Capitolo
I
Jesper era felice.
Per tutti i maghi,
quanto gli piaceva spendere soldi.
Entrò nel
negozio di scherzi con i denti scoperti in un ghigno che non prometteva
niente di buono, le tasche tintinnanti di galeoni. Non avrebbe potuto
iniziare un nuovo anno a Hogwarts senza un’abbondante scorta
di merendine marinare: come boicottare le lezioni di Piton e della
McGranitt, altrimenti?
Si fece strada
attraverso la folla a spallate: per fortuna che era alto. Di Torrone
sanguinolento erano rimaste solo tre confezioni ammaccate, e Jesper si
allungò rapido soffiandole a una ragazza. Non molto
cavalleresco, d’accordo, ma in quel momento le
priorità erano altre. Si limitò a imbastire il
sorriso più affascinante che possedesse, e l’altra
lo ricambiò con un’occhiata furibonda. Pazienza, pensò Jesper. Servono
più a me che a te, credimi.
Afferrò
anche una confezione di Pasticcetti svenevoli e una di Fondenti
febbricitanti al cocco. Infine, dopo essersi assicurato i beni di prima
necessità fra le braccia, decise di temporeggiare
ciondolando nel negozio: c’erano sempre incantesimi geniali
fra gli scaffali vibranti di colori, e poteva trarre spunto per
movimentare le serate nella Sala Comune dei Serpeverde.
Oltrepassò
il reparto dedicato ai filtri d’amore senza disturbarsi
neanche a voltare la testa: con le sue labbra piene e il suo sorriso
irresistibile, Jesper era un concentrato di Amortentia vivente: non
aveva bisogno di quelle pozioni, per avere successo. Lasciò
una carezza a una Puffola pigmea color lavanda, si morse la lingua
quando vide la Polvere buiopesto peruviana (no, Jes, disse la sua coscienza. Non hai
più soldi.
- Ma potrei
posare i fondenti e una confezione di Torroni… - No, Jes,
pensa alla McGranitt. I Torroni ti servono) e si ritrovò di
fronte a uno scaffale dedicato esclusivamente ai fuochi
d’artificio.
I Fuochi Forsennati
erano fra gli articoli più emblematici del negozio,
poiché davano vita a spettacoli pirotecnici potenzialmente
letali e impossibili da controllare: botti che scrivevano parolacce in
aria, girandole luminose che se provate a far evanescere si
quintuplicavano, razzi e denotatori deluxe che assumevano la forma
draghi e che distruggevano tutto ciò che si trovavano
davanti.
Proprio per questo
motivo, Jesper sollevò le sopracciglia decisamente sorpreso
non appena notò prima i riccioli ramati, e poi la figura
minuta di Wylan Van Eck stringere fra le dita da pianista una
confezione di petardi con un’espressione di assoluta
adorazione stampata in faccia. Jesper pensò che avrebbe
dovuto guardare lui in quel modo, non degli stupidi fuochi.
‘’Guarda
chi c’è,’’ soffiò,
scoprendo i denti luccicanti in un sorriso ancora più largo.
‘’Il piccolo chimico.’’
Wylan
sobbalzò, colto alla sprovvista. Si voltò a
guardarlo con gli occhi spalancati, e un lieve rossore spruzzato sulle
guance.
‘’Non
credevo ti piacesse questo genere di cose. Insomma, di solito sei
così… delicato.’’
Il rossore sulle gote
di Wylan si accentuò, raggiungendo la stessa
tonalità dei papaveri appena sbocciato. Jesper rise dentro
di sé. Era troppo divertente.
‘’Non
sono delicato’’ borbottò
l’altro, sollevando il mento indispettito.
‘’E poi mi piacciono le cose che
esplodono.’’
‘’Sei
il primo Tassorosso che conosco a cui piace far esplodere le
cose.’’
Wylan
sollevò un sopracciglio, spaesato. ‘’Ma
infatti noi non ci conosciamo. Avremo parlato tipo due volte al
massimo.’’
