⛩️San Hime no Kimono⛩️

di Elwing2000
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MOROHA NO KIMONO.

Kagome guardava ripetutamente verso la porta con ansia, dove si trovava Inuyasha.
Il mezzo demone cane annusava costantemente l'aria alla ricerca dell'odore di sua figlia, che purtroppo non arrivava. Erano entrambi emozionati e pieni di terrore. Era il loro primo regalo che le facevano e speravano che le sarebbe piaciuto. Inuyasha sbuffó per l'ennesima volta nervoso e Kagome lo seguí a ruota. Passó un altro pó di tempo prima che il marito scattasse e uscisse fuori dalla casa dicendole a gran voce: -È arrivata, Kagome!-. La sacerdotessa lasció perdere il lavoro che stava facendo, e corse dietro al marito.
Moroha stava salutando le sue cugine che si dirigevano all'estremità del bosco dove si trovava la loro nuova casa. L' Hanyo la raggiunse per primo. -Moroha!- disse fermandosi vicino a lei dopo la corsa. La ragazza gli salutó con un gran sorriso stampato in faccia, -Ciao mami, ciao papi!-. -Ciao tesoro- le disse Kagome avvicinandosi, la figlia sempre sorridente prese le mani di entrambi, e li trascinó verso la loro nuova casa. -Che si mangia? Mmh, ho una fame!- disse leccandosi le labbra. Kagome le punzecchió il nasino, -Ti ha fatto il ramen!- le disse, lei urló di gioia. -SIIIII!!- acceleró il passo trascinandoli a casa.
Moroha gettó le sue armi da una parte con fare irruento, e sempre con poca delicatezza, si gettó sul suo futon.N-Aah!- esclamó tutta soddisfatta allargando braccia e gambe. Inuyasha la guardó tra lo sconvolto e orrobilato. Stava letteralmente schiacciando il pacco con il regalo, di cui non ne aveva minimamente calcolato la presenza. Tossichió per attirare l'attenzione della moglie. La donna alzó lo sguardo dal pentolone dove c'era il ramen e guardó verso la figlia che era spaparanzata sul futon, quasi la avessero messa a cuccia.
-Moroha! Tesoro!- Kagome le si avvicinó e le sfiló il regalo da sotto la schiena. -Uh!?- la ragazza si alzó mentre Inuyasha si metteva a sedere accanto alla moglie elettrizzato dall'emozione. Moroha guardo il presente tutto colorato con fare accigliato. A quel punto con la voce strozzata dall'emozione, Kagome le parló,
-Oggi siamo andati nell'Epoca Reiwa...-,
-E ti abbiamo preso un regalo!!- cominció prima che il mezzo demone la interrompesse impaziente. Kagome lo squadró per averla interrotta, ma poi ripose di nuovo le sue attenzioni a Moroha. Entrambi fremettero e con mani tramanti Kagome avvicinó il grosso pacco alla figlia. La shihanyo osservó il presente senza prenderlo in mano. Sbatté piú volte le palpebre incredula ma ancora non si decideva a prenderlo in mano, quindi la madre lo depose a terra, ed entrambi i genitori si guardarono nervosi e preoccupati. Alla fine disse solo: -Ah!-.
-Se lo vuoi aprire piú tardi tesoro, non c'è problema- le disse la madre per tranquillizarla, ma la ragazza continuava a fissare il regalo con fare ebete. Inuyasha era talmente nervoso che non riusciva a pronunciare una sola parola.
Con le mani nascoste nelle maniche del suo kimono, si tormentava e pizzicava queste ultime, mentre tamburellava sul pavimento con il piede, sbuffando ripetutamente. Alla fine Moroha tremó dall'emozione, -Aspetta!- esclamó immediatamente Inuyasha preso dal panico, -Perché stai piangendo!?-. Si alzo subito, andó dietro di lei e provó ad abbracciarla, sebbene il suo fu un tentavio un po' impacciato. Anche Kagome fece altrettanto. -Oh! Amore, che c'è? Che succede?- la sacerdotessa la strinse forte, anche lei sul punto delle lacrime. -Non sto piangendo- piagnucolo la figlia. -E... che, non avevo mai ricevuto un vero regalo- rispose tremando. I genitori la strinsero forte forte per consolarla. -Avevi il nostro rosetto- provó a dire Inuyasha accarezzandole la testolina. -Si, ma...- Moroha si asciugó una lacrimuccia, troppo orgogliosa per ammettere che stava davvero per scoppiare in lacrime, -Non è la stessa cosa. Quello l'ho ereditato. E poi non potevo mica ricordarmi il momento in cui l'ho ricevuto!?-.
