L’estate
era la stagione del regno del fuoco.
In quel periodo, il sud si riempiva del profumo paradisiaco dei fiori,
mentre il sole splendeva caldo nel cielo. La pelle degli abitanti del
regno si tingeva di ambrato, e i viali si riempivano di voci allegre,
passi leggiadri, vestiti soffici che svolazzavano leggeri
nell’aria.
Dei nemici, nessuno aveva più avuto notizie. A quel punto,
era probabile che Dabi e gli altri avrebbero attaccato con
l’arrivo dell’inverno, quando chi aveva il potere
delle fiamme sarebbe stato più in difficoltà a
causa del gelo.
Era un pomeriggio mite e soleggiato. Enji sedeva solo nella sala del
trono, lasciando che il silenzio lo colmasse.
In quei giorni, il palazzo ferveva di attività. I giardini
del castello apparivano come i più rigogliosi esistenti, e
tutti si prodigavano per riempirli di cure. Chi non aveva le
capacità per occuparsene, si limitava semplicemente a girare
tra di essi, godendo della loro bellezza.
Il re aveva avvertito alcuni colpi raggiungere la porta, e poco dopo
questa si era dischiusa appena.
Sull’uscio, aveva fatto capolino il volto incorniciato da
indomabili ciocche dorate di Keigo.
«Mi cercavi?», aveva domandato, incuriosito.
Sul suo volto c’era un’espressione dubbiosa. I suoi
grandi occhi color oro scrutavano il re, cercando di carpirne
l’umore.
«Sì», aveva confermato l’uomo,
all’apparenza imperscrutabile. «Vieni
pure.»
Keigo aveva chiuso il grande portone alle proprie spalle, per poi
muovere passi svelti attraverso la stanza. Sentiva il lungo tappeto
rosso scivolare sotto di sé, soffice.
Non aveva idea del perché Enji l’avesse convocato.
Aveva provato a rintracciarne il motivo sul suo volto, tuttavia quel
giorno appariva illeggibile.
Arrivato al cospetto del re, Keigo aveva fatto per inchinarsi, ma
quest’ultimo aveva allungato una mano nella sua direzione. Il
ragazzo aveva posato il palmo in quello dell’uomo titubante,
e l’istante successivo l’aveva sentito attrarlo a
sé.
Era stato sorpreso da quel gesto. Enji difficilmente era incline a
lasciarsi sfuggire esternazioni romantiche dove, tecnicamente, chiunque
avrebbe potuto vederli, ciononostante la vicinanza al suo re lo rendeva
sempre grato, per cui non poteva che esserne lieto.
Aveva pensato che volesse parlare con lui mentre era in piedi, avere i
suoi occhi dorati alla stessa altezza dei propri, invece quando aveva
visto la mano posarsi in grembo era stato ancora più
stupito. Nonostante un attimo di esitazione, si era comunque accomodato
sulle sue gambe.
Keigo si era subito sentito al settimo cielo al pensiero. Aveva
gongolato allegramente, per poi accoccolarsi contro il petto caldo
dell’uomo.
«Mh», aveva mugugnato il giovane. «A cosa
devo l’onore?»
Il re aveva affondato una mano tra i suoi capelli dorati.
«Rei è in giardino a prendersi cura delle sue
rose. Shoto, Fuyumi e Natsuo, invece, sono usciti per una passeggiata a
cavallo», aveva spiegato. «Anche se fossero stati
qui, però, non ti avrei comunque tenuto distante da me. Sono
arrivato a un punto in cui ho deciso che mi farò una ragione
di qualsiasi cosa la mia famiglia decida di pensare di me.»
Keigo aveva giocato distrattamente col colletto della camicia di Enji,
passandoselo tra le dita. Quelle parole, era inutile negarlo, avevano
suscitato in lui un’emozione fortissima. Non dovevano
più nascondersi – Enji non voleva
più farlo.
Un calore piacevole aveva iniziato a diffondersi nel suo petto, e Keigo
si era lasciato pervadere da quella sensazione.
Enji sentiva la mente vuota come non gli capitava da mesi. Il peso
leggero di Keigo sulle gambe era l’unica cosa che rimaneva
ancora ad ancorarlo alla realtà, altrimenti aveva
l’impressione che, fosse stato per lui, sarebbe potuto finire
a galleggiare nello spazio.
«Non sapevo neppure che Rei coltivasse delle rose»,
aveva ammesso, con un tono un po’ amareggiato. Non aveva mai
mostrato interesse per le passioni della sua consorte, al punto che a
volte credeva di aver condiviso per anni il letto con
un’estranea. Avevano raggiunto un accordo, che stabiliva che
la famiglia di Rei avrebbe comunque potuto far valere la propria
opinione in merito a decisioni future per il regno. La regina e i suoi
figli avrebbero continuato a dimorare presso il castello reale,
d’altronde però Enji non era mai stato
intenzionato a impedirlo loro. Per il resto, lui e Keigo erano
praticamente liberi di vivere la loro relazione come meglio credevano.
