Turnabout Ghosts

di _Lightning_
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4. Un caso al limite

 

23 ottobre, ore 23:30
Studio Legale Wright & co.

 

 

Tornare a respirare, anche se solo metaforicamente, fu un notevole sollievo.
Aveva ripescato dall’armadietto un paio di pantaloni della tuta e una t-shirt, che teneva lì come pigiama improvvisato, per quando faceva nottata allo studio. Le vesti di Pearl erano adagiate sulla scrivania, assieme al biglietto. La scritta rossa, adesso, sembrava spiccare in modo molto più vivido rispetto a prima, come se brillasse nel buio.

Ci mancano solo altri fenomeni paranormali, qua dentro...

«Il Lago Gourd? Ti sei risvegliato al Lago Gourd?»

Phoenix si riscosse e annuì, sbuffando a mezza bocca nel vedere l’espressione inquieta di Maya.

«Sì, tra le altre cose assurde.»

Maya si rannicchiò meglio nell’angolo del divano, stringendo con fare pensieroso una tazza di tè che aveva a malapena assaggiato. Phoenix fissava di tanto in tanto la propria, seduto contro il bracciolo opposto. Ne prese infine un sorso guardingo, per riempire quel lungo silenzio, ma la posò subito sul tavolinetto lì accanto.

Bene, il tè mi fa schifo anche da mor– da fantasma.

«Che ci faceva Pearls al Lago Gourd?» chiese Maya, perplessa.

«Non chiederlo a me. Credevo che me l’avresti detto tu.»

Magari pensava solo che fosse il luogo ideale per un’evocazione, visto che è poco frequentato.

Lesse la stessa supposizione negli occhi di Maya, che però non la espresse a voce alta. Era strano vederla così taciturna. Gli sembrava sempre più che fosse cresciuta, ma non aveva il coraggio di porre la domanda che gli grattava la gola da quando aveva riaperto gli occhi.

Non chiederglielo, Phoenix. Non vuoi davvero sapere quanto tempo è passato.

«Quando sono arrivato stavi aspettando Pearls?» chiese invece, poggiando i gomiti sulle ginocchia e intrecciando le dita.

Maya si limitò ad annuire. 

«E dov’era andata?»

Stavolta, lei sfuggì il suo sguardo. Phoenix sospirò, avvertendo un non detto e, giusto dietro l’angolo, una bugia che non aveva voglia di sentire. Percepì una vibrazione familiare nella tasca, ancora lieve ma pronta a intensificarsi, come ogni volta in cui il magatama percepiva l’intenzione di mentire.

«Maya. Per me è già abbastanza… complesso essere di nuovo qui. Ma sono tornato perché Pearl voleva che la aiutassi, quindi non c’è motivo di nascondermi qualcosa.»

E anche in quel caso, che differenza farebbe, per me? Mi porterei il segreto nella tomba... no?

Maya posò la sua tazza ormai vuota, stringendo le labbra con fare incerto.

«Pearl… era andata a trovare sua madre, al centro di detenzione.»

A quella rivelazione, Phoenix sentì lo stomaco annodarsi.

Sto sperando che sia una bugia, ma… non vedo lucchetti psichici.

«Scusa se non te l’ho detto subito, Nick, ma non volevo risvegliare brutti ricordi» aggiunse subito Maya, come notando la reazione che lui tentò di trattenere.

Per un singolo istante, Phoenix ebbe l’impressione di sentire lo spirito di Dahlia a pesargli sulle spalle, manovrato dalle mani di Morgan Fey. Se lo scrollò di dosso, irrigidendosi appena.

«A me non possono più fare del male. A te e Pearl, però...»

«Lo so bene. Dopo l’incidente con… Dahlia, mia zia è arrivata a odiarci ancor di più. Si è persino rifiutata di rivedere Pearly.»

Immagino che il fallimento delle figlie ad Hazakura sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vasonon che mi aspettassi un comportamento diverso da Morgan Fey.

«Aspetta. Se le cose stanno così…» scosse la testa, perplesso, portando due dita al mento «… perché oggi Pearls è andata a trovarla?»

