Respiro notturno

di JeanGenie
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Mircalla si cullava al suo respiro.

Accoccolata sul suo petto, con le zampe raccolte sotto di sé, la guardava dormire, innocente preda sognatrice. Avrebbe voluto poter fare le fusa e concedersi le sue carezze. Ma lei era una belva e osservava la vena sporgente che correva fra le sue clavicole.

Fanciulla e vittima, come tante prima di lei. Come nessuna prima di lei. 

Mai nessuna aveva avuto acqua limpida negli occhi. Mai nessuna aveva avuto quella purezza nel sangue. 

Ed era sua. Lo era stata dalla prima volta in cui l’aveva guardata, inchiodando per sempre quello sguardo azzurro nel suo. 

Lei non sarebbe morta. Lei sarebbe rinata. Mircalla affondò i  denti di oscuro felino notturno nella sua arteria beandosi del suo amore assopito e sognando di quando, al mattino, lei si sarebbe offerta di spazzolarle i capelli.

Goccia dopo goccia l’avrebbe trascinata con sé.

Per lei, sarebbe stata Carmilla per sempre.





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