À l'amour comme à la Revolution

di Starfallen
(/viewuser.php?uid=995691)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


 
Marzo 1781
 
 
****
 
Adrien scese a rotta di collo le scale che conducevano ad uno dei cortili interni della reggia, era in estremo ritardo per la lezione di scherma, monsieur D'Argencourt non sarebbe stato sicuramente felice di questa sua mancanza di puntualità.
Arrivò finalmente in fondo alle scale e si fermò un istante per riprendere fiato, si diede una rapida sistemata, aggiustandosi il tricorno che portava sulla testa e la spada che portava sul fianco e si diresse di corsa verso il cortile ovest, sotto gli appartamenti del sovrano, dove si tenevano le esercitazioni.
 
Cercò di fare più velocemente che poteva. Perché doveva fare sempre tutto così di fretta?
La risposta era semplice, se la sentiva ancora bruciante sulla pelle, era rimasto troppo a lungo a pensare cosa scrivere sul biglietto di scuse da fare recapitare alla povera Chloé per la sua imperdonabile assenza alla cena di qualche sera prima. 
 
Infatti, dopo essere tornato dalla sua improvvisata notturna a casa di Marinette era rientrato nei suoi appartamenti era inizialmente felice di essere riuscito a vederla, non aveva avuto del tutto la conferma dei suoi sospetti, ma sentiva che quell’intreccio stava diventando un filo sempre più lineare.
 
Purtroppo una volta rientrato si era scontrato con la dura realtà, ovvero i suoi genitori. E se sua madre nel rivederlo le era sembrata quasi del tutto sollevata e preoccupata al tempo stesso, capì il motivo della sua apprensione quando incontrò lo sguardo severo ed algido di suo padre.
Erano entrambi seduti sul divanetto situato nell’anticamera della sua stanza da letto, evidentemente lo stavano aspettando.
 
C’era uno strano silenzio e tensione nella stanza, che Adrien aveva percepito non appena vi aveva messo piede.
 
Gabriel lo fissava con i suoi penetranti occhi grigi che lanciavano fulmini nella sua direzione, un brivido corse pericolosamente lungo la sua schiena: Regardez qui nous honoré de sa présence!Peccato che la cena sia finita da più di un’ora.” 
La cena, se n’era completamente dimenticato.
Gabriel si alzò, e gli andò vicino, restando a qualche centimetro di distanza, lo fissò arcigno per alcuni minuti dalla cima della sua statura.
 
Poi un fruscio, seguito da un colpo secco spezzò il silenzio che si era creato. Adrien si ritrovò sul pavimento con la parte lesa del volto dolorante ed arrossata, sentiva le lacrime pizzicargli gli occhi: “Dovevi fare una sola cosa!” – proseguì il padre furioso – “Presenziare alla cena di stasera! La tua assenza ci ha messi in forte imbarazzo, oltre ad aver offeso i coniugi Bourgeois, e la tua futura sposa!” 
Tuonò.
 
Si puntellò sugli avambracci per cercare di tirarsi su da terra, guardò di sottecchi sua madre, lei sarebbe voluta intervenite lo sapeva bene, ma in quel momento avrebbe solo peggiorato le cose.
“E come se non bastasse hai fatto preoccupare a morte tua madre – che in un primo momento ha anche cercato di coprirti -, ma adesso basta! Non metterai più piede fuori dalla reggia, o dalle tue stanze fino a nuovo ordine!” tuonò Gabriel, con il tono più imperativo di sempre.
 
“Ti sarà concesso allontanarti da qui solo per le lezioni di scherma e poco altro. Ora vedi di trovare un modo intelligente per scusarti con Chloé!” 
E detto questo, Gabriel Agreste scomparve oltre la soglia della porta diretto nelle sue stanze.
 
“Alla buonora monsieur Agreste! Vous prendez votre temps.” – “Mi perdoni monsieur D'Argencourt…” – “Su, su, si sbrighi a riscaldarsi così possiamo cominciare la lezione.”
Adrien annuì, si sfilò il giustacuore in raso, rimanendo in camicia e gilet, prese una spada da allenamento e cominciò il suo riscaldamento tagliando nervosamente l’aria con diversi affondi.
 
“Ce la siamo presa comoda.” – Nino gli si avvicinò sorridendo – “Ti sei intrattenuto troppo a lungo nel letto della tua bella questa notte?” Adrien strabuzzò gli occhi a quell’irriverente affermazione. 
Aveva raccontato a Nino della sua idea, ma non aveva avuto modo di riferirgli com’era andata. Nella mente vedeva ancora cristallina l’immagine di Marinette, avvolta nelpeignoirche cercava di coprire pudicamente il suo corpo.
 
