Capitolo 3
Guai in vista
L'Arcidiavolo Akenet, guardiano del Girone dei traditori, era
adagiato svogliatamente sul trono dal quale osservava e valutava
l'operato dei suoi demoni. Era alto, come tutti gli Arcidiavoli.
Aveva i capelli neri e mossi lunghi fino alle spalle e due occhi
completamente neri e profondi. Lungo le braccia spiccavano delle
cicatrici risalenti alla Grande Guerra. Alcune di queste si
prolungavano fino al petto, nascosto da una maglietta nera senza
maniche. Indossava pantaloni mimetizzati grigio verdi e stivali
anfibi neri.
Ogni tanto decideva che qualcuno dei suoi batteva la fiacca, fosse
vero o meno. Con uno schioccare di dita dava fuoco al malcapitato di
turno fino a carbonizzarlo e poi con un altro schiocco lo rimetteva
in sesto affinché potesse riprendere il suo lavoro. Non aveva
un vero motivo per agire in questo modo se non quello di attraversare
l'eternità in modo un po' meno noioso.
Una demone di statura piuttosto bassa, leggermente grassottella e dal
viso tondo e simpatico, atterrò a debita distanza dal suo
trono e richiamò la sua attenzione con un timido "Ahem!".
Akenet si voltò annoiato "Che vuoi, Palletta?"
La demone cercò di assumere un aspetto più
professionale possibile e sottolineò "Sarebbe Adel,
Signore".
Akenet le rivolse un sorriso gelido. "Lo so come ti chiami,
Palletta!"
La demone impallidì e non osò insistere.
"Allora?" ringhiò Akenet.
Adel fece un piccolo sobbalzo che divertì molto l'Arcidiavolo.
Adel era la sua nuova segretaria personale, aveva sostituito la
precedente, Esael, che aveva chiesto e ottenuto il trasferimento al
Girone dei bugiardi con la scusa di potersi avvicinare al suo
fidanzato, ma in realtà perché l'Arcidiavolo, in totale
spregio agli accordi contrattuali, l'aveva completamente carbonizzata
a causa di un attacco di rabbia incontrollata.
Adel non possedeva né la bellezza né la sicurezza di
Esael, ma Akenet aveva deciso di tenerla perché trovava molto
piacevole e rilassante approfittare della sua timidezza.
"Ho una comunicazione con priorità alta da Radael,
Signore!"
Akenet sbuffò "Se è per confermare che Sael si fa
scopare dal biondino bisessuale, puoi rispondergli che nel girone
degli adulatori c'è un posto vacante come spalatore di merda.
Mi sembrava di essere stato chiaro sul fatto che non frega a nessuno
chi scopa, con chi!"
La demone arrossì leggermente imbarazzata. "Oh, no,
Signore. Questa è davvero una notizia che vale la pena di
senti..."
Le parole le morirono in gola nel vedere l'espressione fredda del suo
superiore. "Credevo di aver chiarito che non sei preposta a dare
giudizi sull'importanza o meno di una notizia, Adel. Te lo devo
spiegare di nuovo?"
Adel rabbrividì arretrando, inciampò sulle pietre
vulcaniche e rischiò di cadere."No. Signore. Chiedo
scusa, Signore!"
"Bene. Allora, questa notizia?" la esortò Akenet.
"Pare che la fidanzata di Azaele sia incinta, Signore!"
annunciò Adel.
Akenet non proferì parola per qualche istante. Si girò
a guardare il panorama, rifletté qualche secondo e commentò
"L'ultima volta che ci siamo fidati di quell'idiota di Radael
siamo andati a cercare l'Alfiere del Male in Louisiana, per poi
scoprire che un imbecille umano aveva chiamato il figlio Satan.
Tutto ciò mentre dall'altra parte del mondo nasceva Gandhi!
Michele e Gabriel ci hanno preso per il culo per quasi un secolo!"
"Michele?" domandò perplessa Adel.
"L'Arcangelo" rispose Akenet voltandosi verso di lei.