Jesper si
leccò le labbra, facendo un passo verso di lui e inchiodando
lo sguardo al suo.
‘’Beh,
mi sembra un ottimo momento per rimediare, allor-’’
Con un grido
soffocato, Jesper cadde rovinosamente addosso a Wylan, insieme a tutte
le scatole di merendine marinare che stringeva fra le braccia.
Imprecando, si rialzò e voltò la faccia, alla
ricerca di chi lo avesse spinto: occhi azzurri, capelli raccolti in due
strette trecce biondo cenere e rasate ai lati, il naso spruzzato di
lentiggini.
‘’Ash,’’
ringhiò Jesper a denti stretti.
‘’Fottuta
Morgana!’’ esclamò l’altra,
fischiando. ‘’Guarda dove vai,
Fahey.’’
‘’Ma
se sei stata tu a-’’
‘’Ssh,’’
lo interruppe, voce come miele. ‘’Ne riparliamo a
scuola.’’
Poi notò
Wylan, e distese le labbra in un sorriso all’apparenza
genuino - ma Jesper sapeva che non c’era niente di genuino in
quella sottospecie di Basilisco.
‘’Ma
tu sei Wylan!’’ esclamò avvicinandosi.
‘’Il fenomeno in pozioni!’’
Wylan
diventò ancora più rosso. Continuando
così avrebbe preso fuoco.
‘’Beh,
veramente il fenomeno in pozioni è Carlotta Valdi
e…’’
‘’Sì,
sì, la Valdi,’’ lo interruppe Ashlinn.
‘’Tu però sei più carino
della Valdi, Wylan.’’
Jesper le
scoccò un’occhiataccia che avrebbe potuto
uccidere. Il sorriso di melassa di Ash, però, la prese per
mano e poi la strangolò in silenzio.
‘’Non
hai altro da fare?’’ le suggerì Jesper.
‘’Ora
che ci penso, sì’’ rispose
l’altra, portandosi un dito al mento.
‘’Beh, ci si vede a scuola.’’
‘’Non
ricordarmelo.’’
‘’Ciao
anche a te, Wylan!’’
Ash gli
lasciò una carezza sulla guancia. Maledizione, pensò Jesper. Quella
sarebbe dovuta essere la mia mossa. Ma non era ancora finita.
‘’Ti
va un gelato?’’
‘’Un
gelato?’’ ripeté Wylan.
‘’Sì
Wylan, un gelato. Quella cosa che si lecca e che sa di fragola. O di
cioccolato. O di quello che ti pare.’’
Wylan non rispose.
Tornò a fissare lo sguardo sulle confezioni di Fuochi, poi
ne afferrò un paio, e infine si alzò.
‘’D’accordo,’’ disse
infine, andandogli vicino. ‘’Un gelato va
bene.’’
Jesper
sfoderò il sorriso migliore di cui fosse capace. Wylan lo
contraccambiò con uno più timido e delle fossette
in cui Jesper si sarebbe volentieri rannicchiato.
Quando andarono a
pagare e Jesper si mise le mani in tasca per cercare il marsupio con i
galeoni, però, una voragine si spalancò sotto ai
suoi piedi.
‘’Fottuta
ladra di merda. Cazzo, cazzo, cazzo.’’
‘’Che
succede?’’ domandò Wylan, fermandosi a
guardarlo.
‘’Quella
stronza di Järnheim mi ha derubato.’’
Ash, già
lontana nelle vie di Diagon Alley, sorrise gongolante.
*
Con la pioggia che le
gocciolava lungo gli zigomi e le trecce umide, Ashlinn aprì
la porta del pub Testa di Porco e ci sgusciò dentro. Nella
penombra, lasciò che il suo sguardo azzurro trapassasse
tavoli e clienti, finché non trovò quello che
cercava. Con le labbra distese in un sorriso sincero -
checché ne dicesse Jesper - si diresse verso il fondo del
locale, dove una ragazza esile, dai capelli neri come la notte,
sorrideva maliziosa a un tizio grosso quattro volte lei. Alcuni clienti
s’erano radunati intorno al loro tavolo. Ash puntò
subito lo sguardo sulla pila di falci e galeoni che luccicava al
centro.
