come in un sogno
~Come in un brutto sogno~
NOTA:
Questa Fan Fiction si svolge in una regione scoperta da poco di nome
Criskhar, dove i suoi abitanti vivono in perenne guerra, e dove
il Team Rocket
sta cercando di metter piede.
Quando il ragazzino riaprì gli occhi si ritrovò in una bianca
tenda, con persone che urlavano e che piangevano.
La testa gli stava esplodendo al sentire quelle voci e la sensazione
che stava provando era davvero angosciante.
-Dov'è il mio Growlithe? Dove?!- tuonò il ragazzino che aveva
delle bende al braccio.
L'infermiera Joey accanto a lui si preoccupò.
-Ehi, stai bene? come ti senti?- chiese gentilmente al ragazzo, il
quale si calmò.
-Si, sto bene!Ma il mio Growlithe! Dov'è?- chiese un po' confuso.-
-Mi dispiace dirtelo, ma il tuo Growlithe...- abbassò la testa
l'infermiera.
Il ragazzino sgranò gli occhi e spinse via Joey e corse via da quella
tenda bianca.
-Ragazzino! Torna indietro! Se esci di lì...!- disse la donna davvero
sconvolta mentre tendeva la mano verso di lui,
ma il ragazzino non si fermò, corse verso la foresta.
Era notte, e solo le luci di Volbeat e Illumise facevano capolino di
tanto in tanto in lontananza.
Il ragazzo dai capelli verdi con una ciocca blu correva per la foresta
piangendo e ripensando a tutto ciò che aveva vissuto
con il suo amato Pokèmon.
Tutte le volte che aveva paura, il suo fidato amico l'aveva protetto.
Erano amici fin da molto piccoli, praticamente erano nati lo stesso
giorno, e avevano un legame molto speciale.
E lui non c'era più.
Non era a ccanto a lui, e quello lo aveva scosso.
Un forte vento freddo e forte si faceva sentire nel loco, e sia gli
occhi che i piedi gli iniziavano a fare malissimo.
Appoggiò la testa ad un tronco di un albero piangendo e gridando con lo
sguardo rivolto verso al terreno.
Tutto quello gli sembrava davvero un brutto sogno.
-Accidenti! ACCIDENTI!- ringhiò davvero addolorato.
Dopo poco che stava a disperarsi, sentì delle voci.
Si appostò e vide dei membri del Team Rocket che stavano
tagliando delle foglie a degli Oddish e frustando dei poveri
Bellsprout.
Tutto quello lo scioccò davvero. Non bastava la batosta che
il suo amico non era più lì, ma stava assistendo alla tortura di poveri
Pokèmon che sicuramente sarebbero morti o chissà
cos'altro in mano a quei Rocket.
-SMETTETELA!- la sua voce tuonò come un fulmine e sovrastò
le voci concitate dei criminali che si fermarono e si voltarono a
guardarlo.
Un Rocket stava ancora tenendo un Oddish per le foglie tra
le mani, mentre aveva il coltello sporco di sangue.
-Cosa hai detto, moccioso? Forse non sai chi siamo noi!-
disse la recluta mentre ruotava la testa in modo confuso e ironico
verso il ragazzo.
-Ho detto di smetterla di far del male a questi Pokèmon e
di sloggiare!- ripeté con far serio e deciso.
Aveva paura, ma non gli interessava, forse era la sua
tristezza e disperazione a guidarlo.
Il suo Growlithe non c'era più, e quello gli bastava per
desiderare di non andare più avanti.
I Rocket scoppiarono in una risata davvero senza cuore.
-Ragazzino! Non sai chi siamo? Siamo il team Rocket, non
obbediremo di certo senza combattere...- disse la recluta ridacchiando
mentre dalla cintura slacciò la Pokèball e
mandò in campo un Raticate.
-Fatti sotto ratto del cavolo! Non ho paura di te!- replicò
il ragazzino davvero innervosito mentre si metteva in posizione di
combattimento.
-Oh, oh, il ragazzino ha fegato! Ehehehehe, non ho mai
visto un combattimento tra un umano e un Pokèmon. Che ne dici di farmi
divertire?- la recluta sorrise in modo un po' bastardo.
-Raticate, attacco rapido!-
Il Pokèmon si mosse veloce verso il ragazzino e questi
socchiuse gli occhi per cercare di intercettarlo.
Riuscì a bloccarlo ma si prese anche l'attacco del Pokèmon
in pieno.
L'attacco gli fece davvero male allo stomaco ma il
ragazzino non mollò il Pokèmon e strinse il pelo del ratto con
tutte le sue forze nelle sue mani.
