Non le serve una luce per trovare la stanza dove hanno sistemato la nuova schiava.
E’ giovane, molto più di quel che si era aspettata; il pugnale stretto nella sua mano si fa pesante.
Poi incrocia il suo sguardo e rabbrividisce: occhi di chi ha visto molto più di quanto sia concesso ai mortali, occhi di chi ha visto troppo.
Lo sguardo di chi ha una storia da raccontare.
Ascoltami, sorella nel dolore, ,
perché anche tu conosci la mia pena.
Una sola è la vita mortale, mentre agli
dèi spetta l’infinito.
Eppure ci è stato dato un dono
per rendere la sorte più sopportabile:
un legame d’anime in unione perfetta.
Ti vedo stringere le dita attorno a quel pugnale:
so che conosci
anche l’altra metà della storia. .
Dicono gli dèi che il legame d’anime è
ciò che ci rende mortali;
non possiamo essere come loro.
Eppure ci è stato dato un dono che
potrebbe renderci immortali.
Ascoltami, donna mortale
ascolta la voce di un dio
che era solito illuminare la città
dei nemici del tuo popolo.
Ilio è il nome, una città caduta:
è dovuta cadere?
un’altra città saccheggiata,
un’altra guerra combattuta?
Mura impenetrabili, che scintillavano al sole,
opera mia e di mio fratello
Giardini sospesi tra terrazze candide,
strade ampie, templi imponenti.
Il passato mi tormenta:
perché proprio la mia città
che importanza può avere
Ascoltami, sorella di lacrime:
quando hai incontrato la tua metà perfetta,
non hai sentito anche tu un suono,
come di roccia che si spezza,
come cristallo che si infrange?
Non hai sentito il sapore del sangue sulle labbra, l’eccitazione come di .
chi uccide la prima preda?
Ero solo una ragazza, una delle tante adepte al tempio:
vegliavo la fiamma sempre
accesa nel braciere del dio,
nelle notti senza stelle, e sognavo quell’amore di cui
gli aedi cantavano nelle sale di mio padre.
Mi chiedevo con chi sarebbe successo:
con un uomo calmo e paziente, come Enea, o con una donna come Andromaca,
che combattendo contro Ettore scoprì di non poterlo più uccidere.
Ascoltami, donna di intrighi,
il cui marito ha avvelenato le acque
attorno alla mia città.
Osservavo sempre la mia gente,
camminavo tra loro,
fingendomi uno di voi, fino a quando lei
mi smascherò, gettandomi addosso un serpente.
So quello che si dice sul legame d’anime,
so quello che noi dèi raccontiamo:
non ero preparato a quello che sarebbe successo.
Se lo fossi stato, gli Achei non avrebbero mai
oltrepassato le mie mura,
non avrebbero mai messo
alla prova la mia fede.
Il legame pulsante pretende
e offre, dona dolore e infligge
Una coltre di buio copre la mia vista:
un’estasi che nessun dio ha mai provato.
ironia amara per un dio a cui è cara la luce.
Ascoltami, sorella nel sangue versato: lo vidi e fui sua e lui fu mio,
mente e anima, un legame mai visto prima – come
può una mente finita contenere ciò che non ha confini?
La sua voce in me, la mia mente in lui,
quando mi sfioravo, le mie dita non erano più mie.
Sentivo il mio corpo cambiare, adattarsi al cambiamento:
né donna né dea, gli occhi rivolti all’ignoto.
Come la sabbia in una clessidra,
il nostro tempo stava per finire.
Lei era in me e io in lei, io la sua voce e lei i miei occhi:
un legame che non pensavo possibile.
La mia essenza cambiava: non più dio, non ancora uomo,
qualcosa di diverso, qualcosa di inaspettato.
Nel buio delle stanze del tempio ho capito finalmente
che cosa fosse l’amore di cui i mortali parlavano,
ma era già troppo tardi.
Come la sabbia in una clessidra, il nostro tempo stava per finire.
Ascoltami, sorella di vendetta: il legame d’anime
non si può spezzare. La voce si diffuse: Cassandra
che ama un dio, Cassandra amata da un dio.
Cassandra dall’anima immortale.
Mi portarono al loro cospetto, sperando di sbagliarsi:
quello che videro li spaventò al punto da lasciarmi andare.
Se l’umanità scoprisse che anche gli dèi possono amare,
se scoprissero che anche un dio può diventare mortale
e una donna diventare immortale, che cosa succederebbe?
Molto meglio cancellare quella donna e la sua gente,
in un massacro che verrà ricordato per millenni.
Ascoltami, donna di morte: sono riusciti a spezzarla,
lei che guardava impavida nel futuro. Un legame d’anime non può
essere infranto, ma il cuore e la mente possono infrangersi.
Ancora credevo nelle parole di quel dio, mi assolvevo dalle
morti dei soldati in nome di quel legame innaturale,
finché non fui costretta ad aprire gli occhi.
Mi chiamò, invocò il mio nome per giorni,
mentre la battaglia infuriava: non venni.
Trattenuto dai miei simili, rimasi sordo di fronte alla rovina di Ilio.
Sentivo la sua mente, ma tutto era confuso: Ettore morì mentre
io piangevo d’amore in una camera vuota.
Non sentii nemmeno Aiace lacerarmi la veste.
Un legame d’anime non si può spezzare: può essere
solo rinnegato fino a rinnegare se stessi.
Ora aspetto quel pugnale che hai tra le mani, sorella mia,
per essere di nuovo libera, per liberarci entrambi.
Ti prego, donna, io che sono stato un dio, prego te:
dona a lei e a me una morte rapida, in un unico fiotto di sangue.
La pozza di sangue si allarga lentamente: a Clitemnestra sembra di vedere delle scintille danzare tra i fiotti densi, sotto la luce della luna riflessa dal pugnale.
“Che tu possa trovare la pace, sorella.” Mormora, distogliendo lo sguardo. “E che possa trovarla anche lui.”
Se ne va, in fretta: ha una vendetta da compiere prima dell’alba.
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