‘’Corvere,’’
disse, salutando la ragazza.
Quest’ultima
le rivolse un sorriso troppo aperto. Una zaffata di Whisky incendiario
le entrò nel naso.
‘’Fottuta
Morgana, Mia. Sei ubriaca fradicia,’’
constatò Ash, sedendosi accanto a lei.
‘’Perchè
questo stronzo,’’ rispose Mia, poi
s’interruppe e singhiozzò,
‘’perché questo stronzo regge
l’alcol meglio di Brekker.’’
Mia
singhiozzò di nuovo, e la nuca le ciondolò in
avanti. Pareva in uno stato pietoso.
‘’Beh,
direi che ho vinto’’ annunciò il tizio
seduto davanti a loro, e allungò il braccio per racimolare
le monete.
Mia gli
allontanò il polso con uno scatto. ‘’Non
abbiamo ancora finito.’’
‘’Già,
abbiamo altri soldi da giocare,’’ rispose Ash,
facendo tintinnare il marsupio che aveva appena rubato a Jesper.
‘’Ci stai?’’
Il tizio sorrise. Non
era messo troppo bene neanche lui, a giudicare dalle guance paonazze e
dallo sguardo annebbiato. Ma Mia era sicuramente in condizioni
peggiori.
‘’D’accordo,’’
rispose, scrollando le spalle come se fosse annoiato, ma Ash
notò la gioia selvaggia brillargli negli occhi quando
aggiunse altre monete al piatto.
Povero stolto. Credeva
davvero che sarebbe tornato a casa con tutti quei galeoni che
luccicavano.
Il barista
arrivò con un’altra bottiglia di Whisky
Incendiario. Continuarono a scolarsi cicchetti dopo cicchetti, la folla
intorno a loro che li incitava e schiamazzava, finché il
tizio grosso quattro volte Mia non crollò inerme con la
testa in avanti e svenne.
‘’È
stato un piacere’’ ghignò Mia,
arraffando tutti i soldi. Poi osservò i clienti pietrificati
intorno al loro tavolo, che la fissavano come se fosse la strega
Morgana in persona. ‘’Qualcuno vuole fare un altro
giro?’’
La folla si
dileguò all’istante. Mia rise sguaiata, ogni ombra
di confusione svanita dal suo viso come se non fosse mai esistita, e si
alzò reggendosi sulle proprie gambe come se si fosse scolata
solo spremuta di arancia.
‘’Ti
va un gelato?’’ le propose Ash, mentre osservava il
barista sfoderare la bacchetta per far rinvenire il tizio.
Mia sorrise.
‘’Volentieri. Prima però devo andare a
vomitare.’’
Ash le sorrise a
propria volta. ‘’Ti reggo la
testa.’’
*
Wylan entrò
nello scompartimento sbuffando, trascinandosi dietro il baule a fatica.
‘’Dammi
una mano,’’ soffiò a Mia, che lo
aiutò a sollevarlo.
‘’Per
Morgana, ma che ti sei portato dietro?’’
Tutti i fuochi
d’artificio che sono riuscito a prendere, pensò.
‘’Nulla,’’
rispose. ‘’Vestiti. Libri. Solite
cose.’’
Mia sollevò
un sopracciglio, scettica, ma non insistette.
Wylan si
guardò intorno. ‘’Perché ci
siamo solo noi due?’’
‘’Non
siamo solo due,’’ obiettò Mia.
‘’C’è anche Messer Cortese.
Di' ciao a Messer Cortese. ’’
Wylan gettò
un’occhiata al gatto nero acciambellato vicino al finestrino.
‘’Hai ragione, scusa. Ciao, Messer
Cortese.’’
Messer Cortese
aprì pigro un occhio e lo richiuse. Fine del suo
saluto.
‘’E
poi,’’ continuò Mia sedendosi,
‘’perché tutti gli altri sono a fare il
loro lavoro da prefetti. Te lo immagini Tric che sequestra i Frisbee
zannuti a quelli del primo anno?’’
