messicana dove i pirati si erano stanziati non fu comunque facile. I vampiri dominavano buona parte del territorio e c'erano non poche bande armate impegnati in un contro contro tutti. Il gruppetto aveva incontrato alcuni Cacciatori di non morti che facevano il possibile per proteggere le piccole comunità cui si erano legati, e dunque non poterono ricevere da loro altro aiuto che un riparo per la notte e informazioni.


 

Videro molto altro, dalle creature più bizzarre ai guerrieri più sanguinari. Ma il loro incontro più impressionante fu comunque la nave pirata, un modello delle dimensioni di un panfilo in lega Mega- danno e armato fino ai denti, forse rubato alla Neo Marina o comprato ad Atlantide a giudicare dalle insegne. I suoi cannoni e la torretta sulla poppa sembravano più che capaci di uccidere un drago adulto. Senza contare il Glitter Boy che faceva di vedetta assieme ad altri pirati.


 

Arthur osservò l'imbarcazione con un paio di binocoli a raggi x. La nave era già piena di schiavi e mercanzie d'ogni genere, probabilmente sarebbe ripartita entro un paio di giorni al massimo, dirigendosi verso Atlantide. Quella sera sarebbe stata la loro unica occasione per colpire e possibilmente uscirne vivi.


 

“ Allora, Arthur?”, domandò Koromi, intenta ad attaccarsi delle granate al cinturino, mentre Ross controllava una per una le proprie armi da fuoco, mettendo con una cura estrema le E-clip. Poco lontano Zhen Hi stava invece meditando, braccia e gambe ricoperte dalle protezioni costruite da Arthur in modo da amplificare le sue tecniche marziali mentre un alone blu e verde lo avvolgeva.


 

“ Difficile dirlo. Uno scontro frontale sarebbe ovviamente un suicidio, e credo di aver visto anche un Glitter Boy. L'unica possibilità è infiltrarsi di sorpresa e liberare i prigionieri.”, affermò il Tecnomago, prendendo a sua volta alcuni dei vari congegni che aveva preparato, inclusa una particolare vibro lama fatta per sbloccare le manette.


 

Il piano, assumendo non capitassero imprevisti, era tanto semplice quanto rischioso. Koromi si sarebbe introdotta sul ponte uccidendo il più silenziosamente possibile qualsiasi guardia ci fosse, così che Arthur e Zhen Hi potessero liberare i prigionieri senza attirare l'attenzione,mentre Ross e la samurai stessa si sarebbero assicurate che il ponte restasse calmo almeno un altro pò. Se fossero stati scoperti, Zhen avrebbe pensato ai prigionieri mentre gli altri tre gli avrebbero dato tempo scatenando tutto ciò che avevano.


 

“ Gli Horune hanno anche buone abilità idrocinetiche se non sbaglio. E siamo a due passi dal mare.”, affermò Ross, ricordando cos'aveva letto su quelle creature.


 

Gli Horune erano un'altra razza di D-Bee che spadroneggiava tra gli oceani, dedita quasi interamente al saccheggio. Assomigliavano a una sorta di orchi con svariati occhi, e ognuno di loro aveva l'abilità di controllare l'acqua, che anche qui sulla costa poteva essere letale.


 

Erano riusciti a radunare nel corso degli anni sulla Terra dei Rifts una gran quantità di compagni provenienti da altre razze, e stabilito anche un certo rapporto di fiducia con gli Splugorth.


 

Sostanzialmente assassini avidi e più che fieri della loro cultura sanguinaria, ma molto pericolosi in gruppo e tutt'altro che stupidi.


 

“ E' un rischio che possiamo correre e dobbiamo correre però. Ogni colpo agli Splugorth, per quanto piccolo, è un favore a ogni creatura di questo pianeta.”, affermò Koromi decisa. Atlantide aveva causato troppi danni per i suoi gusti, e se poteva negare un minimo di guadagno ai suoi attuali padroni, così sia. In piccola parte, sarebbe servita anche a proteggere la lontana patria della samurai. Rose e Zhen, che si era appena riscosso dalla propria meditazione, annuirono. Arthur sospirò e per un istante le sue mani guantate sembrarono tremare.


 

“ Concordo, ma voglio stare... il più attento possibile. Non posso perdere anche voi. O non...”, mormorò lui con un tono strano, che andava oltre la semplice preoccupazione per i compagni.


