Era difficile credere che la persona nello specchio fosse proprio lei, non riusciva a riconoscersi, non c'era niente in quella persona che le ricordasse chi era. Quelle braccia sottili, private della forza di un tempo, il viso spigoloso e i capelli corti, la pelle bruciata dal sole, lo sguardo stanco di chi ha visto troppo.
Rise, era assurdo come ci fosse voluto così tanto tempo e dedizione per diventare ciò che desiderava e come fossero bastati pochi mesi e una manciata di stronzi per distruggere tutto.
< Abby? Abby sei qui? > Sorrise, forse quel cambiamento non era così male, poteva essere un nuovo inizio, un punto di partenza per diventare qualcuno di nuovo, qualcuno in pace con sé e con il proprio passato, qualcuno in grado di guardare al futuro.
< Si, sono qui. > La porta si aprì con forza mostrando un Lev decisamente esaltato.
< Guarda cosa mi ha fatto Ennie! - Tirò fuori da dietro la schiena un pezzo di stoffa rettangolare che sembrava vagamente un reggiseno sportivo - È per appiattire il seno, posso indossarlo solo per otto ore e solo se non sto facendo sforzi, ma è la cosa più forte che abbia mai visto. >
Non potevo credere che Ennie l'avesse già finito, era stata un lampo.
< Lev... ma è fantastico! > Non riuscì a trattenermi e lo abbracciai, ero così contenta, questo posto era perfetto per lui. La sua piccola testa sbucò fuori dal mio braccio e mi diede uno sguardo accigliato.
< È tutto ok? Stai bene? > Risi forte, Lev era un ragazzo fantastico.
< È tutto perfetto. Perché non vai a provarlo? Vediamo come ti sta. > Un ultimo attimo di esitazione e poi corse raggiante dietro il divisorio.
Le cose sarebbero andate bene. Eravamo vivi e stavamo bene, Lev stava bene e questo era tutto ciò che contava davvero.
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