Una piccola storia nata di getto per salutare Una Stubbs, Baker Street non sarà più la stessa senza di te.
Spero vi piaccia.
Un giorno d’estate
Il caldo era insopportabile. .
Quell'estate si stava rivelando peggiore di tutte le precedenti. .
Mezza Europa bruciava, l'altra metà era stata investita da piogge torrenziali e gradinate con chicchi di ghiaccio grandi come palline da tennis. .
Era la seconda estate dalla pandemia mondiale, la quale ogni volta che sembrava indebolita tornava però con altre varianti e altra paura. .
Rosie era cresciuta in quella casa, tra alambicchi di vetro, provette e biscotti caldi preparati da nonna Martha. .
E ora nonna Martha non c'era più. .
Era volata via da quella città afosa, dai suoi papà confusionari, dallo zio con cui fingeva sempre di litigare e dall'altro zio con cui si divertiva a spettegolare. .
Erano tutti tornati a casa, una casa che sembrava vuota senza nonna Martha. .
Sherlock era seduto sulla sua poltrona. Lo sguardo fisso in un punto, i polpastrelli delle lunghe dita delle mani si sfioravano appoggiandosi alle labbra. Greg e Mycroft di osservavano, cercando la forza nello sguardo dell'altro. John osservava la strada dalla finestra alle spalle di Sherlock, la postura rigida i pugni stretti. .
Rosie sapeva che nessuno avrebbe parlato, non c'era nulla da dire, nulla che avesse senso ed era anche cosciente che nessuno avrebbe fatto caso a lei, e così, forte dei suoi cinque anni (quasi sei come amava ripetere) sgattaiolò al piano di sotto, nella cucina di nonna Martha. La porta di casa che divideva i due appartamenti era sempre aperta, perché mai chiuderla se vivevi nella stessa casa di Sherlock Holmes? Rosie sapeva cosa cercare, la nonna glielo lasciava sempre all'altezza adatta per lei. .
Ed eccolo lì, la copertina di stoffa a quadretti bianchi e rossi con cui la nonna aveva ricoperto il vecchio quaderno sembrava la salutasse. .
Le mani tremarono una volta sfiorata la copertina ruvida. Rosie sentiva il cuore battere un poco più forte di prima. Prese il quaderno e ne scivolò fuori un foglietto. La bambina appoggiò il quaderno sul tavolo, ricoperto dal vinile beige con le viole disegnate, poi si piegò, raccolse il foglio e lo spiegò, lisciando le pieghe. Riconobbe il suo nome tra le lettere scritte con la grafia tondeggiante e ordinata che lei conosceva bene. Quindi si sedette al tavolo e si preparò a leggere, ringraziando zio Mycroft che l'aveva sfidata a imparare a leggere lo scorso inverno, non era ancora bravissima, ma se si fosse concentrata non avrebbe avuto problemi a leggere ciò che c'era scritto, anche perché erano poche righe. Con l'indice reso appoggiato alla pagina seguiva le lettere una dopo l'altra. .
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Cara Rosie, .
c'erano tante cose che avrei voluto insegnarti, ma qui troverai tutto quello che è importante da sapere. Le mie ricette (mi raccomando sono segrete!) e tante piccole cose che negli anni ti serviranno. È tuo, ogni volta che lo aprirai, sarò lì con te.
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Ti voglio bene Paperetta.
P. S. Scommetto che quei quattro non se la caveranno senza di me, te li affido, hai sicuramente più buon senso di loro. .
E siccome so che saranno tristi e arrabbiati, prepara questi dolcetti, troverai tutti gli ingredienti in cucina.
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Le lacrime bagnarono gli occhi della bambina e fu così che la trovarono pochi minuti dopo.
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Alla fine decisero di seguire la ricetta, semplice, con tre ingredienti e senza cottura, trovandosi a raccontarsi storie di tutto quello che avevano combinato in quegli anni, di quando l'avessero fatta impazzire e di come era stata lei a prenderli quasi di peso per costringersi a parlarsi. Prepararono il tè, quello profumato preferito da Mrs. Hudson, si sedettero al tavolo della cucina continuando a raccontare episodi che credevano di aver dimenticato e mangiarono i dolcetti preparati insieme.
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In quella cucina, seduta con loro Rosie sentiva forte la presenza della nonna, riusciva quasi a vederla, con quel sorriso di chi ha appena fatto una marachella ma non era per nulla pentita di averla fatta, anzi ne era divertita. .
E seppe che la nonna sarebbe stata sempre con loro. .
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Fine
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