Il sole a mezzanotte

di vale ronron
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A ridestarmi dal sonno furono i borbotti di Haymitch e Sae la Zozza.

Sbadigliai e non appena aprì gli occhi la luce mi accecò.

“Ben svegliata dolcezza!!” sussurrò Haymitch dall’altra parte della stanza, poco lontano dal divano dove mi ero assopita.

“Che ora è?” chiesi.

“Sono le 10.30 bella addormentata!”

“Le 10.30?!” chiesi sorpresa, era da un vita che non dormivo così a lungo e così bene, non avevo avuto neanche un incubo, e sapevo anche il motivo.
Infatti, abbassai gli occhi per vedere come stesse il mio scaccia incubi preferito.

“Sta ancora dormendo, ha fatto anche lui unica tirata!!” Haymitch rispose alle mie domande silenziose.

Annuì, ero felice che avesse riposato anche lui, ne aveva bisogno.

“Visto che qui la situazione è sotto controllo, io andrei a finirmi la mezza bottiglia di ieri sera, se dovesse accadere qualcosa fammi venire a chiamare da Sea, ah dimenticavo, ricordati quello che ti ho detto ieri sera, ci vediamo a cena!!” disse prendendo la bottiglia e uscendo da casa mia.

A quanto pare pur di aiutare Peeta, Haymitch, era disposto a diminuire le quantità di alcool giornaliera.

 Lui doveva ridurre l’alcool e io il mio livello di egoismo ed egocentrismo, chissà chi avrebbe faticato di più tra noi due, mi domandai ironica.

“Buongiorno Katniss!!” mi salutò Sea appena entrata in sala da pranzo.

“Buongiorno Sea” risposi.

“Ho preparato la colazione per entrambi, vado a rassettare il piano di sopra!!” aggiunse.

“Grazie Sea!!” risposi grata.

Mi rilassai e chiusi gli occhi godendomi il sole e l’aria che entrava dalla finestra aperta, stavo quasi per riaddormentarmi quando percepì il movimento della testa di Peeta sulle mi gambe, abbassai la testa e aprendo gli occhi mi ritrovai due pozze blu che mi fissavano preoccupate.

“Ti prego, dimmi che non ti ho fatto del male?!” mi pregò preoccupato.

“Buongiorno anche a te” risposi sorridendogli.

Dalla sua espressione sorpresa capì che mi Il mio sorriso lo aveva destabilizzato.

“Non mi hai fatto niente!!” lo rassicurai.

“Sei sicura?” mi chiese con tono incerto guadandomi intensamente.

“Sicurissima, non mi hai neanche sfiorata!!” gli risposi.

Lui alzò le sopracciglia dubbioso “Ho avuto un brutto episodio, vero o falso?!” chiese confuso.

Aveva un’espressione concentrata, a quanto pare stava cercando di ricordare l’episodio.

“Vero” ammisi dispiaciuta.

“E non ti ho fatto del male?!” ribadì incredulo e dubbioso.

“Esatto!!”

“Io non ricordo molto” ammise corrucciato, drizzandosi a sedere.

“Ce la colazione sul tavolo della cucina, l’ha preparata Sae” esclamai per cambiare discorso, ma fu un tentativo vano.

“Ricordo che stavo cenando con te e Haymitch, poi ricordo di essermi alzato per andare in cucina, c’erano dei cocci e degli avanzi di cibo sul pavimento, ricordo Haymitch che ti diceva di andare via e poi ricordo te…”
Accidenti stava ricordando tutto.

“E tu…tu stavi piangendo!!” disse all’improvviso agitato e preoccupato, guardandomi spaventato.

“Katniss, se ti ho fatto del male me lo devi dire!!!” affermò velocemente alzandosi dal divano e guardandomi disperato passandosi una mano tra i capelli.

“Non mi hai fatto niente!!” gli ripetei calma.

“Ma io ricordo che piangevi!!” ribadì agitandosi ancora di più.

Arrossì imbarazzata.

“Non mi hai alzato le mani!!” gli dissi con fermezza.

“Però ti ho fatta stare male” terminò la frase al posto mio, guardandomi tristemente.