"Racconta in giro una sola parola di questo e …"
"No, non… non sarebbe professionale!" balbettò
Adel indietreggiando ancora e cadendo nel vuoto.
Akenet attese ridacchiando finché Adel ricomparve davanti a
lui sbattendo le ali disordinatamente per cercare di mantenersi in
volo. "Ha ordini per me, Signore?".
"Vai sulla terra a sincerarti di come stanno le cose e torna
solo quando sarai sicura di ciò che devi riferirmi!"
"Sissignore!"
"E cerca di non commettere errori, lo sai che mi diverte sentir
urlare i miei sottoposti!" aggiunse minaccioso.
"No, Signore!" rispose Adel tremando.
"Muoviti!" tuonò infine l'Arcidiavolo.
"Sissignore!" rispose Adel sussultando e volando via a zig
zag, sotto lo sguardo divertito di Akenet.
#
Alba verso il caffè nelle tazzine, ne porse una a Galletti e
si sedette con aria un po' affaticata.
Renzo la scrutò preoccupato "Sei sicura che sia il caso?
Il caffè è parecchio irritante per lo stomaco!"
Merlino lo osservava con sospetto dalla credenza restaurata, un
regalo dei genitori di Arianna .
Alba sospirò "Sto molto meglio, sono solo stanca e un
po' triste!"
"Come mai?" domandò Renzo, sinceramente interessato.
"Quell'idiota del mio ragazzo!" rispose Alba con gli occhi
lucidi.
Il collega la osservò stupito. "Pensavo fossi single.
Cioè, è questo che si dice di te in azienda perché
alle cene di Natale sei sempre venuta da sola!"
Alba sospirò. "Non stiamo insieme da molto. Cioé,
in realtà ci conosciamo da secoli... è un po'
complicato!"
"É sempre complicato finché non trovi la persona
giusta!" commentò Galletti sorridendo.
"Ma lui lo è, però… è anche un
cretino!" affermò lei rabbiosamente.
"Siamo tutti un po' cretini Alba, siamo uomini! Mia moglie
diceva che restiamo adolescenti fino ai cinquant'anni e poi
rimbambiamo direttamente!" rise Galletti. "Però mi
amava moltissimo e non avrebbe mai rinunciato a me e neppure io a
lei! Se avessimo potuto, avremo vissuto insieme fino alla fine,
invecchiando e rimbambendo insieme!" concluse con un sorriso
triste.
Alba gli prese una mano e cercò di confortarlo. "Almeno
vi siete amati come non capita a tutti!".
Galletti annuì ma ritrasse di scatto la mano. In cucina era
appena entrato un ragazzo dai capelli neri e ricci, vestito da
marinaio. Il giovane lo osservava minacciosamente e, ne era sicuro,
con un bagliore rosso nelle pupille. "Buon pomeriggio!"
salutò Galletti gentilmente, cercando di non pensare a quello
strano bagliore.
"Lo era!" rispose tagliente Azaele.
Alba si girò sorridendo. "Azaele, sei già
tornato!"
"Pare!"
La ragazza si irrigidì "Che cosa sarebbe questo
atteggiamento?" ringhiò.
Azaele fece l'errore di provare a replicare, seppure meno baldanzoso
di prima "Bé, insomma. Mi pare che sia il vostro
atteggiamento ad essere…!"
"Ti pare cosa?" lo aggredì Alba furente, facendo
tremare, senza rendersene conto, le tazzine di caffè.
Merlino emise un miagolio di avvertimento a cui Alba non prestò
molta attenzione e Azaele cercò di fare rapidamente marcia
indietro. "No… cioè non intendevo, volevo solo…
temo che tu abbia frainteso!" balbettò il demone notando
la scintilla rossa negli occhi della fidanzata e le tazzine che
tremavano accompagnate da un sinistro tintinnio. "Oh, quindi sono
stata io ad avere frainteso eh, Renzo?".
Galletti assunse in modo piuttosto convincente l'espressione tipica
della sfinge, dando così un senso al corso di teatro online
che aveva seguito grazie alla piattaforma di “Formazione
gratuita 4.0" messa a disposizione dall'azienda (il regalo di
Molinesi prima di sparire nel nulla, l'ultima notte dei laboratori).
