God's Champion

di SamBluefire
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Capitolo 15: pioggia di luce.


I giorni passavano noiosamente, sembravano tutti uguali, Noar si svegliava e Rodan non faceva altro che dargli ordini e lamentarsi delle carenze di Noar dal punto di vista scolastico e lavorativo.
Noar ubbidiva di mala voglia perché la maggior parte degli ordini erano lontani da casa e lui le faceva pur di non sentire le lamentele di Rodan, anche se, avevano comunque un lato negativo: lo stare in mezzo la gente lo mettevano a disagio per ovvie ragioni.
E di tanto in tanto gli capitava di incontrare i parenti dei campioni caduti e per fortuna di Noar la maggior parte lo vedeva come un eroe e una brava persona. Dopo la prima settimana che Noar aveva iniziato ad abitare a villa Trix,
Rodan cominciò a cercare di buttare Noar fuori di casa con continue scuse e ragioni senza fondamento e logica, fino ad arrivare ad un’arrampicata sugli specchi a dir poco ridicola, ogni notte lui e Iella litigavano e queste litigate finivano sempre con Rodan esasperato dalla testardaggine di Iella e andava a dormire in un’altra stanza.
Dal punto di vista di Iella era sempre lei a vincere queste discussioni anche se la stancavano mentalmente e alla fine anche il suo corpo cominciava a risentirne, Bella adorava Noar lo considerava il suo “cavaliere” mentre Roman cercava sempre una scusa per sfidarlo e provare a dimostrare di essere migliore, fallendo.
Passato i primi due mesi in quella casa e con quei compiti che gli venivano assegnati dall’avvocato Trix, Noar aveva cominciato a notare un paio di cose che man mano si faceva sempre più evidente durante le sue uscite: la gente aveva smesso di fare caso a lui in tutti i modi e passavano il tempo a lamentarsi degli dei che davano lezioni sembravano essersi volatilizzati e che nonostante la stagione fredda faceva un caldo insopportabile e che sembrava fare sempre più caldo giorno dopo giorno.
Quando fu evidente a la città che gli dei erano spariti Noar era nel mezzo di una passeggiata in centro con la sua nuova famiglia quando un gigantesco corteo che sembrava non finire mai che protestava perché i loro amati dei scomparsi, le loro urla erano assordanti e per i semplici passanti erano da un lato divertenti ma dall’altro erano fastidiosi.
Quando a un tratto, un ruggito potentissimo fece zittire i protestanti e li invitò a girarsi in direzione del porto, dove assistettero all’apparizione del dio Leviatano che come il mito del mostro uscito dalle acque che avrebbe portato la fine del mondo lui uscì dall’acqua ruggendo e distruggendo il porto, anche se in realtà i danni non erano voluti ma voleva solo uscire dall’acqua in fretta e furia.
Il ruggito del Leviatano faceva tremare la terra e assordava le persone vicine mentre dal mare onde grandi come palazzi e vortici d’acqua si alzavano verso il cielo, all’inizio Noar come la maggior parte delle persone non ci aveva fatto caso alle parole che Leviatano urlava nella testa delle persone perché distratti dai suoi ruggiti e dalla tempesta che aveva scatenato, ma per chi riusciva a ignorare i ruggiti e a concentrarsi sulle parole che il dio urlava nella mente di tutti riusciva a sentire: SCAPPATE!!! METTETEVI IN SALVO!!! Noar a fatica riusciva a capire le parole che rimbombavano nella sua testa sia per il chiasso che stava facendo Leviatano sia perché il sole era particolarmente accecante quel giorno e sembrava che ogni secondo che passava i raggi del sole si facevano più vicini alla terra, e l’apparenza in un attimo diventò realtà quando un palazzo venne distrutto da una gigantesca lingua di fuoco a dir poco abbagliante.
E dal nulla altre lingue di fuoco iniziarono a cadere come coriandoli su tutta la città e gli attacchi d’acqua del Leviatano non erano sufficienti a proteggere la città e le persone, quella pioggia di fuoco aveva messo nel panico tutta la folla compresa la famiglia di Noar.
