Almost like a potion

di MusicAddicted
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Prima di inizare a leggere:
Se non avete già familiarizzato con questa storia delirante
https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3906327&i=1  che sto scrivendo con la mia socia Loki https://efpfanfic.net/viewuser.php?uid=115214
, vi invito a cliccare sulla X per uscire dalla pagina, perchè di questa shottina delirante ci capireste davvero poco o nulla ^^'

Se invece avete già preso confidenza con quel pazzo mondo e i suoi personaggi ancora più pazzoidi , siete le/i benvenute/i  e potreste trovare delle nuove aggiunte e dei nuovi sviluppi (non manca molto perché ci arriviamo anche nella long a questo punto, ma intanto lo potevate intuire che era nell'aria ;P )

Disclaimer: David Tennant e i suoi stra meravigliosi personaggi appartengono solo a lui (a Georgia <3 ) e agli sceneggiatori/registi ecc di ogni fandom affrontato

Se avete voglia di ridere, soprattutto per le varie interazioni con Barty (e un po' di BarTen che non deve mancare mai ) , questo è il posto giusto ;)



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Almost like a potion

 

“Non ho capito. Cos’è che vorresti fare tu?” domanda stranito Singy.
 

“E invece mi hai capito benissimo, Babbano canterino.” replica Barty, che non ama ripetersi.
 

“Ma… perché? Voglio dire, hai una bacchetta magica, la agiti ed è  fatta,” persiste l’altro, sempre più perplesso.

Quando il Mangiamorte lo ha preso e portato in disparte, Singy non sapeva bene che aspettarsi.
Alec era troppo impegnato a parlare con David per intervenire o quantomeno assisterlo, anche a distanza.

Il giovane detective ha seguito il Mago Oscuro domandandosi titubante cosa avrebbe mai potuto volere da lui.
Stranamente non c’era nemmeno il Dottore a monitorare la situazione.

Percorrendo i vari corridoi si erano trovati nella Sala delle Torte, che era anche dotata di una cucina.

In un primo momento Singy aveva temuto che con una crudeltà esagerata il Mangiamorte volesse sbarazzarsi di tutte le torte, davanti ai suoi occhi, ma poi la sua vera richiesta si era palesata.


“Perché forse voglio percorrere altre strade che non siano agitare la mia bacchetta!” comincia a spazientirsi il Mago Oscuro. “Insomma, ti ho chiesto di insegnarmi a cucinare… mi sembra che voi Babbani lo chiamiate così Non ti ho mica chiesto di aiutarmi ad ammazzare qualcuno… come se poi mi servisse aiuto!”
 

“N-no, lo so e non voglio nemmeno dimostrazioni pratiche di come non ti serva aiuto in quello, quindi, okay, ti aiuterò, ma non sarò il solo a farlo.” trova come compromesso Peter.
 

La verità è che non vuole stare troppo a lungo da solo con quel mago. Così come si tiene il più alla larga possibile da Killgrave.
Il suo disagio è tanto che spera che non si manifesti sotto forma di canzone, magari se ne uscirebbe con qualcosa come ‘Help’ dei Beatles, ma sarebbe poco conveniente.

“Abbiamo un angelo con una plurimillenaria esperienza gastronomica, non credi possa fare al caso nostro?” argomenta le sue motivazioni il detective.

L’espressione fredda di Barty si arricchisce di un sorrisetto convinto.

 

“Hai ragione, va’ pure a chiamarlo,” gli concede. “Tanto lo sai che ti conviene tornare qui, senza provare a sfuggirmi.” aggiunge la sua velata minaccia.

Singy sa anche che, nel peggiore dei casi, la TARDIS farebbe di tutto per proteggerlo e questo sembra rincuorarlo un po’.

 

Circa cinque minuti dopo, il giovane detective si ripresenta da Barty.

“Ma non avevamo detto solo l’angelo?” brontola il Mago Oscuro, scambiandosi un’occhiata reciprocamente diffidente con Crowley.