Alla fine, la shihanyo prese il presente e cominció a scartarlo. Inuyasha smise di respirare, strinse forte la spalla di Moroha e la mano di Kagome a tal punto che quella si lamentó per il dolore. I due neo-genitori non si persero un solo istante, col fiato sospeso osservarono la figlia strapppare la carta da regalo aspettando la sua reazione. Che non tardó ad arrivare. Il volto della ragazzina si illuminó. -Aah!- gioisa piú che mai Moroha prese fra le mani un kimono stupendo.
Era di una morbidissima stoffa rossa, decorato con fili dorati che creavano decorazioni di fiori e di piccole foglie color porpora. Quello e anche un fiocco particolare mai visto prima. Ció che peró risaltava fra tutto era l'obi: dorato, con un filo che lo circondava e un fiore rosso di camelia fatto di stoffa. -È MERAVIGLIOSO!- esclamó la ragazza fuori di se.
I genitori ripresero a respirare.
Moroha si giró verso di loro commossa. Si getto al collo di tutti e due e gli abbraccio forte forte. Poi schioccó sulle guacie di entrambi un sonoro e lungo bacio. SMUACH! Si udí due o quattro volte.
-Grazie! È bellissimo!!-. Kagome riuscí solo ad annuire, troppo intenta ad asciugarsi le lacrime, Moroha balbettó, cominció a parlare a raffica cercando di contenere le sue emozioni -Come mai? Cioé non è il mio compleanno! Come vi è venuto in mente? Perché lo avete preso nell'epoca Reiwa? Se lo avessi saputo sarei venuta anche io! O avrei fatto anche io un pensiero a voi...- . Inuyasha partí subito in quarta tutto orgoglioso, -Bhe...- disse gonfiando il petto -Ovviamente l'idea è venuta a me!- rispose indicandosi pomposo col pollice. -E io ho pensato di andare dall'altra parte, cosí avresti avuto solo tu un kimono moderno, unico e inimitabile-. Kagome lacrimava ancora, ma sul suo volto si leggeva la piú completa soddisfazione.
-Cosí sarai la piú bella per la festa dell'hanami. Farai crepare tutte le ragazze di invidia!- disse Inuyasha. Moroha ripeté le sue parole -SI!!- alzó i pugni in aria, trionfante. -COSÍ FARÓ CREPARE TUTTE D'INVIDIA!!-.
Invece sul volto di Kagome la gioia era sparita del tutto sostituita alla rassegnazione. -Sii... Yeeh! Che bello!- rispose ironica. -Ma che modo di parlare è mai questo!?- chiese mettendo le mani sui fianchi con aria di rimprovero.
-PERCHÉ? È VERO!- risposero in coro i due girandosi a guardarla contrariati. Inuyasha circondó con un braccio la figlia e l'avvicinó a se con lo sguardo e il sorriso fiero di se stesso e della sua principessa. La somiglianza tra i due era incredibile. -Moroha è e sará la piú bella della festa!-. La ragazzina sorrise a trentatre denti alla madre per rabbonirla. Era troppo dolce perché Kagome riuscisse ad avercela tanto con lei.
-Lo posso provare?- chiese stringendoselo al petto. -Certo!- esclamó la sacerdotessa alzandosi in piedi, andó a togliere il ramen dal fuoco prima che si bruciasse, ma, mentre lo faceva sentí il marito urlare. -NON QUI!!-. Si giró di scatto e vide il mezzo demone che si copriva il volto imbarazzatissimo mentre la figlia si spogliava. -Embeh! Che differenza fa!?- chiese osservandolo incredula. -Moroha!- questa volta la madre la sgridó sul serio. -Quante volte te lo devo dire!? Quando ti svesti, lo devi fare la dietro!- la rimproveró indicando un paravento in carta di riso. La prese per il braccio e la condusse la dietro. -Ma io mica mi vergogno!- rispose la figlia mentre veniva trascinata via. -MA CHE CENTRA!- brontoló l'hanyo incrociando le braccia contrariato; -Non importa, è questione di decenza- le disse Kagome mentre l'aiutava a svestirsi -Tuo padre si imbarazza, inoltre non è decoroso e buono che ti spogli dinanzi agli altri-. Aiutó la sua piccola a indossarlo, -Questo fiocco si chiama, Tateya Musubi- le spiegó stringendolo allegra e le sistemó anche la coda di cavallo. -C'è anche questo!- disse mostrandole un fiocco per capelli. Moroha si lasció sfuggire un: -Ooh!- incantata.
Pure il fiocco era bellissimo. Enorme, rosso, brillantinato e in armonia con l'abito, poichè come l'obi, aveva anche esso al centro un fiore di camelia.
Finito di aggiustarsi la principessa fece una giravolta eccitata, si rimiró allo specchio appoggiato alla parete e fece un'altra giravolta. Il kimono la faceva sentire come se fosse un'altra persona, elegante e raffinata. Ma pur sempre se stessa. Era perfetto per la sua semplice, allegra e loquace personalitá.