Durante la fuga Roman e Bella caddero e si sbucciarono le ginocchia, Noar se ne accorse e li sollevò di peso per portarli via, dove? Non lo sapeva, perché quella pioggia di fuoco? Non lo sapeva, l’unica cosa certa era che il restare fermo avrebbe potuto uccidere lui e i suoi fratellini.
Poi a catturare la sua attenzione fu una lingua di fuoco nera e bianca che anzi che schiantarsi al suolo, saliva, scendeva, si separava e si riuniva.
Quando essa alla fine si schiantò al suolo, un fascio di luce nera venne scaraventato contro il muro di ciò che restava di un palazzo mentre la parte bianca prese una forma molto familiare a Noar… la dea Lys, non appena lei notò la presenza di Noar lei pur non avendo tratti somatici rivolse a Noar lo sguardo più furioso che potesse fare per poi urlare “TU!!!” e si lanciò contro Noar a tutta velocità ma venne intercettata dal fascio nero che la fermò e poi si scoprì essere Morke che stava combattendo sua sorella e come il fratello Leviatano urlò a Noar di fuggire il più lontano possibile.
Nonostante le domande che Noar sentiva di dover fare ubbidì e con Roman e Bella ancora in braccio corse a perdi fiato per la strada mentre la pioggia di fuoco continuava e Lys ogni volta che riusciva liberarsi dalla presa del fratello raggiungeva Noar con intenzioni poco pacifiche.
Durante la corsa Noar per poco non venne centrato da una lingua di fuoco ma venne salvato dalla dea Ignis e poco dopo dei serpenti giganti più grandi di Leviatano fecero la loro comparsa e nel cielo la figura della dea Jormungandr, i suoi serpenti attaccarono senza pietà la sorella mentre il resto del corpo faceva da scudo contro le lingue di fuoco facendo capire che esse provenivano dal sole stesso.
E uno alla volta fecero la loro comparsa tutti gli altri dei e si lanciarono contro Lys con l’intenzione di combatterla, l’ultimo ad arrivare fu il dio Namu, il quale prima di unirsi alla lotta guarì le ferite di Bella e Roman poi si rivolse a Lys con uno sguardo severo “Non dirmi che anche tu vuoi sfidarmi?!” disse Lys con un tono tra l’arrabbiato e l’arrogante “Io sono un pacifista, ma a volte, anche i pacifisti devono combattere.” rispose Namu arrabbiato “Ma non farmi ridere non hai la palle per farlo!” “NON SEI DEGNA DI ESSERE CHIAMATE DEA!!! Sei un egoista! Sei infantile! La tua rabbia non dovrebbe coinvolgere i mortali!” “L’unico umano che m’importa adesso è quello lì (indica Noar) quindi fatti da parte!” Lys lanciò un raggio di luce contro Noar, ma Morke lo bloccò e si lanciò contro Lys stampandogli un pugno un faccia facendola volare di qualche chilometro.
Namu stava per raggiungere i suoi fratelli per combattere Lys quando venne fermato da Noar “Namu aspetta! Che sta succedendo?!” chiese Noar “Tutto ha avuto inizio il giorno dopo la tua vittoria e il tuo desiderio, Lys è diventata molto irritabile e per giorni non abbiamo fatto altro che litigare perché non ha accettato la fine del gioco che ha iniziato anni fa… e quando pensavamo che si fosse calmata abbiamo scoperto che ha iniziato a pianificare e progettare altri GIOCHI che potevano sostituire il God’s Champion, ma sta volta tutti noi ci siamo categoricamente rifiutati di iniziare un nuovo gioco con lei… e Lys non lo ha accettato e per questo abbiamo ricominciato a litigare più aspramente di prima, è da settimane che combattiamo sia verbalmente che fisicamente e Lys non ne ha avuto abbastanza di combattere, ma… l’unica cosa che non ci siamo accorti prima è che il suo potere ha praticamente condotto il mondo alla rovina avvicinandolo pericolosamente al sole e oggi ha cominciato a far piovere la luce della stella sul mondo.” rispose Namu lasciando Noar senza parole “Ora scusa ragazzo ma ho un mondo da salvare.” Namu si lanciò alla carica facendo crescere alberi giganteschi ad alta velocità e usarli come armi contro Lys mentre era impegnata in uno scambio di pugni con Morke.
