N.B.: il nome Xia in cinese si riferisce alla luce del sole durante il tramonto o l'alba, mentre Shui è un nome bisex, legato all'acqua.
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COME SOLE E ACQUA AD ORIENTE
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La giovane Xia attendeva, senza troppa ansia, che la sua serva finisse di acconciarle i capelli per l'occasione.
Accucciata sul talami di camera sua e con le mani posate in grembo, sopportava paziente ogni spazzolata che la mano incerta della lavorante le infliggeva.
Dal riflesso dello specchio che si ergeva davanti a lei vedeva l'elaborata acconciatura prendere forma poco a poco.
Tigri di bronzo dorato danzavano contornando la pallida figura di donna che aveva di fronte e nella quale stentava a riconoscersi.
Era così concentrata su sé stessa che, nel riflesso dello specchio, percepiva l'esile figura della ragazza alle sue spalle come un'ombra dai contorni sfuocati che agitava le mani e si muoveva irrequieta. Tutta la sua attenzione veniva catturata dal suo stesso volto: dalla pelle pallida nascosta dalla tintura bianca, dalle labbra rosse, dalla linea nera sugli occhi e dai lunghi capelli corvini che ora erano raccolti e decorati con grandi forcine e nastri di seta.
Scosse il capo leggermente a destra e a sinistra, allungò il collo e terminò di scrutarsi sospetta allo specchio: quella donna era proprio lei.
Si alzò senza ringraziare la serva che stava raccogliendo i pettini e le spugnette usate per il lavoro.
Il corpicino minuto si muoveva sinuoso sotto l'ingombrante Hanfu¹, anch'esso di seta.
Passo dopo passo uscì dalla camera e percorse il ballatoio esterno che la condusse alla sala da pranzo, dove i suoi genitori stavano già gustando del tè in un elegante servizio di bronzo. Su ogni tazzina era inciso un dragone che le avvolgeva e il manico della teiera era esso stesso una coda di drago. Il dragone avrebbe benedetto il tè e ne avrebbe migliorato il sapore.
"Madre, sono pronta."
Seppur ancora sedicenne, agli occhi di Yu sua figlia sembrò essere rinata sotto una nuova veste di donna ed ebbe la stessa sensazione che poco prima ella stessa provò davanti allo specchio di camera sua: una sconosciuta dai lineamenti familiari.
"Siediti, figlia. Tra poco arriveranno i nostri ospiti."
Disse Yu, senza offrirle nulla da bere per paura che il trucco scarlatto che le colorava le labbra si rovinasse.
Il padre la guardò, privo di qualsiasi forma di orgoglio, accomodarsi e prendere posto al tavolo.
Se solo avessero avuto un figlio maschio ora si troverebbero nella situazione di poter giudicare invece di attendere con ansia l'approvazione del proprio esaminatore.
Passarono pochi minuti prima che una serva, di qualche anno più esperta della prima, venne ad annunciare l'arrivo dei loro ospiti.
Xia stava facendo il possibile per mantenersi calma e non sudare, rischiando così di sciogliere il pesante cerone bianco che le copriva il volto.
Da lì a pochi secondi sarebbe entrato il suo futuro marito.
Si sentirono dei passi avvicinarsi dal ballatoio, insieme al brusio di stoffe pesanti che sfregavano tra loro.
"Eccelsi Signori Zhao,
Io, Wu Jin, e mio figlio, il giovane Wu Cai, ringraziamo per la vostra gentile accoglienza."
Dopo essersi annunciati accennarono un leggero inchino e presero posto al tavolo.
Si inginocchiarono di fronte a Xia e a Yu, mentre il Padre occupava il posto di capotavola.
Era inusuale che il futuro suocero andasse direttamente a far visita alla famiglia della sposa, portando addirittura il figlio maschio con sé. Eppure la data del matrimonio era abbastanza vicina. Come da tradizione il Sensale della famiglia Wu aveva esaminato la giovane promessa sposa anni prima e anche l'indovino aveva dato la sua benedizione. Avendo ricevuto il benestare sia del Sensale che dell'indovino, il Sig. Wu aveva proceduto regalando una grande somma di denaro accompagnata da un imponente e innovativo telaio alla famiglia Zhao e ora, poco prima delle nozze, si sentiva in diritto di vedere personalmente la merce acquistata per il suo primo genito.