 

“ Arthur, che c'è? Parlane con noi. Fare una missione con brutti pensieri addosso non è mai una buona idea.”, domandò Zhen. Pur essendo quello che meno conosceva il Tecnomago, l'aveva visto quasi sempre allegro fin quando non c'era da combattere, caso in cui diventava incredibilmente serio.


 

“ Ragazzi, lo sapete. Voglio ritrovare la mia famiglia, a ogni costo. Ogni villaggio spero che siano qui, mi dico che li rivedrò. Ma comincio a perdere le speranze dopo tanto tempo. Voi siete persone straordinarie e io.... sono solo un impiegato di terz'ordine che si è ritrovato in un mondo troppo grande per lui. Mi dispiace.”, disse l'uomo sedendosi sul suo tavolo da lavoro, gesticolando nervosamente mentre parlava. Il silenzio sembrò calare.


 

“ Che hai intenzione di fare?”, domandò Koromi dopo diversi secondi, inquieta per l'amico. Aveva già sentito il rosso lamentarsi nel sonno a volte. Non era un guerriero nel cuore, sebbene avesse salvato loro più volte la vita. Era un costruttore nell'animo e un viandante in cerca della propria famiglia.


 

“ Il piano è sempre lo stesso che ho avuto da quando sono arrivato qui. Cercherò in tutto il continente americano se necessario. Se non sono qui tornerò in Inghilterra. Poi forse in Europa. E anche ad Atlantide, se devo. Non so che altro fare.”, ammise infine Arthur.


 

“ Arthur... non hai nessun bisogno di scusarti. E non osare più mettere in dubbio il tuo valore.”, disse Ross porgendogli una mano. Lui la strinse e abbassò il viso prima di alzarsi, svolgendo lo sguardo alle tante stelle che avevano osservato il suo cammino negli ultimi anni.


 

“ Grazie, grazie infinite a voi tutti... è che non credevo sarei mai arrivato fin qui. Posso solo... ringraziarvi tutti. Senza di voi sarei morto da un pezzo.”.


 

I tre compagni di Arthur si guardarono a vicenda. Chi più chi meno l'avevano accompagnato e imparato a rispettare la sua determinazione. Si diedero un ultimo abbraccio e proseguirono a stabilire gli ultimissimi dettagli.


 

Verso mezzanotte tutto ebbe inizio. Koromi attivò il suo nuovo jetpack arrivando con un unico balzo sul ponte proprio quando il pilota del Glitter Boy scese per andare in mensa. Approfittando del suo vecchio addestramento stealth, la spadaccina si portò alle spalle di una manciata di guardie, sgozzandole con un singolo fendente a testa, prima di buttare i corpi in mare e far scendere una scala per i compagni, che salirono il più rapidamente possibile e presero le armi degli Horune caduti per darle ai prigionieri.


 

Ross si mise quindi nascosta tra alcune casse per agire da cechino, mentre Arthur e Zhen scesero nella stiva con passo felpato. Lungo la scaletta poterono sentire gli Horune e altri dei loro compagni parlottare o fare risse, producendo fortunatamente abbastanza rumore per loro.


 

Davanti all'entrata però trovarono un'ostacolo, una Lezione di Kres. Si trattava di uno degli esperimenti degli Splugorth. Un enorme umanoide dalla testa gonfia, le braccia immense e un enorme pancione, dotato sia di potenti abilità magiche che una forza fisica non meno temibile. Il suo sguardo era vacuo, come quello di un bambino triste. Ma questo non rendeva le sue braccia pompate all'inverosimile meno pericolose.


 

Anche in due non avrebbero potuto confrontarlo direttamente, era troppo forte e resistente.Seppure fossero riusciti a ucciderlo, tutti si sarebbero accorti dello scontro in atto.


 

“ Zhen, dobbiamo trovare un'altra...”, cominciò Arthur, ma il Guerriero del fulmine lo precedette, facendo scorrere il chi nelle sue protezioni tecnomagiche. Braccia e gambe del combattente furono avvolte da una potente energia elementare e con un salto inumano si buttò sulla faccia del guardiano colpendogli il naso con un precisissimo calcio.


 

Arthur sospirò e si lanciò a sua volta all'attacco, inserendo la sua elettrobacchetta in una testa di martello coperta con alcuni circuiti, supportando il compagno con violente scosse elettriche che sembravano bruciacchiare appena la Lezione, intenta a mirare raggi laser dagli occhi con Zhen, che invece sembrava imprendibile e continuava a colpire con potente tecniche marziali avvolte con l'energia degli elementi o con figure di animali.