Noar rimase in trance per qualche minuto osservando la battaglia degli dei e cominciò a sentirsi responsabile per quello che stava accadendo in quel momento, Bella riuscì a riportarlo alla realtà e gli disse di fuggire dovevano mettersi al sicuro dovevano trovare i loro genitori, Noar prese in braccio i suoi fratellini e corse con loro verso l’ignoto mentre la terra continuava a tremare e gli dei continuavano a urlare di rabbia e dolore. Dopo un’ora passata a correre Noar riuscì a trovare sua madre, Noar mise a terra Bella e Roman i quali corsero tra le braccia della madre mentre Noar aveva lo sguardo rivolto verso la battaglia in corso “Noar? Che stai facendo dobbiamo andare via di qui.” disse Iella in preda al panico, Noar non disse nulla ma si mise a correre verso battaglia incurante del pericolo. Una volta raggiunto il luogo della battaglia, Noar dovette fare attenzione dal non farsi schiacciare dalle macerie dei palazzi crollanti, Noar faceva fatica a seguire lo scontro visto che nessuno stava fermo un secondo.
Quando a un certo punto Morke si accorse della presenza di Noar che li osservava non proprio da lontano e quella distrazione gli costò una ginocchiata nello stomaco, diversi pugni in faccia e un calcio che lo scaraventò al suolo, dopo aver temporaneamente messo al tappeto suo fratello, Lys si accorse della presenza di Noar e cominciò a lanciare dei colpi di luce come una mitraglietta con l’intento di ucciderlo, Noar non rimase fermo ma aveva bruciato già molte energie dopo corso avanti e indietro per diverso tempo e per questo venne colpito alla caviglia atterrandolo e quando sembrava che Lys stava per dargli il colpo di grazia con un attacco di luce ancora più forte del precedente. Il colpo infatti scatenò una potente esplosione di luce, Noar sarebbe morto se non fosse stato per Morke che con un colpo simile ma di elemento opposto a quello della sorella ha annullato il colpo di Lys e sfruttando l’esplosione come copertura ha portato via Noar da là.
Una volta passata l’esplosione la battaglia degli dei riprese solo senza Morke, il quale stava facendo una lavata di capo a Noar “Che cosa ci fai tu qui?!?! Ti avevo detto di andartene!” disse Morke arrabbiato “Namu mi ha detto che Lys si è arrabbiata perché ho messo fine ai giochi.” “Non dirmi che ti senti responsabile per questo disastro! Tu non potevi saperlo, hai fatto una cosa giusta è tutto questo non riguarda te ma ME! Ora vattene!!!” “Ma la battaglia sta distruggendo tutto e Lys non si fermerà mai e se si fermerà sarà dopo anni, voi dei potete andare avanti per sempre con conflitti come questo.” Morke guardo Noar con uno sguardo che diceva: questo lo sapevo già. “Il punto è… che devo fare qualcosa, qualsiasi cosa per fermarla, e tu che la conosci non sai se ha un punto debole o un piano che possa funzionare?!” Morke rivolse il suo sguardo verso Lys che senza rimorso o esitazione colpiva ripetutamente i suoi fratelli e sorelle, poi si fece pensieroso per un attimo e rivolse il suo sguardo verso Noar e disse “Forse un modo per fermarla c’è e in certo senso potrei aver bisogno del tuo aiuto.” dalle sue mani apparve la scintilla che diede il potere a Noar durante il God’s Champion e ridiede a Noar il potere del buio.