“Come ti viene in mente? Non oserei mai...”  
Nino ghigno malefico nel vedere l’amico arrossire dallo sconcerto a quella sua affermazione: “Solo tu puoi introdurti in casa di una fanciulla senza provare a sedurla!” 
“Cosa avresti fatto Agreste?!” – 
Ecco, ci mancava solo quel serpente – “Ti saresti introdotto in casa di una giovane? Lo sai vero che tratta di effrazione, cosa direbbe vostro padre?” – “Vedi di girare a largo Couffaine.” Soffiò nervosamente Adrien, l’ultima cosa di cui aveva bisogno era essere infastidito anche da lui.
Luka inarcò un sopracciglio, quasi divertito dalla sfrontata insolenza di quel piccoletto. 
 
Nous sommes particulièrement insolents aujourd'hui Agreste. N’est pas?”– “Ho le mie questioni di cui occuparmi, e l’ultima cosa che voglio è sentire i tuoi commenti su questioni che NON ti riguardano.”
Gli si avvicinò con aria di sfida, Luka era più alto di lui di diversi centimetri, ma in quel momento Adrien si sentiva quasi eminente.
 
Quell’insolente ghignò ancora, e Adrien già indispettito a sufficienza moriva dalla voglia di tirargli un pugno dritto su quella faccia da schiaffi, ma l’ultima cosa che voleva era finire nuovamente nei guai per aver provocato una colluttazione. Fece un respiro profondo e provò a rasserenarsi, si ritrasse e face per andarsene, ma Luka non voleva desistere.
 
“Che fai? Fuggi? Oltre ad essere un ratto sei anche un vigliacco?”Eh no, questo non lo tollerava! 
“Non ti permettere!” disse sguainando la spada, si girò a guardare Luka, era furente: “Ti sfido a duello!” – con un movimento deciso si sfilò il guanto e lo gettò ai piedi di Luka -“Vedremo se quando avrò finito con te avrai ancora voglia di infastidirmi!”
 
I due giovani impugnarono le rispettive spade pronti per sfidarsi apertamente.
 
 
****
 
Si stavano dirigendo nelle stanze del re, era arrivato giorno in cui la regina aveva deciso che era ufficialmente arrivato il momento di mettere al corrente lui e alla corte delle sue condizioni. 
Lei, Madame Elisabetta, la principessa di Lamballe, la duchessa di Polignac e Audrey Bourgeois, stavano percorrendo, in un silenzio rotto solamente da qualche risolino divertito, mentre percorrevano la Galerie in direzione della Salle du Congrès per dare a sua maestà l’annuncio ufficiale. 
 
Ora che conferma era stata data.
 
“Madame, la vostra trovata è stata davvero molto ingegnosa.” – le aveva detto la regina mentre erano in carrozza – “Come conoscevate questo metodo?” – “Mio padre era appassionato di storia antica, in uno dei papiri che amava ha ritrovato delle iscrizioni che parlavano di questo metodo usato dalle donne per avere la certezza della loro condizione.”
Emilie ridacchiò appena, ripensando a suo padre Bernard,che quando lei era solo una bambina, la prendeva sulle ginocchia e le faceva leggere i suoi libri sull’antico egitto, e, a differenza di sua sorella Amelie che aveva sempre disdegnato la storia, preferendo altre arti come il canto o il ballo, lei invece si era appassionata, in particolare al modo in cui gli antichi si servivano delle erbe.
 
Durante le sue ricerche aveva trovato delle iscrizioni particolari, aveva discusso con suo padre della sua scoperta, lui aveva stroncato le sue ricerche dicendo che “Una signorina per bene non si interessa di certe questioni!” sequestrando i fogli su cui stava traducendo.
Ma lei non aveva desistito e approfittando delle frequenti assenze del padre era riuscit a recuperare le sue ricerche che, come aveva dedotto, parlavano di un antico metodo – a quanto risultava, molto attendibile - usato dalle donne egiziane come comferma del loro stato di gravidanza*.
 
Lei stessa, una volta sposata l’aveva utilizzato per accertarsi delle sue condizioni e si era rivelato affidabile, infatti mesi dopo era nato il suo Adrien, e lei non poteva esserne più felice.
Aveva riflettuto a lungo sul se azzardarsi a parlarne con a regina durante la sua prima gravidanza, pur sapendo che Madame era una donna moderna e di larghe vedute a differenza di molti nobili della corte – compreso qualcunodel suo enturage – ma questa volta era andata decisa, e infatti alla regina era piaciuta questa sua iniziativa.
 