Finalmente uno di quei colpi concesse abbastanza spazio ad Arthur da creare una rete di raggi luminosi con cui bloccare l'avversario per un po'.


 

“ VAI DAI PRIGIONIERI, ORA!”, esclamò Zhen dando altri pugni infusi di Chi all'avversario, impossibilitato a difendersi finchè non accumulò abbastanza energia per scagliare un incantesimo. Arthur però non lo vide e, ansimante, caricò un fiotto di energia magica nella sua arma per sfondare la porta con una potente onda d'urto. Avanzando tra i frammenti si trovò di fronte uno degli spettacoli più degradanti che avesse mai visto.


 

Gabbie. A decine, se non centinaia, sistemate alla rinfusa nell'enorme stiva accanto ad armi e provviste. A riempirle innumerevoli persone, sia umani che D-Bee, e ogni tipo di animali o creature magiche e aliene in catene.


 

“ Ehi, sei nuovo? Non ti ho mai visto.”, domandò un prigioniero, che Arthur riconobbe come uno Psi- Stalker pesantemente picchiato. Doveva averlo preso per una nuova guardia.


 

“ No, sono qui per aiutarvi. Siete in condizione per combattere?”, domandò Arthur aprendo la prima gabbia per lasciare uscire un gruppo di Arkhons, rettili umanoidi con lineamenti simili ai grandi felini. Erano invasori alieni da un pianeta lontano, di rado molto amichevoli con le specie che intendevano conquistare, ma quelli che erano finiti su quella nave non avevano la minima intenzione di combattere se non per uscire da lì.


 

“ Sì, per fortuna quelle merde ci danno abbastanza da mangiare. Ci servono solo le armi.”, rispose un possente Ogre mentre il Tecnomago continuava usare il suo grimaldello tecnomagico, liberando il resto dei prigionieri. La folla dunque si dispose accanto a lui. La maggior parte erano feriti e terrorizzati, ma quasi altrettanti erano furiosi per quanto avevano passato e intendevano farla pagara cara ai loro carcerieri a costo della vita.


 

“ Questo è tutto ciò che posso darvi per il momento.”, affermò ancora il loro liberatore svuotando a terra i sacchi contendenti le armi costruite da lui o prese agli Horune poco prima. I container delle armi erano ben più protetti delle gabbie per impedire che qualcuno ne prendesse una se riuscisse a liberarsi, quindi si sarebbero dovuti limitare a quelle per il momento. Specie considerando la comunicazione che arrivò all'auricolare di Arthur.


 

“ Arthur si sono accorti che le vedette sono sparite. Tornate sul ponte prima che prendano il Glitter Boy!”, gridò la voce di Ross accompagnata da vari spari.


 

“ Va bene, un'ultima cosa. C'è qualcuno tra di voi chiamato Arama?”, domandò infine il Tecnomago.


 

“ Eccomi!”, esclamò un uomo che si fece spazio tra la folla. Era un vero colosso, muscoloso e con folti capelli neri a ricoprirgli il viso abbronzato e quasi statuario. Indossava solo un costume da bagno e la furia che emanava sembrava quasi eguagliare quella dell'intera folla.


 

“ E' un piacere conoscerti. Sono venuto qui assieme a Zhen Hi.”, disse Arthur porgendo la mano all'Orca biforme, che sorrise.


“ E così si è salvato. Ormai disperavo di rivederlo. Sarà un onore combattere al vostro fianco.”, disse felice sbattendo i pugni. Una volta che tutti si fossero armati, la piccola truppa risalì lungo la via dell'andata senza trovare Zhen o il suo mostruoso avversario. In compenso trovarono un Horune già armato, che vedendoli si bloccò terrorizzato.


 

“ GLI INTRUSI HANNO LIBERATO I PRIGIONIERI!”, gridò il pirata cominciando a sparare prima di essere a sua volta crivellato da incantesimi e laser mentre la folla cominciava a salire. Altri arrivarono e provarono a fermarli, ma diventarono solo fonte di nuovi fucili.


 

Sul ponte la battaglia era già un inferno. Ross era schierata davanti al Glitter Boy, sparando a chiunque tentasse di avvicinarsi al robot mentre raggi laser impattavano senza troppi danni sulla sua armatura. Gli Horune erano divisi tra chi cercava di raggiungerla sparando a più non posso mentre altri pensavano a Koromi, che sfruttava al massimo le sue nuove componenti tecnomagiche e la padronanza del chi che aveva raggiunto.