Entrambe le famiglie facevano sfoggio dei loro abiti migliori: seta variopinta di bianco e di rosso per le donne di casa Zhao con maniche dal lungo strascico per la figlia, mentre gli uomini Wu indossavano il loro Hanfu da cerimonia bianco e azzurro e portavano i capelli raccolti nella tradizionale coda imposta agli uomini dalla dinastia imperiale Han.
"Presto, servite del tè ai nostri ospiti." Disse la Madre alla servitù.
La giovane ragazza che si era occupata di Xia poc'anzi aveva raggiunto la sorella nella sala da pranzo per aiutarla a servire. La perfetta riuscita dell'evento era fondamentale, in caso contrario sarebbero state severamente punite.
Nonostante tutto, però, il Padre Zhao non aveva rinunciato a un piccolo capriccio.
"Vedo che avete cominciato a servirvi prima dei vostri ospiti..."
"Prego Sigor Wu, non ci faccia caso. Per mio marito il rito del tè è imprescindibile e nulla lo smuoverà mai dal cominciare esattamente al sessantesimo rovescio d'acqua²... ma servitevi: abbiamo conservato il meglio per voi!"
Si affrettò a rispondere Yu, desolata, indicando il giardino nel quale si trovava la clessidra ad acqua.
"Questo è dell'ottimo bronzo, da dove arriva?" cambiò argomento Wu Jin.
Sembrava interessato ad arrivare subito al punto.
La sua famiglia infatti da quasi cent'anni era rinomata e si era arricchita grazie alla lavorazione del ferro e del bronzo. In quel momento stava espandendo il suo dominio nel settore più che mai, trattando con famiglie sempre più altolocate e si vociferava che da lì a poco tempo avrebbe potuto servire addirittura l'Imperatore.
Fu chiaro fin da subito che durante l'incontro avrebbe fatto valere la sua ricchezza e importanza in tal senso.
"Si tratta di un prezioso cimelio della Dinastia Zhao."
Tagliò corto il padre, anch'esso sicuro dei propri assi nella manica.
Subito dopo però guardò la figlia con rammarico: nonostante anche la sua ricchezza fosse esponenzialmente in crescita, doveva tenere a mente di non essere lui nella posizione di poter condurre le trattative.
In quel momento ancora nessuno lo sapeva, ma il potere che avrebbe raggiunto la famiglia Zhao sarebbe stato tale da potergli permettere di condurre qualsiasi tipo di trattative, anche avesse avuto un esercito di figlie femmine.
Possedevano infatti una piccola filanda, con poco più di una ventina di aspi e altri macchinari per la produzione della seta. Sarebbero bastate ancora un paio di generazioni prima che venisse elaborata una nuova Via della Seta: un nuovo percorso, con nuove tappe e nuovi orizzonti.
Avrebbe permesso qualsiasi scambio commerciale tra l'Impero Cinese e Bisanzio, futuro grande cliente ed estimatore di stoffe cinesi, senza la necessità di passare dalla Persia. Gli affari della famiglia Zhao ne avrebbero enormemente giovato.
Purtroppo però il Sigor Zhao, in quel momento, non poteva saperlo e ascoltava le parole del suo interlocutore in silenziosa agonia.
Sarebbe stato un estremo disonore se qualcosa fosse andato storto e il matrimonio fosse stato annullato così vicino alla data prestabilita, obbligandoli a restituire i preziosi doni nuziali.
"Arrivederci Signori. Questo incontro è stato illuminante e manderemo un messaggero per confermare il tutto quanto prima.
Approfitterà per ritirare il presente che avrete la gentilezza di offrire a mio Figlio... Togliamo il disturbo."
Il dono della famiglia della sposa era di natura puramente formale: secondo la tradizione consisteva in forbici pregiate, che simboleggiavano l'eterna unione delle due lame così come sarebbe stato per i due novelli sposi, e un nastro lungo tanto quanto i metri di terra di proprietà della famiglia.
Quel pomeriggio i due promessi sposi non si rivolsero nemmeno uno sguardo, come se la cerimonia della quale si stesse discutendo non riguardasse loro, ma altre persone lontane, forse inesistenti.
Solamente prima di alzarsi Wu Cai sollevò leggermente lo sguardo per lanciare un'occhiata curiosa alla giovane donna che era inginocchiata di fronte a lui e decretò, soddisfatto, che sarebbe potuta andare bene.
La padrona di casa chiese alla serva anziana di accompagnare gli ospiti alla porta, mentre la seconda aveva già iniziato a volteggiare silenziosa in cucina come una laboriosa ape.