 

“Per prima cosa, l’angelo ha un nome: Aziraphale,” puntualizza il demone.

“Caro, ma… tu mi chiami sempre ‘angelo’!” gli fa notare Aziraphale.

 

“Zitto, tu, angelo, non è questo il momento!” replica Crowley, a riprova di quanto il biondo abbia ragione.

“E, seconda cosa, dove va lui, vado io, in special modo qui, dove non mi fido di niente e nessuno, soprattutto di te!” torna a rivolgersi al mago, togliendosi gli occhiali scuri.

“Un demone che non si fida di un Mangiamorte? Non potrei esserne più fiero.” sogghigna tronfio Barty, affrontando il suo sguardo senza farsi intimorire dalle sue iridi da serpente.

Anzi, semmai gli evocano solo meravigliosi ricordi.

 

“E comunque non hai nulla da temere. I miei malvagi intenti stavolta sono solo imparare a cucinare..” gli rivela.


“Ma perchè non lo hai detto subito?” si accende di entusiasmo l’angelo, miracolando un leggio e vari libri di cucina.

“Nessuna offesa, Singy, ma credo che il nostro apprendista sia più idoneo a cominciare dalla sola cucina Terrestre,” anticipa il detective l’angelo e l’altro ripone subito nella tasca interna della giacca il ricettario universale che gli ha regalato il Dottore.

 

La fase successiva è far comparire su quello che ormai è diventato il piano di lavoro ogni sorta di ingrediente e attrezzo che possa servire.

“Molto bene, e ora pensiamo a te.” decide il biondo, schioccando nuovamente le dita.

 

Barty si ritrova con addosso un grembiule con pettorina, nero.

“Uhmm, si può fare di meglio, del resto i libri li ho letti…” mugugna fra sé il bell’angelo, schioccando le dita.

Appare in carattere verde fluorescente una scritta, che con le sue sfumature nel nero ricorda  il Marchio Nero lanciato in cielo col Morsmordre.

Barty si sfila il grembiule per leggere la scritta.


“The Unforgivable Courses?” guarda interrogativo l’angelo.


“Beh sì, mi sembrava appropriato.” fa spallucce Aziraphale.

 

“Lo adoro!” sogghigna Barty, indossandolo di nuovo.

“Prima che iniziamo la lezione… Barty, ce lo dici una volta per tutte perché vorresti imprare questa cosa?” lo interroga Singy, da bravo detective.

 

“Perché… ricordate quando il Dottore ci ha portato a vedere i primi Teddy Bear? Io ne ho vinto uno per lui e, per sfida, l’ho fatto senza magia… e lui l’ha apprezzato così tanto che ora voglio rifare qualcosa di analogo.” si lascia andare alle confessioni Barty.

“Ma che cosa carina!” squittisce Aziraphale, intenerito, con le mani intrecciate appoggiate al mento.

“Io non voglio essere carino!” ringhia Barty, offeso.

 

“Cominci a starmi simpatico.” gli sorride Crowley. “Però la gastronomia non fa per me, avrei preferito qualcosa a che fare con l’alcol…”

“Qualcuno ha detto ‘alcol’?” esclama Peter Vincent, raggiungendoli.

 

“Okay che sei un illusionista, ma… sei apparso così, dal nulla?” sbotta Barty.

- Per essere una nave enorme, gira e rigira siamo sempre tutti nelle stesse tre o quattro stanze!- pondera il Mangiamorte, un po’ indispettito.

 

“Ero nei paraggi, poi ho sentito quella parola che è davvero magica e…” si giustifica Drinky. “Che combinate?”


“Barty vuol imparare a cucinare, senza magia.” gli rivela il suo omonimo.

“Sicuro che invece del fottuto cibo non vuoi imparare a fare i cocktail? Lì sì che potrei farti un cazzo di tutorial!” si offre volontario Drinky.