‘’Sì,’’
rispose Wylan. ‘’Ma non riesco a immaginarlo mentre
prova a impedirti di uscire di notte.’’
Mia scoprì
i denti.
‘’Oh,
non lo farà. A meno che non desideri che gli sostituisca il
succo di zucca con un bel bicchiere di distillato di morte
vivente.’’
‘’Se
ne accorgerebbe’’ obiettò Wylan.
‘’Sentirebbe
l’odore.’’
‘’Potrei
prima schiantarlo. Versargli il veleno dritto in gola mentre
è svenuto. O tagliargliela
direttamente.’’
Wylan rise, un
po’ a disagio. Con Mia la linea fra ironia e
realtà era sempre labile. La rispettava e le voleva bene, ma
delle volte era spaventosa. Anche il suo gatto, il più delle
volte, era spaventoso.
Tirò fuori
dalla tasca un pacchetto di Gomme bollenti, e gliene offrì
una. Mia la accettò e gli raccontò della sua
estate, del viaggio a Venezia con suo fratello e suo padre, e di quanti
canarini Messer Cortese avesse ucciso e lasciato davanti
all’ingresso. Ringrazia
che non siano cadaveri, pensò, lanciando
un'occhiata al grosso gatto.
‘’E
tua madre?’’ domandò Mia, mordendosi il
labbro. ‘’Come sta?’’
‘’Bene,’’
rispose Wylan. ‘’Dipinge. Mi ascolta suonare il
flauto.’’
Sua madre era
ricoverata al San Mungo. Trascorreva le giornate a dipingere su tela
paesaggi con così tanta accuratezza da farli apparire veri.
Dipingeva gli alberi e Wylan riusciva ad ascoltare il fruscio delle
foglie. Dipingeva il mare e Wylan annusava l’odore della
salsedine. Nonostante fosse babbana, i suoi quadri erano vivi tanto
quanto quelli che si muovevano a Hogwarts.
‘’Bene,’’
rispose Mia. ‘’Guarda qui!’’
Gli
sventolò davanti un marsupio pieno di galeoni. Wylan fu
contento che avessero cambiato discorso.
‘’Dove
hai trovato tutti quei soldi?’’
‘’Li
ho vinti. Gara di bevute al Paiolo Magico.’’
‘’Ma
tu non hai mica diciotto anni.’’
Mia sorrise.
‘’Nel mondo dei maghi si diventa maggiorenni a
diciassette.’’
Vero. Wylan se ne
dimenticava sempre. Allora anche lui, l’anno successivo,
sarebbe diventato maggiorenne.
Arrivò la
signora del carrello, e Mia comprò una dose di dolci
spropositata. Quando scartarono il terzo pacchetto di Gelatine, Tric e
Carlotta entrarono nello scompartimento.
‘’Ecco
i paladini della giustizia,’’ li derise Mia. Tric
le mollò un calcio sullo stinco, Messer Cortese
soffiò a Tric, e Carlotta si limitò a ricadere
pesantemente accanto a Wylan.
‘’Allora,
come ci si sente ad avere sulle spalle il peso della
responsabilità?’’ domandò Mia.
‘’Uguale
a prima, solo con più ronde notturne,’’
rispose Carlotta, ficcandosi in bocca una gelatina rossa.
‘’Di certo non vorrei essere nei panni di Tric,
comunque. Costretto a tenerti sotto controllo notte e giorno. Per lui
sì che sarà un problema.’’
‘’Tric
non ha speranze di contenere il mio spirito
libero.’’
‘’Infatti
non sono speranze, sono certezze,’’
ribatté Tric.
Mia sbuffò
irrisoria. Persino Messer Cortese alzò il muso rivolgendogli
un’occhiata scettica. Tric incrociò le braccia.
‘’Mia,
sono serio. La McGranitt mi ha chiesto personalmente di tenerti sotto
controllo.’’
‘’Pare
proprio che dovrai deluderla, allora.’’
