Ma dammi la mano (e torna vicino)

di Snehvide
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Doubts

 

Da un punto di vista puramente logico, Dean non dovrebbe avere alcun dubbio circa la buona riuscita della cura. In fondo, ci è passato personalmente, e quale miglior esperienza se non la propria?
Un paio di sorsi di una poltiglia trangugiata d’un fiato e l’improvvisa scoperta che anche l’inferno può avere un sapore, tutto qui.
Certo, questo se si esclude la violenta rivolta cellulare che sovviene pochi secondi dopo, che è un po' come se da ogni cellula del corpo si levasse un profondo grido di protesta mentre il loro DNA viene resettato e portato allo stato pristino. Questo, in effetti, è lontano dall’essere ‘tutto qui’.

Poi però arriva la liberazione; il ritorno allo stato originario che, normalmente, si presenta con la forma della cena di ieri, dell’altro ieri, del mese scorso ed anche quella del Natale del ’91 (patatine fritte e hamburger del Biggerson’s, con l’aggiunta del dessert da un dollaro, lo ricorda ancora).
Considerato però il loro curriculum recondito di atrocità, Dean oserebbe dire che la cura per il vampirismo non è poi così male.
Per lo meno, questo era stato il suo primo pensiero quando, anni prima, quel vecchio figlio di puttana di Samuel Winchester gli porse sotto al muso la tazza fumante, salvando la vita a lui e, indirettamente, adesso anche a Sam.
La notte scorsa, Dean ha infatti ripescato la vecchia ricetta dalle pieghe dell’agenda di papà dopo aver fracassato il cranio a quel succhiasangue di merda che ha osato toccare qualcosa di così intimamente suo come suo fratello. Un teppista. Un povero coglione probabilmente tramutato in vampiro da qualcuno più furbo di lui che gli ha propinato il suo sangue come una nuova droga. Un po’ alla vecchia maniera, insomma – nulla di apparentemente pericoloso per lui, ma pericolosissimo per Sam, che non ha saputo ignorare lamenti di quel che credeva un povero ragazzo in overdose (ed è una delle ragioni per cui ha trovato terribilmente appagante spalmare il suo cervello sul cemento a suon di martellate).

La pozione l’aveva porta a Sam come fosse qualcosa di sacro.
I canini aguzzi e tremanti di suo fratello, affondati sulle proprie labbra per non affondare su qualcos’altro, avevano cozzato contro la tazza di latta.
Ha usato le stesse parole di Samuel e forse, ne ha ricalcato involontariamente anche l’espressione del viso, mentre ha osservato Sam cadere carponi sul pavimento a rimettere tutto il magro contenuto del suo stomaco.
Ed è guarito. Ha funzionato.
Dal momento in cui quello stronzo gli aveva sanguinato in bocca, alla purga di Nonno Samuel non passano neanche due ore. Meno di quante ne erano passate con lui, figurati se non avesse funzionato!
Perché non avrebbe dovuto farlo, del resto?

Legge l’interrogativo anche nelle palpebre assottigliate di Sam, ed è qualcosa che non riesce a tollerare.
Nonostante la febbre e il feroce mal di testa (Se è identico al suo, Sam lo ricorderà per tutta la vita), Sam asseconda le sue ossessioni con disarmante arrendevolezza.
Niente zanne sotto le labbra, nessuna fame di sangue di simil-maiale, niente fotofobia, niente udito sopraffino – nulla.
Il dito che gli ha bucato sanguina quel che basta sulla cartina al tornasole: la reazione, è quella più logica.

Suo fratello è umano. Di nuovo umano, come lo è sempre stato.
Ne ha tutte le conferme del mondo, e può mettere fine alla sua ricerca spasmodica del contrario.

Tira un sospiro di sollievo, ma qualcosa di vischioso nel suo petto gli impedisce di restituire all’etere tutta la tensione accumulata. Lo sguardo fuori fuoco di Sam incatenato sul suo volto non è di aiuto, richiama sussurri insidiosi sepolti nella mente, e non va bene.

Salva Sam, e se non puoi farlo, allora uccidilo.


Sono passati tanti anni, ma l’eco di quel dubbio continua a fare male.

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- Non betata
- Come al solito, è stata scritta di getto. Mi rifiuto di rileggerla. Ugh.

- Questa fanfiction nasce dalla Vignette-fic challenge del gruppo 
Hurt/Comfort Italia, che ha visto la creazione di fanfiction brevi, introspettive e “statiche”, concentrate in un’unica scena e con la quasi totale assenza di movimento dei personaggi. Se volete partecipare anche voi, la challenge è ancora in corso insieme ad altre ;)
- Le parole chiave sorteggiate per questa vignette sono le seguenti: Ansia, Mani, Tornasole
- Ne raccoglierò altre in questa stessa entry man mano che le scriverò.






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