Dopo un paio di minuti Noar riottenne in se il potere del buio e l’aspetto che aveva durante il God’s Champion e Morke con uno schiocco di dita guarì la ferita di Noar per dargli una mano con questa nuova lotta, “Allora? Qual’è il piano?” chiese Noar “Mi serve una decina di minuti per attuare il PIANO e ho bisogno che tu la distragga, quindi picchiala per un po’.” disse Morke spingendo Noar verso Lys mentre lui prese il volo andando verso il cielo e oltre, Lys si accorse che il fratello stava scappando chissà dove ma Noar lancio un fulmine color indaco per avere l’attenzione della dea. “E così Morke ha deciso di farti entrare in gioco… ma non ci rimarrai per molto.” disse Lys poco prima che uno dei serpenti di Jormungandr non le apparve alle spalle inghiottendola in un boccone, ma fu inutile visto che Lys uccise il servente da dentro con un’altra esplosione di luce per poi lanciare dei colpi laser contro Noar, Noar con del fuoco indaco provò a farsi scudo dagli attacchi della dea ma Lys non era nemmeno paragonabile a Lyserg, la sua forza lo surclassava su molteplici punti di vista.
Non importava quale elemento usasse Noar per provare a colpirla la luce di Lys annichiliva e rendeva vano ogni tentativo di rivalsa persino gli altri dei non riuscivano a reggere il confronto, provò sollevando una montagna che aveva resto color indaco per poterla controllare e farla crollare addosso alla dea e allo stesso tempo da sotto terra fece apparire dei rampicanti che la tenessero ferma mentre le lanciava una lingua di fuoco indaco contro, Lys rimase immobile lasciandosi colpire perché quelle mosse non ebbero alcun effetto su di lei, le onde del Leviatano erano gocce d’acqua per Lys, le piante di Namu erano rami secchi, i fulmini di Zeus e le fiamme di Ignis erano misere scintille troppo deboli per farle qualcosa.
Noar provò a colpirla con un attacco fisico, ma come per gli altri dei era impotente e i suoi pugni nemmeno li sentiva mentre quando lei colpiva Noar, lui sentiva anche troppo la potenza del colpo che lo ha fatto volare per un centinaio di chilometri.
Noar anche se intontito dalla botta subita, si riprese quasi subito solo per vedere il motivo per cui gli umani non posso competere con gli dei nemmeno con in dono il potere di un dio, la dea della terra aveva scatenato un vero e proprio cataclisma i serpenti si erano messi a scavare e nel mentre la terra divenne viva e prendere la forma di un serpente di pietra e terra ancora più grande che ha inghiottito Lys per poi trasformarsi in una montagna, ma in battito di ciglia Lys si liberò distruggendo la montagna, ma non si accorse che Sun Wukong e Zeus che con un gioco di squadra unirono forti raffiche di vento con potenti tuoni imprigionando Lys in un tornado.
In quel momento Ignis scattò all’interno del tornado sparendone all’interno mentre Lys con la sua luce lo dissolse, davanti a lei c’erano Zeus che faceva roteare il Mjollnir mentre Sun Wukong sulla sua nuvola mostrava il suo lato più animalesco ruggendo, mostrando i denti e battendosi il petto.
Zeus lanciò il Mjollnir ma Lys lo fermò con una mano mentre con l’altra fermò il bastone di Sun Wukong, quello che non poté fermare fu una colonna di fuoco proveniente dal basso scatenata da Ignis mentre dal mare Leviatano ha lanciato un’altra onda che travolse Lys e Zeus ne approfittò per lanciargli contro un altro fulmine.
Quando l’onda passò Lys “sembrava” essersi destabilizzata un pochino e vederla in quello stato a fatto uscire Noar dal suo stato di trance dovuto allo stupore della forza degli dei e con tutta la sua forza sbatté il piede quasi fino a farsi male per fare allargare le ombre della zona e farle prendere la forma della melma che trascinato Lyserg nell’oblio e come con lo scontro con lui delle mani melmose spuntarono all’improvviso come funghi afferrando la dea della luce per le braccia, le gambe, per il collo dovunque pur di tenerla ferma il più allungo possibile mentre la trascinarono giù.