"Mio amato, sei stato scortese. Gli ospiti sono importanti e vanno trattati con riguardo. Te l'avevo detto che non sarebbe stato gentile cominciare la cerimonia del tè senza di loro... Spero che questo non abbia compromesso di molto la loro opinione."
Il Sig. Zhao aveva già sopportato abbastanza per stare ad ascoltare anche il rimprovero della moglie. Aveva represso la sua virilità anche troppo e quel giorno non avrebbe accettato ulteriori umiliazioni.
Senza dire nulla si alzò e, calpestando i cuscini sui quali era seduto poco prima, camminò verso Yu.
Finalmente la sua testa si ergeva sopra quella delle due donne, in segno di superiorità.
Quando sollevò il ginocchio e calciò Yu alla scapola non provò altro sentimento se non quello di giustizia. Finalmente stava riassumendo il ruolo di capo famiglia, quel teatrino era durato ben più del dovuto per lui.
Lasciò la stanza irritato e nervoso.
Avrebbe cavalcato fino a raggiungere i capannoni con i telai, filatoi e allevamenti di bachi da seta e tutto sarebbe tornato alla normalità.
Il calcio aveva fatto perdere l'equilibrio a Yu, che si ritrovò stesa sul pavimento con la scapola dolorante.
Da brava moglie non commentò il gesto, si rimproverò invece di essere stata tanto impertinente con il marito.
Si alzò mantenendo lo sguardo basso, si sistemò l'abito e si ritirò silenziosa nella sua stanza.
Xia rimase sola.
Persino le serve non erano più con lei; una si destreggiava in cucina tra gli ultimi utensili da pulire e sistemare, mentre l'altra aveva seguito la Madre.
Ormai non c'era più via di fuga. Quel pomeriggio venne apposta una firma definitiva al suo futuro e tuttavia Xia quasi non se ne rese conto.
Era stato rapido e indolore e nessuno l'aveva interpellata. Tutti si aspettavano che lei si comportasse come per una figlia è più consono fare e, per l'onore degli Zhao, fu esattamente quello che fece. Non importava quanto suo padre fosse violento o che la disprezzasse per essere nata donna; lei avrebbe fatto il possibile per il bene della famiglia.
Si assicurò che nessuno fosse nella stanza con lei prima di lasciarsi sfuggire una sola, timida, ma temeraria lacrima... l'unica che si sarebbe concessa.
"Madre?" chiese, sentendo scricchiolare il ballatoio esterno e ricomponendosi.
"Xia, tesoro, vado a fare un giro in giardino. Devo meditare."
La serva seguì Yu come un'ombra. Stringeva tra le braccia una custodia laccata di bianco e nero contenente la Pipa: lo strumento perfetto, simbolo di beatitudine e di armonia.
Per Yu suonare era la migliore meditazione e lo faceva spesso, ogni qualvolta sentisse il bisogno di ritrovare la pace interiore e ricordare il vero cardine della vita: la Famiglia.
Lei e la serva uscirono quindi alla ricerca del punto migliore del giardino da dedicare all'eccelsa attività, mentre la giovane Xia, rimasta nuovamente sola, si ritirò in camera.
L'incontro appena terminato non aveva appena scalfito i suoi sentimenti, lasciando una vaga traccia di noia e rassegnazione... Si sentì rassicurata.
Pensò che in fondo, se non provava né disgusto né rabbia, avrebbe potuto sopportare il matrimonio.
Prima di togliersi il pregiato vestito in seta si accucciò davanti allo specchio per godere ancora qualche istante di quella strana visione.
I giorni di fanciullezza sarebbero finiti a breve e il trucco che indossava segnava il suo passaggio all'età adulta... Avrebbe voluto far vedere quella nuova sé stessa ad un'altra persona prima ripulire il viso e indossare gli hanfu quotidiani.
Dalla finestra vide il sole ancora alto; se fosse uscita in quel momento forse avrebbe fatto in tempo.
Aprì il cassetto della bassa scrivania di fronte a lei e dal fondo tirò fuori una scatoletta di bambù con inciso sul coperchio il simbolo "學"³, "studio".
Girò una piccola chiave e dalla scatola estrasse un foglio, un pennello e un calamaio.