Lo vidi fare un passo indietro per allontanarsi.

“Fermo, lì!!” Esclamai risoluta con tono autoritario, lui mi guardò sbalordito.

“Siediti!!” gli ordinai lanciandogli un’occhiataccia, indicandogli, con la mano, il posto accanto a me.

“Non posso!!” affermò agitando la testa e facendo un altro passo indietro.

“Smettila di evitarmi!!” assentì con tono alterato e accusatorio.

La mia affermazione lo deve aver sconvolto abbastanza perché lo vidi sussultare e sgranare gli occhi sorpreso.

“Io…”

“Tu mi stai evitando, non sprecare il fiato ad affermare il contrario, ormai l’hanno capito tutti, non so il motivo per cui tu lo stia facendo ma sono sicura del fatto che non sia stata una grande decisione!!”

“Che vuoi dire?” chiese avvilito incupendosi in viso.

“Voglio dire che il tuo recente comportamento non ha portato niente di buono!!” gli spiegai cauta “E poi mi sembrava che avessimo deciso che ci saremmo protetti e aiutati a vicenda come abbiamo sempre fatto!!” aggiunsi sempre più alterata.

“È così!!” sussurrò intimorito, abbassando lo sguardo sul pavimento.

“E allora perché ti sei allontanato?!” gli chiesi pungente.

“Non volevo importi la mia presenza!!” ammise tutto d’un fiato con un filo di voce, come se sperasse che io non lo sentissi.

Lo guardai sbattendo le palpebre interdetta, non posso credere che l’abbia detto davvero, mi guardai attorno, presi uno dei cuscini del divano e glielo tirai addosso senza neanche prendermi la briga di essere delicata.
 
“Ahia” assentì stupito toccandosi la testa e guardandomi stralunato.

“Almeno la prossima volta ci penserai due volte prima di sparare cavolate!!” gli urlai contro arrabbiata, alzandomi dal divano, dirigendomi in cucina senza degnarlo di uno sguardo, mi aveva fatto infuriare.

“Dove vai?” mi chiese tentennante, potevo benissimo percepire il suo sguardo allibito addosso senza bisogno di voltarmi.

“Ho fame” risposi secca con tono glaciale.

“Mi dispiace, non volevo farti arrabbiare!!” assentì con tono palesemente rammaricato, raggiungendomi con passo malfermo in cucina.

“Siediti!!” gli dissi indicandogli il posto di fronte al mio con lo sguardo.

“Non vuoi che me ne vada?” chiese con il tono a metà tra l’impacciato e il confuso.

A giudicare dalla rapidità con cui si è sedette pensai che l’occhiataccia che gli avevo appena lanciato dovesse essere più minacciosa di quello che pensassi.

“Non hai intenzione di tirarmi addosso qualcos’altro vero?” chiese nervoso guardandosi intorno preoccupato.

“Solo se sarà necessario!!” risposi fulminandolo con lo sguardo.

 Lo vidi deglutire e iniziare a mangiare impacciato.

Vedendo la velocità con cui stava divorando la colazione mi alzai e presi altri biscotti.

“Tieni!!” dissi porgendoglieli.

“Grazie, non mi aspettavo di avere tutta questa fame!!”

“Ieri sera non hai finito di cenare!!” gli ricordai.

“Quindi gli avanzi finiti per terra erano i miei!!” constato pensieroso.

“Sì” risposi solamente.

“E poi cosa è successo?” tentò di chiedere con cautela.

“È successo che hai subito le conseguenze delle tue stesse azioni!!” esclamai alterata, non pensavo di essere così arrabbiata con lui.

“Non capisco” ammise affranto, smettendo di mangiare e guardandomi incerto.

“Mi hai rinfacciato di non esserti accanto e di non tenere a te!!” dissi risoluta guardandolo negli occhi.

Lo vidi spalancare la bocca e sgranare gli occhi.

“Mi hai anche detto che mi odi, che sono una bugiarda e che sei convinto che io ti voglia distruggere” aggiunsi con un nodo alla gola.

“Io…io” era scioccato.

“Mi ci è voluto un po’ per convincerti del contrario!!” aggiunsi abbattuta abbassando lo sguardo colpevole sul piatto.