Alba non si diede per vinta e continuò "Proprio tu, poi!
Dopo quello che hai combinato faresti meglio a chiedermi scusa!".
Azaele cadde dalle nuvole "Io?"
"Fai anche l'ingenuo, ora?" abbaiò Alba sempre più
furiosa alzandosi di scatto e uscendo dalla cucina seguita da Merlino
che emise un miagolio di disapprovazione nei confronti di Azaele.
"Ma che ho fatto?" domandò Azaele a Galletti che
evitò di rispondere fingendo interesse per il settimanale
poggiato sul tavolo e aperto su una pubblicità di crema
anti-rughe per donne mature.
"Lo sai benissimo!" gridò la giovane sbattendo la
porta della sua camera e facendo scoppiare le tazzine sotto lo
sguardo esterrefatto di Galletti.
Azaele fece un passo verso la stanza di Alba ma Renzo, lasciando
perdere l'idea di dare una spiegazione razionale allo scoppio delle
tazzine, lo fermò. "Aspetta! Se posso darti un consiglio,
non è il caso di seguirla adesso. Lascia passare un po' di
tempo e poi quando ti sembrerà che si sia calmata entra, dille
che ti dispiace e chiedile scusa!"
Azaele lo guardò senza capire. "Ma non so nemmeno per
cosa!"
"Senti, uno dei segreti per un rapporto felice e lasciare che
passi la bufera senza fare polemiche inutili. Vedrai che quando si
sarà calmata si scuserà anche lei e così
scoprirai che hai combinato per farla arrabbiare così tanto!"
Azaele lo scrutò perplesso. "Con tua moglie funziona?"
"Funzionava!"
Azaele sogghignò" Ah, bé un vero successo, visto
che ti ha mollato!"
Renzo si rabbuiò. "Non mi ha mollato, mi è stata
portata via!"
"Ah, si? Da chi, da uno che sapeva scusarsi meglio di te?"
rispose ironicamente Azaele.
"No, dal cancro! " rispose Galletti.
Azaele si rese conto di non essersi mai sentito così idiota in
vita sua. "Scusa, sono stato proprio un coglione!"
"Non fa nulla, non potevi sapere. A proposito, io sono Renzo, un
collega di lavoro di Alba" rispose Galletti tendendogli la mano,
il demone la strinse e rispose con un sorriso imbarazzato. "Azaele,
piacere!"
Galletti gli batté una mano sulla spalla e dirigendosi verso
la porta gli diede un ultimo consiglio. "Cerca di fare pace, ha
bisogno di tranquillità, oggi non è stata per niente
bene, è per questo che l'ho accompagnata a casa".
Azaele cominciò a provare una sgradevole sensazione di
pericolo incombente. "Davvero? Ehem, che problema ha avuto?"
"Le ha fatto male il pranzo cinese, le è venuta una
nausea terribile e ha vomitato tutto!" rispose Galletti uscendo
e salutando con la mano un Azaele a un passo dallo svenire sul
pavimento dell'anticamera.
Galletti stava per salire nel taxi 234, quando sentì un boato
ed ebbe l'impressione di vedere riflessa nei vetri dei finestrini,
un'enorme fiammata uscire dall'appartamento di Alba.
Si girò allibito ad osservare il palazzo.
"A bello, fai pure con comodo, tanto non ciò nulla da
fare!" lo apostrofò il tassista.
"Ma non ha sentito quel boato?"
"Quale boato?" domandò perplesso il tassista.
"Quello seguito dalla fiammata! Ma scusi, non ha sentito né
visto nulla?"
Il tassista pensò che stava cominciando a diventare vecchio
per quel lavoro "Te sei appena fumato 'na canna di quelle
buone?" domandò sbuffando.
Galletti concluse che probabilmente aveva bisogno di un po' di ferie,
salì in macchina e chiamò il suo responsabile per
avvertire che non sarebbe tornato in ufficio fino a lunedì.
