Epiteto

di Ronnie92
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Tutti nasciamo liberi.
Ma appena nati
veniamo ingabbiati nella prigione imposta da “gli altri”.

“Puttana” / “Frocio”
“Anima mia” / “Mia metà”
“Troia” / “Cazzone”
“Mio dolce tramonto” / “Cuore d’oro”
“Stronza/o”
“Principessa” / “Cavaliere”

Un’anima sa provare malessere e benessere,
anche nella frazione dello stesso singolo secondo.

Sa essere forte e debole,
paradossalmente,
nello stesso momento.

Sa sopportare il peso dei gesti e dei pensieri,
ma anche soffrire di questa stessa sua forza.

“Cessa/o”
“Dolcezza”
“Zoccola” / “Merda”
“Cucciola/o”
“Maledetta/o”
“Santa/o”

Ogni epiteto è come una pistola carica puntata sulla soglia dell’Anima.
Ogni confronto può diventare affronto, se non regolato nel giusto modo.
Ogni libertà può essere convertita in prigionia,
soprattutto quando sviamo la consapevolezza.

“Colpa”
“Demerito”
“Errore”
“Fallimento”
“Disgrazia”
“Delusione”

I sentimenti e le frustrazioni che il mondo ci riversa addosso sono i nostri pilastri emotivi.

Ma siamo veramente il prodotto di ciò che pensano e dicono “gli altri”?


Cosa deve essere cambiato?
Cosa può essere cambiato?
Come possiamo cambiarlo?

Tante cose non seguono il corso dell’equità.
Il dolore, invero,
lo percepiamo tutti,
ma tutti in modo diverso.

Siamo tutti parte dello stesso grande errore,
e tutti distogliamo lo sguardo da esso,
disgustati.

Rimaniamo a girarci i pollici.
A sollazzarci nel nostro penoso “esserci”.
Perché è facile.
Risultato senza sforzo.
Ognuno sulla propria strada.

Ma se non si fa nulla per cambiare il marcio che ci circonda,
quello stesso marcio, prima o poi, toccherà noi…
E toccherà chi amiamo…
E non risparmierà…
Nessuno.



 




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