Ma lei non era Lyserg anche se venne risucchiata da quella melma completamente, ci mise un secondo ad uscirne e disperdere le ombre e in un battito di ciglia prese Noar per il collo e lo trascinò con se verso l’alto e lanciarlo contro Sun Wukong, il quale si preoccupò di prenderlo al volo ma era solo una distrazione modo che Lys potesse colpire sia lui che Noar e fece lo stesso con Namu e con Ignis.
E poi Lys decise di ignorare gli altri dei e focalizzarsi sul responsabile della fine del suo gioco preferito, lo prese per la testa e gliela tenette premuta sul terreno mentre si spostava alla velocità della luce, in quel momento Noar notò di star provando dolore nonostante fosse nello stesso stato di quando ha battuto Lyserg al torneo e i suoi poteri oscuri sembravano spariti visto che non riusciva ad attivarli, quando fermò la corsa diede un calcio alla schiena di Noar per farlo sollevare e riempirlo di una raffica di attacchi di luce e con un pugno lo ha fatto volare in alto nel cielo fin sopra le nuvole dopo di che lo raggiunse in un attimo lo prese per i capelli e gli urlò “SEI FINITO!!!” per poi lanciarlo con tutta la sua forza verso il basso trasformando Noar in un piccolo meteorite bruciato e consumato dalla forza di gravità e dall’atmosfera del pianeta finché non si schiantò rovinosamente al suolo.
In quel momento Noar si sentì così impotente da riportagli alla mente lo scontro con Lyserg e la sua quasi invincibilità, uno dei suoi occhi era accecato dal sangue che sgorgava da una ferita alla fronte e i suoi muscoli facevano male anche al minimo movimento, in quell’esatto momento scese la dea della luce con tutta la calma del mondo mentre guardava Noar soddisfatta del suo operato mentre tra le mani caricava un altro attacco di luce, ma prima che lo lanciasse qualcosa la fermò, girandosi vide il suo braccio dissolversi e perdere forma e che la stessa fine lo stava facendo il resto del corpo ad alta velocità finché di Lys non rimase una fiammella bianca, piccola e innocua.
Noar rimase confuso in un primo momento per poi notare che anche il suo potere stava sparendo, dal cielo apparve una donna con una maschera bianca con le corna, indossava un lungo abito fluttuante color indaco quasi nero sul quale si potevano ammirare costellazioni mai viste prima, dei lunghi e candidi capelli turchini fuoriuscivano dalla maschera, non aveva le gambe era come trovarsi di fronte il fantasma di una creatura apertamente satanica anche se il solo guardarla dava una sensazione di calma, era così pura, così candida quasi onirica.
Tra le mani si poteva notare una fiammella violacea che venne presto raggiunta da quella bianca che rappresentava ciò che restava di Lys e ben presto tutti gli altri dei fecero la stessa fine di Lys trasformandosi in piccole fiammelle di vari colori e finire tra le mani della figura misteriosa.
Noar fece uno sforzo immane anche solo per parlare per chiedere chi fosse lei e che cosa avesse fatto agli dei “Io non ho un nome e non voglio averlo, ma i miei figli mi chiamano la madre della creazione, questo mio figlio dell’elemento dell’oscurità mi ha avvertito di ciò che stava succedendo (indicando la fiammella violacea), e del gioco che ha fatto partire la figlia che stava per ucciderti, mi scuso per quanto è accaduto con lei.” al che la madre della creazione schioccò le dita facendo guarire le ferite di Noar e ricostruì la città che era stata spazzata via dalla battaglia degli dei, una volta finito di aggiustare ciò che era rotto, lei alzò le mani al cielo e le fiammelle che aveva tra le mani si diressero verso il cielo e raggiunto il limite si trasformarono in stelle cadenti sparendo nel nulla. “Che cosa ha fatto?” chiese Noar “Speravo che con questi miei figli non ci sarebbe stato bisogno di fargli vivere un’esperienza che ho vissuto io all’inizio della mia vita, ho distrutto i loro corpi immortali e ho fatto incarnare le loro anime in dei bambini umani, non avranno ricordi della loro vita passata finché questa nuova vita che ho dato a loro non finirà… e spero che abbiano imparato i valori che ho imparato io.” concluse la madre della creazione per poi sparire così come era apparsa.