«Io sì!», aveva esclamato Keigo.
«L’ho sentito dire da alcuni domestici. Non ho
dubbi a immaginare che siano stupende!»
Enji era d’accordo con lui. Poteva quasi vedere davanti agli
occhi le dita soavi di Rei sfiorare i petali di una rosa rossa,
lasciando su di essa un leggero strato di brina e rendendola bellissima.
Keigo era rimasto ad ascoltare il cuore battere nel petto
dell’uomo, con un ritmo regolare, quasi ipnotico. Avrebbe
potuto continuare a farlo in eterno.
«Mio re», l’aveva chiamato piano, con
quelle parole che erano scivolate fuori dalle sue labbra come
un’abitudine che tornava a ripetersi. «Sei
preoccupato?»
Enji aveva respirato profondamente. Era una domanda che, negli ultimi
tempi, si era posto spesso anche lui. Gli era sembrato di aver
attraversato una tempesta, e di essere rimasto in piedi per miracolo.
Ora, però, nell’aria mite dell’estate,
gli era parso quasi come se tutte le preoccupazioni potessero
dissolversi nel nulla.
«No», aveva ammesso. «Io credo in te,
Keigo. Finché ci resteremo accanto, nulla di male
potrà accadere.»
Il ragazzo aveva sollevato il capo di scatto, sorpreso. Nei suoi occhi,
grandi come tazze da tè, l’oro sembrava
galleggiare, attraversato da miriadi di emozioni.
«Anche io credo in te, Enji, tantissimo!», aveva
dichiarato, solenne. «Voglio restarti accanto per sempre.
Affronterò con te tutte le sfide che il destino ci
riserverà in futuro!»
Sul volto di entrambi era spuntato un sorriso tranquillo. Il re gli
aveva accarezzato la fronte, per poi lasciarvi un bacio leggero. Poco
dopo, le sue labbra erano scese appena più in basso,
sfiorando adoranti quelle del più giovane.
Quando il nemico fosse tornato, li avrebbe trovati a combatterlo,
insieme.
Dal fondo della stanza, due figure potevano essere viste sedute sul
trono, distanti, felici.
notes
e... fine.
lo confesso, spuntare la casellina che indica che la storia
è completa mi trasmette sempre un forte senso di
soddisfazione, però stavolta vale un po' di più,
perché è la long più lunga che abbia
mai postato sul mio profilo, perché è su un
fandom su cui non pubblicavo da anni e tra l'altro ci sono tornata con
dei personaggi che non avevo mai trattato, perché finalmente
sono riuscita a portare a termine il writober, una sfida che mi ero
sempre prefissata di affrontare ma che poi, per un motivo o per un
altro, saltava sempre, perché mentre sto editando (adesso
sono le 18:45 del 31 ottobre 2021 e, oh, a proposito, buon halloween!)
ho un mal di testa tremendo visto che stanotte non ho dormito e poi ho
passato tutta la giornata in fiera a stancarmi. ah, che bella la mia
vita.
per l'ultimo giorno il prompt era credere, e l'ho sfruttato parlando di
quanto questi due credano l'uno nell'altro. per me questo è
canon, gente, per cui non potevo fare diversamente.
lo confesso, sarà la stanchezza ma adesso che ho riletto mi
son quasi commossa. sono felice di essere riuscita ad arrivare alla
fine di quest'avventura, è stato bellissimo. tra l'altro, se
ci fate caso, la storia è cominciata in autunno e insieme ai
nostri due personaggi abbiamo attraversato tutte e quattro le stagioni,
l'inverno, in cui esplode la loro passione (a discapito del clima
freddo), la primavera con la battaglia e infine l'estate nella
conclusione. sì, era voluto.
ringrazio tuttə quellə
che si sono fermatə ad aprire la
storia, spero che la lettura vi sia stata gradita. mi auguro tantissimo
di poter tornare presto a pubblicare di nuovo su di loro,
perché è stata un'esperienza che mi ha fatto
tanto bene, loro
mi fanno bene.
(anche se, lo dico da subito, non penso che questa long avrà
un seguito. sì, la cosa dei nemici è morta un po'
così, vbb)
un grazie va anche a fanwriter.it, al lavoro pazzesco che hanno fatto
come sempre e alle liste fantastiche che mi hanno ispirata un sacco e
mi hanno dato modo di postare finalmente una storia su endeavor e
hawks, e di sconfiggere un sacco di miei pare!
vi ringrazio ancora, spero di ritrovarvi in futuro (e di non essermi
dimenticata di aggiungere altro) ♥
aria
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