Poi i ricami dorati e i fiori plastici invece le sembravano che esprimessero la parte piú stravagante ed eccentrica di lei.
Le piaceva da morire.
-PAPÁ PAPÁ!- corse da lui per farsi vedere. -Come sto!? Come sto!?- gli domandó, saltelló sul posto euforica e mandó all'aria il lavoro che Kagome aveva fatto con i suoi capelli.
Inuyasha la osservó felice. Poi, piú serio di quanto non fosse mai stato in vita sua si complimentó con lei: -Sei bellissima Moroha!-.
L' hanyo le sorrise sinceramente, il kimono sembrava rendere il volto della figlia adorata ancora piú luminoso. La demonietta urló di gioia. Si getto fra le sue braccia e gli diede un altro grosso bacio. Kagome li raggiunse subito invidiosa per ricevere anche lei la sua dose di bacioni. -GRAZIE! GRAZIE! GRAZIE!- urló Moroha continuando ad abbracciarli. -GRAZIE MILLE! È BELLISSIMO! GRAZIE! SIETE FANTASTICI!-.
Moroha non si tolse l'abito per il resto della serata, mangió con quello stando ben attenta a non sporcarlo, e specchiandosi piú volte, sorridente come non mai. Solo quando fu ora di mettersi a dormire; si tolse l'abito e lo piegó delicatamente, ammirandolo e accarezzandolo come se fosse un tesoro inestimabile.
In quel momento Inuyasha pensó non solo che fosse il padre piú fortunato del mondo, ma che il magnifico, splendente sorriso della figlia valeva tutti i sacrifici cha avevano fatto lui e Kagome.
 

 TOWA TO SETSUNA NO KIMONI.

Rin ammise a se stessa che l'idea l'aveva copiata dai suoi cognati. Ma dopo aver sentito con quanto entusiasmo aveva reagito Moroha, dopo tutti i baci che gli aveva dato gli abbracci e la gioia che le avevano portato, la confidenza raggiunta da loro; dopo aver sentito tutto questo, lei si era davvero sentita piena di invidia.
Cosí aveva pensato, un pó con vergogna, di prendere anche lei dei kimoni a Setuna e Towa. Ne aveva parlato con Sesshomaru, ma si sa, come previsto non si era dimostrato poi tanto interessato all'idea, anche se l'aveva aiutata e accompagnata a prenderli nei villaggi vicini piú ricchi riapetto a Musashi. Ma ora se ne pentiva un pó. Non sapeva cosa aspettarsi, e aveva tanta ansia.
Le ragazze stavano parlottando nell' ima, Towa cercava di spiegare alla gemella che la strana scatolina piatta che possedeva, non era pericolosa. -Vedi?- le disse, -Cosí si fanno i selfie!- ci fu in sonoro clik, e lo smartphone si mise a funzionare, l'attimo dopo la ragazza mostró a Setsuna la scatolina con le loro immaggini sopra. La gemella peró continuava a guardare l'ogetto con aria sciettica. -Avanti!- la incitó, -Scegli il filtro che vuoi!-. Setsuna sempre guardando lo smartphone con aria guardinga, indico una cosa completamente a caso. -Quello è l'album!- disse Towa prima di essere richiamata dal padre.
Entrambe le ragazze si voltarono. -Che c'è!?- domandó la maggiore cercando di sembrare allegra. Nella loro nuova famiglia Towa, insieme a Rin, era quella che cercava di essere piú amichevole e di far funzionare le cose. Sesshomaru parló, -Vostra madre e io, vi abbiamo preso dei kimoni- le si avvicinó con uno dei doni sotto braccio, mente la testa di Rin sbucava timidamente da dietro il fusuma.
Le ragazze parvero davvero stupite. Da lui era piú provabile ottenere delle armi. Non sembrava affatto un gesto alla Sesshomaru, almeno dal personaggio che avevano visto e che stavano imparando a conoscere. Ma anche dalla mamma non si aspettarono un gesto simile, seppur assai piú prevedibile.
Rin sospiró per farsi coraggio ed entró nella stanza, infastidita dal fatto che il demone avesse già detto di cosa si trattava. Posó il suo dono vicino a Setsuna, e aspettó che lo aprisse. Cosa che non accadde affatto. Towa invece seppur imbarazzata ringrazio entrambi e lo scartó quasi subito. Era abituata a ricevere regali, da Sota e da tutti i suoi compagni di classe durante le feste di compleanno. -WOW!- La mezzodemone strabuzzo gli occhi. -Wo! Cavolo! È davvero bello!-. Era assai stupita. Il regalo non solo era bello ma sembrava anche parecchio costoso. Lo prese con una mano, mentre con l'altra si grattava la testa pensierosa.