Un mese dopo, quando più o meno tutti si ripresero da quello shock, Noar dovette subire un processo, se prima era temuto e mezzo odiato, in quel momento era odiato da più di mezzo mondo, dopo la battaglia degli dei e la loro incarnazione umana praticamente ignota, le persone realizzarono che i loro amati dei erano ufficialmente spariti e non sapevano se un giorno li avrebbero rivisti, dopo un primo momento di crisi la gente cominciò a radunarsi difronte a villa Trix a protestare e insultare Noar vedendolo come causa primaria della collera degli dei e inseguito della loro scomparsa, considerando anche che la pioggia di luce aveva mietuto numerose vittime e la gente sentiva di dover sfogare quella loro frustrazione e disperazione e per questo si misero a fare mente locale fino trarre in conclusione che fosse Noar il principio di quella visione dell’inferno in terra.
Per questo venne deciso che a giudicarlo sarebbe stato un giudice secondo ogni sua azione.
Durante il processo Roman decise di essere gentile col fratellastro per la prima volta e per tutto il processo a preso le sue difese dato che Rodan morì durante la catastrofe e non c’era nessuno a difenderlo e Roman sentiva di dovere un favore a Noar.
Ovviamente il giudice non ha consentito a un bambino di fare l’avvocato difensore in quanto non in possesso del titolo di studi, ma quelle poche volte che ha parlato al giudice ha dimostrato di avere la stoffa dell’avvocato dopotutto tale padre tale figlio.
Ma nonostante la bravura di Roman, questo non fu abbastanza dal salvare Noar, non venne assolto e venne deciso che avrebbe scontato come pena un periodo di tempo indeterminato nella prigione nota come “Il vaso di Pandora” intanto che si sarebbe stabilito se condannarlo a morte o meno.
Il vaso di Pandora distava 5-6 ore dalla città, la prigione a primo impatto non dimostrava nulla di diverso rispetto a una prigione qualsiasi una semplice struttura nel mezzo del nulla tra le colline. Ma il vero aspetto della prigione si trovava sotto, perché la struttura era situata su un vero e proprio abisso da cui non si vedeva il fondo. La struttura che si vedeva in superficie serviva per ospitare le guardie e i criminali minori, ma più si scendeva nella prigione più i criminali si facevano peggiori.
Per scendere ai livelli più bassi bisognava prendere un’ascensore che mostrava una panoramica sulle celle, e la maggior parte delle celle appena al disotto della superficie erano vuote segno che durante la pioggia di luce qualche criminale è riuscito a uscire oppure è semplicemente morto, e lo stesso valeva per quelle più in basso.
A Noar venne assegnata una delle celle più sicure in assoluto al piano -100 (il fondo di quell’abisso) dove in genere venivano rinchiusi il peggio del peggio tra i malviventi, solo per essere sicuri che non scappi sia se fosse stato collaborativo o meno.
Quelle celle non erano molto grandi erano dei cilindri di vetro antiproiettile rinforzato che si estendevano verso l’alto modo che le guardie potessero dare il cibo ai prigionieri semplicemente gettandoglielo addosso come se fosse spazzatura, e all’interno era presente solo un gabinetto e un letto, l’unico modo per entrare e uscire era una porta di metallo posizionata a tre metri di altezza dal suolo e per raggiungerla c’era una scaletta esterna di metallo.