 

La sua vibrolama, avvolta da nuovi bagliori verdi e azzurri schizzava da un pirata all'altro, tagliando armature e carne mentre i fendenti si alternavano a raggi laser sotto la luce della luna. Si ritrovò in difficoltà quando vari Horune fecero ricorso ai loro poteri psichici, raccogliendo una grande quantità di acqua marina per poi fargliela cadere addosso, simile a un martello liquido che l'avrebbe dovuta schiacciare a terra.


 

Per sua fortuna i soccorsi erano già in arrivo. I prigionieri, guidati da Arthur, si diramarono sul ponte sparando a tutto spiano o gettandosi nel corpo a corpo contro i loro odiati rapitori. Più di uno cadde sotto le lame di un Juicer. Gli Horune infatti avevano assoldato un buon gruppo di quei mercenari iperpotenziati dalle loro droghe e ora si muovevano con incredibile rapidità tranciando arti e speranze di fuga finchè uno dei loro stessi alleati non si rivoltò, più o meno involontariamente, contro di loro.


 

Un'esplosione creò un potente buco proprio accanto ai super soldati e Zheng vi fu scaraventato attraverso. La sua armatura Mega- danno era pesantemente danneggiata e il responsabile saltò accanto a lui con un potente ruggito. La Lezione riportava gravi graffi e contusioni, ma sembrava ancora capace di rompere qualsiasi cosa gli capitasse a tiro. Cosa che provò col primo pugno, appena evitato dal Pazzo, e abbattutosi invece sugli stessi Horune, che si trovarono schiacciati.


 

Ruggendo al cielo, l'enorme bruto quindi unì le mani creando un'enorme palla di fuoco. Arthur e gli altri maghi o psionici presenti si armarono per contrastare l'attacco, ma qualcuno fu più veloce di loro. Arama corse verso la Lezione, trasformandosi passo dopo passo in un'orca umanoide vera e propria che morse lo schiavo al braccio al punto di staccarlo prima di prendergli l'altro arto e girarlo via con una forza che sorprese tutti gli increduli presenti. Infine lo scagliò via a una ventina di metri buoni dalla nave e dopo un lungo respiro creò un boom sonico dalla potenza devastante che ridusse in pezzi quella povera creatura, liberandolo per sempre dalla tirannia degli Splugorth.


 

Quando Arama si girò, nuovamente nella sua forma umana, venne accolto da uno scroscio incredibile di applausi. E prima che fosse giorno i sopravvissuti riuscirono a raggruppare i corpi, amici e nemici, per bruciarli tutti assieme. Gli ex prigionieri, assieme ai loro salvatori, si leccarono quindi le ferite e pochi giorni dopo ebbero un piccolo festino. La maggior parte dei D- Bee, anche quelli appartenenti a razze nemiche, decisero di fare insieme il viaggio verso casa. Alcuni Lemuriani invece decisero di riportare la nave alla Nuova marina. Arthur e gli altri salutarono i prodi guerrieri anfibi con un grande sorriso mentre la nave li portava all'orizzonte.


 

“ Uff, ce l'abbiamo fatta. Ora che pensate di fare voi tre?”, domandò Ross ad Arthur, Zhen Hi e Arama mentre impacchettavano quanto avevano preso su Morrigan.


 

“ Ho un debito verso di voi. Vi seguirò... e forse troverò qualcosa per aiutare la mia gente.”, affermò Arama.


 

“ Stessa cosa. Il resto del mondo deve sapere cosa sta succedendo in Cina.”, disse a sua volta Zhen.


 

“ E io resterò con voi. Stanotte ho ricordato che, ricerca o meno, c'è ancora tanto che posso, anzi, che possiamo fare per chiunque viva sulla Terra dei Rifts- rispose infine Arthur finendo il carico e tendendo in avanti un braccio, facendo saltare lo sguardo da Ross a Koromi a Zhen ad Arama- insieme?”.


 

Non ci fu neanche bisogno di chiederlo. Ognuno dei quattro avventurieri si mise a cerchio accanto ad Arthur e posò la mano sulla sua, giurandosi con un solo sguardo a vicenda amizia e lealtà eterni.


 

“ Insieme.”, ripeterono tutti, e poco dopo il camion fu nuovamente per strada, portando i suoi occupanti attraverso un'infinita giungla d'avventure.