Scarabocchiò pochi Kanji in fretta, sventolò il pezzo di carta in aria per far asciugare l'inchiostro e lo nascose nella manica del vestito. Richiuse con cura la scatolina di bambù e la ripose in fondo al cassetto.
"Madre? Padre?"
Chiamò mentre muoveva incerta i primi passi fuori dalla propria stanza.
Percorrendo il ballatoio in legno, si affacciò sia alla sala da pranzo che alla cucina.
Anche la sua serva non c'era più.
Non avrebbe dovuto uscire senza chiederle il consenso, neanche per fare il bucato o per qualsiasi altro motivo. Il rapporto con la sua padrona doveva venire prima di tutto. Tuttavia, in quella situazione, Xia fu felice di non trovarla in casa.
Anche mentre percorse il sentiero che attraversava il giardino e conduceva al cancello fu sollevata nel non incrociare sua Madre. Riusciva solamente a percepire la sfuggente melodia del suo strumento provenire dal piccolo gazebo delle ninfe.
Finalmente era fuori.
Xia volava tra le strade di Chang'an, scivolava sinuosa tra un passante e un altro, incurante degli sguardi che catturava e anche del solito cane randagio che la seguì scodinzolando per un breve tratto.
Percorse la via principale fino a metà, quando imboccò una trasversale secondaria che la portò fuori dal centro città e lontano dalla folla.
Man mano che proseguiva, la strada si faceva meno curata, il suolo più sconnesso e la vegetazione più incolta. A stento riusciva a distinguere il rumoreggiare della città in lontananza.
Le ballerine rosse che indossava la condussero fino al suo posto preferito. Arrivò lungo le sponde di un piccolo fiume, affluente del Fiume Wei, il quale scorreva a pochi chilometri dalla capitale, e trasse un sospiro di sollievo nel trovare quella persona ancora lì. Era inginocchiata all'ombra di un ginko⁴, forse proprio aspettando il suo arrivo.
Il cuore le batteva forte per la corsa, ma ne era valsa la pena.
"Shui! Eccomi, sono arrivata!" gridò agitando la mano.
Shui alzò lo sguardo, distraendosi per un attimo dai grilli con cui stava giocando, e si illuminò di sorpresa nel vederla arrivare in quel bellissimo vestito di seta bianco e rosso. Il prezioso tessuto brillava quando veniva colpito dalla luce del sole calante e l'elaborata acconciatura creava strane ombre sul terreno.
"Oh, Xia! Sembri una Dea!
Stavo per andarmene, ma per fortuna ho deciso di aspettare ancora un po'... ero tanto preoccupata per te oggi!"
Xia volteggiò sorridendo e mostrandole l'interezza del suo hanfu, come uno spirito vanitoso.
"Sei stata gentile, ma è andata bene.
Non ho voluto guardare il giovane Cai in realtà, ho avuto paura. Però penso di potercela fare! Non sarà così male e in ogni caso non posso tirarmi indietro, quindi..."
Shui si fece un poco adombrata in volto, ma subito l'amica se ne accorse e fu pronta a consolarla.
"Non ti preoccupare, prometto che starò bene e avrò ancora tempo di venire al fiume di tanto in tanto!"
Shui però abbassò lo sguardo.
"Devo andare Xia, mia madre non coprirà il mio turno ancora per molto..."
"Cosa c'è? Non mi credi? Guarda: ho fatto questo per te! Fai attenzione, non lo stropicciare! È carta..."
Così la ragazza delicatamente tirò fuori dalla manica il bigliettino preparato prima di uscire di casa.
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" Le zampe del coniglio maschio saltellano su e giù,
mentre il coniglio femmina ha occhi confusi e sconcertati.
Quando due conigli corrono lungo la terra,
Come puoi capire se sono maschio o femmina? "
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"È la ballata..."
"... la ballata di Mùlán!"
Quelli infatti erano i versi finali dell'antica ballata di Huā Mùlán.
"Ti ricordi quando l'abbiamo letta insieme su quelle rocce laggiù?"
Disse entusiasta Xia, indicando un gruppo di grandi rocce poco distanti da loro che si affacciavano sul fiume e ricordando di aver fatto qualcosa di proibito.
"Tienilo! Così ti ricorderai per sempre di quel giorno..."
Shui non avrebbe di certo avuto bisogno di un biglietto per ricordarsi sempre di Xia, ma riceverlo le fece enormemente piacere, tanto da commuoverla.
"Non voglio che ti sposi!"
