Per una pinta di amarezza e qualche imprecazione in più

di CatherineC94
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Party Hard
 
 
Aberforth si maledice per ogni passo che sta compiendo in quei gelidi corridoi.
Grugnisce gutturale, borbotta e lancia qualche imprecazione tra i denti, contro chi lo circonda, notando che un gruppo di studenti lo sta osservando atterrito.
«Che avete da guardare voi? Razza di incompetenti, fra un paio d’anni ci rivedremo sul bancone del mio pub!» latra con immane perfidia.
« Per amor del cielo, di qua!» dice  una voce severa alle sue spalle.
Aberforth segue la vecchia Minerva che lo conduce in una piccola stanzetta, dove l’intero corpo docenti e Gazza lo stanno osservando.
«È più emozionante di quella volta che avevo dimenticato come ci si siede!» dice disgustato.

 
«Cosa stiamo festeggiando?» chiede senza fronzoli.
«Il compleanno di Mastro Gazza» risponde quel pesce lesso di suo fratello.
Aberforth trattiene un conato di vomito e si ripromette di non accettare mai un suo invito in futuro.
«Quanti anni sono, Argus?» chiede quella pentolaccia della Sprite.
Gazza mastica un’ingiuria mista ad una risposta standard di cortesia, mentre una strana tizia irrompe nella sala.
«Mi scusi, preside per il ritardo. Mi sono persa nel mio occhio interiore senza accorgermi di nulla» blatera la strana donna.
«Non fa nulla Sibilla, siedi pure c’è un pasticcio niente male» risponde il vecchio bacucco.
«Avete messo la gatta nel pasticcio?» sussurra mellifluo Aberforth.
 Minerva  lo guarda torva.
 
 
«Quindi cosa diceva quell’occhio?» chiede Aberfoth rassegnato.
Due ore dopo, ancora sta ascoltando i vaneggiamenti di quel custode pazzo che lo hanno reso stanco ed irascibile. Tutti guardano avidi la porta in attesa di poter fuggire in qualche modo, mentre lui sta mettendo sotto torchio la strana donna entrata prima, che somiglia ad un moscone.
«Avverto strane vibrazioni, qualcosa di oscuro sta per succedere» risponde quella.
«Tipo?» la tenta.
«Calamità, sciagure!» continua ormai alticcia.
«Moscone ubriaco, sei davvero positiva!» le dice ironico.
Lei mette uno strano broncio, gli occhi sembrano velati di lacrime e si volta dall’altra parte.
«Dovresti venire al mio Pub, lì avvengono vere disgrazie» le dice malizioso.
Arrossisce.
 
 


Note.
Nuovo giorno, nuovo prompt: Day 8: “È più emozionante di quella volta che avevo dimenticato come ci si siede”. Per i coraggiosi che hanno letto fin qui: GRAZIE e scusate per la raccolta demenziale e trash. Vi ricordo la challenge che potete trovare QUI, non fate i timidi e prendete parte a questo divertente esercizio di scrittura. Un abbraccio.
 




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