‘’Mia.’’
‘’Tric.’’
Wylan
lasciò che il suo sguardo scorresse dal viso di uno a quello
dell’altro. Carlotta decise di restarne fuori, limitandosi a
sgranocchiare Cioccorane. Wylan pensò che fosse saggio
seguire il suo esempio.
Il rumore della porta
scorrevole che si apriva costrinse di nuovo tutti ad alzare il viso. Il
sorriso da prestigiatrice di Ash fece capolino e poi si aprì
luminoso come il cielo a mezzogiorno.
‘’Il
club dei piccoli chimici al completo!’’
esclamò, poi soffermò lo sguardo su Tric.
‘’Più Trucco,’’
aggiunse.
‘’Järnheim,’’
la salutò Carlotta, le labbra impastate di Cioccorana.
‘’Vedo
che vi trattate bene,’’ commentò
l’altra, ammiccando ai dolciumi.
‘’Sarebbe carino se mi invitaste a
entrare.’’
‘’Nessun
Serpeverde varcherà la soglia di questo
scompartimento,’’ la interruppe Mia.
‘’Eppure
a Diagon Alley sembravi così cordiale.’’
‘’La
tregua finisce con l’inizio dell’anno
scolastico.’’
‘’Tecnicamente,
Corvere, l’anno scolastico non è ancora
iniziato.’’
Mia parve pensarci su,
poi scrollò le spalle. Ash lo prese come un invito,
perché si sedette al suo fianco e afferrò uno
zuccotto. Poi incontrò lo sguardo di Wylan, e fece
l’occhiolino. Wylan avvampò.
‘’Vi
conoscete?’’ domandò Mia, incuriosita.
‘’L’ho
incontrato nel negozio di scherzi,’’
spiegò Ash. ‘’Prima di derubare
Jesper.’’
‘’Hai
derubato Jesper?!’’
‘’Io
derubo sempre Jesper. Infatti sto scappando da lui, adesso. Spero
proprio che-’’
La porta scorrevole si
aprì per la terza volta, questa volta con un boato.
‘’Ashlinn
fottuta Järnheim!’’ esclamò
Jesper, puntandole il dito contro con veemenza.
‘’Ridammi i miei cazzo di
galeoni!’’
Non appena vide la sua
faccia, Wylan percepì le proprie orecchie arrossire. Fa che non
se ne accorga,
pensò.
‘’Non
so di cosa tu stia parlando!’’ cinguettò
Ash.
‘’Oh,
sì che lo sai. Mi hai rubato il marsupio. Wylan ha dovuto
pagare tutto!’’ continuò, spostando
l'indice per indicare lui.
Il calore sulle sue
guance divenne rovente. Fa che non
se ne accorga, fa che non se ne accorga...
Mia si
accigliò. ‘’Ti sei fatto prestare i
soldi da Wylan?’’
‘’E
che avrei dovuto fare?’’ sbottò Jesper.
‘’Non potevo mica uscire a mani
vuote!’’
Ashlinn rise.
‘’Debiti, debiti, debiti. Sei sempre in rosso,
Fahey.’’
Poi rovistò
nelle tasche, ed estrasse qualche galeone. Lo porse a Wylan, che
ringraziò a testa bassa. Poi offrì altre monete a
Jesper.
‘’Mancano
una falce e sette zellini’’ obiettò
l’altro, contandole.
‘’Ho
solo un pacchetto di Bollenti.’’
‘’Voglio
i miei soldi, Järnheim.’’
‘’E
io vorrei che non fossimo nella stessa Casa,
eppure…’’
‘’Ashlinn,
dagli i suoi soldi.’’
La voce che
sbucò da dietro le spalle di Jesper ebbe un effetto
paralizzante. Dura, graffiante, pietra su pietra. Se c’era
una persona più spaventosa di Mia, quella era Kaz Brekker.
Wylan si strinse contro il sedile. Le orecchie, constatò
però con gioia, erano tornate nuovamente fredde.
‘’Brekker,’’
sibilò Mia, tagliente come una lama.