"Sarebbe bello scappare, vero? Andare a combattere come Mùlán... Difenderemo l'Impero dai Nomadi del Nord! Allora nessuno pretenderebbe alcun matrimonio assurdo da noi!"
Xia rise a questo sciocco pensiero al quale aveva appena dato voce.
Gli usignoli cantavano e l'acqua scorreva.
Xia e Shui erano immobili e silenziose.
"Non so cosa mi prenda, Xia, ma mi sento triste. Ti vorrei sempre con me... s-se io fossi un uomo saremmo felici insieme..."
Ammise in fine una delle fanciulle.
"Shui..."
Xia avrebbe voluto sedersi a terra accanto all'amica e stringerle la mano, ma avrebbe rovinato il prezioso abito rosso che indossava.
Osservare quel volto triste che la fissava le procurò un senso di impotenza e allo stesso tempo di pietà per quella creatura che non aveva certo meno bellezza di lei o meno talento, ma che per qualche strano scherzo del destino aveva il viso sporco e portava come abito della stoffa logora legata in vita da una corda.
"Il nostro matrimonio non porterebbe nessun beneficio alla mia famiglia..."
Sussurrò Xia.
"Hai ragione. In fondo io sono già una proprietà di tuo padre. Che cosa potrei dare alla tua famiglia più di me stessa?"
"Shui, noi siamo amiche..."
Ma lo erano davvero?
"Scusami, ora devo davvero tornare al mio telaio. Le auguro una buona serata, Signorina Zhao."
I toni si erano fatti improvvisamente cortesi, ma gli occhi comunicavano l'opposto. La ragazza dal viso sporco si allontanò dal fiume come in passo di guerra e tenne lo sguardo basso quando passò di fianco all'amica.
Quella conversazione non era andata come avrebbe voluto.
Mentre si recava al fiume si era immaginata l'espressione stupida di Shui nel vederla arrivare conciata in quel modo, i suoi complimenti e poi salti e balli di gioia e i suoi augurii per le vicine nozze... Cosa era andato storto?
Non fece altro che rimuginare mentre percorreva a ritroso la strada che l'aveva condotta fuori città.
Lungo le vie principali, voci confuse e schiamazzi di animali accompagnavano i suoi rumorosi pensieri fino a che la sua testa non le sembrò stare per esplodere.
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L'indomani mattina la giornata da poco conclusa le apparse come un sogno.
Non riusciva a capacitarsi che tutti gli eventi che ricordava fossero realmente accaduti, ma non ebbe tempo di metabolizzare come avrebbe voluto. La giovane serva infatti la raggiunse per comunicarle che il bagno era pronto.
Un silenzio insolito regnava tra le pareti di casa quella mattina.
Si recò nella stanza da bagno, dove l'attendeva una grande bacinella in legno, piena di acqua calda e profumata.
Seduta su un piccolo sgabello, si sciacquò accuratamente con un catino prima di entrare nella vasca. Il bagno era un rituale purificativo del corpo e dell'anima, bisognava entrare già puliti.
Terminato il rito venne aiutata ad asciugarsi e vestirsi, ma dovette fasciarsi i piedi da sola. Di norma era una pratica che spettava alla Madre in persona, ma quel giorno non si presentò nessuno per aiutarla in questo.
Venne quindi accompagnata nella sala da pranzo, dove sarebbe stata servita la colazione.
La porta a soffietto si spalancò, stranamente però, anche lì non trovò nessuno ad accoglierla.
Si guardò intorno, annusò l'aria: nessuno stava preparando la colazione.
"Preparami del tè." Disse in fine alla sua serva.
"M-mia Signora... oggi Signora Madre è uscita all'alba con sua serva... molta fretta e nessun messaggio per Voi..."
La ragazza, di origine mongola, non parlava ancora un buon cinese manciù.
"Hai aspettato fino ad ora per dirmelo? Verrai punita da mio Padre per questo. Lo sai, vero?"
Di norma era felice di avere una serva poco esperta. Ne apprezzava la sua presenza vaga e non opprimente e si rammaricava ogni qualvolta ella imparava un nuovo incarico che la portasse a passare più tempo con lei. Quella mattina, però, l'umore di Xia era pessimo e sfogò la tensione sulla malcapitata.
Il tè verde venne servito a tavola e la serva le riempì con cura la tazza. A quel punto la giovane si concesse finalmente il lusso, o forse l'errore, di rivivere nella sua mente alcuni istanti del giorno precedente.
