Matt
non sa come è riuscito a orientarsi tra i vicoli bui di
Londra e a
raggiungere il palazzo dove abita Anna reggendosi sulle
sue
gambe malferme. Mentre si trascina su per le scale, il mondo gli
vortica intorno, violente scariche di nausea gli trafiggono la testa
e la sua mano si serra sempre di più intorno al collo della
bottiglia di whisky – lasciarla cadere
significherebbe perdere
la sua unica àncora di salvezza.
La
porta dell'appartamento è
già spalancata. Anna, avvolta in una vestaglia da notte
verde
smeraldo, lo aspetta in piedi sulla soglia, con le braccia incrociate
al petto e le scure sopracciglia inarcate in un'espressione
metà
preoccupata e metà costernata.
“Buonasera,”
sospira,
scostandosi per lasciarlo passare; Matt varca velocemente la soglia e
si ritrova a barcollare in avanti, la mano libera che scatta per
aggrapparsi al braccio di Anna.
“Sei
messo proprio male,”
dice lei, in un tono ironico ma venato da una punta di
preoccupazione. “Si può sapere cosa è
successo?”
Lui
si stringe nelle spalle
e risponde con una risata fredda prima di riprendere a bere il
whisky. Anna scuote la testa e sospira nuovamente; dopotutto, non
è
la prima volta che Matt si presenta a casa sua, ubriaco marcio, nel
cuore della notte.
“Dai,
vieni”, dice,
afferrandogli la mano. “Spiegami perché sei qui da
me.”
Matt
si sforza di mettere un
passo dietro l'altro mentre segue Anna in salotto; ha una voglia
matta di crollare sulle ginocchia, di stendersi a terra e lasciare
che i suoi occhi allucinati si perdano nelle forme e nei colori che
si sdoppiano intorno a lui. Nel momento in cui si lascia cadere sul
divano, la bottiglia gli sfugge di mano e s'infrange a terra; lui
rimane immobile, lo sguardo atono fisso sulla pozza di liquore che
s'allarga sul pavimento.
“Hey,
Matt, lo sai che qui
puoi bere quanto vuoi ma almeno evita di...”
“Cordelia e James
si sposano.”
Anna
tace e un'espressione
di pura sorpresa si dipinge sul suo viso.
“Cosa
hai detto?”
“Hai
capito bene. Cordelia... Cordelia sta per sposare James,”
Ogni
parola soffiata fuori è una stilettata gelida nel petto, un
cappio
sempre più stretto intorno alla sua gola devastata dalla
nausea.
“Pensavo che la notizia ti fosse già arrivata.
L'hanno annunciato
oggi davanti al Conclave...”
La voce gli si spezza e lui si
ritrova piegato in avanti, le mani affondate tra i capelli e le
spalle scosse da tremiti incontrollabili – il suo
intero mondo è
crollato a pezzi come la bottiglia infranta a terra e non
c'è nulla
che lui possa fare per raccoglierne i cocci.
“Oh,
Matt...”
Le
dita di Anna gli
accarezzano il viso e lui solleva le labbra in un sorriso che appare
debole, disarmonico e fuori posto sul suo viso devastato dal dolore.
“Non
so cosa fare,”
mormora. “Mi sento come se avessi perso tutto. Come se la mia
esistenza non avesse più alcun significato.”
“Non
parlare così, ti
prego. Hai solo diciotto anni.”
“Diciotto
anni e il cuore
a pezzi. Che brutta storia, vero? Degna di una tragedia
shakesperiana.”
Anna
alza gli occhi al
cielo, mordendosi il labbro per nascondere un sorriso che stavolta
Matt non riesce a ricambiare.
L'ebrezza
dell'alcol si sta
affievolendo sempre di più – il freddo si fa
strada al posto del
calore – e lui anela disperatamente a trattenerla con
sé, a
nutrirla finché il suo corpo non tornerà a
divampare in ondate di
euforia.
“Il
faut
être
toujours ivre. Il faut
être
toujours ivre,”
cantilena tra sé e sé, per poi sollevare gli
occhi sul viso confuso
di Anna. “Enivrez-vous,
enivrez-vous sans cesse.
Sai cosa diceva Baudelaire? Che bisogna essere sempre ubriachi. Non
importa di cosa... ubriachi di vino, di poesia o di virtù...
fare di
tutto per scacciare l'angoscia che ti divora quando l'ebrezza
scompare, per recuperare quella sensazione...”
“Credo che tu
abbia bisogno di andare a dormire adesso,” lo interrompe Anna.
“No,
ti prego. Hai qualcosa da farmi bere?”
“Forse
mi rimane un po' di
vino ma non è il caso...”
“Ti prego.”
Anna
si lascia sfuggire un
sospiro rassegnato, gli dà le spalle e si dirige verso la
cucina.
Matt si sente riempire di sollievo quando la vede tornare con una
bottiglia di vino rosso già stappata in mano.
Ben
presto, il mondo
riprende a vorticare sempre più velocemente, fino a
liquefarsi
nell'odore e nel sapore artigliante del vino. Matt sente il dolore
quietarsi e il suo corpo riprendere a divampare in ondate di euforia
– un'euforia dal sapore amaro che ha tradito la sua stessa
natura –
mentre la sua mente scivola verso l'oblio nel quale lui anela ad
annegare ogni singolo brandello del suo respiro, della sua
carnalità,
della sua coscienza.
Nel
corso della sua vita,
Matthew Fairchild ha sperato più volte di potersi lasciare
alle
spalle i suoi vizi per imparare a essere ebbro solo di poesia,
virtù,
amore. Ora si rende conto che le mani di Dio non
l'hanno
creato per l'amore; i versi delle poesie non offrono che effimere
illusioni – decantano passioni che non potranno mai
appartenergli –
e lui non conosce alcuna virtù se non la corsa disperata
verso lo
squallido, gelido abisso che lo attende sul fondo della bottiglia.
Il giorno del
suo
matrimonio, Cordelia veste un abito bianco candido e un sorriso
ardente come il rosso dei suoi capelli.
Matt
veste gli abiti neri
del lutto e un sorriso di vetro, pronto a infrangersi nel momento in
cui rimarrà solo con i suoi demoni.
Solo
quando
l'alcol torna ad accarezzargli la gola – nella solitudine di
un
salotto illuminato solo dalle fiamme guizzanti nel caminetto
– Matt
si illude di poter ricordare che sapore abbia la felicità.
Ride
quando la bottiglia gli
sfugge dalle mani e s'infrange in pezzi sul pavimento. Ride mentre
crolla a terra sulle ginocchia, le dita che artigliano i riccioli
biondi sul suo capo – questo è il senso
della vita essere ebbro
essere felice con questo vino in corpo sentir scorrere nelle vene
quel calore che avrebbe voluto poter accogliere dalle mani di
Cordelia quelle mani che non possono appartenergli che da oggi
apparterranno solo a James...
Piega
in avanti la testa e
finalmente vomita tutto il suo dolore, catrame che gli abbandona la
gola per inquinare il pavimento.
Nel
momento in cui si lascia
cadere a terra, con le braccia spalancate e gli occhi fissi sul
soffitto, le sue risate si tramutano finalmente in pianto. Le
promesse delle poesie lo hanno tradito, la libertà cercata
nell'ebbrezza non è altro che un'illusione, l'amore
è un'illusione
e le lacrime che gli bruciano il viso portano con sé il
sapore degli
occhi ormai perduti di Cordelia – un sapore ancora
più spietato
e amaro di quello che lo attende sullo squallido fondo di una
bottiglia.
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