Rifts Chronicles: Arthur's Journey

di fenris
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La prigione di Camelot era il secondo edifico più grande di Camelot dopo il palazzo reale. Merlino e Ar'tuu erano ben consapevoli della quantità di banditi e criminali che vivevano nelle isole e avevano dunque creato spazio a sufficienza per ospitarli tutti una volta catturati. Fortunatamente c'erano posti rimanenti per quando il popolo dell'Inghilterra magica arrivò dal loro mondo portando con sé i relativi criminali, per lo più Mangiamorte, che furono processati secondo la giustizia del re quando venivano trovati a causare problemi.


 

Sirius si era recato lì di fretta e furia quando Harry gli aveva riferito della sconfitta di Voldemort. Per felice che fosse per la vittoria e sopravvivenza del figlioccio, era preoccupato che ci fosse un altro Horcrux e aveva bisogno di informazioni a riguardo.


 

“ Sir Black, come posso servirla?”, domandò cordiale il capo delle guardie di turno, appartenente a una specie che Sirius al momento non riconobbe.


 

“ Ho bisogno di parlare col prigioniero 496, Peter Minus, se è possibile”, disse con un tono piatto e il soldato gli fece cenno di seguirlo. Il cavaliere vide diverse facce conosciute scrutarlo dietro le sbarre e alcuni borbottargli dietro qualche maledizione.


 

Se non avesse visto il corpo morto di Bellatrix ad Azkaban subito dopo il salto dimensionale, era certo che lei gli avrebbe urlato dietro tutto il proprio odio. Dopo pochi minuti di cammino arrivarono davanti a una delle poche celle con una finestra, occupato da un uomo dalla corporatura tozza sdraiato a terra.


 

“ Sirius... sei proprio tu? Sei venuto a trovarmi?”, domandò con un misto di paura e speranza la figura sul terreno alzandosi, rivelando un viso paffuto seppur rovinato dagli anni in prigione e due braccia cibernetiche dategli per bloccare i suoi poteri magici. Sirius sospirò. Era già andato a trovare Peter poco dopo il suo arrivo a New Hogsmeade, facendogli ovviamente gravi accuse per quanto era successo a lui e ai suoi amici più cari. Quella volta l'ex spia di Voldemort non aveva fatto altro che rannicchiarsi, prendendo ogni insulto senza fiatare.


 

“ Sì. Sono venuto a dirti che il tuo vecchio padrone è tornato. Voldemort ha sperato di sbarazzarsi di Harry prima di ricostruire il suo potere, ma ha morso più di quanto poteva masticare.”, disse con tono fermo il cavaliere.


 

“ E'.... è tornato?”, chiese Peter, il volto terrorizzato, con un sussulto. Sirius avrebbe voluto sorridere davanti alla paura dell'uomo che fu un tempo uno dei suoi migliori amici, ma si ritrovò incapace di farlo.


 

“ Sì, ma i nostri uomini, tra cui Harry stesso, sono riusciti a rispedirlo nell'abisso da cui non sarebbe dovuto uscire. Ma solo per un po', temiamo- disse tornando serio- Abbiamo ragione di credere che ha nascosto almeno un altro piano di riserva nel nostro mondo nativo. Sai se ha mai dato certi oggetti ad altri Mangiamorte?”.


 

“ Io.... io non so niente.”, piagnucolò ancora l'animagus. Sirius strinse i pugni guantati, sforzandosi di non strangolarlo un'altra volta.


 

“ Peter, so riconoscere quando menti. Dicci la verità e potrò parlare col re affinchè ti conceda la libertà.. A meno che tu non decida di combattere per noi contro i Gargoyle, ti troveremo un posto isolato e sicuro dove passare il resto dei tuoi giorni. Nessuno ti disturberà.”.


 

“ E a che serve?! Un giorno il mio padrone tornerà e si prenderà la sua rivincita su chiunque abbia provato a ostacolarlo. Se me ne sto zitto e mi mostro fedele, forse ci sarà ancora un posto per me.”, disse con un sibilo Peter. Probabilmente voleva sembrare un mezzo fanatico, ma Sirius si trovò invece a sospettare che oltre alle braccia gli avessero rimosso anche i coglioni e urlò irato.


 

“ Fedeltà? Davvero chiami la tua fedeltà? Hai venduto a Voldemort la posizione di due dei tuoi migliori amici e del loro figlio. Harry si è salvato per pura fortuna!”.


 

“ Che ne puoi....?”, disse infuriato Peter prima che il pugno di Sirius sbattè contro la cella, il suo sguardo furioso a ricordare l'espressione furiosa che aveva a volte nella sua forma di cane.


 

“ So più di quanto puoi immaginare su queste cose. Se credi che il regime di Voldemort sia stato tanto terribile prova a passare mesi a sopravvivere nella Terra dei Rifts portando un bambino con te- disse prima di allontanarsi e calmandosi con un grosso respiro- e ti sto solo chiedendo di aiutarmi ancora una volta a proteggere quel bambino. Mostra un po' di lealtà ad Harry una buona volta.”.


 

“ M.... mi dispiace, Sirius, non posso dirti niente.”, piagnucolò Peter per l'ultima volta e Sirius capì che non c'era altro da fare lì.