#
Azaele osservò sconfortato la porta chiusa della camera da
letto dalla quale Alba lo aveva appena buttato fuori, lanciandogli
una palla di fuoco grande quanto la vecchia credenza della cucina.
Sospirò e pensò che avrebbe dovuto seguire il consiglio
del collega di Alba e aspettare un altro po' prima di provare ad
entrare.
Uscì sul balcone e si alzò in volo riflettendo. Era
evidente che la situazione fosse oltremodo grave, gli indizi di una
possibile gravidanza di Alba erano passati da uno, il leggero
ritardo, a tre. Leggero ritardo, irritabilità e nausea. Per
non parlare di quella strana sensazione che aveva provato qualche
notte prima abbracciandola e alla quale non aveva voluto dare
importanza.
Le soluzioni possibili erano due, proporre ad Alba di interrompere la
gravidanza prima che laggiù o lassù se ne accorgesse
qualcuno o prepararsi a difendere se stesso e la sua famiglia.
Era certo, infatti, che da entrambe le parti avrebbero cercato di
portargli via il bambino (o la bambina).
Laggiù per farne un Alfiere del Male in grado di guidare un
esercito di demoni pronti a impadronirsi del mondo degli umani e
lassù… bè, ovviamente per assicurarsi che non lo
diventasse.
In entrambi i casi lui e Alba avrebbero fatto di certo una brutta
fine!
Sospirò sconfortato, gli si spezzava il cuore all'idea di
chiedere ad Alba di interrompere la gravidanza. E in effetti anche
lui, a pensarci bene, non aveva molta voglia di rinunciare ad aver
un figlio!
E che caspita! In fondo che male c'era?
Ok, c'era il piccolo particolare che aveva infranto una Legge
Superiore e che al cinquanta per cento rischiava di mettere al mondo
una creatura che avrebbe messo in discussione l'equilibrio tra
Paradiso, Inferno e Terra. Ma in fondo c'era anche il cinquanta per
cento di possibilità che suo figlio fosse un bambino umano
come tutti gli altri. Alba era umana no? Era una strega, certo,
grazie a lui… però era umana!
E insomma, più ci pensava e più si convinceva che con
un po' di attenzione e la giusta educazione, suo figlio non sarebbe
stato un problema per l'equilibrio soprannaturale.
Ovviamente doveva prepararsi a difendersi, trovare degli alleati.
Ma quanto a quello era abbastanza tranquillo, sicuramente avrebbe
potuto contare su Michele e Sael.
E su Safet.
E probabilmente anche su Razel, a cui in fondo stava simpatico.
E magari anche su Sakmeel e Eowynziel.
Che poi, magari... anche sull'Arcangelo Gabriel… perché
no? Tutto sommato non gli era sembrato mal disposto nei suoi
confronti, anzi.
Certo non era un gran esercito, ma in fondo anche per battere Sauron
erano bastate nove persone! Cioè… più o meno.
"Ma si! Può funzionare!" si disse Azaele. "Devo
solo parlarne con qualcuno!"
Azaele scartò subito Michele. Il suo migliore amico era troppo
ansioso e sicuramente, gli avrebbe dato del pazzo senza ascoltarlo,
era meglio che prima fosse preparato da qualcuno più maturo e
razionale.
Safet! Lui si che era la persona giusta!
Era anziano, saggio e posato! Sicuramente avrebbe ascoltato le sue
ragioni con calma e senza aggredirlo!
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"Tu, sei completamente pazzo Azaele!" sbottò Safet
battendo un pugno così potente sulla lastra in marmo di
Carrara della cucina di Aurora, da spezzarla in due.
"Pazzo, scriteriato e immaturo!". Continuò Safet
furioso.
"Il ma… marmo!" balbettò Azaele, indicando la
lastra.
"Hai appena messo al mondo il potenziale Alfiere del Male e ti
stai preoccupando di una lastra di marmo? Forse aveva ragione
Ysrafael quando mi ha suggerito di rinchiuderti in una cella
infernale e buttare la chiave, razza di idiota!".