Quelle celle claustrofobiche erano tutte vuote, senza un prigioniero all’interno… tranne una. Si erano accorti che una cella conteneva una donna: circa trent’anni di età, lunghi capelli biondi e viola sporchi di polvere, anche la pelle era annerita dalla polvere, un occhio bianco tatuato dietro la spalla sinistra e uno nero dietro la spalla destra, indossava una collana rappresentante un’orca stilizzata, un top fucsia, dei pantaloni talmente rovinati che era difficile dire quale fosse il colore originale e che modello erano, ai polsi aveva dei bracciali di ferro con delle catene spezzate, aveva gli occhi azzurri e il aspetto non era male anche se il volto era macchiato dal del trucco sciolto e poi seccato. Quella donna stava giocando con le sue catene facendole roteare, e quando si accorse della presenza delle guardie e di Noar sorrise e iniziò ad agitare i fianchi come se stesse scodinzolando, e una delle guardie che stavano scortando Noar disse “Non so se dire, è un bene che lei sia ancora qui oppure CAZZO è ancora qui.” “Chi è lei?” chiese Noar “La tua coinquilina in questa fogna, Masama Solomon…” “La migliore dal 1973!” gridò lei mentre faceva l’occhiolino “Accuccia!” gli urlò una guardia per poi accompagnare Noar alla cella dove avrebbe avrebbe dovuto stare per tutta la sua permanenza in prigione.
Una volta dentro la sua cella Noar notò che le pareti erano state rese scivolose modo che se qualcuno fosse stato abbastanza pazzo dal provare a scalare quel muro piatto non sarebbe riuscito a salire, sembrava davvero in possibile uscire da lì, per lo meno aveva compagnia Masama da quando se ne erano andate le guardie ha fatto di tutto per ottenere l’attenzione di Noar, all’inizio picchiettava con le unghie sul vetro, poi si mise a cantare la melodia più dolce che conosceva e questo attirò l’attenzione di Noar anche se lei per star sicura che avesse i suoi occhi su di se ha abbassato il top e premuto le sue tette sul vetro “Ho capito, avevi la mia curiosità, ora hai la mia attenzione.” disse Noar con tono sarcastico, Masama si rialzò il top e iniziò a parlare “Ho saputo di quello che hai fatto la fuori, secondo me non te la meriti la cella dove sei adesso, io sì tu no.” disse Masama “Perché sei qui?” chiese Noar “Onestamente, non me lo ricordo più, ma tutti dicono che sono instabile… incapace di intendere e volere, e altre stronzate di questo tipo… non fanno che trattarmi come un mostro, e per questo mi hanno rinchiuso nel vaso di Pandora… e questo credo sia tutto, per quanto riguarda te ho sentito che oltre ad essere stato un campione hai visto l’inferno la fuori.” “Io CI VIVO all’inferno.” “C’è posto anche per me all’inferno? Quello vero non questo buco buio, umido, puzzolente e noioso.” Noar ridacchiò “Non so quanto ti conviene.”

Un mese e mezzo dopo, Noar sembrava essersi abituato a quell’ambiente, passava le giornate a parlare con Masama dall’altra cella e a fare giochetti di parole e indovinelli con lei, una volta settimana una decina di guardie scendevano al loro livello per controllare che nessuno facesse scherzi e erano tutti protetti con tute antiproiettile e armati con fucili e pistole di riserva in caso venissero disarmati, ma quella settimana le guardie hanno sparato come dei pazzi durante la revisione il che era strano visto che lì c’erano solo Noar e... Masama, era uscita sporca di sangue e armata, si passò sulle labbra il sangue per lasciare l’impronta di un bacio sul vetro della cella di Noar.
“C-c-come hai fatto a uscire?!” chiese Noar “Mi ero rotta di stare nella mia stanzetta, così dopo l’ultima revisione ho cominciato conservare parte del mio cibo e l’ho usato per dipingere la mia cella finché non sembrasse che il vetro fosse incrinato, quegli idioti decisero di trasferirmi in una nuova cella ma… è stato il farmi uscire il loro errore e ora ho le chiavi e le armi, possiamo andarcene!” disse Masama “… Grazie, ma no -disse Noar lasciando Masama di sasso- apprezzo che tu voglia liberare anche me ma non voglio uscire, tutto quello che faccio mi si ritorce contro: ho provato a farmi un amico al God’s Champion ed è morto, ho vinto il torneo e prima tutti mi hanno odiato poi c’è stata la fine del mondo, ho contribuito al salvarlo e guarda dove sono ora.
