Fotografie di una musa inconsapevole

di Gaia Bessie
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Fotografie di una musa inconsapevole
 
I. Caffè corretto al sale grosso

 
[Dispetto]
 
Gli ha scattato una foto e nemmeno se n’è reso conto – lui, divisa macchiata di caffè e capelli color tramonto, sì. Ed è iniziato il calvario.
Un giorno gli porta una bustina di pepe al posto dello zucchero di canna, poi dice d’aver finito i tovaglioli e, nel lunedì più lunedì della storia dei lunedì, gli dice: mi dispiace, non ricordo come si faccia il cappuccino.
Tobio sospira, di fronte a quel ragazzino in vena di dispetti che sorride di sfuggita, nemmeno fosse in posa, in un angolo di una fotografia sfocata e fatta per sbaglio.
«Puoi sempre farmi un caffè corretto» sospira, massaggiandosi le tempie con la mano sinistra. «Decidi tu con che cosa».
Il ragazzino inclina la testa, visibilmente perplesso. «Un caffè corretto» sillaba, come se non ne capisse il senso. «Ma ora?».
Tobio sbuffa, con aria esasperata. «Hai ragione» commenta, calmo. «Sono pur sempre le sette del mattino: me ne porteresti due?».
Lo fa ridere, il suono di un bambino che gioca a pallone, e se ne va un po’ camminando e un po’ saltellando – gli porta due caffè corretti al sale grosso e, allora, Tobio Kageyama semplicemente non ne può più: tossisce sambuca, polvere di caffè e sale grosso, mentre gli punta la macchina fotografica in volto come fosse una pistola.
Scatta.
 
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