‘’Fuori dal mio
scompartimento.’’
‘’Corvere’’
rispose Brekker, totalmente disinteressato. ‘’Come
puoi ben notare, non ci sono neanche entrato.’’
Wylan si
soffermò sui volti di entrambi. Sui capelli scuri di
entrambi. Sugli occhi scuri di entrambi. Se la notte avesse avuto una
faccia, probabilmente sarebbe stato la loro. Sono terrificanti,
pensò infine.
Ashlinn estrasse una
falce dalla tasca e la porse a Jesper. ‘’Abbonami
almeno gli zellini.’’
‘’Debiti,
debiti, debiti,’’ la scimmiottò Jesper.
‘’Sei sempre in rosso,
Järnheim.’’
Infine, Jesper
seguì Kaz fuori dallo scompartimento, non prima di avergli
fatto un occhiolino. Wylan, stoico, si sforzò di non lasciar
trapassare nulla dal suo viso.
‘’Morgana,
grazie’’ sbuffò Mia, quando lo
scompartimento fu nuovamente tranquillo. Poi si mordicchiò
un’unghia. ‘’Quest’anno gli
farò passare la puzza da sotto al naso.’’
‘’Nessuno
fa passare la puzza da sotto al naso di Brekker,’’
rispose Ashlinn.
‘’C’è
sempre una prima volta, Ash.’’
‘’Già,’’
sorrise l’altra.
‘’C’è sempre una prima volta,
Mia.’’
A Wylan parve che
quella frase sottintendesse un significato decisamente diverso, ma non
disse nulla. Carlotta attirò la sua attenzione toccandogli
la gamba con il piede.
‘’Da
quando conosci Fahey?’’
‘’Oh
sì,’’ sorrise Mia, voltandosi a
guardarlo. ‘’Da quando conosci
Fahey?’’
‘’Non
lo conosco,’’ rispose Wylan.
‘’Davvero. L’ho incontrato nel negozio a
Diagon Alley e mi ha offerto un gelato!’’
‘’E
poi?’’
‘’E
poi niente, si è accorto che Ashlinn l’aveva
derubato e non ci siamo andati più.’’
Ashlinn sorrise
colpevole - non proprio colpevole, colpevole a metà.
‘’Mi dispiace di aver rovinato il vostro
appuntamento.’’
Wylan
sbarrò gli occhi. ‘’Non era un
appuntamento. E poi insomma, Jesper… Insomma, Jesper non fa
così un po’ con tutti?’’
‘’Flirta
con qualunque cosa si muova, se è questo che
intendi’’ disse Ashlinn. ‘’Ma
non credo che abbia mai offerto un gelato a qualcuno. Jesper non ha mai
i soldi, e quando li ha…’’
‘’...
Tu glieli rubi,’’ completò Tric per lei,
ridendo.
‘’Beh,
no. Cioè, anche’’ si
corresse, ‘’ma non volevo dire questo. Volevo dire
che quando li ha, non li spende per gli altri.’’
‘’Ma
Wylan è troppo per lui,’’ disse Mia.
‘’Wylan
è troppo per chiunque,’’ aggiunse Tric,
e Mia gli diede il cinque.
Wylan nascose la
faccia fra le mani per l'imbarazzo.
‘’A
proposito di troppo,’’ disse Tric.
‘’Ma dov’è
Inej?’’
‘’Sarà
con Nina da qualche parte.’’
‘’Io
detesto Nina,’’ disse Ash.
‘’Solo
perché è più bella di
te,’’ rispose Mia.
L’altra
scosse la testa, confusa. ‘’Tu sei più
bella di me, ma mica per questo ti detesto.’’
Mia esitò
appena, presa in contropiede dal complimento inaspettato - che
risuonò così stranamente sincero,
pensò Wylan, per gli standard della voce di Ash che era
costantemente ironica.
Ash dovette sentirsi a
disagio, perché si stiracchiò e
s’alzò in piedi. ‘’Me ne vado.
Troppi Grifondoro qui dentro, sto iniziando a dire cose
strane.’’
