Corro,
disperata. Non so più che cosa fare.
La
mia mente è annebbiata dall’angoscia e non riesco a
pensare con lucidità.
Wes,
perché ci hai rinchiusi qui? Perché vuoi combattere da
solo?
La
Time Ship, prima un simbolo di salvezza, mi sembra una prigione di
ferro e circuiti.
Mi
tiene lontana da te, Wes.
Non
voglio lasciarti solo, in quest’ultima, terribile battaglia.
Il
rimorso di averti abbandonato mi divorerebbe l’anima.
E
questi pensieri sono condivisi dagli altri.
– Ti
prego no… – sussurro. Il ticchettio implacabile del
timer mi impedisce di ragionare con lucidità.
Crudele,
ricorda il tempo che scorre e, presto, ci dividerà.
Non
posso arrendermi. Devo riuscire a parlarti e a rivelarti i miei
sentimenti, Wes.
Questi
lunghi mesi mi hanno permesso di conoscerti meglio e mi sono
innamorata di te.
– Wes,
devo dirti una cosa importante… – balbetto.
Sorridi
e i tuoi occhi cerulei, lucidi di lacrime, si fissano nei miei.
– Jen,
non temere… Tutto quello che desideri ti sta aspettando nel
futuro. – dici.
Queste
tue parole, ferme, meste, spengono qualsiasi mia obiezione.
Sei
innamorato di me.
Vedo
nei tuoi occhi il riflesso dei tuoi sentimenti.
E,
pur di darmi felicità, sei disposto a rinunciare a me.
Mi
credi ancora innamorata di Alex e sei disposto a lasciarmi tornare da
lui.
Pur
di vedermi serena, sei pronto a vedermi con il mio ex fidanzato.
Anzi,
mi auguri di essere felice!
Piango
ancora, sempre più straziata. Non hai capito che ora tu sei la
mia gioia, Wes.
Non
sei mai riuscito a vederti come il mio fidanzato.
Ne
sono sicura, la colpa di questo equivoco ricade su di me.
Ti
ho sempre fatto sentire in difetto verso Alex e ti ho colpevolizzato
per le tue origini benestanti.
Ho
visto in te un ragazzino viziato e inconcludente, privo di una
direzione.
Ti
sei ritenuto indegno di me e hai deciso di nascondere i tuoi
sentimenti.
Li
vedevi quasi offensivi verso di me, Wes?
Ti
prego, permettimi di rimediare e di scusarmi.
Non
negarmi questa possibilità.
Te
lo prometto, mi farò perdonare per i miei stupidi pregiudizi.
– No,
Wes! Ti prego… Io devo dirti che… – replico.
Voglio stare con te, amore mio.
Il
rombo del motore della nave spegne le mie parole.
Con
un ruggito d’agonia, si solleva dal suolo e cadiamo.
In
un ultimo, velleitario sforzo mi precipito verso il finestrino.
Siamo
troppo in alto. Il tempo, ormai, è scaduto.
Fisso
il tuo volto, mentre l’astronave si allontana verso un futuro
grigio e privo di luce.
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