“Io non ti odio!!” assentì mortificato.

“Davvero?” chiesi pungente guardandolo con sospetto.

“Cosa?...pensi davvero che io ti odi?” mi chiede guardandomi interdetto.

“Be’, tu pensi ben cose peggiori di me!!” gli risposi sgarbata.

“Io non le penso davvero!!” disse alterato agitandosi sulla sedia.

“Mi risulta difficile crederci!!” borbottai senza riuscire a trattenermi.

Lo vidi spalancare gli occhi e balbettando mi chiese “C…cosa?”

Ho detto che mi risulta difficile credere che tu non mi odi!!” ammisi sempre più alterata.

“S...stai scherzando, vero?” rispose sconvolto con voce decisamente sofferente.

“No affatto!!” risposi seria sostenendo il suo sguardo spento.

All’improvviso lo rividi, il Peeta a cui avevo distrutto il cuore di ritorno dalla prima arena.
Conoscevo quell’espressione, era la stessa che padroneggiava nel suo viso il giorno in cui gli rivelai sul treno di ritorno al distretto 12 che il mio amore per lui era stata tutta una finzione per le telecamere di Capitol City, aveva la stessa espressione ferita e malinconica.

“Non puoi pensarlo davvero!!” sussurrò e il dolore nella sua voce è palpabile.

Sono una stupida.

Sono stata un egoista di nuovo.

 Avrei dovuto tenere la bocca chiusa.

“Mi dispiace, scusa” dissi sospirando “Dimentica quello che ti ho detto!!”

“Katniss, io non ero in me stanotte, e so che non è una giustificazione valida per le cose orribili che ho affermato in preda al delirio , ma ti giuro che io non le penso davvero, io non ti odio, e non penso che tu voglia distruggermi, tu non hai nemmeno idea di quanto mi detesti per aver detto questo, per essere cambiato, per non essere riuscito a resistere al depistaggio e soprattutto tu non puoi capire quanto mi odio per aver tentato di ucciderti, non me lo perdonerò mai!!” un fiume in piena di parole che si rincorrevano veloci mi colpì in pieno, pronunciò ogni singola parola con fatica e dolore tanto da arrivare a sussurrare con un filo di voce strozzato l’ultima parte della frase.

… tu non puoi capire quanto mi odio per aver tentato di ucciderti, non me lo perdonerò mai….

All’improvviso mi accorsi che non avevamo mai affrontato questo discorso. L’argomento depistaggio l’avevamo sempre evitato. Nessuno dei due aveva mai avuto la forza e il coraggio per palarne.

“Non devi fartene una colpa!!” sussurrai con tono sincero “Ricordo benissimo la confusione che si prova dopo essere stato punto dagli aghi  inseguitori, avevo ricevuto solo 6 punture eppure quando mi sono svegliata non riuscivo a capire se le scene che avessi visto erano solo allucinazioni o realtà, ad esempio ero piuttosto sicura che la scena di Cecear che camminava nella foresta parlando degli aghi inseguitoti fosse falsa ma poi avevo un'altra scena in testa ed era quella di Peeta Mellark che mi spingeva e mi urlava di scappare per non farmi uccidere da Cato, ricordo che per giorni rimasi col dubbio, una parte di me era fermamente convinta che fosse stata solo un allucinazione,  ho incominciato a intuire la verità  solo quando chiesi di te a Rue e lei mi disse che non eri più con i favoriti, tuttavia la conferma che la scena fosse stata reale l’ho avuta solo quando mi raccontasti della ferita procurata dalla spada di Cato” mi ero lasciata prendere dai ricordi e le parole erano venute fuori senza difficoltà, ridestandomi dai miei ricordi alzai lo sguardo verso il mio interlocutore, che silenzioso mi stava guardando con un’ espressione indecifrabile ma allo stesso tempo concentrata e attenta, come se non volesse perdersi nemmeno una parola.

