In quegli ultimi, infiniti secondi dilatati dalla paura, sua sorella crollò. «Non ce la posso fare… Sarò io… Pescheranno il mio nome...!»
«Non devi avere paura, Prim! E’ la prima volta, non possono pescare il tuo nome!»
«Ma… Tu e Gale…!»
«Non preoccuparti per noi, Prim!»
Il volto contratto dalla disperazione, Katniss strinse con forza le mani di sua sorella. Ormai sull’orlo delle lacrime, Prim chiuse gli occhi e non osò guardare.

I cuori che sfondavano il petto dell’assemblea scandirono gli ultimi istanti prima del verdetto. Poi Effie tuffò la mano tra i biglietti e ne estrasse uno fra i tanti.
I respiri si fecero rarefatti mentre la donna dall’orrendo vestito rosa impiegava un’eternità ad aprirlo, quasi godendo della morsa di terrore che attanagliava i poveri giovani di fronte a lei. Katniss strinse con ancora più forza la sorella a sé. E poi…
«Primrose Everdeen.» Non capì più nulla.

Avevano preso lei.
Era davvero successo.

Mentre tutti gli altri tornavano alla vita e Prim si immobilizzava dal terrore tra le sue braccia, non ebbe alcun dubbio.
«Mi offro volontaria, mi offro volontaria come tributo!» Prim spalancò gli occhi e fu sul punto di gridare. Gale fu rapido a tirarla in disparte, anche lui attonito e commosso dalla scelta della sua migliore amica. Ciascuno dei presenti si voltò a guardarla, colpito.
«Ma che piacere, signorina Everdeen.» Effie sorrise di un sorrisetto preoccupante e rimise a posto il bigliettino mentre Katniss si avviava come un fantasma verso la cattedra. «Finalmente qualcuno che si offre volontario per l’interrogazione!»