Maya poggiò la guancia contro la mano, parlando con titubanza:

«Oh, negli ultimi tempi sembrava che avessero raggiunto una sorta di… tregua. Non saprei spiegarlo nemmeno io, Pearly non mi ha mai detto molto.» 

Phoenix serrò le dita sul cuoio del divano, esitando e decidendo infine di non chiedere dettagli precisi su quegli “ultimi tempi”. Le solo fece cenno di continuare.

«Hanno cominciato con delle lettere, poi un paio di telefonate, e alla fine zia Morgan ha accettato di rivederla proprio oggi.»

«Considerando che Pearl mi ha evocato, non dev’essere finita bene.»

Maya tacque, a occhi bassi.

«Non ho ricevuto chiamate, né da lei né dal centro di detenzione, e al telegiornale non hanno detto nulla. Qualunque cosa sia successa, non dev’essere stata grave, giusto?» esclamò, con improvvisa energia resa tremante da altre lacrime soppresse sul nascere. «Magari voleva soltanto riflettere su quello che si sono dette, no?»

Phoenix provò un tuffo al cuore per quello sprazzo di ottimismo che, per un singolo istante, riportò alla luce la Maya che ricordava.

È così spenta perché io “sono” di nuovo qua… o è sempre così?

Temeva la risposta a quella domanda quasi quanto la conferma certa di quanto tempo fosse passato.

«Maya… guarda i vestiti di Pearl e quel biglietto. Non riesco ancora a connettere i pezzi, ma il quadro non mi sembra affatto positivo. E se mi ha evocato, vuol dire che è nei guai e pensa che io possa aiutarla in qualche modo.»

«E come? Come suo avvocato? Non puoi tornare in aula se sei–» si interruppe di colpo, sopprimendo l’ultima parte della frase con una mano sulla bocca.

Phoenix non si risentì e scosse la testa.

«Ovvio, che non posso. Ma forse vuole che indaghiamo su cosa–»

Un improvviso trillo molto familiare spezzò le sue successive parole. Phoenix sollevò appena un sopracciglio, divertito, quando Maya si lanciò verso la scrivania e afferrò un cellulare blu vecchio e rattoppato che conosceva bene, coi tasti consunti e i numeri appena leggibili.

Almeno lui è sopravvissuto. Lui... e la suoneria del “Samurai d'Acciaio”. Non credevo che mi sarebbe mai mancata.

«Pronto, Maya Fey!» esclamò lei, cercando palesemente di celare l'aggeggio elettronico che si premeva all'orecchio.

Subito dopo lo scansò di una buona decina di centimetri, assordata dalla voce che ne scaturì e che Phoenix riuscì a udire persino a quella distanza. E, sebbene così distorta e flebile, gli sembrò familiare…

«Ehi, amico, sono due ore che cerco di chiamarti e mi spedisce in segreteria! Quando ti deciderai a cambiare telefono?!»

«D-Detective Gumshoe!» esclamò infatti Maya, gli occhi sgranati.

Ah... lui non è mai un buon segno.

Phoenix sospirò a mezza bocca, grattandosi la nuca in un tic nervoso. Gettò un'occhiata alle vesti di Pearl sparse sulla scrivania: poteva immaginare cosa riguardasse la chiamata di Gumshoe.

«Cos– sì, cioè...» Maya gli scoccò un'occhiata fugace, incartandosi, «No! No, Pearl non è qui! Lei l'ha vista, Detective?»

Il bluff è contagioso, a quanto pare.

«Signor Detective, la faccenda è più complessa di quanto–»

«Non voglio sentire scuse! Vieni subito al centro di detenzione, non c’è tempo da perdere!»

Maya abbassò il telefono come in trance, voltandosi poi del tutto verso di lui. Phoenix non sapeva se mostrarsi divertito, preoccupato o rassegnato da quella sequenza di eventi che, in un certo senso, era quasi familiare.

«Era...»

«Gumshoe, sì. Ho sentito.»

