Antidoto alla pervinca
Per Mary,
Antidoto alla pervinca
“Perché Babù ti ha fatto
l’occhiolino?”
Grisam si sarebbe
schiaffato una mano in faccia per l’incapacità di Vaniglia di mantenere un
segreto, ma mantenne la calma ed esibì la sua espressione più stupita.
“Occhiolino? L’avrà fatto a te, al massimo, perché dovrebbe farmelo?”
“Ti avverto, Grisam
Burdock…”
“Magari le è entrato un
moscerino nell’occhio, Vì! Non so niente! Piuttosto, che fai domani?”
“Lo sai benissimo, mago
bugiardo” sbottò lei, guardandolo torva; non era convinta. “Tu che fai,
domani?”
“Sarò alla festa, come
tutti” dichiarò nel suo tono più innocente. “O magari verrò a rapirti già dalla
mattina” propose con un gran sorriso.
Pervinca gli assestò una
gomitata nel fianco. “Sai che devo aiutare i miei a preparare la festa. Babù ha
già disertato per un impegno di vitale importanza con Jim”.
“Lo so, lo so” replicò
Grisam, nascondendo il sorriso. Oh sì, lo sapeva bene.
***
Pervinca era impegnata a
ridere con Flox quando due grandi mani le calarono sugli occhi da dietro. Non ebbe
bisogno di riflettere su chi potesse essere il responsabile.
“Sei in ritardo” disse, pizzicando
alla cieca un braccio di Grisam.
“Ho dovuto aiutare mia
madre con una consegna dell’ultimo minuto” si difese lui, liberandole
finalmente la vista. “Bella festa. Come stai, Flox?”
“Oh, io sto bene! Non è
che hai visto Acanti?”
Grisam scosse la testa.
Flox, quel giorno più colorata che mai, scrollò le spalle e scelse una tortina
dal tavolo davanti a loro. Nonostante fosse quasi novembre era bel tempo e
all’aperto si stava bene, perciò avevano deciso di tenere la festa all’aperto. Avevano
sistemato due tavoli ricoperti dalle deliziose specialità di mamma Dalia nel
giardino, ora piuttosto affollato.
“Che ti va di fare, Vì?”
chiese Grisam, occhieggiando i vassoi sul tavolo senza però prendere nulla.
“Vedrai” rispose lei,
guardando verso Vaniglia; la gemella si trovava al centro del giardino, mano
nella mano con Jim. Pochi secondi dopo, Jim si schiarì la voce e il
chiacchiericcio degli invitati pian piano si spense. Vaniglia ne approfittò per
spiegare cos’avevano preparato per quel pomeriggio.
“Una caccia al tesoro?”
ripeté Grisam, incuriosito. “Sembra divertente”.
“Sì” assentì Pervinca, sorridendo.
“E perderai, Burdock!” aggiunse, trascinando Flox via con sé. Grisam rise, poi
si affrettò ad andare a ritirare il suo indizio. Magari poteva far squadra con
uno dei Corbirock.
***
“Quella non sei tu, mi
pare” commentò Grisam, esausto, mentre Shirley Poppy saliva sul palchetto
improvvisato a ritirare il premio.
“Ho detto che tu avresti
perso, non che io avrei vinto” replicò Vì, con un po’ di fiatone. “Se avessi
potuto volare avrei vinto, comunque”.
“Potrei dire lo stesso”.
Pervinca rise. “Ma se hai
impiegato un’ora per decifrare il terzo indizio…”
Grisam afferrò una fetta
di torta salata e la ingoiò, momentaneamente privo di una risposta vincente. Nessuno
riusciva a metterlo all’angolo come Pervinca Periwinkle: anche per questo la
amava. E non lo seccava troppo aver perso la caccia al tesoro.
Sorrise; presto sarebbe
stato il suo turno di vincere.
***
“Che fai ancora qui?”
chiese Pervinca, alzando un sopracciglio. Gli ospiti se n’erano ormai andati
tutti, ma Grisam era ancora lì. “Sai che devo aiutare a sistemare”.
“Sono qui per rapirti”
dichiarò lui per tutta risposta, afferrandole un braccio. Le scoccò un sorriso
malizioso. “Ti va?”
Ma certo che le andava.
Però non poteva prendere e andarsene così, lasciando…
“Vai, Vì”. Vaniglia si
materializzò al suo fianco, sorprendendola. “Pensiamo noi a mettere tutto a
posto. Stanca come sei, finiresti per nascondere tutto e basta… vai e
divertiti!” l’esortò, strizzando un occhio.
L’occhiolino.
Si lasciò trascinare via
da Grisam, ma quando furono abbastanza lontani gli assestò un pugno sulla
spalla. “Hai complottato con Babù alle mie spalle?”
“Doveva essere una
sorpresa” spiegò lui, portandosi una mano sulla spalla colpita. “Ti piace?”
Lei si guardò intorno,
confusa. Erano solo le sette, ma il sole era tramontato da un bel po’ e per
strada c’erano solo loro due. A meno che qualcuno non fosse nascosto
nell’ombra.
“Hai organizzato qualcosa
o il tuo piano si esauriva con il sottrarmi alle pulizie?” chiese, ma subito
dopo aver formulato la domanda si rese conto di essere già contenta che lui
avesse voluto ritagliare un momento per loro due soli – anche se non avrebbe
dovuto farlo alle sue spalle! – e addolcì l’espressione. “Grazie, comunque”
mormorò.
Grisam sorrise e le prese
la mano. “A quest’ora possiamo volare” affermò, sollevandosi da terra.
