Parcheggiò
la macchina a poca distanza dal Woodlawn
Memorial Cemetery
.
Sopraffatto
dall’emozione, Lucifer Morningstar si piegò sul volante.
In quel cimitero, lui aveva fatto seppellire il suo amico.
Sorrise,
gli occhi lucidi di lacrime. In quel luogo, erano state sepolte in
tombe più o meno vistose personalità di spicco.
E
lui aveva dato una sepoltura dignitosa a quel prete coraggioso.
Padre
Frank meritava un sepolcro degno della sua anima.
Aveva
dovuto pagare tanti, troppi soldi, ma non si pentiva della sua
scelta.
Prese
un mazzo di calle bianche, stretto da un nastro rosso e, a passo
rapido, si avviò verso il cimitero.
Gli
umani sono sempre più strani., pensò.
Era divertito dall’eccentricità di quelle sepolture di
forme sempre differenti.
In
quel luogo, gli uomini cercavano la pace per creare un filo coi loro
defunti, eppure quelle tombe rifulgevano di lusso e opulenza.
Perfino
in un simile contesto non rinunciavano a rinunciare a sfoggiare il
loro lusso, come i pavoni sfoggiano le penne policrome nella stagione
degli amori.
Una
risata sgorgò dalle sue labbra, presto spenta in un debole
singulto. Un tempo, si sarebbe ritenuto invulnerabile ai sentimenti
umani.
Prima
Chloe Deker, poi Frank Lawrence avevano incrinato la sua corazza
demoniaca.
Per
lui, un prete, Lucifer Morningstar era entrato in un cimitero
cristiano!
Maze
lo avrebbe preso in giro, ne era certo.
Ma
non gli importava.
Si
fermò davanti ad una semplice lapide, immersa in una nuvola di
gigli bianchi, dai quali si spandeva un gradevole profumo.
Lucifer,
per alcuni istanti, contemplò la tomba, poi si chinò e
posò le calle tra i gigli.
– Chi
ti ha dato questi fiori è intelligente, amico mio. Ha capito
la tua natura ben prima di me. A volte, una conoscenza millenaria è
inutile, anzi dannosa. – mormorò l’angelo,
ironico. Lui, malgrado i suoi poteri angelici, non aveva saputo
vedere l’autentica limpidezza del cuore di Frank.
Aveva
cercato sozzure inesistenti, ben lontane dalla sua natura.
Certo,
Francis Lawrence non era immune ai peccati, ma aveva saputo emendarsi
dagli sbagli del suo passato.
Non
si nascondeva dietro un paravento moralista, ma cercava di donare una
luce di speranza ad un mondo perverso e corrotto.
Il
male compiuto, pur grave, era stata per lui una dolorosa occasione di
rinascita ad una esistenza nuova, votata ad un sogno di giustizia e
pace.
– Guardami…
Tu, un prete, hai fatto sentire a Lucifero, il Guardiano degli
Inferi, il sentimento del dolore. Non accetto la tua morte, padre
Frank. – affermò, il tono tremante. Un uomo come lui,
capace di offrire la sua esistenza in nome di un più alto
ideale, meritava una vita lunga e operosa, priva di qualsiasi
angoscia.
Non
doveva spegnersi in chiesa, il petto bucato dal proiettile di un
criminale come Spider.
Abbassò
la testa sulle sue mani. Gli pareva, in quel momento, di sentire il
corpo di Frank perdere il calore vitale, tra le sue braccia, sotto il
suo sguardo vitreo di dolore impotente.
Ed
era una sensazione orrorifica, che stringeva la sua gola, come
un’inesorabile garrota.
Padre
Frank, malgrado tutto, non mostrava paura.
Non
aveva mai perduto la fiducia nella giustezza dei disegni di Dio.
Si
era innamorato di Dio e si era affidato a lui con fiducia totale.
Nemmeno
il dolore di una morte crudele aveva scalfito la sua fede granitica.
Con
un gesto nervoso della mano, Lucifer allontanò le lacrime, che
e un sospiro, lento, sgorgò dalle sue labbra.
– Perché?
Perché hai voluto prenderti la sua vita? Lui non lo meritava…
– sussurrò. Suo padre non era il dio benevolo descritto
nei libri sacri dei cristiani.
La
sua crudeltà non era apparente, ma reale e nascondeva una
mente perversa, insensibile alle sofferenze delle sue creature.
Non
aveva saputo comprendere gli angeli, a lui più vicini, e non
si sforzava di essere giusto con gli esseri umani.
– Spero
che ti abbia portato in Paradiso. Tu meriti quel posto più di
tanti altri. Sei riuscito a instillare il dubbio nella mia mente
amareggiata. – affermò, un malinconico sorriso sulle
labbra. Frank era riuscito ad andare oltre la sua identità
umana e a comprendere la verità della sua natura.
Malgrado
la sua formazione, non l’aveva stigmatizzata e lo aveva
incoraggiato a credere nella benevolenza di suo padre.
Tanta
ardente fiducia era immeritata, eppure, mentre padre Frank si
spegneva, le sue certezze avevano vacillato.
– Stai
tranquillo, amico mio. Connor è in prigione, ma, in nome tuo,
cerca di riscattare la sua esistenza. Il tuo esempio gli è
entrato nel cuore. – proseguì. Padre Frank si sarebbe
preoccupato per Connor, da lui amato come un figlio, anche
nell’Aldilà.
Del
resto, aveva sacrificato la sua vita per quel ragazzo, frapponendosi
tra lui e il proiettile di Spider!
Per
questo, aveva desiderato rassicurarlo.
Si
era preoccupato degli altri per tanto, troppo tempo e meritava svago,
per quanto ne potesse offrire la Città d’Argento.
– Tornerò
a trovarti. Ti rivelerò i progressi di Connor e dei tuoi
ragazzi. – promise. Per quanto possibile, voleva dare gioia
allo spirito di Frank.
E
il suo piacere era il bene di quegli orfani, in bilico tra abisso e
redenzione.
– Pensa
però a divertirti. Magari, rendi la Città d’Argento
un posto meno noioso. – ridacchiò.
Poi,
sollevò la mano destra in un gesto di saluto e, a passo
rapido, uscì dal cimitero.
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