Il matrimonio, che subito le era sembrato sopportabile, ora le appariva come una maledizione del Re Dragone.
Lo strusciare di abiti maschili nel corridoio di casa sua e la voce del Sigor Wu risuonavano in lei distorti e mostruosi.
Era forse l'idea che il matrimonio l'avrebbe allontanata da Shui ad apparirle insostenibile?
Era a causa della strana reazione di Shui se ora il matrimonio la spaventava?
La fragranza pungente del tè le inebriava le narici e il vapore caldo le avvolgeva il volto.
Avrebbe fatto ciò che era necessario per l'onore della famiglia, era la cosa più importante.
Ritirarsi da un matrimonio organizzato non era un'opzione esistente se teneva alla sua vita, oltre che al buon nome degli Zhao.
Il silenzio innaturale che la circondava la metteva a disagio e accresceva l'ansia dei suoi pensieri.
Decise di riempire le successive tre ore esercitandosi nel cucito e, segretamente, nella scrittura.
Poco prima dell'ora di pranzo sentì finalmente il portone d'ingresso aprirsi e un vociare provenire dal giardino interno.
La Signora Zhao e la sua serva erano rientrate e camminavano frettolosamente lungo il ballatoio senza interrompere il flusso costante del loro chiacchiericcio.
C'era qualcosa però in loro che inquietava Xia.
Forse erano le voci tremanti, o forse i lembi della tonaca della madre sporchi di terra, così come la seta bianca che le fasciava i piedi.
"Madre, dove siete stata? C'è qualche problema per caso?" chiese titubante.
"Presto, figlia mia! Vieni, seguimi di là... Sediamoci."
La sala da pranzo, che negli ultimi giorni era stata il centro di molti eventi cruciali, divenne nuovamente teatro di una conversazione che si preannunciava tempestosa.
Yu si inginocchiò velocemente, accarezzandosi nervosa la crocchia che le era stata acconciata all'alba.
La serva anziana afferrò con violenza il braccio della sorella e la trascinò in cucina a preparare il pranzo, lasciando le due donne di casa da sole.
"Xia..." esordì la madre tenendo lo sguardo fisso sul tavolino in legno di quercia che le divideva.
"Sarò chiara: tuo Padre ieri notte non è tornato a casa."
Solo allora Yu alzò lo sguardo, mostrando i suoi occhi scuri, lucidi e gonfi.
"Questa mattina sono uscita all'alba per cercarlo e l'ho trovato... Era privo di vita, lungo la strada che porta alla filanda."
"È..." tossì schiarendosi la voce prima di proseguire.
"Lui è... morto?" sussurrò Xia, come se stesse pronunciando delle parole proibite.
La Madre rispose con uno spasmodico cenno del capo, su e giù, su e giù. I nervi del collo rigidi e le vene delle tempie gonfie.
"Ma..."
Le parole sparivano nella bocca della giovane e i pensieri abbandonavano la sua mente.
Sapeva come avrebbe dovuto sentirsi, ma non sapeva come si sentiva.
"Dove..."
"Stai zitta, Xia! Sole Mio, non parlare... che disonore! Una famiglia senza un uomo... devi stare zitta!"
"Madre... dove è il corpo di mio Padre?"
"Cosa ne sarà di noi? La nostra attività... chissà se le lavoranti... e se lo avessero visto?"
"Madre... il corpo! Dove è il corpo di mio Padre?"
"Xia, stai zitta! Non ti devi preoccupare del corpo! Ora la cosa principale è non far annullare il tuo matrimonio."
Ora Xia sapeva benissimo come si sentisse: disgustata, inorridita.
Non riusciva a credere che sua Madre stesse facendo questo al suo Onorevole Padre... dove aveva portato i resti esanimi di quell'uomo? Come mai non li stavano onorando a dovere? E la cerimonia per i defunti... tutto questo non era accettabile.
La sua era una famiglia per bene e suo padre avrebbe dovuto riposare insieme a tutti i loro rispettabili antenati.
"Sole Mio! Non ti preoccupare, so quello a cui pensi! Tuo padre verrà sepolto a dovere, con mille guardie di argilla a vegliare sul suo sonno e bruceremo sacchi di seta e riso per lui! Ma prima dobbiamo pensare al tuo matrimonio."
"Madre... così... ci disonorate..."
L'onore della famiglia era esattamemte ciò che la obbligava ad accettare il matrimonio combinato...
