Un'avventura elettrizzante

di Mione Nanako
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Dicembre giunge al termine e di conseguenza anche l’anno ma questo lo sappiamo solo perché ce lo dice il calendario! La neve qui cade ogni singolo giorno e non è sempre facile capire il mutare delle stagioni. D’estate ci rechiamo al mare sulla spiaggia di Sabbiafine, vicino a Duefoglie, la città in cui il professor Rowan conduce le sue ricerche; il posto è famoso soprattutto per la fragranza salina del mare, inoltre il mio compleanno cade proprio in questa calda stagione! Buffo vero? Vivere in una città invernale ma essere nati in un periodo estivo...

La temperatura glaciale di Nevepoli costringe il mio abbigliamento ad essere composto per la maggior parte di pantaloni lunghi, maglioni, giubbotti, felpe e stivali tutti rigorosamente di sfumature blu, il mio colore preferito! Nel mio armadio vi è rinchiusa una scala di tutti i quaranta blu dall’acqua allo zaffiro e a proposito del colore della pietra si dia il caso che sia posato su un vestito meraviglioso! Una scollatura a cuore senza spalle, corpetto dritto e una gonna svasata a balze fino a sotto il ginocchio. L’ha cucito la nonna con le sue mani ed è così prezioso che ho paura di rovinarlo. Ho sempre sognato di usarlo in una gran festival, l’evento dove si radunano più coordinatori per sfidarsi, un po’ come la lega delle medaglie di Sinnoh. Spero solo di esserne in grado… ho scelto questa strada perché purtroppo non me la cavo molto con le lotte… o almeno credo, da bambina quando giocavo a lottare ero una frana… tengo così tanto ai pokémon poi che non mi piace vederli soffrire mentre si scontrano... oltre che sui vestiti, questo colore si trova anche all’estremità dei miei capelli formando delle sfumature in contrasto con il castano chiaro; è un misto praticamente fra i colori dei capelli dei miei genitori, mamma gli ha tutti blu, papà tutti castani.

Ma ora ero in difficoltà! Dovevo decidere cosa mettere per andare dalla nonna cosa complicata quanto scegliere gli abiti per il viaggio, più o meno… Nonna Annie mi ha sempre insegnato come vestire al meglio e che la regola principale per una che vuole diventare coordinatrice è quella di essere sempre elegante e curata!

«Ahi!»

Sobbalzai a causa di una piccola scossa che mi aveva riportato alla realtà.

«Buongiorno anche a te Pika»

Esclamai ironicamente guardando la topolina ai miei piedi

«Pi! Pikapi! Pikachu!»

Borbottò lei guardandomi e agitando le zampine

«Che c’è? Che succede?»

Girai il viso verso l’orologio, caspita, si stava facendo tardi! Ma...

«Davvero vuoi venire con me? Wow, fantastico!»

Al suo annuire mi infilai le prime cose che trovai al volo, stivali alla caviglia e giù di sotto correndo a far colazione. Come? Se ho fratelli o sorelle? No, ho solo un cugino di primo grado Franky, che non vedo da anni, perché lui con zia Cressida e zio Victor vivono tra le isole Spumantine e l’isola Cannella della regione di Kanto. Lui ha dodici anni ed ha iniziato il suo viaggio prima di me con il suo Charmander che ora è diventato un Charmeleon; i suoi invece hanno un Growlithe ed un Flareon.
 

«Ciao mamma noi andiamo, ci vediamo più tardi!»

Dopo aver mandato giù biscotti e cioccolata calda, aprì la porta di casa uscendo nel vialetto e poi nella strada innevata, Pikachu mi saltò in braccio lasciandomi stupita, capì subito però che evidentemente le sue zampette non erano abituate alla neve fredda.

«Benvenuta a Nevepoli Pika, la città piena di neve. Qui fa molto più freddo rispetto a dove vieni tu ma dopo un po’ ci si abitua, mettiti nel cappuccio, sarai più riparata»

le diedi un buffetto sulla testolina appoggiandola poi nel cappuccio della felpa iniziammo poi a risalire la strada verso casa della nonna. Nonno Hernan era il calzolaio del villaggio ed aveva costruito la sua casa con un garage che usava come negozio, ora il lavoro è passato sotto la gestione dello zio Roger fratello di papà; zia Marianne invece, la terza figlia della nonna, si è trasferita ad Azalina nella regione di Johto per aprire un ristorante insieme al suo compagno aiutati dai loro Bayleef, Quilava e Croconaw.

«Eccoci arrivate Pika»

Mi fermai davanti alla porta di una casetta con l’insegna “Non più piedi freddi” nonno Hernan era proprio un burlone.

«Nonna sono io, Nanako!»

Appenai bussai dall'interno sentì subito il piccolo Shinx agitarsi, dei passi e successivamente la maniglia si abbassò.

«Va bene, Shinx ora basta però, ho capito»

La nonna si chinò per accarezzare il piccolino dietro un orecchio quando si rialzò potei vedere la donna in tutta la sua figura: Annie da giovane è stata una ragazza bellissima con una figura slanciata, ora invece aveva perso qualche centimetro in altezza, la schiena incurvata e a causa delle tre gravidanze la sua forma si era fatta più rotonda. Ma una cosa non aveva mai perso: il suo splendido sorriso e l’amore con cui appena mi vedeva mi abbracciava.