***
Volarono per lo più in
silenzio, giocando a rincorrersi e a superarsi, sfidandosi a chi saliva più in
alto e sfiorando la superficie del mare – perché, a un certo punto, arrivarono
al mare.
Dopo una breve gara di
schizzi, Pervinca si lasciò condurre a un’insenatura a poca distanza dal faro con
una tovaglia e due ceste dall’aspetto sospetto. “Un pic-nic?” domandò, curiosa
e divertita. A volte Grisam si dimostrava inaspettatamente romantico – anche
troppo, ma per una volta poteva lasciargliela passare.
“Ho preparato una cena
speciale” annunciò lui, raggiungendo una delle ceste. “Indovini?”
“Non lo so” ammise lei,
sedendosi a gambe incrociate sulla tovaglia. “Ma dovrà essere buonissimo, o con
tutto quel che ho mangiato prima non credo che troverò spazio”.
Grisam non si lasciò
intimorire. “Mi hanno aiutato i miei” raccontò, estraendo un contenitore sigillato.
“Scommetto che non hai mai assaggiato un gelato così buono” aggiunse,
poggiandolo di fronte a lei.
La sfida la intrigò, ma
prima di rispondere a tono realizzò meglio quel che aveva detto. “Gelato?”
ripeté, vagamente stupita. Era il 31 ottobre, era sera – iniziava anche ad
avvertire un leggero freddo – e Grisam Burdock le aveva appena proposto di
cenare con il gelato e nient’altro.
“Che compleanno sarebbe,
senza gelato?” replicò Grisam tranquillo. “Ti piacerà, te lo prometto”.
Vì fu quasi tentata di
rovinarlo per dispetto, ma ingoiò l’orgoglio e aprì il contenitore. Sembrava
proprio buono, in effetti. Accettò il cucchiaio portole da Grisam e assaggiò.
“Che cos’è?” finì per
domandare senza neanche rendersene conto.
Grisam sorrise. “Un mix
speciale” dichiarò, guardandola negli occhi. “Ti piace?”
“Mhm”. Ne prese un altro
cucchiaio, cercando di decifrare gli ingredienti. Poi si arrese, e concesse:
“Non è male”.
Grisam si avvicinò, portandosi
a un passo dalla sua faccia. Pervinca avvampò. Grisam prese un cucchiaio di
gelato e si allontanò. “Non male, già”.
Ebbe la decenza di arrossire
sotto l’occhiata torva che gli scoccò la ragazza. “Cocco” mormorò poi.
“Non è solo cocco”
ribatté Vì, ricomponendosi. Il mistero del dolce la intrigava.
“Ananas. E…”
“E?” ripeté lei,
avvicinandosi d’istinto. Grisam le sorrise, ma non disse niente. Lei si
ritrasse, prendendo un altro po’ di gelato per tentare di trovare l’ultimo
ingrediente.
“Sono ingredienti estivi,
cocco e ananas” rifletté ad alta voce. “Come hai fatto?”
“Ho chiesto aiuto a Babù”
confessò lui, strizzandole l’occhio. “Anche se è una frana a non farsi
scoprire. L’ingrediente segreto, però, l’ho raccolto tutto da solo”.
Pervinca tremò
leggermente; Grisam afferrò la seconda cesta e ne tirò fuori una felpa. “Sono venuto
preparato” commentò solo, porgendogliela.
Quando risbucò dalla
felpa, scoprì che Grisam – dopo averne indossata una a sua volta – le si era
avvicinato. “Pervinca” le sussurrò all’orecchio.
“Mi chiamo così, sì”.
Lui rise. “È l’ultimo
ingrediente”.
Vì strabuzzò gli occhi,
mentre il cervello registrava quell’informazione. “Dimmi che scherzi” disse,
osservando con espressione totalmente diversa la vaschetta di gelato. “I fiori
di pervinca sono tossici, razza di!” si interruppe, non riuscendo a trovare
un insulto che riassumesse abbastanza bene quello che stava provando.
“Pervinca stellata”
replicò lui, come se lei non gli avesse appena gridato che l’aveva condannata a
morte. “L’unica specie di pervinca non tossica. Non sono così
sprovveduto”.
Lei lo fulminò con lo
sguardo, incredula. “È rarissima”.
“Non ho detto che è stato
facile”.
Inspirò ed espirò un paio
di volte, cercando di calmarsi. Ora che la paura era passata si sentiva strana.
Be’, senz’altro quel compleanno le sarebbe rimasto impresso a fuoco nella
memoria.
“Sei uno scemo, Grisam
Burdock” dichiarò, guardandolo fisso negli occhi. “Non capisco se sei più scemo
o dolce”.
Lui per tutta risposta la
baciò, azzerando la distanza. “Mi piaci anche tu, Vì”.
Sorrise. “Grazie”.
NdA
È la primissima volta che
scrivo in Fairy Oak, pur avendo amato tantissimo i libri da bambina (e anche da
non bambina), e in effetti credo che dovrei proprio rileggere, ma una persona
speciale fa gli anni oggi e mi sono buttata. Spero tanto che ti piaccia, Mary ❤, e spero che sia potuta
piacere a chiunque sia arrivato fin qui.
Chiarisco, per scrupolo,
che la pervinca stellata non esiste (non che io sappia), è una mia
invenzione/licenza poetica per ragioni di trama. Ovvero, io che mi immagino
Grisam che prepara un gelato con la pervinca e poi scopro che la pervinca è
tossica. Bene ma non benissimo.
Non credo di avere altro
da aggiungere, grazie per aver letto! :3
Mari
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