Pairing: Sesshōmaru/Rin
Ambientazione: Modern!AU
Nota:
Questa Flash partecipa al contest "Gara di
Flash" indetto dal gruppo Facebook "Takahashi Fanfiction Italia"
ed è ispirata alla canzone Dance the Night Away dei Van
Halen. Ringrazio
bimbarossa per avermi assegnato questa canzone bellissima *___*
Parole:
459
Love
in the
third degree
Won'tcha
turn
your head my way?
“Sessh,
quella lì lasciala
perdere.”
La
vana intimazione di quel mezzo
sangue di InuYasha, più che metterlo in guardia,
arrivò alle sue orecchie come
tutto il contrario; come una languida e lasciva tentazione, un chiaro
invito ad
andare invece lì e prendersela.
“Non
ti ho chiesto un parere, ti
ho chiesto chi è.” Sentenziò il demone
in tutta risposta “E sai che odio
ripetermi.” Aggiunse a denti stretti.
InuYasha
sospirò scofortato. “Non
la conosco, so solo che si chiama Rin.” Disse. “Ma
ha l’aria da brava ragazza.
Sessh, lasciala perdere.”
Ma
non lo ascoltava più.
C’era
qualcosa di disturbante nel
modo in cui l’aveva desiderata fin dal primo momento in cui i
suoi occhi si
erano posati su di lei, sulla schiena bianca lasciata scoperta da quel
vestito
inesistente. Nel modo in cui voleva affondare le fauci nel candore di
quel
frammento di pelle perfetto, tra il collo e la spalla e violare quella
trasparente innocenza.
Era
una novellina; lo si vedeva
dall’incertezza con cui si muoveva, ondeggiando sulle note
della musica dal
vivo che riempiva il locale. Si vedeva da come i suoi occhi si posavano
ovunque,
per poi tornare al pavimento. Si percepiva quella eccitazione, mista a
disagio,
di trovarsi in un luogo in cui non si dovrebbe essere.
Dopotutto,
il fatto che avesse l’età
per bere (quell’insulso mezzo demone bacchettone non le
avrebbe mai servito alcunché
al bar, se non fosse stato così), non voleva dire che
papaprino fosse al
corrente che lei si trovasse lì.
Un’altra
ragazza che era con lei –
quella lì l’aveva già vista –
ogni tanto le si avvicinava e le sussurrava qualcosa
all’orecchio, accompagnandosi con uno stupido risolino. Solo
quando quella
sciocca aveva guardato furtivamente verso di lui, si era reso conto che
era
rimasto incantato a fissarla.
La
ragazza di nome Rin non si era
voltata. Aveva inspirato profondamente, imbarazzata e lusingata; poteva
quasi avvertire
il rossore sulle sue guance bollenti e Sesshomaru, mentre avrebbe
dovuto
prepararsi a sferrare il suo attacco, si trovò
improvvisamente a chiedersi se
si sarebbe mai voltata dalla sua parte.
Oh.
Era totalmente
fregato.
Perché
avrebbe dovuto lasciarla
perdere? Se avesse giocato bene le sue carte, avrebbe potuto ballare
con lei
tutta la notte e poi, chissà, magari più tardi
lei avrebbe danzato sopra di lui.
Prese
il suo drink e si alzò,
raggiungendola in poche, imponenti falcate. La sua amica le fece un
segno, che non
avrebbe potuto essere più indiscreto e Rin si
irrigidì; prese un profondo
respiro e, lentamente, si voltò.
L’aveva
annusata dall’altra parte
della stanza, pregustata, bramata. E alla fine l’aveva
guardata negli occhi,
Sesshomaru, e in quel momento, d’un tratto, s’era
reso conto che non sarebbe
più stato in grado di capire chi fosse la preda e chi il
cacciatore.
Angolo
dell’autore
Quando
ci si confronta con i
mostri sacri del rock è difficile produrre qualcosa che
possa anche solo
lontanamente rendere onore.
Spero
che questa flash possa in qualche
modo esservi piaciuta.
A
presto,
Manu
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