«Ciao nonna! Devo farti assolutamente vedere una cosa! Guarda che mi ha preso la mamma!»

Misi le mani dietro la testa per afferrare delicatamente la piccola fra le braccia per mostrarla e presentarla alla nonna.

«Pika lei è la nonna»

Annie ridacchiò.

«Ma guarda un po’ e tu da dove vieni piccolina? Si vede che non sei di queste parti, hai un pelo caldo e soprattutto morbido. Sono contenta che la spazzoli bene tesoro. Shinx chiedi scusa»

Mi accucciai per far fare loro conoscenza, il cucciolo avvicinò il muso alla piccola annusandola, intuendo di essere entrambi di tipo elettro si salutarono con la coda facendo scaturire una leggera scossa.

«Mamma me l’ha portata da Kanto, ti ricordi quante volte dicevo che ne volevo uno?» sul tappeto morbido si sederono entrambi i pokémon iniziando una sorta di gioco di rotolamenti, un Glameow da dietro la poltrona li osservava come a studiarli.

«E lui?»

Domandai indicando il gattone

«Oh, sta qui. Me l'ha portato tuo padre mesi fa, l'aveva trovato al tempio appena uscito dall'uovo, gli ho dato da mangiare e da allora è rimasto. Sono felice che tu sia qui comunque tesoro, è da quando sei partita che non ho più avuto tue notizie. E devo dire che sei tornata in fretta, ti mancava già casa?»

Mi disse prima amareggiata e poi divertita mentre ci sedevamo sul divano.

«Veramente non sono nemmeno partita…. »

Confessai abbassando la testa per un attimo, poi la rialzai per continuare:

«Credevo di farlo il giorno dopo il mio compleanno e invece eccomi ancora qui...»

Annie sgranò gli occhi confusa ma non mi chiese nulla probabilmente sospettava già il perché.

«Cinque mesi di ritardo... avrei dovuto far un bel discorsetto a quei due!»

Borbottò facendomi ridere.

«Quando hanno intenzione di farti partire l’anno prossimo?»

Si alzò per andare a prendere uno spuntino e tornò mentre stavo dicendo: «Letteralmente si, papà non si esprime, mamma dice ad inizio anno nuovo e peggio, mi ha già messo qualcuno alle calcagna...»

Sbuffai incrociando le braccia; questo era il bello della nonna potevo lamentarmi, dirle di tutto, lei era l’unica in grado di capirmi.

«Un estraneo insieme alla mia nipotina? No, questo è troppo!»

Posò le ciotole sul tappeto per i due pokémon e mi porse un bicchiere di succo di baccarancia.

«L’ha conosciuto qualche giorno fa… è il figlio della sua amica di Kanto»

Inclinai il viso da un lato.

«Uno screanzato sicuramente».

Scoppiai a ridere, capite perché adoro mia nonna? Riesce sempre a farmi divertire.

«Ma guarda chi c'è! La piccola di casa!»

Un uomo molto alto con una barba corta e grigia entrò in casa dalla porta sul retro dalle scale che conducono al garage, pulendosi le mani con un asciugamano.

«Ciao zio!»

Andai a salutarlo per ricevere da lui la solita scompigliata di capelli

«e ciao anche a te Munchlax!»

Il pokèmon ghiottone era di grande aiuto a Roger nel negozio e trovava sempre qualche cliente che gli offriva da mangiare. Chiuso il laboratorio per la pausa pranzo mentre la nonna cucinava e io l'aiutavo apparecchiando, Roger mi stava spiegando l'uso di alcune bacche ed erbe medicinali. Annie non era stata avvisata della mia visita, ma preparava sempre qualcosa di buono e non mi deludeva mai. Mi erano mancati i pranzi della nonna e mi mancheranno ancora di più durante il mio viaggio. Anche la mamma se la cavava in cucina, ma la nonna aveva qualcosa di speciale soprattutto quando metteva lo zucchero nelle sue torte. Dopo una squisita zuppa calda e polpette, Zio Roger tornò a lavoro ma per me purtroppo stava arrivando l’ora di rientrare a casa. Dovevo anche 

rafforzare il mio legame con Pikachu! Senza pokédex purtroppo non potevo ancora sapere le sue mosse, o le varie caratteristiche, avevo un libro però, quello si che sarebbe stato utile, ma cosa più importante bisognava sviluppare un’intesa!

«Prendi questi tesoro».

Annie mi porse un libricino e un sacchettino ricamato tintinnante.

«Un regalino per il tuo viaggio, è un ricettario: ti ho messo i Poffin e degli ingredienti speciale per ogni singolo tipo. Qui invece ci sono delle pokémonete, se te ne servono altre basta che mi chiami»

Afferrai entrambi gli oggetti guardando la donna con occhi lucidi.

«I-io… grazie nonna!»