 

“No, magari la prossima volta, oggi voglio restare sul cibo.” replica il Mago Oscuro. “Se vuoi, puoi rimanere.” fa spallucce, senza dare importanza alla cosa.
 

“Cazzo sì, tanto non ho niente di meglio da fare, Kevin è tutto preso a parlare con David, qualcosa che riguarda la sua fottutissima Jessica!” ringhia Drinky, gelosissimo.


“E Ten?” si interessa Barty.

“Lui pare sia tutto intento ad aggiustare qualcosa.” borbotta l’illusionista.

 

“Quindi significa che Alec è rimasto solo?” si preoccupa Singy.

“Ci vai dopo dal tuo mentore!” lo tira per la giacca Barty, prima che scappi. “Gli altri sono un pubblico di cui posso anche fare a meno, ma tu e Aziraphale mi servite qui.” si impunta, ringhiando.


“Okay, come non detto!” sbuffa il detective.
 

-Davvero pensano che io Alec lo veda solo come un mentore?-

“Che vuoi imparare a cucinare? Magari una tort…”


“NO!!!” è il coro unanime che si eleva in risposta.

 

Okay, non così unanime, dato che Aziraphale non è certo fra quelli che si sono opposti.


“Okay, okay... allora una pizza? Praticamente è un cibo universale, puoi sperimentare con un po’ di cose: gli impasti, i lievitati, la salsa…” ritenta Singy.

 

“Mi hai convinto.” approva Barty, prendendo due uova. “Che devo fare?”

“Hai preso l’unico ingrediente che non ci servirà!” si stropiccia il viso con le mani Singy, ma almeno è intervenuto per tempo, prima che l’altro spaccasse le uova. “E comunque partiamo prima dalla salsa. Prendi i pomodori,” lo istruisce Singy e Barty obbedisce.

 

“Ora prendi un coltello e incidi una croce sui pomodori…”

“Tipo tortura?” si esalta il Mangiamorte, affondando il coltello sul primo malcapitato ortaggio con fin troppa violenza, spargendo succo di pomodoro ovunque, che in qualche macabro modo sembra sangue.

 

“Sembra un cazzo di film horror, splatter!” se la ride Peter Vincent, che a scenari del genere è più che abituato.

 

“No, Barty, non ci siamo,” interviene molto pazientemente Peter Carlisle, prendendogli il coltello dalla mano e afferrando un altro pomodoro. “So che probabilmente non è un concetto chiaro all’interno del tuo vocabolario, ma devi essere delicato!”

Dicendolo, gli fa vedere come deve procedere, incidendo una leggera croce sulla base del pomodoro.

 

“Uff, ma così non è divertente…” protesta Barty, imitando le sue azioni.

“Cucinare non è divertente,” interviene Aziraphale. “Cucinare è un lavoro di precisione, attenzione ai dosaggi, corretta miscela degli ingredienti, pazienza e…”

 

“Quasi come una pozione.” lo interrompe Barty.
 

“Beh, sì, se vuoi metterla in questi termini.” borbotta l’angelo. “Una ragione in più per rimanere concentrato.” lo motiva.

 

“Ora metti a bollire i pomodori che hai inciso.” commenta Singy.


“Che strano questo calderone…” borbotta Barty, buttando i pomodori nell’acqua che sta già bollendo.

 

“Non è un calderone, è una pentola.” ridacchia l’angelo. “Bene, socio, che ne pensi? Direi che nel frattempo possiamo dedicarci all’impasto.” si consulta con Singy, che approva.

“Dovremmo diventare soci anche noi, sai? Magari in qualcosa di alcolico.” propone Crowley a Drinky.

Il demone non gradisce affatto quella complicità fra il suo angelo e il giovane detective.

“Cazzo sì, conta su di me!” si accende di entusiasmo l'illusionista.

“Possibile che se ti lascio solo per un po’, poi ti ritrovo sempre a parlare di alcol?” esclama Kevin, entrando nella stanza. “Lo sapevo che vi avrei trovato qui.”