Safet aveva appena finito di gridare quando sentì delle chiavi
girare nella serratura dell'ingresso. Immediatamente tamburellò
le dita sul marmo rimettendo a posto la lastra prima che Aurora
potesse rendersi conto di ciò che era successo.
Azaele non riuscì a trattenere un sorrisetto che gli morì
sulle labbra non appena incrociò di nuovo lo sguardo furibondo
di Safet.
Aurora entrò in cucina con le buste della spesa e rendendosi
conto che qualcosa non andava, poggiò tutto sul tavolo e
domandò "Ciao ragazzi, che succede? Cos'hai combinato
Azaele?"
Azaele si offese un pochino. "Perché dai per scontato che
abbia combinato qualcosa?"
Aurora sorrise affettuosamente. "Ho sbagliato?"
Azaele arrossì e Safet incrociando le braccia ringhiò
"Questo imbecille ha messo incinta Alba!"
Aurora sorrise "Ne sei sicuro Azaele?"
"Bé, ha un ritardo di alcuni giorni, è molto
irritabile e oggi è stata male. Un collega l'ha riaccompagnata
a casa prima!"
"Sono solo possibili effetti collaterali, tesoro. Per
essere più sicuri bisogna fare almeno un test di gravidanza!"
considerò Aurora affettuosamente.
Safet bofonchiò "Tesoro un accidenti, stupido
demonietto!"
Azaele arrossì e con un po' di fatica ammise "Il fatto è
che l'altra notte mentre abbracciavo Alba, mi è sembrato di
sentire qualcosa! Ma ho pensato che forse me lo stavo solo
immaginando… perché io… ecco… a me non
dispiacerebbe affatto diventare padre!"
Safet spalancò gli occhi!. "Ma che stai dicendo? Razza di
idiota!"
Aurora lo sgridò "Ora basta Safet! Di che ti stupisci?
Azaele ama molto Alba, è normale che desideri formare una
famiglia con lei!"
Si avvicinò ad Azaele e lo abbracciò. "Congratulazioni
Azaele! Sono sicura che sarai un bravissimo papà!"
Azaele restituì l'abbraccio e rivolse un sorrisetto
soddisfatto a Safet da sopra la spalla della professoressa.
Il Supervisore, sconvolto dallo stupore per la reazione di Aurora,
aprì la bocca senza riuscire a emettere alcun suono.
Quando riuscì a riprendersi urlò furente "Ma quali
congratulazioni! Ma per la miseria stiamo parlando di un demone
infernale e di una strega, non di una coppietta umana fresca di
matrimonio! Aurora, per favore, non mettertici anche tu a fare
discorsi irrazionali!"
Aurora gli lanciò uno sguardo severo."Safet, forse se
smetti di urlare e cominci ad analizzare la situazione con calma…"
"Con, calma?" la interruppe Safet "Ma qualcun altro
oltre a me, in questa cucina, si rende conto che stiamo parlando
della creatura che potenzialmente potrebbe dare inizio ad
un'apocalisse demoniaca? Ci rendiamo conto che stiamo parlando della
venuta al mondo del possibile Alfiere del Male, che condurrà i
demoni alla conquista del mondo degli umani?".
"Quanto sei melodrammatico, hai visto troppi film dell'orrore!"
replicò Aurora cominciando a mettere a posto la spesa.
Safet incredulo di fronte alla nonchalance della compagna commentò.
"Aurora, seriamente tu stai dicendo a me, un diavolo infernale,
che ho visto troppi film horror?"
"Safet, ti ricordo che tutto sei tranne una creatura spaventosa
ed inquietante!" rispose lei osservando con aria concentrata un
enorme pomodoro dall'aria appetitosa. "A proposito, ti va
un'insalata di pomodori per cena?"
Azaele dovette impiegare tutte le sue energie per trattenere in gola
una fragorosa risata, al contrario di Safet che fu colto dal
desiderio di appiccare un falò infernale a tutta la spesa,
pomodori compresi. Fu solo grazie all'amore che provava per Aurora
che si impose di tornare calmo.