Qualsiasi cosa faccio sbaglio, penso che finirò di scontare la mia pena prima di fare qualsiasi cosa, scusa Masama.” “Ok, se è questo il tuo desiderio… -disse Masama con tono triste- sappi solo due cose: quando uscirò da qui ti aspetterò la fuori e secondo… -Masama usale scalette per arrivare alla porta, per poi aprirla- io prima di andarmene devo fare una cosa che piacerà ad entrambi.” concluse Masama prima di gettarsi su Noar.
Dopo un paio di orette Masama salì sull’ascensore e ricaricò le pistole e una volta arrivata ai piani esterni iniziò a sparare a tutto ciò che si muoveva.
Ma mentre Masama portava avanti la sparatoria colpo dopo colpo la sua visuale si sfocava sempre di più, la sua concentrazione stava passando dai bersagli che aveva davanti al mal di testa improvviso che stava crescendo e quasi subito dopo le venne anche mal di pancia.
Con tutte quelle distrazioni finì per essere presa per la gola da un paio di guardie e messa con le spalle al muro.
La guardia che la teneva per il collo stringeva sempre di più la presa mentre l’altra la puntava con la pistola, i due erano pronti ad ucciderla se necessario ma Masama fece una brutta sorpresa alla guardia che la teneva per il collo con un improvviso conato di vomito negli occhi.
Questo fece mollare la presa alla guardia permettendo a Masama di riprendere le pistole e sparare ad entrambe le guardie a sorpresa, una volta uccise le due guardie rimanenti Masama notò che non c’era più anima viva nella prigione e per quanto una parte di lei era emozionata l’altra parte era triste e voleva Noar al suo fianco in quel momento, nonostante continuava ad avere dei conati di vomito improvvisi.
Una volta che il suo stomaco si “stabilizzò” si mise a cercare negli delle guardie le chiavi di una macchina e andarsene chissà dove, mentre Noar era ancora nella sua cella.



Sul giornale riporta la seguente notizia: Sono passati dieci anni da quando l’ultimo campione del God’s Champion è stato arrestato, la sua sorte dopo essere stata combattuta per anni se dargli l’ergastolo o la pietà è stata decisa, la potente casata della famiglia Ray ha vinto la causa ed è stato stabilito che l’ultimo campione venga condannato alla sedia elettrica nonostante le numerose proteste sulla condanna a morte dell’ultimo campione.
La donna che fino a un secondo fa stava leggendo il giornale, disgustata da quanto riportato scritto sputò sul giornale per poi accartocciarlo e buttarlo nel fuoco del camino, in quel momento suono di passi attirò la sua attenzione fino a che il suo sguardo non si posò su un bambino di dieci anni circa, capelli neri e spettinati e due occhi azzurri avvolti dalle lacrime, teneva stretto il peluche di un cagnolino.
“Core… che è successo pensavo fossi a letto?” disse la donna “Ho avuto un incubo mamma… sigh* me lo dai un abbraccio?” chiese il bambino, lei lo strinse a se canticchiando una dolce melodia simile a una ninna nanna apposta per calmare il piccolo Core.

"When your whole world is going mad,
just sit back and watch, and it won't seem so bad.
Remember the love that once you'd know,
it help to pass days and you won't be alone.
A shine on the horizon betrays the darkened sky.
But I've won't dream of power
spending hours beneath lantern light.
...
And why do they fight? Do they even know?
Since reason fell, from out of season long ago.
Here passes one more abandoned child,
and here a stay a crooked man
smiling a crooked smile.
A shine on the horizon betrays the darkened sky.
But I won't hope for power
spending hours beneath lantern light."

La canzone si fermò con le lacrime di Core, lasciando il posto a un sonno più calmo e tranquillo, la madre lo portò in camera sua e lo mise sotto lo coperte, gli diede un bacio sulla fronte e con calma uscì dalla stanza.
Mentre anche lei si apprestava ad andare a letto, si fermò un attimo a guardarsi allo specchio e commentare “Sì, sei invecchiata… ma hai ancora il tuo tocco, la migliore dal 1973.” concluse per poi andare anche lei a letto e riposare in pace.




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