IL PIANO RINASCITA

di Feisty Pants
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PROLOGO
 
Mattina, ore 8.00, esattamente una settimana dall’uscita dalla Banca di Spagna. Ormai contare le ore e il passare del tempo non serviva più. Era più facile vivere sotto la pressione di orari prestabiliti, piani organizzati nei minimi dettagli e mansioni specifiche da svolgere piuttosto che interfacciarsi con la quotidianità. Ora la vera missione consisteva nell’imparare a vivere, semplicemente vivere… proprio come si era riusciti a fare dopo la rapina alla Zecca di Stato. Questa volta, però, tutto sembrava più complicato avendo lasciato molte questioni irrisolte.

“Ora che siamo usciti dalla Banca dobbiamo prestare molta attenzione. Sierra, Gandia, la polizia, i servizi segreti sono sulle nostre tracce, chi in modo legale e chi per il semplice gusto di vendetta. Per questo nessun luogo è sicuro per noi” spiega il professore una volta giunti, grazie a controlli e scorte, in una casa abbandonata di un bosco spagnolo.

“Sanno dei trasportatori, sanno che eravamo su isole deserte e per questo i luoghi più isolati saranno i primi ad essere setacciati. Ecco il motivo per cui non possiamo restare fermi. Mi sono preoccupato di acquisire quante più proprietà possibili in modo da poterci spostare in sicurezza raggiungendo delle vere e proprie case già ammobiliate e sistemate” continua Sergio, mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni.

“E come ci muoveremo? Che divisioni facciamo?” chiede Palermo dubbioso di quel nuovo piano di rinascita che, invece, pareva più un carcere.

“Ognuno avrà un’identità diversa in ogni nazione. Ne ho preparate a sufficienza per ognuno di voi e diventeremo degli ottimi costumisti per camuffare al meglio le nostre sembianze naturali. In più non ci separeremo… la squadra è questa e dopo ciò che è successo all’interno della banca, io voglio avervi al mio fianco almeno finché la situazione non si sarà calmata” continua determinato Sergio, guardando negli occhi i propri condottieri.

“E le nostre vite private? Vivremo di nuovo tutti insieme? Per non parlare dal punto di vista sociale… non possiamo uscire?” domanda perplesso Denver, cominciando ad infiammarsi per quelle restrizioni.

“Tutti voi avrete la propria privacy all’interno delle varie abitazioni. Sono luoghi grandi, isolati e spaziosi proprio come la casa in cui ci troviamo ora. Ci sono addirittura più cucine, più bagni e tantissime camere per permettere di dividervi come meglio credete. Per quanto riguarda l’uscire è altamente escluso. In questo momento le persone sono ancora adrenaliniche per quanto successo e ci riconoscerebbero tutti saltandoci al collo proprio come si fa a un cantante famoso che si incrocia per strada” puntualizza il professore, aggiustandosi gli occhiali come è solito fare, per poi riportarsi le mani in tasca.

“Professore…” si intromette Rio con voce tremante.

“Cosa faremo adesso? Con Sierra, Gandia e altri in circolazione pronti a trovarci ed ucciderci?” dice il ragazzo dai riccioli castani, intimorito dall’idea di avere a piede libero degli assassini pronti a fargli saltare in aria la testa da un momento all’altro.

“Ormai è ovvio che la vera paura non riguarda la polizia, ma proprio Gandia, Sierra e i servizi segreti che agiscono contro la legge pur di appenderci a delle forche. Per questo dobbiamo restare in allerta e prestare molta attenzione ad ogni nostra mossa. Sicuramente loro si staranno organizzando in modo molto simile a noi e non si fermeranno finché non ci avranno trovati” risponde chiaramente il professore, mettendo le dita a pinza e sistemandosi nuovamente gli occhiali a causa del solito tic.

“E noi resteremo qui ad aspettarli? Ormai è una guerra, siamo ricercati entrambi quindi la gara consiste nel…” comincia a dire Nairobi, sdraiata su una poltrona con una mano sul fianco per colpa delle ferite e del dolore al polmone che ancora non si erano placati.

“Trovarci a vicenda e fare in modo che la polizia stani uno dei due gruppi” conclude il professore, facendo intuire ai ragazzi di avere in mente una sorta di piano.

“E come fare ciò professore?” si intromette Bogotà massaggiandosi il mento coperto dalla morbida barba bruna.

“Non so ancora esattamente il piano, ho bisogno di tempo per idearlo ma sicuramente tutto prevederà la ricerca di Sierra e Gandia. Dovremo stanarli, scoprirne la tana e condurci la polizia. Una volta in arresto, noi saremo liberi come prima” conclude il professore determinato, osservando ognuno di loro negli occhi.