"Va bene cercherò di spiegarmi senza alzare la voce"
disse avvicinandosi ad Aurora e togliendole di mano le buste della
spesa, in modo fermo ma gentile.
"Ora sedetevi tutti e due e provate ad ascoltarmi senza
interrompermi, ok?".
Aurora si rese conto di quanto fosse preoccupato Safet e decise di
prestargli più attenzione. Fece cenno ad Azaele di prendere
posto accanto a lei intorno al tavolo da pranzo e dopo che entrambi
si furono seduti invitò Safet a spiegarsi. "Coraggio, ti
ascoltiamo!".
Il Supervisore prese posto davanti a loro e cominciò a
spiegare. "Come ben sa Azaele, tra i demoni esiste una credenza
secondo la quale un giorno, dall'unione tra un demone prescelto e una
donna umana, verrà generata una creatura a metà strada
tra mondo degli umani e Inferno. Questa creatura, una volta cresciuta
guiderà i demoni alla conquista della terra ottenendo
finalmente la loro rivincita sulla cacciata dal Paradiso. Gli umani
verranno spazzati via e Lucifero avrà finalmente il suo Regno
sulla terra".
"Scusa, ma Dio che ruolo avrà in tutto ciò?"
domandò Aurora perplessa.
"Dio manderà sicuramente il suo esercito angelico sulla
terra e da ciò scaturirà uno scontro ancora più
terribile di quello che terminò con la nostra cacciata dal
Paradiso. Sarà l'apocalisse finale, quella che determinerà
la fine del Regno dei Cieli o di quello dei Demoni e sicuramente la
distruzione totale del Regno degli uomini!"
Azaele sbuffò "Si, ma appunto si tratta solo di una
credenza, e poi francamente Safet, ma tu mi ci vedi nel ruolo di
prescelto?"
"Questa è una buona domanda, Azaele!" approvò
Aurora. "E poi io l'apocalisse me la ricordo un po' diversa!"
Safet annuì. "Lo so. Nelle sacre scritture degli umani si
prevede la vittoria del bene sul male! Ma ovviamente io parlo della
versione infernale! Quanto al fatto che non ti ci veda come padre
della creatura, Azaele, ti faccio una semplice domanda. Ti ricordi le
caratteristiche del prescelto?"
"Certo, le sanno tutti: non il più bello né il più
forte, ma il più vicino agli uomini per potersi mischiare con
una di loro e il più vicino al cielo per non essere notato
dagli Angeli fino a che non sarà troppo tardi. Egli sarà
il figlio di uno dei sette Guerrieri angelici!”
Azele ridacchiò e commentò “Eddai, Safet, a parte
che sono decisamente bello e già questo mi esclude! Poi,
vabbé, forse potrei essere abbastanza vicino agli umani, ma
certamente non sono così vicino al Cielo!"
Safet non rispose, si limitò a prendere il pacchetto di
sigarette di Aurora, ficcarsene una in bocca e tamburellarvi sopra
delicatamente con l'indice per accenderla. Aurora gli avvicinò
il portacenere.
Azaele continuò il suo discorso "Avanti, sarò
anche figlio di due Arcangeli, ma non credo proprio di essere il
figlio di uno dei sette Guerrieri. Quelli sono tutti altissimi e
biondi a parte...!" Azaele si interruppe un attimo e poi
proruppe in un allibito. "Merda!"
Safet lo osservò intensamente.
Azaele balbettò. "Safet… stamattina Gabriel è
venuto a parlarmi, lui aveva uno strano atteggiamento protettivo nei
miei confronti ed era piuttosto preoccupato per lo stesso motivo per
cui sei preoccupato tu e… Oh merda, merda… lui è
uno dei sette Guerrieri, l'unico con i capelli neri e ricci,
decisamente basso per essere un Arcangelo e anche piuttosto
distratto. Nel complesso è mo… molto somigliante a…
a me!"
Safet non disse nulla, si limitò a ad aspirare una lunga
boccata di fumo dalla sigaretta di Aurora.
"Safet, ti prego dimmi che ho appena detto un mucchio di
idiozie!" lo supplicò Azaele.