Le donne arrivarono di fronte al grande portone, dietro le cui porte vi era l’anticamenra della Salle du Congrès, dove il re stava conferendo con i ministri. Non appena il valletto che era di guardia alla porta le vide s’inchinò profondamente difronte alla regina, che rispose abbassando apena il capo: “Monsieur.” – esordì Sua maestà - “Riferite al re che ho bisogno di conferire in privato con lui immediatamente! Andate a chiamarlo e riferitegli che lo attenderò qui nell’anticamera!”
 
Riferì quell’ordine con una tale serietà che a qualcuna scappò un risolino impertinente.
“Oui, Votre majestè!” Questi le si inchinò nuovamente per poi sparire dietro una seconda porta.
L’attesa non fu lunga, infatti dopo solo una manciata di minuti la porta si riaprì, mostrando l’imponente e massiccia figura del re: “Bonjour mia regina, a cosa devo il piacere della vostra visita?” 
Le donne non dissero una parola, tutte si limitarono ad inchinarsi profondamente seguendo i mivimenti della regina.
 
“Che succede, trovo molto strano questo vostro rispetto dell’etiquette”rise l’uomo, riferendosi alla ben nota insofferenza della consorte nei riguardi dell’etichetta di corte: “Veramente maestà.” – disse la regina ancora a testa bassa e con tono più serio che mai– “Sono venuta qui da voi per denunciare un fatto altamente increscioso che si è verifcato.” Fece una pausa ad effetto.
 
Per sua fortuna Emilie aveva il capo chino perché non potè esimersi dal lasciarsi sfuggire un sorriso divertito: “Vedete… uno dei vostri sudditi ha osato darmi un calcio al ventre!”- “Che cosa?!?! Chi ha osato…” 
In quel momento Antonietta si sollevò e cominciò a ridere, assieme a lei tutto il suo enturage si lasciò andare a risatine divertite.
 
Il re parve subito alcuanto spaesato da quella inaudita reazione delle donne, gli ci vollero diversi secondi per colgliere i segni dello scherzo fattogli dalla moglie: “Siete… siete per caso incinta Madame?” La regina annuì e ilvolto dell’uomo s’illuminò dalla feilcità: “Presto avremo un altro bambino, grazie a madame Agreste ho avuto la conferma proprio in questi giorni e sono venuta a comunicarvelo!” 
 
“Ho sia lode a Dio! Avremo un altro bambino! Grazie madame per il vostro aiuto!” – “Ho solo fatto il mio dovere vostra maestà!” 
Emilie sorrise sinceramente contenta per la felicità provata dalla sua regina nel sapere che sarebbe stata di nuovo mamma, nel profondo del suo cuore sperava di poter dare anche lei presto questa notizia al suo amato Gabriel.  
 
 
****
 
Era una così bella giornata quella, non aveva potuto trattenersi dal domandare alla sua istitutrice il permesso di poter fare lezione all’aperto.
E, se madame de Mendeleiev le aveva negato il permesso, per via delle sue molteplici insofferenze verso gli insetti e la natura in generale, mademoiselle Bustiersi era rivelata più flessibile e le aveva concesso di tenere la sua lezione di ricamo e cucito fuori al fresco.
 
Ed era li che si trovavano, nel giardino sedute sotto le fronde del castagno che cresceva rigoglioso. L’aria fresca le accarezzava il viso mentre ricamava uno dei suoi fazzoletti di cotone col il nuovo punto a spina di pesce insegnatole da mademoiselle Bustier, il leggero venticello si alzò quanto bastava per sollevare appena i bordi del fazzoletto, dato che non erano incastrati nel telaio svizzero che stava utilizzando per il ricamo.
 
D’un tratto un fruscio inatteso la fece sobbalzare appena e voltare di scatto veso il cespuglio da cui proveniva il rumore: “Tutto bene mademoiselle?” – Marinette si voltò verso la donna, e le sorrise per rassicurarla – Oui oui, è stata solo un fruscio molesto.” Riprese a fare il suo lavoro, cercando di concentrarsi, ma era sempre vigile, aveva ancora la guardia alta per quello che era successo qualche sera prima.
Non aveva detto a nessuno di quella misteriosa visita, neanche ad Alya, nonostante l’avesse vessata con le sue domande sulla provenienza di quella rosa che ora si trovava in un grazioso piccolo vaso sul suo tavolo da toletta.
 