Non avrebbe osato dire a sua Madre come comportarsi, ma non riusciva a darsi pace pensando al povero corpo esanime, gettato chissà dove invece di ricevere le onorificenze che meritava.
"Avanti, ricomponiti. È dura, ma non c'è altra soluzione. Nasconderemo il cavallo di tuo padre e diremo che è partito per un viaggio d'affari... Doneremo una delle nostre serve per farci perdonare della sua assenza durante la cerimonia e... vedrai, Xia: andrà tutto bene."
Proprio in quel momento le due serve bussarono alla porta per servire il pranzo a tavola.
"Presto, accendete subito candele e incensi all'ingresso di questa casa e davanti ad ogni finestra."
Gli incensi avrebbero evitato che lo spirito dell'uomo non sepolto si avvicinasse alla loro dimora sotto forma di jiāngshī⁵.
Yu abbassò lo sguardo imbarazzata.
Il tofu piccante e la lingua di anatra vennero a malapena toccati dalle due commensali.
"Diremo che tuo Padre è morto in viaggio solamente dopo il matrimonio. A quel punto sarà tuo marito Wu Cai a prendere in gestione la nostra attività, sarà sua di diritto! Potremo finalmente seppellire il tuo povero Padre..."
La Madre continuava a consolare la ragazza, ma ella ormai non stava più ascoltando.
Il resto della giornata trascorse silenzioso.
Xia si esercitò nel canto e nel qi gong. Praticò attività che avrebbero potuto aiutarla a placare il suo spirito e domare le sue paure.
Nel periodo antecedente al matrimonio la sua insegnante le aveva concesso una pausa e non le avrebbe fatto visita.
Ringraziò le sue Volte Celesti per questa immensa fortuna quando, inspirando ed alzando lo sguardo nella posizione della gru, si rese conto che le sue mani stavano tremando; non sarebbe stata in grado di mantenere alcun segreto in quelle condizioni...
Yu si domandò se non fosse il caso di andare lei stessa nei capannoni ad avvisare di una temporanea assenza del padrone, ma dalla sua camera non si ebbero più notizie sino a pomeriggio inoltrato.
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Il sole era alto, ma non troppo caldo.
Tuttavia le pesanti vesti facevano sudare il rispettabile servitore di casa Wu, diretto al trotto verso la residenza della famiglia Zhao.
Attraversò le periferie occidentali e meridionali della capitale e quando arrivò a quelle orientali si addentrò nelle campagne, allontanandosi ancora un poco dal centro città.
Gli zoccoli del cavallo tamburellavano l'arido terreno e sollevavano la terra, creando nubi di sabbia che si appiccicava alla sua pelle.
Non vedeva l'ora che quel viaggio infernale finisse, eppure non accelerava il passo: non era da solo e doveva rispettare l'andamento degli altri.
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La più anziana delle due serve entrò nella camera di Yu e, mantenendo il capo chino ad osservare il pavimento, annunciò l'arrivo di ospiti inattesi.
"Cosa?! Ora? Non è possibile..." esclamò la Madre asciugando con i palmi le sue guance umide.
"Presto, chiama tua sorella e rendete Xia presentabile!"
Stava per uscire a passo svelto dalla camera, ma proprio in quel momento intravide il suo riflesso sciupato nello specchio e si rese conto di quanto lei stessa non fosse affatto presentabile.
"Anzi, no! Manda tua sorella da Xia e tu intrattieni i nostri ospiti... E butta quei maledetti incensi!"
Rimasta sola, Yu si accucciò di fronte allo specchio. Non aveva certo tempo per prepararsi a dovere, si chiese se non fosse il caso di far annunciare l'assenza del marito e di invitare gli ospiti a tornare. Suo marito però, qualsiasi giorno essi sarebbero tornati, non ci sarebbe mai stato. Decise quindi di affrontare subito la famiglia Wu seguendo il piano originale: avrebbe detto che giusto quella mattina il marito era partito per un importante viaggio d'affari.
Poco dopo uscì dalla stanza a testa alta, cercando di apparire sicura.
La figlia e la servetta la stavano già attendendo fuori dalla porta.
Grazie al duro cuscino in legno, l'acconciatura di Xia del giorno prima si era preservata. La serva le aveva colorato il viso di bianco e disegnato dritte sopracciglia nere, come le pesanti linee sulle palpebre, e dalle sopracciglia in su la fronte era stata tinta con un impasto di fiori gialli.