“E ora, miei cari, buona vita” conclude Sergio mostrando un largo sorriso, desideroso di godersi alcuni attimi di riposo prima di immaginare un nuovo colpo per fare scacco matto ai veri cattivi della storia.

La banda scioglie l’assemblea prendendo direzioni diverse. Denver, con indosso una canottiera grigia e dei pantaloncini corti, esce immediatamente all’aria aperta per fumarsi una sigaretta. Monica, accortasi della reazione, decide di seguirlo per parlare del da farsi.

“Sei nervoso?” chiede lei alle spalle dell’uomo che si stava accendendo la sigaretta.

“Tu che cosa credi?” risponde lui rigirando la domanda, considerandola fin troppo banale.

“Ormai il peggio è passato e ora bisogna ricominciare” sussurra Stoccolma guardando per terra, intenta a far rotolare con i piedi qualche piccolo sasso sul suolo.

“Il problema è proprio questo Monica. Come facciamo a ricominciare? Sono successe troppe cose dentro la banca. Arturo che ti si è strusciato addosso e che ora partirà alla carica per cercare nostro figlio, i miei sfoghi di rabbia, tu che hai deciso di lasciarmi per poi diventare la grande confidente di Rio… come facciamo adesso? Tu non mi vuoi più no?” spiega Denver amareggiato, avvertendo la propria vita sgretolarsi pian piano tra le proprie mani.

Monica non sa che cosa rispondere. Dentro di sé vige il caos e il disordine. La donna ricorda la cattiveria di Denver, la sua gelosia, la paura che le ha trasmesso quando ha assistito alla sua aggressività, le parole dure che gli ha rivolto e intuisce quanto sia difficile riprendere a vivere.  La riccia sa che non si possono cancellare quei brutti momenti ma, mentre si gira la fede in modo nervoso, capisce che proprio in quell’oggetto era racchiuso un nuovo inizio.

“Siamo partiti per la rapina con delle questioni in sospeso. Abbiamo litigato e ci siamo allontanati, ma ho sbagliato anche io. Tu volevi solo proteggermi e io ti ho dato del maschilista. Tu eri arrabbiato perché avresti voluto dedicare quel tempo a Cincinnati piuttosto che alla violenza. Tu eri aggressivo perché in realtà dentro di te sentivi una fragilità che non hai mai provato prima” inizia a dire Monica, avvicinandosi al marito e fermandosi a pochi centimetri da lui.

“Questo anello, però, mi ricorda della nostra promessa: di amarci per sempre e starci accanto nelle difficoltà. Io sono crollata al primo momento senza volerci minimamente pensare e per questo ora voglio proporti di ripartire. Supereremo tutto, ci faremo aiutare, vinceremo la violenza e i nostri fantasmi. Io voglio rinnamorarmi di te in ogni modo possibile” conclude la bionda trovando il coraggio di alzare lo sguardo e fissare i propri occhi in quelli tristi di Denver.

Il ragazzo trova opportuno non rispondere e lasciarsi penetrare da quelle parole così profonde che condivideva pienamente. Tra di loro c’era ormai una frattura, ma il matrimonio era la miglior occasione per ripartire. Scosso da quelle parole, il ragazzo butta via la sigaretta e annuisce alla donna per poi prenderla per mano e rientrare nell’abitazione. La banda era sempre stata unita ma, ora, erano i rapporti interpersonali a trovarsi in trappola e difficoltà.

Il piano “rinascita” era appena iniziato ma, questa volta, non riguardava solo Denver e Monica. Tutte le altre coppie esistenti, infatti, si trovavano in una crisi profonda: obbligate ad imparare a condividere la vita quotidianamente come qualsiasi persona normale, superando ostacoli di cuore e carattere ben più complicati di una rapina in banca.

SPAZIO AUTRICE:

Ciao a tutti! Eccomi qui, mi presento: sono Feisty Pants e mi sono appena trasferita in questo nuovo fandom avendo appena divorato tutte le stagioni della Casa di Carta. Questa è la prima volta che provo a cimentarmi in una storia nuova, ricca di colpi di scena e azione per questo chiedo venia in anticipo. 
Per quanto riguarda la trama ho modificato due aspetti rispetto alla quarta stagione: Nairobi è stata risparmiata da Gandia e il professore, nonostante l'ultima scena della serie lo raffiguri con la pistola di Sierra puntata alla testa, è riuscito a portare fuori la banda dalla banca...non so come, quindi lascio alla quinta stagione il compito di spiegarmelo. Sta di fatto che tornare alla vita normale questa volta non sarà semplice e insorgeranno mooolti problemi. 
Ringrazio in anticipo i miei due tesori Ivy01 ed Eternal Rome per avermi fatta appassionare a LCDC e per supportarmi in ogni passo. 
Buona lettura a tutti,
chiki pum, chiki pum, chiki pum...

Feisty Pants




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