Era un abito molto semplice. L'hakama era completamente celeste. La parte superiore bianca, impreziosita solo da sottili fili d'argento, che creavano dei fiori appena visibili. Ma quello che le piaque di piú anche a lei era l'obi: celeste pure quello, era decorato con quella che sembrava una stampa a tema marino, o meglio con delle onde ricamate sopra.
Alzó lo sguardo per vedere quello di Setsuna, che era ancora incartato.
La ragazza era in difficoltá.
Come la cugina anche lei eccetto i pugnali che le dava Sesshomaru quando era piccola, non aveva mai ricevuto un dono. -Dai Setsuna!- provó ad incoraggiarla -Vediamo come è il tuo!- le sorrise e la gemella, forse, un pochino rinquorata cominció a scartarlo.
Rin strinse convulsivamente la mano al marito. Era piú l'opinione di Setsuna che le interessava, aveva già capito che a Towa le sarebbe piaciuto, erano quasi uguali loro due, a volte quando la accompagnavano a vendere le frutta e la verdura del suo orto, lei e l'Hanyo dai capelli bianchi si fermavano piú volentieri presso le bancarelle con i vestiti. Ma Setsuna rimaneva in disparte poco interessata.
Il kimono di Setsuna era bellissimo. Anzi, divino. Era bianco latte impreziosito solo da un volo di rondini viola e ai lati di ogni estremità, delle fasce indaco che si abbinavano con l'obi. Quest'ultimo era decorato con dei fiori dorati di mimosa, il cui tema si ripeteva anche sulle lunghe maniche.
Rin ingoio il gozzo che aveva da metá serata e provó a parlarle, -Ti piace?- le chiese timidamente. Peró Towa si intromise al posto suo elettrizata -Waaa! Setsuna! È magnifico il tuo abito!-, -Vorresti dire che il tuo non ti piace?- le chiese Sesshomaru atono.
-Oh no!- rispose la figlia mettendo le mani avanti imbarazzata per il fraintendimento -Anche il mio è bellissimo! Quello di Setsuna peró è davvero fantastico!- fece un inchino per ringraziarli entrambi poi si rivolse alla sorella. -Dai! Avanti Setsuna! Proviamoli, vediamo come ci stanno! Poi ci faremmo le foto con la Polaroid insieme a Moroha! Ho comprato un nuovo rullino!- disse euforica mostrando il segno della vittoria.
Setsuna continuava a osservare silenziosa il vestito sfiorandolo.
Dopo un po' si inchinó a Rin e la ringrazió: -Grazie mille Rin per il vostro gesto! Anche a voi!- disse riferendosi al daiyokai, prima di ritornare a parlare con l'unica donna umana -Comunque si, mi piace molto-. Il suo sguardo era normale, ugualissimo a quello del padre e anche la sua voce non esprimeva gioia, a differenza della sorella.
Rin aveva segretamente sperato di strapparle un sorriso, poichè in quei mesi nemmeno mai un volta era riuscita a vederla veramente felice. Con Towa invece era diverso, si sentiva quasi sua amica, ma con l'altra... Erano due estrane.
-Dai proviamolo!- continó Towa stringedo i pugni in aria sorridente, lei si catapultó in camera seguita da una silenziosa sorella, mentre Rin perdeva altri diciotto anni di vita.
Sbuffò e si getto su mokomoko, quasi avesse un mancamento. -Mamma mia!- sussuró senza fiato. Sesshomaru la osservo senza dire nulla poi ritornó a guardare davanti a se aspettando che le ragazze ritornassero.
Dopo un po' Towa urló il nome della madre. -RIIN! POTRESTE DARMI UNA MANO PERFAVORE!?-, la donna si alzó lentamente e andó nella stanza delle figlie. Towa era quella che aveva combianto piú casini con l'obi e il fiocco. Sestuna invece si stava vestendo silenziosamente e con pazienza. La donna sorrise e aiuto la maggiore che ormai non capiva piú nulla, infine si presentarono tutte e tre davanti a Sesshomaru.
-Di Sesshomaru!- Rin in mezzo aveva messo le braccia attorno alle spalle delle sue ragazze -Non sono bellissime?-.
Towa sfoggiava un gran sorriso che andava dal sincero all'imbarazzato, mentre Setsuna aveva la testa abbassata. Il daiyokai non disse nulla, a differenza di Jaken che si complimentó con entrambe, ma a Towa parve quasi che sorridesse. Tuttavia, non poteva dirlo con esatezza.
Anche quando parló il suo tono di voce non esprimeva nulla. -Si- ammise il demone cane. -Sono molto belle!-. La gemella piú grande esultó. Ma la minore continuó a guardare in basso piena di imbarazzo. -Gra... Grazie- sussurró arrossendo e, forse, anche sorridendo.




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