‘’Certo,’’
commentò Tric. ‘’Scappa
finché sei in tempo, fa che diventi una persona
gentile.’’
Ashlinn gli rivolse
teatralmente il dito medio, e poi uscì con un inchino.
Messer Cortese stirò le zampe, e si sbracò sul
posto lasciato libero da Ash.
*
‘’Nin-’’
Nina
sobbalzò per la paura, voltandosi di scatto verso la porta
scorrevole dello scompartimento. Inej scoppiò a ridere.
‘’Dannazione,’’
borbottò Nina, soffiando via aria.
‘’Come fai a essere sempre così
silenziosa?’’
‘’Perché
in realtà sono uno spettro,’’ rispose
Inej, senza sedersi. ‘’Ho trovato il nuovo
arrivato. È in fondo al treno, da solo. Non sembra molto
contento.’’
Nina
afferrò una scatola di muffin al caramello.
‘’Andiamo a fargli un po’ di compagnia,
allora.’’
Nina seguì
Inej lungo il corridoio. Evitò per un pelo una fattura
Orcovolante, schivò un Frisbee Zannuto, rispedì
con un calcio una Caccabomba dentro lo scompartimento da cui era stata
gettata, il tutto proteggendo i suoi preziosissimi muffin fra le
braccia.
‘’È
qui’’ disse Inej, indicando davanti a
sè.
Nina si
affacciò. Inej fece capolino dietro di lei. Il nuovo
arrivato fissava con aria truce il paesaggio che scorreva rapido dal
finestrino.
‘’Decisamente
non sembra contento,’’ osservò Nina.
Quindi bussò sul vetro, e aprì la porta.
‘’Ciao,’’
disse. ‘’Io sono Nina. Lei è Inej.
Abbiamo deciso di farti compagnia.’’
Il nuovo arrivato
rivolse loro un’occhiata storta. ‘’Non ho
bisogno di compagnia,’’ grugnì.
‘’Nessuno
rifiuta la compagnia di Nina Zenik,’’
ribatté l’altra, per nulla scoraggiata.
‘’Tantomeno quella di Inej.’’
Per cui, spumeggiante
come champagne, si sedette davanti a lui e gli porse la confezione di
muffin al mirtillo.
Il tizio li
guardò, se possibile, ancor più accigliato.
‘’Guarda
che non sono mica avvelenati.’’
Il tizio
grugnì, e ne addentò uno. Nina sorrise.
‘’Come ti chiami?’’
‘’Matthias
Helvar,’’ rispose Matthias. Poi tornò a
puntare lo sguardo fuori dal finestrino, senza aggiungere altro.
Però, pensò Nina. Che bel
carattere allegro.
Attese qualche
istante, poi sbuffò. ‘’I viaggi in treno
per Durmstrang erano sempre così
silenziosi?’’
‘’A
Durmstrang non ci si arriva con uno stupido treno’’
ribatté l’altro stizzito. ‘’Ma
con una nave. E non c’è tutto questo
casino.’’
Adesso
lo strozzo,
pensò. Però poi annuì, manifestando
comprensione - insomma, questo ragazzo si era comunque trasferito in un
altro paese, non doveva di certo essere facile per lui.
‘’Beh, a Hogwarts c’è molto
casino, te lo concedo. Il muffin però è buono,
vero?’’
Matthias
sgranò gli occhi, preso in contropiede per un istante. Nina
notò che dietro l’espressione perennemente
incarognita si nascondeva davvero un bel viso.
‘’Immagino
di sì,’’ disse infine, fissando il mezzo
muffin che ancora stringeva fra le dita - davvero delle belle dita, notò Nina.
‘’Vedi?
Devi concentrarti sugli aspetti positivi.’’
Matthias
annuì. ‘’Anche se a me i dolci non
piacciono troppo,’’ aggiunse poi.
Qualcosa dentro Nina
si sgretolò e morì. Sbatté le palpebre
più volte scandalizzata, poi si voltò verso Inej
come per cercare conferma di aver capito bene.