 

“Sai com’è, ho bisogno di bere per colmare il fottuto senso di solitudine che mi lasci!”

“Esagerato, ti avrò lasciato solo sì e no una mezz’oretta.” gli cinge i fianchi Kevin, stringendolo a sé.

 

“Non è per quanto tempo, ma per il motivo. Allora, David ti ha fornito preziose informazione circa la tua Jessica?” brontola Peter, ma si calma non appena Kevin inizia a baciargli il collo.
 

“Ohhh sì, non sai quanto.” sorride il persuasore, per poi separarsi da lui e rivolgersi al resto della folla. “Che succede qui?”

“Aziraphale e Singy mi stanno insegnando a preparare una pizza, se vuoi puoi rimanere, ma non mi distrarre!” brontola Barty, mentre scioglie il lievito in una ciotolina d’acqua tiepida.

Ormai non ci prova nemmeno più a mantenerlo come segreto.

 

Una volta creata la fontana di farina sulla spianatoia, Barty versa dentro il lievito sciolto e si diverte a impastare, più di quanto voglia nascondere.

Per essere un totale principiante gli riesce un impasto perfetto: morbido, elastico e omogeneo.

 

“Ottimo lavoro, Barty.” si complimenta Singy. “Ora appallottola l’impasto e poi pratica una piccola croce sopra, come hai fatto con i pomodori, ma, mi raccomando…”

 

“Delicato, sì, uff…” mugugna il mago, eseguendo quanto detto.

“Bravo, metti tutto in una ciotola e coprilo, dovrà lievitare due ore. Nel frattempo pensiamo ai pomodori, che ormai sono pronti.” continua Singy.

 

“Te li ho già scolati io. La croce che hai praticato ha reso più facile il distaccamento della buccia, ora vanno spellati.” lo informa Aziraphale.
 

“Oh sì, questo mi ricorda quello che ho fatto una volta a un Babbano!” ridacchia Barty, cominciando a togliere la pelle del pomodoro, che viene via con molta facilità.
 

Indietreggiando impaurito, Singy abbraccia istintivamente Aziraphale.
 

“Sono certo che stia bluffando.” cerca di tranquillizzarlo l’angelo, accarezzandogli la schiena.

“Però ti ssssspello vivo io sssse non ti levi ssssubito dal mio angelo e non sssttooooo affatto sssssscherrzando!” sibila un gelosissimo Crowley e Singy corre verso il suo omonimo.

 

“Sto scherzando, non sto scherzando. Chi può dirlo?” sogghigna con aria da pazzo Barty, con una luce inquietante che gli brilla negli occhi, mentre continua il suo lavoro.

 

“A Roma un receptionist guardava troppo la mia Jessica e io stavo per ordinargli di staccarsi la pelle dal volto, ma lei mi ha fatto desistere.” si perde nei ricordi Killgrave.

 

“Beh, il mio aiuto non ti serve più, no? Aziraphale ti spiega come fare la passata e poi ci ritroviamo quando l’impasto è lievitato.” si congeda Singy, desideroso di rifugiarsi fra le braccia di Alec.

“E comunque, pizza eh? Un po’ plebeo come piatto, speravo in un filetto alla Wellington…” si lamenta Kevin.

“Babbano Snob che non sei altro!” gli punta contro la bacchetta Barty. “Se non la pianti tramuto te in un filetto alla Wellington!”

“Volevo dire: ‘Pizza? Almeno non è un’altra torta.” corregge il tiro il persuasore.


Aziraphale fornisce a Barty gli attrezzi e le istruzioni per ottenere una salsa impeccabile, dopodichè ciascuno si concede una pausa con il proprio partner.
 

Barty, che si è opportunamente tolto il grembiule, non fatica molto prima di trovare il suo Dottore.

“Ti diverti?” gli chiede vedendolo sdraiato a terra a collegare insieme due cavi, con una piccola scintilla.