Continuava a ripensare a quel misterioso giovane che aveva fatto irruizone in casa sua, non poteva negare lo spavento, ma come si era destreggiato sia con le parole che con i gesti, era stato – considerando tutto – estremamente galante.
Ripensò a quanto accaduto, lei era li, in quel giardino che ripensava al discorso tenutole da sua madre sul fantomatico marquise, che l’aveva turbata  molto, e le parole di conforto da lei pronunciate, non erano bastate a rincuorarla. Era perciò scesa in giardino, a prendere un po’ d’aria e a cercare sollievo nella notte, e li era successo.
Dal cespuglio di rose era comparso quel giovane, non l’aveva riconosciuto in un primo momento, ma era il giovane che veva incontrato al ballo in maschera. Cosa ci faceva li in casa sua? E soprattutto, come sapeva che lei viveva li? Si era fatta tutte quelle domande, e ripensato ai suoi gesti, forse era vero che era li per lei, che l’avesse riconosciuta? Ma dove potevano essersi incontrati, dato che non si erano più visti dal ballo in maschera?
 
Ripensò a lui, doveva essere di buona famiglia, perché era a conoscenza della mitologia classica, e i suoi modi erano troppo galanti. Ripensò alla sua divisa da moschettiere, sebbene si vedeva essere parecchio datata era di ottima fattura, il suo buffo cappello in feltro, quei capelli biondi e quei gentili occhi verdi che tanto le ricordavano quelli di monseur Agreste, arrossì appena, come le capitava spesso quando pensava a lui...
“Ahia!” – “Oh santa Caterina**! Mademoiselle fate attenzione!” Marinette si era punta il medio sinistro*** con l’ago mentre era assorta nei suoi pensieri, ora una piccola goccia di sangue si andava formando sul dito.
 
“Venite mademoiselle.”  La donna le si avvicinò e le prese dolcemene la mano, e la condusse verso la fontana, dove le immerse la mano lesa. Lei ebbe appena un sussulto al contatto con l’acqua fredda: “Deduco che il lavoro vi è entrato proprio nella pelle.” Disse scherzosamente la donna, Marinette ricambiò la sua allegria – “Oui, mademoiselle oggi sono più distratta del solito.” La donna la osservò: “Ho notato, c’entra per caso un giovane?” 
 
Com…? Cos…? Come faceva a saperlo? Marinette sgranò gli occhi e arrossì appena colta in flagrante. 
“Come fate a saperlo mademoiselle?”–  la donna rise nuovanete con aria complice – “Non lo sapete? Ogni dito delle vostre mani ha un significato particolare.” – alzò la sua manina e la rivolse verso il palmo – “La mano sinistra è la mano dei sentimenti, pungersi un dito specifico ha dei signficati precisi, e voi mademoiselle vi siete ferita al dito dell’amore.” 
 
Mademoiselle Bustier le strizzò un’occhio complice e Marinette sgranò gli occhi sbalordita era stata tradita da un ago, non ci poteva credere nemmeno lei.
 
 
 
****
 
 
 
* Nell’antico egitto infatti le donne usavano questa sorta di “test di gravidanza” che consisteva nel fare pipì in un sacchetto di orzo e farro, che germogliavano se una donna era effettivamente incinta, aveva un’attendibiltà del 75%. 
 
**Santa Caterina è convenzionalmente la santa delle sarte
 
*** È una credenza delle sarte, ogni volta che ci si punge un dito – in questo caso si tratta della sinistra legata al cuore, mentre la destra è quella del lavoro -  in questo caso il medio della mano sinistra è il dito legato all’amore.
 
 
 
Considerazioni finali:
 
Auguri a tutti voi di buona Pasqua in ritardo e buona pasquetta ancora in tempo per fortuna!
Eccomi qui, finalmente sono riuscita ad aggiornare – amen gloria – hanno fatto in tempo ad essere rilasciate ben 2 puntate della serie e lo speciale Shangai durante la mia assenza….
 
Lo so, non ci siamo mossi molto, ma c’erano dei punti che non potevo saltare perché più in la alcune cose ritorneranno nella trama, e con questo volevo aggiungere dei tasselli in più per facilitare la comprensione di alcuni avenimenti futuri, come nel caso della rivalità tra Luka e Adrien che vedrete, si farà sempre più accesa per via di qualcuno, mi sembra superfluo specificare chi sia >.< , preparatevi perché ne vedremo delle belle.
 
Ho aggiunto un piccolo Ester egg – visto che è periodo – direttamente dell’anime di Lady Oscar nel POV di Emilie, mi è sempre piaciuta un sacco quella scena e non ho resistito dal riproporla qui!!!
 
Vi avviso già che nel prossimo capitolo che è già in revisione ci sarà un salto temporale e tante novità in arrivo. 
Spero che i capitolo sia stato di vostro gradimento e spero di avervi rallegrato le feste con questo piccolo regalo!
 
Un bacione e alla prossima.
 
Starfallen




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3971583