 

*****


 

Oggi


 

Il viaggio di Minerva, Ginevra e sir Krey, potente femmina di drago del fuoco al servizio di Camelot, era stato breve, ma molto intenso. Le tre donne avevano incontrato varie creature oceaniche, tra semplici predatori , Balene cantanti e seguaci del Signore degli abissi in cerca di prede per il loro padrone. Fortunatamente la Viandante della Ley Line e la dama non avevano niente da invidiare alla loro cavalcatura in termini di potenza di fuoco ed erano scappate con la pellaccia ancora addosso.


 


 


 

Finalmente, dopo una settimana di viaggio, erano comunque arrivate alla Ticonderoga, l'ammiraglia della Nuova Marina.


 

La vecchia insegnante di Trasfigurazione non potè che essere un po' inquieta alla sola vista quella storica nave, il cui equipaggio proteggeva le coste ormai da anni. Era una gigantesca portaerei armata da capo a prua, con vari jet all'apparenza già pronti per volare e combattere.


 

La futura sovrana di Camelot, seduta dietro Minerva, era una bella donna sui venticinque anni, con corti capelli neri che le ricadevano sul viso, simile a quello di una principessa delle favole per quanto indurito dai vari combattimenti, un fisico generoso coperto da un' armatura Mega- Danno, e sul braccio destro uno scudo tecnomagico che Fred e George Weasley le regalarono durante una visita a New Hogsmeade, capace di sparare onde d'urto per attacco e difesa alimentate dalla sua energia psionica.


 

Era una Druida psionica, dotata di grande empatia con le creature viventi che le donavano anche ampie abilità curatrici, sensitive e offensive. Minerva credeva non potesse esserci persona migliore al fianco del loro sovrano dopo averla vista in azione. Con una rapida ed agile mossa, Krey scese sul ponte della Ticonderoga, già occupato da alcuni soldati, e fece scendere le sue passeggere.


 

“ Identificatevi, per favore.”, domandò quello che era chiaramente un ufficiale, ricoperto da capo a piedi dalla sua armatura potenziata, uno scafandro resistente e con più di un'arma alla cintura. Sebbene gli uomini dietro di lui fossero meno equipaggiati, ognuno di loro era disposto con perfetta disciplina e non erano meno intimidatori nel loro insieme.


 

Le tre donne, inclusa Krey una volta che ebbe assunto la sua forma umana di guerriera dai capelli color fuoco, si inchinarono rispettosamente di fronte ai marinai.


 

“ Siamo gli ambasciatori di Nuova Camelot. Lady Ginevra, Minerva Mcgranitt e sir Krey. Veniamo in pace e chiediamo udienza col vostro capitano. Lui dovrebbe già sapere del nostro arrivo.”, disse Minerva, che aveva mandato decine di Patronus in tutta la zona a cercare il capitano Nemo secondo. Quello che l'aveva trovato gli aveva quindi rischiesto udienza per discutere dei fatti degli ultimi giorni, cui l'uomo aveva acconsentito, andando contro la sua solita sfiducia nei D-Bee e nella magia per verificare la veridicità di questa minaccia.


 

Si presentò quindi lì sulla poppa. Era un alto uomo sulla trentina con folti capelli neri e vestito con la tipica uniforme dei suoi uomini al punto che molti l'avrebbero preso per un semplice ufficiale del vecchio esercito americano, sebbene tutte e tre le ambasciatrici di Camelot riconobbero la carismatica aura che emanava, non diversa da Ar'thuu. Ginevra e Krey in particolare avvertirono anche il potere che aveva assorbito secoli prima da un Rifts insieme ad alcuni dei suoi uomini, cosa che l'aveva reso tanto longevo e dotato di abilità fisiche quasi degne di un Borg.


 

“ Non capita tutti i giorni che gli emissari di un regno quasi mitico vengano qui- cominciò educatamente il capitano- E lo dice uno che ha molti contatti con Tritonia, Lemuria e altre creature anche più strane. E' un onore ricevervi. In che posso servirvi?”, domandò avanzando fino al cospetto del trio e porgendo loro la mano.


 

Le tre donne ricambiarono più che volentieri il gesto, e Ginevra prese l'iniziativa nell'illustrare la situazione a Nemo.