 

“A scervellarmi premendo tasti a caso, svitando e avvitando, collegando fili anche a costo di fulminarmi per aggiustare questa invenzione che non mi ricordo nemmeno più a che serve? Certo che sì!” sfodera un sorriso a trentadue denti Ten, continuando la sua attività.
 

“Sai che con un ‘Reparo’ te lo potrei sistemare in un istante…” sfodera la sua bacchetta Barty, sdraiandosi a terra con lui.


“E rovinarmi il divertimento? Non t’azzardare proprio!” gli intima Ten.
 

“Semmai vogliono dartene uno nuovo di divertimento,” ammicca Barty, sporgendosi verso di lui. “Sicuro che non puoi proprio fare un break?”

Il tempo di dirlo e Ten lo bacia e non passa molto tempo prima che si rotolino fra viti, bulloni,  pezzi smontati e ingranaggi.


Ten lo stringe più a sé, annusandolo.


“Sai di farina, pomodoro… sai di buono. Che hai combinato?” mormora.


“È una sorpresa.” risponde misterioso Barty.

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Allo scadere delle due ore il gruppetto si ritrova nella Stanza delle Torte, per scoprire che l’impasto è lievitato almeno il doppio.

Anche David e Alec sono al corrente di quel progetto, ma al primo è stato dato l’importantissimo compito di distrarre il Dottore, mentre il secondo è troppo asociale per partecipare a questo tipo di cose.

Singy si accerta che Barty divida l’impasto in tanti panetti di ugual misura.

“Ottimo, ora devono lievitare ancora mezz’ora e poi…”

 

“Io non intendo aspettare oltre!” si spazientisce Barty, ringhiando.

 

“Io in mezz’ora faccio in tempo a ubriacarmi!” argomenta Drinky.

“Nemmeno io sono noto per la mia pazienza. Ho capito.” mugugna Crowley, prima di schioccare le dita e portare la lievitatura al livello desiderato.


“Quindi ora devo solo stendere l’impasto e poi creare le pizze, giusto?” domanda Barty, ma non necessita di risposte. “Solo che non vorrei fare una cosa banale…”

“Io forse un’idea ce l’ho…” azzarda Singy.

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Quando sono a cena Ten non riesce a credere a quello che ha nel piatto.

Così come in quello di tutti gli altri la crosta della pizza ricorda la cabina telefonica della Tardis , le sue finestre sono ricreate col pomodoro, un rettangolo di mozzarella simboleggia la targa che ha appesa fuori e tutto intorno ha un crostone a forma di cerchio che simboleggia il vortice spazio temporale.

“Ma è bellissimo… quasi mi dispiace mangiarlo.” mormora il Signore del Tempo.

 

E finché non mangia lui, nessun’altro al tavolo si azzarda a farlo.

“Una volta un fan mi ha portato una pizza che raffigurava la mia faccia, quindi anche la vostra…” li informa David, ma poi si accorge dell’occhiataccia di Barty. “Ma anche riprodurre la TARDIS è davvero notevole!” aggiunge subito dopo.

 

“Devi mangiarlo! Ho faticato tanto per prepararlo. Singy e Aziraphale mi hanno dato lezioni, l’idea di dare quella forma è di Singy,” rivela Barty. “Ma ho cucinato io e senza magia!” gli spiega, tutto entusiasta.
 

“Aaawww, Barty!” lo tira a sé Ten per un bacio. “Se possibile, ti amo il doppio.” mormora, per poi accingersi ad assaggiare la prima fetta. “Il triplo!” si corregge mentre mastica, soddisfatto.
 

“Un po’ come se avessi usato un Amortentia su di te.” gongola felice Barty. “Ho ragione io allora: cucinare è un po’ come una pozione!”


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FINE


Spero vi abbia divertito ^^
se vi va, lasciate un commentino *O*
I TenTENNANTI tornano domani, stavolta saranno i DIL  a farla da padroni ;)




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