Inej fece spallucce, e
Nina si colpì la fronte con la mano, frustrata.
‘’Matthias,’’
ritentò allora, perché adesso si era impuntata.
‘’C’è qualcosa che ti
piace?’’
‘’Il
freddo,’’ rispose l’altro, senza esitare.
‘’Il freddo e i lupi.’’
‘’Di
lupi non ne abbiamo. Una mia amica però ha un gatto
altrettanto terrificante, se ti va di incontrarlo. Quanto al
freddo… beh, magari posso mostrarti che il caldo non
è poi così male, dopotutto,’’
gli disse, sorridendo sfrontata.
Matthias schiuse le
labbra sconvolto, poi avvampò.
‘’Smettila,’’
sibilò. ‘’Fai sempre
così?’’
‘’Così
come? Sto solo tentando di essere cordiale, e di intrattenerti in
questo viaggio di otto ore.’’
‘’Non
ho bisogno di essere intrattenuto,’’
ribatté Matthias. ‘’E poi smettila di
usare i tuoi poteri da Veela.’’
Nina
impiegò qualche istante per registrare le sue parole.
‘’Veela?
Guarda che io non sono mica una Veela.’’
Si voltò
verso Inej, ma al suo fianco non c’era più
nessuno. Guardò fuori dallo scompartimento e vide la figura
minuta dell’amica piegata in due nel corridoio in una risata
silenziosa.
‘’Ma
certo che sei una Veela. Altrimente perché
mai…’’
La voce gli
morì sulle labbra, che serrò nuovamente in una
linea severa. Guardò Nina negli occhi. Nina
ricambiò lo sguardo con le sopracciglia sollevate. Le aveva
dato della Veela. Nessuno le aveva mai dato della
Veela.
‘’Questo
è il miglior complimento spacciato per insulto che abbia mai
ricevuto. Complimenti, Helvar, dopotutto non sei così
male.’’
Matthias le
scoccò un’ultima occhiata imbevuta di rancore,
infine si alzò - per Morgana, quanto era alto! - e
uscì dallo scompartimento portandosi dietro tutta la
dignità che riuscì a racimolare. Non che ce ne
fosse rimasta tanta, pensò Nina.
Inej tornò
a sedersi vicino a lei con gli occhi luccicanti.
‘’Sei
una Veela e non me l’hai mai detto. Adesso sì che
si spiegano tante cosa, Nina Zenik.’’
‘’Ma
piantala!’’ rise Nina.
‘’Però era carino, vero?
Cioè, prova a immaginartelo con il viso rilassato, senza lo
sguardo da killer represso, e con un bel sorriso stampato in
faccia.’’
‘’È
un po’ difficile, ma immagino di
sì.’’
‘’Dici
che il Cappello Parlante lo smisterà insieme a quelli del
primo anno?’’
Inej annuì.
''Spero sia
Grifondoro,'' disse Nina, sognante. ''Insomma, mica tutti i giorni
qualcuno ti scambia per una Veela, giusto?''
''Nina,'' disse Inej,
guardandola dritta negli occhi con serietà. ''Tu sei
centomila volte più bella di una Veela.''
Note
di Cora
Ciaaao! Questa cosa
è molto stupida, ma va bene così, è
proprio nata per essere una storia scema e di pochissime pretese (anche
se spero di diminuire il numero di dialoghi, poiché in
questo capitolo sono decisamente troppi ahaha). Non sono in vena di
lavorare su una long, quindi letteralmente, pubblicherò i
capitoli senza curarmi troppo del testo (quindi potranno esserci buchi,
conclusioni affrettate - tipo quella di adesso hahaha, eccetera
eccetera eccetera). AH, fra l'altro, io non so come funzioni per il trasferimento a Hogwarts da un'altra scuola. Immagino che la procedura sia la stessa, comunque, cioè credo avvenga sempre lo smistamento. Boh, non so, ho inventato ahahah. Spero comunque che sia riuscita a intrattenervi un
minimo! Grazie di cuore per aver letto! ♥
Alla prossima, see
ya!
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