L'hanfu che indossava era più umile di quello del giorno prima, sporco a causa della camminata fino al fiume.
Le vesti leggere dell'abito giallo e bianco svolazzavano attorno alle gambe tremanti di Xia, mentre si recava nella sala da pranzo.
Yu guidava questo strano corteo tutto al femminile, un copricapo dalla punta quadrata posto sulla cima della testa e legato sotto al mento da un nastro di seta color porpora. A cadere dalla punta del copricapo un velo, anch'esso porpora, le nascondeva il volto. Ritenne che fosse la scelta più rispettosa da fare con altri uomini in casa e in assenza del marito.
Inoltre nascondeva il suo aspetto scialbo e gli occhi arrossati dal pianto.
Il suo passo falsamente deciso, seguito da quello incerto di Xia e da quello frettoloso della serva.
Percorsero il ballatoio fino alla sala da pranzo.
Quando entrarono Yu fece un lieve inchino, mantenendo abilmente il copricapo in equilibrio. L'inchino di Xia fu più accentuato, mentre quello della serva molto profondo.
"Spero che i Signori perdonino l'attesa, ma questa visita ci ha colte di sorpresa... Confido che la mia serva personale vi abbia trattato con ogni riguardo."
Yu prese posto a capotavola, al posto del marito, e Xia si sedette di fianco a lei.
"Suppongo che voi siate il messaggero della famiglia Wu che stavamo aspettando.... non speravamo di vedervi così presto..." proseguì Yu leggermente confusa nel vedere altre due donne in bianco sedute accanto a lui.
Una delle due in particolare, quella anziana, le fu subito familiare.
Xia infatti la riconobbe immediatamente, senza ombra di dubbio, e deglutì nervosa.
"Esatto. Sono qua per consegnare la lettera definitiva del matrimonio e ritirare il vostro dono per la famiglia Wu."
Nella stanza l'odore pungente di sudore dovuto alla lunga cavalcata, malamente coperto dal profumo di incensi e candele accese fino a poco prima.
"Tuttavia, il Sensale ha esaminato la ragazza ormai più di sei anni fa... molte cose possono essere successe." spiegò il messaggero, sorseggiando del tè verde a fine frase.
Continuò allora a parlare la donna più anziana, la quale non aveva nessuna tazza davanti a sé⁶.
"Signorina Zhao Xia, è un piacere rivederla. Posso già notare i suoi fianchi e i suoi seni cresciuti sotto la seta che indossate... La mia scelta davvero non fu sbagliata! I signori Wu mi ringrazieranno davvero!"
L'uomo di casa Wu si fece paonazzo in volto, di certo anche lui aveva notato le curve acerbe della giovane donna... Decretò che loro avrebbero potuto continuare senza di lui.
Ringraziò la padrona di casa e chiese di essere accompagnato in giardino da una delle serve.
"Gentile Signorina Zhao, lei è la mia apprendista." continuò il Sensale indicando la ragazza inginocchiata di fianco a lei.
Udire nuovamente la voce della vecchia riportò Xia alla sua prima esaminazione anni orsono: era solo una bambina, ma la donna fu molto severa con lei. La guardava con sguardo torvo, le chiedeva di rispondere a domande sulla tradizione cinese, cantare, versarle il tè, suonare uno strumento e persino ballare. Quello fu uno dei primi giorni in cui Yu fasciò di seta i piedi di Xia, rendendole lo svolgimento dell'esame una tortura.
L'acconciatura era un più semplice di quella che portava ora, ma comunque i capelli le tiravano le tempie, il vestito la intralciava e l'anziana donna continuava a rimproverarla.
Oggi però Xia era fiduciosa.
Questo esame sarebbe andato senz'altro meglio! Da allora aveva studiato molto le antiche e sacre tradizioni e si era esercitata in tutto ciò che potrebbe venir richiesto a una moglie. Persino le fasciature ai piedi non le facevano più così male...
Era pronta per un secondo esame, ma il Sensale continuò per un'altra strada.
"Ormai la ragazza ha sedici anni e la promessa di matrimonio è stata fatta sei anni fa.
Vede, non abbiamo il dovere di controllare, da parte della famiglia Wu, la sua verginità..."
Yu sapeva che una cosa del genere sarebbe potuta succedere. Scosse leggermente il capo in segno di assenso, facendo ondeggiare elegantemente il velo attorno al suo volto.
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