Itami kara no dasshutsu

di Roe Jaeger
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Ed eccoci all'ultima flash, che nasce dal prompt di Valhy così strutturato: "Personaggio A sta per essere ucciso, ma personaggio B si frappone tra lui e la persona che lo minaccia, restando ferito al suo posto. Il cattivo viene ucciso, ma i soccorsi ci metteranno molto ad arrivare e le condizioni di B sembrano sempre più gravi." 
La traduzione del titolo del capitolo è "l'obiettivo sbagliato" traducibile anche come "il bersaglio sbagliato".
Buona lettura e a presto ;) 

 

Itami kara no dasshutsu 
 
Machigatta tāgetto 

 

Eren non si era fatto troppe domande, aveva agito e basta. Quando aveva visto quel tizio che lui non conosceva minacciare con una pistola Levi Ackerman, il suo ragazzo nonché suo unico grande amore, si era frapposto tra lui e l’uomo, beccandosi una pallottola. Levi aveva approfittato dell’attimo di sgomento di Kenny dovuto alla presenza di Eren, disarmando l’uomo e uccidendolo con la sua stessa arma. 
Erano da soli, in quel vicolo buio, anche quando Levi aveva chiamato i soccorsi una decina di minuti prima e questi ancora dovevano arrivare. 
Meno male che l’ospedale non distava molto, a quanto ricordava! 
Le condizioni di Eren continuavano a peggiorare di minuto in minuto e il sangue usciva a frotte, lui continuava a sentirsi in colpa per quanto successo al fidanzato, e sentiva la bocca, la gola, così secca da non avere parole per confortarlo. 
Lo zio Kenny era sulle sue tracce, che colpa ne aveva Eren? Forse quella di essersi trovato al posto sbagliato nel momento più sbagliato possibile? E dov’erano i soccorsi? Dov’era l’ambulanza? 
“Ci diremo addio in questo vicolo, vero?” 
La voce di Eren gli arrivò flebile e ovattata alle orecchie, il ragazzo stava perdendo le forze. 
“No, amore. Tu sopravvivrai e io ti dirò tutto, promesso. Ti racconterò tutta la verità, basta che mi prometti che non mi lascerai.” 
“Ho tanto sonno, adesso, ho tanto freddo...” 
Eren iniziò a chiudere le palpebre, steso sul marciapiede di quel vicolo in cui il sole che stava tramontando arrivava a fatica, e Levi cercò di parlargli, di scuoterlo e di tenerlo sveglio, finché il suono della sirena dell’ambulanza squarciò il silenzio che stava calando tra loro. 
Quando il mezzo di soccorso imboccò il vicolo e rallentò in modo che i medici potessero aiutare Eren, Levi gli disse: “Vedi di sopravvivere, ho una lunga storia da raccontarti.” 
 





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