“Finalmente qualcuno che mi capisce!!” assentì inaspettatamente con tono liberatorio  “Io purtroppo non sono stato punto dalle api, ho sempre pensato che il fastidioso prurito dei bubboni mi avrebbe potuto aiutare a restare ancorato alla realtà, un po’ come le manette contro i polsi, ma purtroppo i dottori di Capitol avevano avuto la geniale idea di iniettarmi il veleno per endovena, in modo che fosse più efficace e che agisse più velocemente, all’inizio ce l’ho fatta a resistere, quando acquisivo lucidità cercavo sempre di ricordami chi ero, perché ero lì e mi ricordavo anche di te, di com’eri  veramente. Annie e Johanna finché hanno potuto hanno cercato di aiutarmi, mi parlavano sempre di te di quanto io ti amassi e di tutto il resto ma dopo un po’ non ce l’ho fatta più, ero troppo confuso e stanco, volevo uscire da quella cella e tornare  a casa, alla fine credo di essermi arreso definitivamente, l’ultima notte da semi lucido è stata quella del bombardamento al 13, se solo mi avessero liberato prima….forse sarei riuscito ad evitare quello che è successo al 13 quando ti ho incontrata!! ” assentì amareggiato con tono affranto.

“Non te ne devi fare una colpa, non è stata colpa tua, non pensarci più!!”

“E tu…tu non me ne fai una colpa?!”

“Non più, adesso sei qui ed è questo l’importante” sussurrai le ultime parole così tanto a bassa voce che non ero nemmeno sicura che mi avesse sentita.
“Quindi non ce l’hai con me per averti quasi uccisa?”.

“Io no, ma forse le mie corde vocali un po’ di rancore te lo riservano!!” affermai con ironia, per sdrammatizzare.

“E perché tu no?”

“io non ce l’ho mai avuta con te per “l’incidente” al 13”

“Non capisco” assentì disorientato guardandomi intensamente.

“Io ce l’avevo con te perché eri cambiato!!” e perché non mi amavi più… prosegui la frase mentalmente.

“Ma io sono ancora diverso!!” assentì addolorato.

“Sei più simile a prima di quanto tu possa pensare!!” ammisi sincera guardandolo dritto negli occhi.

“Lo pensi davvero?” chiese con tono speranzoso.

“Sì, lo penso davvero…ma adesso, però, mangia!!”

“Sì” lo vidi riprendere a mangiare, incerto.

“Ma stanotte…”

“Stanotte non mi hai fatto niente, anzi voglio che tu mi faccia una promessa!”

“Quale promessa??” disse guardandomi preoccupato e smettendo, di nuovo, di mangiare.

Gli lanci un’occhiata e lui riprese a mangiare non smettendo di guardarmi.

“Voglio che tu mi prometta che da ora in avanti sei avrai un problema, una preoccupazione o un dubbio me lo dirai immediatamente, perché io…e anche Haymitch siamo qui per te!!”

Lo vidi strabuzzare gli occhi sorpreso.

“Allora, me lo prometti?” lo incitai a rispondere con tono risoluto.

“S…sì” mi disse meravigliato dal mio atteggiamento.

“Adesso, finiamo di mangiare, e se sei d’accordo vorrei farti vedere un posto oggi!!” aggiunsi.

“Un posto?” mi chiese curioso.

“Sì, ti va di preparare dei panini, potremmo mangiare lì?”

“Va bene” assentì.

“Non è il mese migliore per andare lì, ci sarà un gran freddo, ma vorrei andarci prima che inizi il periodo delle nevicate!!”

“Va bene, vorrà dire che ci copriremo bene, non è un problema” mi disse convinto.

Istintivamente gli regalai un gran sorriso.

Lui restò spiazzato sicuramente a causa del mio repentino cambio d’umore.

“Vado a cambiarmi allora!!” dissi alzandomi e andando verso le scale.

“Katniss” mi fermai sulle scale e mi voltai per guardarlo.

“Sei sicura che sia una buona idea restare da sola con me nel bosco? perché è lì che vuoi andare no?” chiese preoccupato.

 
“Non succederà niente!!” dissi alzando gli occhi al cielo “Andiamo solo a fare una passeggiata!!” aggiunsi salendo la rampa e una volta finita mi voltai e gli dissi di incontrarci ai cancelli fra mezz’ora.
 




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