 

“ Capitano Nemo secondo, anche per noi è un onore essere in presenza di tale condottiero. Siamo qui perchè abbiamo ricevuto notizia di piani da parte dell'impero Gargoyle di attaccare le isole britanniche. Vorremmo chiedervi aiuto per difendere la costa.”, chiese educatamente la mora.


 

“ Avevo ricevuto le basi da quello strano messaggero di luce inviatomi da miss Mcgranitt- ripetè l'ufficiale, che era più che a conoscenza della forza militare e della crudeltà di cui quei sub demoni erano capaci, avendoli già affrontati in passato- ditemi di più e vedrò se e come possiamo aiutarvi.”.


 

La suddetta maga spiegò dunque quanto lei stessa aveva sentito dire da Kingsley e anche il modo in cui re Ar'tuu pensava di organizzare le difese. Ma senza una forte linea a presidiare le loro coste, difficilmente la loro resistenza sarebbe durata a lungo.


 


 

“ Ora sapete tutto. Intendete aiutarci?”, domandò infine sir Krey, stringendo le braccia sotto il seno a guardare Nemo, che dal canto suo era rimasto in silenzio tutto il tempo se non per chiedere qualche chiarimento.


 

Nemo non era come Prosek, l'egocentrico leader della Coalizione. Era un uomo che aveva profondamente a cuore la vita dei suoi uomini e dei civili che difendevano. E non era neanche veramente razzista verso i D- Bee, essendo anche un alleato di Tritonia e più ufficiosamente delle Balene cantanti, ma il vedere cosa alcuni invasori dimensionali erano stati capaci di fare negli ultimi secoli gli aveva reso molto difficile pensare il meglio di loro.


 

“ Mhh, sono onestamente deluso dal modo in cui la Germania si sia fatta fregare. E ammetto che ho alcune riserve riguardo un'alleanza con Lazlo, ma vi garantisco almeno due navi robuste e ben armate per difendere i confini. Forse sarà un inizio per riprendere anche l'entroterra euroasiatico, se i Gargoyle restassero indeboliti abbastanza da questo conflitto e le altre nazioni fossero d'accordo. Chiaro che ovviamente non potremmo prestarvi un soccorso così diretto senza delle assicurazioni. E non mi riferisco ai soldi. ”, disse dopo lunghi attimi di riflessione.


 

Ginevra prese un profondo respiro. Ovviamente Ar'thuu non si aspettava che Lazlo e la Nuova Marina sarebbero venute al soccorso senza chiedere nulla in cambio. Le aveva scelte soprattutto perchè erano le fazioni più raggiungibili e le cui richieste sarebbero state meno esose paragonate ad altre.


 

“ Al momento possiamo garantirvi qualsiasi conoscenza occulta, tecnomagia inclusa, che possa esservi utile e quando possibile supporto nel contrastare il Signore degli abissi. Se Lazlo accetterà forse anche la nostra possibilità di trattare potrà allargarsi.”.


 

“ Più che sufficiente al momento, vostra altezza.”, rispose nuovamente Nemo offrendole la mano che venne stretta con rinnovata energia.


 

“ Non sono ancora la regina, ma vi ringrazio. Le voci della vostra generosità sono più che fondate. Riferirò al mio promesso sposo che avete accettato, lui farà in modo di aprire un canale di comunicazione per decidere ulteriori dettagli.”, disse gentile Ginevra, prima di allontanarsi con le due compagne di viaggio.


 

“ E una è fatta, ora tocca a Lazlo.”, disse allegra Krey riassumendo la loro forma di drago e aspettando che le due compagne di viaggio salissero sul suo dorso per raggiungere la città stato canadese.


 

“ I suoi abitanti sono sempre stata molto pacifici, forse non vorranno immischiarsi in una guerra oltre oceano.”, notò Minerva.


 

“ Pacifici non significa pappemolli. Hanno già dovuto affrontare la loro buona dose di lotte , ma ricordati che lì sono andati molti rifugiati di Tolkeen. Alcuni veterani di guerra sarebbero felici di riprendere le armi per una giusta causa. E gli altri si sono induriti nella lotta con gli Xitic.”, affermò Ginevra, riferendosi a una razza di insetti umanoidi molto coriacei e molto rapidi a riprodursi, contro cui Lazlo era andata in prima linea già dalle ultime fasi della guerra a Tolkeen, di cui molti abitanti si erano a loro volta rifugiati lì con risultati contrastanti.


