Strings
Fa
caldo.
La
polvere si deposita svogliatamente sul tavolino da the, che si regge
stanco sulle vecchie zampe rattrappite.
Il
pendolo continua ad oscillare per abitudine, incurante dello scorrere
delle ore e dei giorni da molto, molto tempo.
L'intera
casa sa di naftalina e ricordi ingialliti, appassiti come i fiori che
ornavano, in occasione delle feste, i bei vasi di cristallo, ora
vuoti e dimenticati nelle vetrine, gabbie di vetro e di malinconia.
La
sensazione di calore si fa opprimente, o forse è il peso delle
parole non dette e dei silenzi troppo lunghi, che si trascinano per i
corridoi austeri e decadenti, a far scricchiolare le fondamenta
L'antica
armatura poggiata al muro del salotto oscilla per un attimo, come
mossa dalla volontà di fare un ultimo passo, mentre la
sdrucita poltrona in stile Winchester
sembra piegarsi sotto un peso invisibile
L'odore
di tabacco aleggia per qualche istante nel vuoto della stanza,
sospeso nel limbo tra l'esistenza e l'immaginazione, il contorno
sfumato di un ricordo sbiadito.
I
ritratti, volti austeri di uomini dalla fronte alta e di donne dalla
bocca sottile, sorvegliano le stanze come i mastini di Baskerville,
le pesanti cornici dorate la loro catena, condannati per sempre a
guardare la stessa striscia di costosa carta da parati scrostata.
Il
sibilo del vento che corre tra le finestre è l'unico suono che
ancora si senta tra le stanze, un quieto requiem in memoria di ciò
che sarebbe potuto essere e che non sarà mai.
Si
pensa che i ricordi seguano un ordine cronologico, come le sequenze
di un corto, ma in realtà essi sono come le margherite in
primavera, possono tornare alla mente in gruppi, rimanere nascosti
agli occhi, oppure spiccare così prepotentemente per vividezza
e colore, da oscurare tutti gli altri.
Molto
più spesso, però, si presentano come ospiti inattesi e
inopportuni, irrompono nella tranquillità della notte e nella
quotidianità della vita, evocati da un impulso, figli dei
sensi.
In
quella casa, addormenta nel limbo dell’eternità, le
corde del pianoforte a coda si muovono con una cadenza precisa, il
ricordo di un arto fantasma.
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