Cuori nella tempesta

di Fiore di Giada
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Cauto, circospetto, Miguel aprì la porta ed entrò nella stanza da letto.
Il suo sguardo venne attirato dalla figura di Vulcano Rosso, distesa sul letto, le braccia strette contro il petto.
Una morsa di amarezza strinse il cuore dello spagnolo. Teodoro, il suo amato Teodoro, si stava consumando dall’amarezza.
Per lui, il ventiquattro ottobre era un giorno doloroso.
Gli ricordava l’orribile morte della sua amata Flora.
Sospirò, si stese accanto al lottatore italiano e gli cinse la vita con un braccio. Comprendeva bene i sentimenti di Teodoro.
Provava anche lui una simile pena, quando giungeva il dodici agosto.
In quel giorno d’estate, il matrimonio di sua sorella Ana era stato inondato di sangue.
Accennò ad un sorriso. No, non poteva criticare il compagno per il suo stato d’apatia.
Anche lui comprendeva bene quell’irrimediabile senso di vuoto, che nulla avrebbe potuto colmare.
Strinse con ancora più forza Vulcano Rosso contro il petto e appoggiò la testa contro la sua spalle. Non gli avrebbe però permesso di chiudersi nella sua pena.
Avrebbero navigato insieme in quell’oceano burrascoso.
Vulcano Rosso accennò ad un sorriso e chiuse gli occhi, inebriato da quel tocco. Miguel aveva compiuto un gesto semplice, eppure aveva calmato i tumulti della sua anima.
Sentiva la vicinanza del suo amato spagnolo ed era una sensazione magnifica.
Grazie, Miguel. Grazie della tua presenza. –







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