Un battito di silenzio accompagnò quelle parole, poi Phoenix fece leva sulle ginocchia, spingendosi in piedi.

«Beh, allora… suppongo che ci convenga andare al centro di detenzione.»

«Ora?»

«E quando?» la interrogò Phoenix, con una calma che non gli era mai appartenuta veramente. «Pearl non potrà tenermi qui per sempre, no? Era così anche con Mia.»

Maya sbatté un poco le palpebre, come se stesse cercando di riscuotersi.

«Sì… anche se Pearl è molto più potente di me. Si è addestrata, in questi anni e… credo che possa mantenerti qui almeno per tre giorni. Forse quattro.»

«È molto più di quanto avevo di solito per i miei casi» sorrise appena Phoenix. «Ho avuto esperienze molto più al limite.»

Detto questo, recuperò una felpa grigia col cappuccio dall’armadietto e la indossò, a proteggersi dal gelo esterno. Non era un travestimento neanche lontanamente perfetto, ma se qualcuno l’avesse riconosciuto avrebbero inventato qualcosa sul momento. 

Magari non userò la scusa di avere un gemello identico a me; sarebbe di cattivo gusto.

Maya, però, gli sbarrò il passo, gli occhi rivolti a un punto indecifrabile… sulla sua testa?

«Nick, i capelli.»

«Cos’hanno i miei capelli?» si allarmò subito lui, tastandosi la nuca.

«Sono a punta

«Proprio come dovrebbero essere.»

«No, invece.» Maya gonfiò le guance, guardandolo come se fosse diventato improvvisamente stupido. «Non puoi mica entrare nel centro di detenzione con quei capelli, ti riconoscerebbero subito!»

«Conciato così?» Phoenix allargò le braccia, con le mani ancora piantate nelle tasche della felpa oversize. «Mi preoccuperei piuttosto della faccia, ma per quella non posso fare molto...»

«Ti ricordo che Furio Tigre è riuscito a spacciarsi per te solo perché aveva i capelli come un procospino.»

Phoenix volse gli occhi al cielo.

Non me lo ricordare... il mio ego non si è mai del tutto ripreso.

«Senti, facciamo così» annunciò poi lei, rovistando nell’armadietto che, a quanto pareva, era diventato una miniera d’oro di vestiario.

Cosa ci fanno nel mio studio, ultimamente? Il mercato delle pulci?

Con una mossa felina, agguantò un berretto azzurrino – lo riconobbe come un orrendo regalo di Natale di Larry, frutto della sua “fase artistica” – e glielo calcò testa con un’energia tale da spingerlo fino al naso.

«Maya!» protestò lui, scansandosi l’orlo da sopra gli occhi.

«Eddai, il look casual ti dona!» concluse lei, giungendo le mani con occhi raggianti.

Il look da hobo, intendi? Non so se è un complimento.

Phoenix sospirò per l’ennesima volta, trattenendo un sorriso che, però, sfumò sul nascere non appena Maya gli voltò le spalle per uscire.

La seguì dappresso, cercando di non soffermarsi sulla soglia e di non guardare i fiori nell’angolo.

Era bello tornare a scherzare con Maya, ma non poteva fare a meno di percepire sempre una forzatura di fondo. Uno stridio leggero in ogni risata e battuta, che gli ricordava come quel tempo che stavano trascorrendo insieme fosse solo in prestito.


 



 


Note dell'Autrice:
Cari Lettori,
come preannunciato, torno in terribile ritardo, ma rieccomi qui ♥
I capitoli d'introduzione sono ufficialmente finiti: da qui in poi sarà il delirio, siete avvisati! Mi terrò più o meno sempre su questa lunghezza, salvo eventi più corposi... e per me è una sfida, sappiatelo :D
Ringrazio di cuore Cida, _candyeater03 e Sian per aver commentato la storia! Non mi aspettavo minimamente di ricevere riscontro sul fandom di Ace Attorney ed è stata una bellissima sorpresa vedere che, invece, c'è ancora qualcuno che lo frequenta ♥♥♥




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