Fece leva con i piedi e cercò di lanciarlo via, ma il
Pokèmon lo morse alla gamba.
-Ahahahah, ma guardatelo! Forza Raticate! Iper Zanna!-
ordinò con sguardo folle il Rocket mentre il ragazzo sembrava piuttosto
frustrato e deciso a combattere ancora.
Si lasciò cadere e prese il ratto dalle orechie e cercava
di tenerlo perché quello non lo azzannasse al collo.
Il ragazzino cercò di muovere i piedi e di portarli allo
stomaco per poi dare una spinta a Raticate.
Ci riuscì dopo un po', ma era stanco e davvero provato.
Cercò in un attimo qualcosa per difendersi, e vide che
c'era un sasso lì per terra.
-Prendi questo, dannato ratto!- sclerò il ragazzo e lanciò
il sassò contro i denti di Raticate, spaccandoglieli.
Dopo lo sgomento iniziale del Pokèmon e della recluta, il
ragazzino, ferito e sanguinante si lanciò contro il Pokèmon, iniziando
a g ridare e a piangere per la disperazione.
Iniziò a prendere a pugni il Pokèmon per sfogarsi mentre il
sangue del Pokèmon e del ragazzo si mischiavano con le lacrime e le
grida.
La recluta restò sconvolta e richiamò il Pokèmon.
-Avete visto che faccio sul serio!? ORA SLOGGIATE.
SLOGGIATE E BASTA SE NON VOLETE FARE LA STESSA FINE DEL RATTO DEL
VOSTRO COMPARE!- esclamò
il ragazzino con far folle e deviato, tutto pieno di sangue
alle altre reclute che non osavano dire nientre, erano davvero
basite.
Da una tenda tutta nera uscì un uomo con i capelli rossi
lunghi e sguardo glaciale.
Il rosso guardò il ragazzino senza battere ciglio.
-Così, tu vorresti che lasciassimo questo posto?- si azzardò a parlare
l'uomo con una voce imponente dopo
essersi avvicinato lentamente con le mani nelle tasche
della sua divisa.
-Esatto. - disse il ragazzino serio e deciso cercando di
trattenere il dolore alla gamba dove il Raticate l'aveva morso.
-Non sei proprio nelle condizioni di dirci quello che
dobbiamo fare, ma... Ammiro il tuo coraggio. Mi ricordi quand'ero
ancora inesperto e giovane.- se la rise un po' beffardo il capo di
quella squadra
che era lì.
-Ah no?! Io direi di si, invece! Ho affrontato il Raticate
di quel babbeo. Posso affrontarvi tutti!- disse serio e sicuro di ciò
che diceva mentre piangeva e sentiva il suo cuore farsi sempre più
pesante.
-...Ragazzino...-
-Aster...- disse il ragazzino in modo davvero saccente e
indisponente dicendo finalmente il suo nome.
-Aster...No. Non sei davvero in grado di far niente. Si
vede benissimo che stai cercando di fare qualcosa di avventato. Senza
Pokèmon poi. Solo, senza nessuno. Senza compagni...- annuì l'uomo dai
capelli rossi.
Aster si sentì davvero inutile, strinse le mani in pugni e
digrignò i denti come a voler esternare il suo dolore, stava anche
piangendo.
-E chi te lo dice?! CHI!? Ho fatto quasi a pezzi un
Pokèmon! Posso farcela anche per altri Pokèmon! O esseri umani!- disse
davvero serio e rabbioso.
-Vuoi davvero gettare inutilmente la tua vita, così? Non
hai nulla per cui vivere? Unisciti al Team Rocket...- gli disse in modo
manipolatore l'uomo.
-Perché dovrei unirmi ad una banda senza scrupoli? Perché
dovrei sottostare a delle regole e fare del male ai Pokèmon?!- gli
ringhiò mentre la sua vista si faceva offuscata.
L'uomo gli si avvicinò poiché vide che non era un pericolo
per lui e stava perdendo le forze.
-Perché hai gli occhi di uno che ha perso tutto e che ha
smarrito la via...- sussurrò ad Aster mentre sveniva e l'uomo prendeva
il ragazzino tra le braccia.
Dopo un po' che guardava il ragazzino, l'uomo sospirò e
chiuse gli occhi.
-Smontate le tende. Abbiamo finito qui. Si torna alla
base.- disse in voce gelida ma tonante affinché tutte le reclute
potessero sentire.
Le reclute dopo un attimo di smarrimento si misero a
smantellare tutto come gli era stato ordinato.
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