 

“ Concordo, ma con dei giusti controlli. Non possiamo portare dei cani rabbiosi a Camelot.”, affermò Minerva, che aveva opinioni contrastanti sull'ormai scomparso regno. Anche perchè una delle opinioni più comuni sul perchè i Rifts si fossero aperti pure nel suo mondo riguardava la guerra in cui venne distrutto. Silente e altri studiosi più esperti delle Ley Line avevano teorizzato che il loro spropositato uso di magia evocativa e non solo avesse sovraccaricato le linee magiche della Terra un'altra volta, finendo per ripercuotersi anche su di loro sottoforma di un secondo Cataclisma in miniatura.


 

“ Su questo mi trovo a concordare. I Nexus Knight poi aspettano solo una scusa per attaccare briga.”, affermò Krey, che condivideva l'opinione di molti sul fin troppo meticoloso operato dei polizia di Camelot. Ginevra annuì.


 

“ Plato, il capo del Concilio dell'apprendimento, è conosciuto per essere un leader saggio ed esperto. Passeremo molto più tempo a discutere del ruolo delle truppe sul nostro territorio, per assicurarsi non ci sia dissidio tra loro.”, disse prima che la draghessa riprendesse il volo nel cielo del Pacifico, sperando di trovare anche nella loro nuova destinazione volti amici.


 


 


 

*****


 

Harry ansimò pesantemente. Nella mezz'ora che aveva combattuto era riuscito solo a infilzare Voldemort un paio di volte, mentre il mago oscuro lo stava trattando come un pupazzo. Gli unici motivi per cui era ancora vivo erano il suo addestramento, il supporto di Ron dalla lunga distanza e la sua armatura Mega- danno. Fortunatamente Voldemort non aveva studiato bene gli equipaggiamenti usati in quella dimensioni.


 

“ Resistente, giovane Potter. Tua madre sarebbe più che orgogliosa.”, sibilò sardonico il serpente umanoide avvicinandosi ancora alla sua preda, che alzò in alto la spada.


 

“ Grazie... mi assicurerò di spedirti dove si trova lei affinchè possa prenderti in giro per essere stato sconfitto due volte da un ragazzino.”, affermò il moro sputando per terra. A salvarlo da un colpo di coda che gli avrebbe probabilmente rotto la mascella fu il fucile di Ron. Il rosso sparò un altro raggio di energia dritto sull'occhio serpentino dell'avversario, facendolo schizzare in una bolla di sangue.


 

“ Urgh... piccolo moccioso. Farai la stessa fine del tuo amico.”, sibilò infuriato volgendo lo sguardo verso il Mistico, che cominciò a sparargli contro qualsiasi incantesimo avesse, provocandogli solo piccoli graffi sanguinanti mentre Harry si rimetteva in piedi, cercando qualcosa in legno, trovando finalmente un ramo.


 

“ Lama di ghiaccio.”, disse sottovoce il moro, trasformando quel rametto in una lunga spada di cristallo che emanava una fredda nebbiolina, con cui si buttò contro Voldemort affondando nelle sue costole. Il suo grido rieccheggiò per tutta la foresta mentre cercava di scrollarsi di dosso Harry. Alla fine la spada ghiacciata del mago arrivò fino alla sua coda, che con una rapida mossa lo spedì via al terreno.


 

Ron intanto approfittò del tempo datogli per lanciare a Voldemort una delle sue granate, nascondendolo per un po' con una fitta esplosione. Fu tentato di esultare dalla vittoria, quando prima che potesse accorgersene potenti zanne si infilarono nella sua armatura Mega- danno.


 

“ Oh, dai...”, mormorò sentendo i denti affondare nella sua carne, sebbene non in maniera letale, prima di essere sollevato in aria e venire lanciato accanto al compagno. I due ragazzi alzarono lo sguardo e videro le mani artigliate di Voldemort trasformarsi in grossi serpenti intenti a sputare veleno.


 

“ Cosa sei diventato, dannato mostro?”, ringhiò Harry, rialzandosi a fatica mentre guardava quell'orrore intento a rigenerare le sue ferite.


 

“ Il tuo giudizio finale, giovane Potter. Una volta morto te, nulla potrà fermarmi dal prendere anche questo mondo e quello da cui proveniamo, con tempo e pazienza. Non hai fatto altro che rimandare l'inevitabile.”, annunciò empio l'incantatore mentre le sue ferite si chiudevano. Si avvicinò al duo con uno sguardo più maligno che mai. Le bocche di serpente sulle sue braccia furono sul punto di staccare le corazze dei due giovani maghi per poi maciullarli del tutto, ma qualcosa si frappose tra loro con uno schiocco prima di spedire indietro il serpente umanoide con una semplice, ma potente onda d'urto.