Le gettai le braccia al collo delicatamente, ribadisco una donna meravigliosa e io sono così fortunata...

«Buon viaggio piccola mia e non dimenticare di venire da me quando ripasserai di qua» Mi congedò con una dolce carezza accompagnandomi poi all’uscita.

«Non mancherò alla promessa, a presto nonna»

Mi allontanai dalla casa continuando a sventolare la mano.

«La nonna è una persona meravigliosa»

Dissi a Pika una volta fuori di casa passandomi le mani sotto gli occhi per asciugarli, la presi poi in braccio per metterla di nuovo nel cappuccio ma ella uscì dopo pochi passi e mi si appoggiò sulla spalla.

«Sicura di non avere freddo? Sei molto coraggiosa sai? Vieni ti voglio far vedere la montagna più famosa di questo paesino»

Le sorrisi incamminandomi verso l’ingresso del Monte Corona. Conoscevo quei cunicoli come le mie tasche così mi ci addentrai sapendo perfettamente che direzione prendere, le mani nelle tasche della felpa e l'aria tranquilla; Ma la mia troppa sicurezza mi tradì… nell’esatto momento in cui stavamo per raggiungere le grotte con i cristalli dell’evoluzione un gruppo di pokémon selvatici formato da due Froslass e tre Snover ci bloccò il passaggio. In molti venivano qui per rubare i cristalli e giustamente i pokémon selvatici della zona difendevano il loro tesoro.

«Ciao amici possiamo proseguire? Non siamo qui per farvi del male né vi porteremo via niente...»

Tentai di negoziare con loro tenendo le mani alzate sperando di essere convincente con parole e sorrisi, ma per tutta risposta iniziarono ad attaccarci con Bora e Geloraggio mirando Pikachu che per difenderci aveva emesso una scossa.

«No, Pika, no!»

I pokémon guardiani avanzarono di nuovo, ma stavolta piuttosto arrabbiati.

«Filiamocela!»

Afferrai Pikachu iniziando a correre nella direzione tenendola in braccio per proteggerla da altri attacchi. Ci infilammo in una piccola grotta, seduta recuperai fiato, gli occhi sgranati nell'accorgermi di un blocchetto di ghiaccio sul suo fianco destro.
«Oh, no! Ti hanno congelata! Perdonami Pika... non dovevo portarti qui, ti ho messa in pericolo... sono un pasticcio non so neanche combattere»
Appoggiai la fronte sul suo corpicino e la strinsi di più nel tentativo di riscaldarla mentre ascoltavo intorno a noi, quando ci fui silenzio potei mettere la testa fuori per controllare:

«Devo portarti al centro pokémon, sei ferita...»

Tenendola nella felpa mi avviai per una scorciatoia. Non so se chiamarla o no fortuna ma raggiungemmo la meta senza altri intoppi; i cristalli sorgevano dalla roccia in altezza tutti raggruppati, se illuminati dalla luce della luna risplendono ma era troppo presto per questo fenomeno, non era nemmeno il tramonto…

Affiancandoli mi avviai lungo la parete per allontanarmi da lì ma una pallaombra mi bloccò; i guardiani erano tornati.

«Non sono qui per rubarvi i cristalli, vi prego Froslass lasciaci andare… la mia amica è ferita devo portarla al sicuro»

La supplicai con estrema gentilezza, quello che le avevo detto in fondo era la verità! Indietreggiai di nuovo contro la parete, il pokèmon stava aprendo la bocca per lanciare un Ventogelato ma… Accadde tutto in pochi secondi: come una stella cadente tra noi e il gruppo di pokémon selvatici apparve un Glaceon! Un bellissimo esemplare evoluto di Eevee con la pelliccia ispida e luccicante come un cristallo, bloccò il gruppo selvatico con una potente Bora poi disse qualcosa a loro che obbedendo si allontanarono.

«Tu devi essere il loro capo! Grazie per averci salvate»

Mi inginocchiai per riprendere fiato, lentamente Glaceon si avvicinò osservandomi bene e quando notò l'orecchio di Pikachu spuntare dalla felpa iniziò a fare dei versi ordinandomi di seguirlo.

«Come? Vuoi che venga con te? Si, arrivo»

Mi rialzai e lo seguì; in fondo al cammino si vedeva una luce, ora capivo, ci stava conducendo all'uscita!

«Grazie mio piccolo amico, ti devo la vita di Pika»

Mi chinai un'ultima volta per accarezzargli la testa e ringraziarlo, quando nei suoi occhi notai qualcosa di famigliare:

«Aspetta ma... io ti conosco! Si, Eevee! Sei tu Eevee, vero? Non ci posso credere! Ti sei evoluto alla Roccia Ghiaccio? E sei diventato bellissimo! Il tuo attacco era davvero forte!»

Incredibile fosse proprio lui, quell'Eevee con la quale giocavo sempre in questi cunicoli da bambina!

«Grazie ancora amico mio, ci vedremo al più presto te lo prometto!»

E corsi via, Pika aveva bisogno di cure e quando la sera rientrai tardi a casa dovetti spiegare a mia madre cosa mi aveva trattenuta così tanto.





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