Una Finestra Sempre Aperta

di ClostridiumDiff2020
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295>>> 20. Parallel Universe


 
 
Émer cercò di strattonare di nuovo le contenzioni che lo trattenevano, gli occhi gli si chiudevano, i farmaci lo facevano sprofondar.
Era arrabbiato con Garvin, era suo amico e pensava davvero di fare una cosa giusta comportandosi in quel modo?
 
Ma il Signor Murray?
Aveva l’impressione che il suo sguardo intendesse più di quanto effettivamente dicesse.
Lui conosceva Cáel? Sapeva cosa gli era successo? Cosa voleva da lui, forse riusciva a vederlo?
 
Quando aveva visto Cáel svanire, trascinato via. Il panico nel suo sguardo.
Era quello che lo aveva trascinato via? Glielo aveva strappato via dalle dita.
Pensava allo spettro quando si sentì richiamare dalle ombre.
Cadeva di nuovo e il filo rosso lo tratteneva strappandolo all’oscurità.
“Cáel…” sussurrò
“Che cosa c’è?” fu la risposta che giunse a fior di labbra, un sospiro, una carezza e poi delle labbra premettero contro le sue.
Sentiva le mani sulla fronte “Alzati dormiglione, sono qua per te, la tua personale guardia del corpo…”
Lo percepiva caldo stretto a lui, vivo. Quando lentamente aprì gli occhi lo vide, ricambiò il bacio e la stretta. Gli carezzò la nuca. Lo aveva spesso percepito sotto la sua stretta ma mai così… La sua pelle, i suoi capelli. Il suo odore, il suo sapore.
 
Cáel si sollevò con un mezzo sorriso, porgendogli la mano.
“Vieni professor Wright… facciamo colazione assieme, devo correre a fare quel colloquio…”
Émer lo osservò coprirsi con il lenzuolo e si sedette su un pacchetto vicino a un tavolo.
Si guardò attorno, era un monolocale, Cáel se ne stava seduto al tavolo della parte cucina, sfogliava un giornale. Se ne stava seminudo, rilassato, sorseggiando una tazza di caffè.
“Sai adoro la tua casa ma… Se mi trasferirò definitivamente in questo paesino dimenticato da Dio, ci vorrà una casa più grande…” borbottò sorseggiando la sua bevanda.
“Pensi che mi assumeranno?”
Émer sorrise guardandolo “Penso ti possa ottenere qualsiasi cosa…”
Lo vide ammiccare divertito “Magari dovrei mettermi addosso qualcosa, sembri, fin troppo distratto e ho bisogno della tua completa attenzione… Professore…”
 
Era rilassato, era la sua figura che si stagliava contro la luce del sole.
Quella casa, quell’appellativo, lui avrebbe sempre voluto essere un insegnante di storia, vivere vicino al castello, nei luoghi che amava e Cáel vivo, assieme a lui.
 
Si alzò e si avvicinò all’amato per trarlo a sé.
“Ok… Ho idea che non mi potrò vestire tanto presto…”
Émer lo baciò “Vorrei davvero tutto questo, tu, io…”
E la realtà scomparve, invocò di nuovo il nome dello spettro sperando di poter sprofondare di nuovo in quella dolce illusione. Le labbra di Cáel, vivo, la sua vicinanza, una vita assieme. Ne aveva avuto un solo assaggio ed era stato meraviglioso. Ma era un altro mondo, un’altra realtà e per quanto meravigliosa e lo desiderasse, non era la sua.
La sua era una fredda stanza di ospedale, dove lo avevano lasciato da solo. Mentre il suo migliore amico e il suo datore di lavoro stavano cercando di spezzare quel legame che lo aveva tenuto attaccato alla vita da quella caduta in avanti. Quel filo rosso che lo aveva riportato a Cáel. Forse la morte li aveva uniti ma la vita li avrebbe tenuti divisi?
 
 
#WritOber2021 #fanwriterit Day20 – Bodyguard!AU

 




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