 

“ D- dobby... non puoi... affrontarlo.”, sussurrò Harry nel vedere il suo improvviso salvatore. Era una bassa figura dalla pelle grigia e lunghe orecchie. Era vestito con una cotta di maglia mega danno che li arrivava fino alle ginocchia, stretta a una cintura che portava una pistola. I suoi larghi occhi simili a palle di vetro sembravano pieni di collera.


 

“ Tu non toccherai questi ragazzi finchè sarà in mio potere impedirlo.”, disse la piccola creatura puntando la sua arma alla fronte di Voldemort. Anni fa questi avrebbe riso nel vedere un elfo domestico minacciarlo. Ma diverse creature ben più deboli si erano trasformati in insidiosi predatori durante quel periodo. Avrebbe tentato di spaventarlo per il momento.


 

“ Oh, un elfo domestico tanto armato, ora le ho viste tutte. Torna dal tuo padrone, insetto, o affronterai l'ira di Voldemort!”, intimò il mago, formando scintille di energia verde tra le mani con l'intento di sparare il suo incantesimo preferito, l'anatema che uccide, al piccolo interruttore dell'esecuzione di Harry.


 

“ Dobby non ha padroni, mostro, Dobby è un elfo libero!”, esclamò il folletto schioccando le dita. Una piccola esplosione avvolse lui, Harry e Ron, lasciando alla visione di Voldemort solo terra e sterpaglia. E mentre anche quest'ultima fu bruciata dalla sua ira, i due ragazzi e l'elfo che li aveva salvati si ritrovarono a poca distanza dall'infermeria di New Hosgmeade.


                                                                                                                              *****

Uff, scusate l'attesa, ma sta sessione si è rivelata più seccante di quanto pensassi. Spero il capitolo sia di vostro gusto, decisamente ci sono parti che sarebbero potute essere fatte molto meglio e spero di rimediare nell'ultima parte della storia, che potrebbe porre le basi per un sequel. A presto, ringrazio chiunque recensisca.

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Plato: Drago a capo del concilio dell'apprendimento di Lazlo.

Prosek: Leader dittatoriale della Coalizione e principale fautore delle loro dottrine naziste e contro l'educazione.

Horune: Una razza di D-Bee con potenti abilità psioniche dedite alla razzia e al controllo. Sebbene i loro simili saranno sempre a capo di una ciurma, non disdegnano membri di altre razze  a entrarvi.

Juicer: Esseri umani( o membri di specie abbastanza simili) che fanno uso di un sistema che innietta nel loro corpo droghe che potenzia enormemente le loro abilità fisiche, con l'effetto collaterale di lasciare pochi anni da vivere.

Nemo secondo: Figlio di uno dei fondatori della Neo Marina, di cui prese il posto. Assieme ad altri compagni venne esposto alle energie di un Rifts sottomarino, ottenendo enormi abilità fisiche e una grande longevità. E' definito un Titano marino, ce ne sono altri come lui nell'organizzazione che comanda.

Lezione: Non ricordo il nome completo, come scritto sopra sono esperimenti degli Splugorth: schiavi trasformati in enormi umanoidi dalla grande forza e con abilità magiche non indifferenti.

Psi- Stalker: Mutanti umani con l'abilità di percepire e nutrirsi di energia psionica e magica. Nella Coalizione diventano spesso capi dei gruppi di Dog Boys.

Draghi: I draghi di Rifts possiedono grande intelligenza e abilità( magiche e non) sin dalla nascita, e diventano adulti verso i seicento anni. Esistono varie razze, ognuna con le proprie caratteristiche e sono considerate creature del Megaverso capaci di spostarsi ovunque ci sia grande energia magica.

Cacciatori di Non morti: Una variante dei Tatoo Men, un tipo di guerrieri che utilizza tatuaggi magici per manifestare effetti di ogni genere, tra cui raggi d'energia o superforza.  Molti Taoo Men sono creati ad Atlantide dagli Splugorth come schiavi, ma i Cacciatori sono per lo più veri Atlantidei o altri che hanno ricevuto quei segni mistici, specializzati nell'eliminare quelle malefiche creature.


 


 


 


 


 





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