 

“ Sapevamo già che Voldemort aveva affidato un libro a Lucius Malfoy. Prima di morire, Piton aveva affidato tutti i suoi ricordi sulle riunioni dei Mangiamorte a Silente. Sono venuto qui soltanto perchè volevo provare a darti un'altra occasione, ma vedo che a differenza di Severus non sei cambiato per niente.”, disse il Black, deluso sia da sé stesso che da Peter. Si voltò indietro ignorando le grida del suo antico amico mentre tornava a casa, deciso ad aiutare Harry per quanto gli fosse possibile.


 

*****


 

Mentre Sirius tornava a casa, Arthur era inginocchiato davanti alla tomba di Charlie, posta accanto a quella di Silente . Era venuto assieme a Molly non appena si erano svegliati, dopo la festa dedicata a lui e agli altri volontari di Lazlo( e forse anche una nottata passata a recuperare molto tempo) ed erano rimasti lì assieme per un po' finchè lei non l'aveva lasciato per avere giusto qualche minuto di privacy di cui aveva disperatamente bisogno. Si era messo dunque a parlare con la tomba del figlio, per quelle che erano sembrate ore.


 

Gli aveva detto tutto delle sue avventure in Nord America e di cui Rifts in cui era entrato per sbaglio, dei suoi compagni che era certo avrebbe adorato e ovviamente di quanto si sentisse in colpa per non essere stato lì con loro. Ma aveva intenzione di rimediare.


 

“ Per concludere, Charlie, sono fiero di te. E non ti deluderò. Ti prometto che qualunque cosa succeda terrò la nostra famiglia al sicuro.”, disse infine il Tecnomago alzandosi fiero e sistemandosi il cappello da pilota.


 

“ Ovunque sia sono certo che non ha dubbi sulla vostra promessa.”, disse una voce alle sue spalle. Voltandosi vide Galahad dirigersi verso di lui.


 

“ Sir Galahad, che piacere rivedervi.”, disse cordiale Arthur stringendo la mano all'Atlantideo, che sorrise cordiale.


 

“ Dammi pure del tu, Arthur. Dopo essere arrivato fin qui e aver salvato i rifornimenti da Lazlo, è il minimo che ti meriti. E se permetti, avrei bisogno di parlarti riguardo una faccenda di grande importanza.”, affermò cordiale il Cacciatore di non morti.


 

“ Riguarda Charlie per caso? So che in un certo senso eravate il mentore di mio figlio.”, disse con tono quasi grato, Arthur, lieto almeno che Charlie avesse avuto qualcuno a cui appoggiarsi durante i suoi brevi anni come cavaliere di Camelot, svolgendo il ruolo che sarebbe spettato a lui.


 

“ Già. Charlie era un abile Mago da battaglia e l'ho aiutato a raffinare le sue abilità da combattente attraverso gli allenamenti e i racconti sul mio popolo, in particolare le avventure del mio clan, i Bagh- Dach. E pensando fosse pronto, decisi di rivelargli ho anche rivelato un terribile segreto riguardante una delle alte cariche di Camelot. Temo che sia stato questo a sancire la sua fine. Gli hanno voluto tappare la bocca.”, disse con un tono molto più pesante Galahad. Sembrava quasi rabbia quella nella sua voce, sebbene rivolta più a sé stesso, da quanto Arthur potè sentire.


 

Comunque fosse, se c'era qualcun altro responsabile per la morte di Charlie, era del tutto interessato a conoscerne la vera identità. Possibilmente per pareggiare i conti quando il fato gli avrebbe concesso l'occasione.


 

“ Che segreto? Non sono esattamente nuovo a verità piuttosto preoccupanti in questo universo.”, affermò Arthur, ripensando già a quando aveva scoperto l'esistenza del Signore degli abissi. O quando era andato a Psyscape, la più grande città stato di esper del continente americano. Dopo essere stato lì aveva avuto incubi per settimane. Lo sguardo del cavaliere si fece molto più grave, e assieme al suo umore anche il cielo si incupì.


 

“ Un'informazione riguardante un grande male che si è insinuato in Camelot fin dall'interno e che rischia di distruggerci. In molti anni di servizio ad Ar'tuu, tuo figlio è l'unica persona a cui l'ho rivelato. Il motivo per cui sto per rivelartelo, Arthur, è perchè hai già dimostrato grande valore e soprattutto perchè so che non puoi essere solo uno dei suoi accoliti.”.


 

“ Dimmi tutto, Galahad. E farò del mio meglio per aiutarti.”, disse infine Arthur, temendo cosa avrebbe potuto sentire.


 

Con la pioggia che scendeva attorno ai due uomini una terribile verità venne tramandata e assieme a esso il giuramento di porvi fine.

                                                                                                            *****

Psyscape: Regno nascosto  nell'Ohio, popolato come dice il nome da molti psichici e incantatori. Sono in guerra perenne con Ixla, una potente Intelligenza aliena( simile agli Splugorth) con potenti poteri necromantici che manda contro di loro orde su orde di non morti.

                                                                                                           ******
E la prima parte di questo viaggio si è conclusa. Non so dire se e quando arriverà la seconda, visti i vari impegni che ho in programma( tra cui un'AU di Kingdom Hearts), ma nel frattempo spero che vi siate divertiti a leggere quanto io a scrivere. Ogni consiglio riguardante le prossime vicende dei nostri è ben accetto, vi assicuro che ne vedranno delle belle.





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