Safet prese la sigaretta tra indice e medio della mano sinistra,
poggiò le mani sul tavolo, con molta, molta calma, buttò
fuori il fumo e rispose. "Gabriel è il mio migliore amico
da sempre Azaele, è per questo che ho sempre vegliato su di te
da quando sei precipitato all'Inferno. L'ho promesso a lui e a tua
madre".
"Aspetta, un attimo Safet, stai veramente dicendo che non solo
hai sempre saputo chi erano i miei genitori, ma che addirittura sono
stati loro a chiederti di farmi da Supervisore infernale?"
domandò scandalizzato Azaele.
"Perdonami, se non ti ho mai parlato dei tuoi genitori, ma mi
era proibito farlo"
Azaele sentì lacrime calde di rabbia scorrergli lungo le
guance. "Sai Safet, io non ce l'ho con Michele perché pur
sapendo chi sono i miei genitori, non me l'ha mai detto. So bene che
essendo un Angelo non può violare una regola celestiale. Ma tu
Safet, tu sei un demone infernale, non hai più l'obbligo di
obbedire alle leggi del Paradiso, quindi che motivo avevi per
tenermelo nascosto per tutto questo tempo?”
"Mi dispiace, ragazzo, io...” rispose il Supervisore
continuando a fumare nervosamente.
Azaele lo interruppe. "Ti dispiace? Safet io ti ho sempre
considerato come un padre e ora scopro che mi hai nascosto la verità
per millenni!"
Safet era mortificato "Sarò anche un demone, Azaele, ma
ho degli accordi e degli impegni da rispettare con i piani alti, lo
sai!"
"Non me ne frega un cazzo dei tuoi accordi merdosi!”
sbottò Azaele.
Aurora cercò di intervenire per calmarlo, ma Azaele non le
diede minimamente retta.
“Lo sai cosa penso Safet? Che da quando ho incontrato Alba, tu
e i miei genitori avete cominciato a temere che avrei potuto essere
proprio io il famoso prescelto! È anche per questo che
quattrocento anni fa lei mi è stata portata via in quel modo,
non è così?”
"Adesso non esagerare, se fosse così non vi sareste
incontrati di nuovo quattrocento anni dopo!" rispose il
Supervisore a disagio.
"Ma comunque, voi eravate preoccupati perché NIENTE È
MAI PER CASO. Non è quello che dici sempre? È per
questo che tu hai cominciato a sorvegliarmi molto di più da
quando hai capito che era tornata! Ammettilo!" lo incalzò
Azaele.
"Ammetto che ero un po' preoccupato, a differenza di Gabriel,
che…"
"Ah, quindi tu e mio padre ne avete anche discusso! Ecco perché
lui è venuto parlarmi!"
Safet non seppe cosa rispondere, Azaele aveva tutte le ragioni per
essere così infuriato.
"Avresti dovuto dirmelo! Forse se avessi saputo chi era mio
padre, sarei stato più attento! Ora che la frittata è
fatta, dimmi Safet, che cosa vuoi che faccia? Che rinunci a mio
figlio come hanno fatto i miei genitori?"
Aurora cercò di intervenire per calmarlo "Azaele, sono
sicura che Safet non ti chiederebbe mai una cosa del genere! Non è
vero Safet?".
Safet abbassò lo sguardo.
Azaele si sporse verso il suo supervisore poggiando le mani sul
tavolo. "Non hai nemmeno il coraggio di guardarmi in faccia eh,
Safet? Bè, sai che ti dico, non me ne frega un accidente né
dell'apocalisse né dell'Alfiere del Male né di tutte le
vostre stronzate! Io non butterò via mio figlio, come mio
padre e mia madre hanno fatto con me! Mai!"
Terminata la sua sfuriata, il demone aprì le ali e si lanciò
fuori dalla finestra della cucina senza salutare.
Aurora guardò Safet. "Quanto c'è di vero in tutta
questa storia dell'Alfiere del Male?"
Safet sospirò e schiacciò la sigaretta nel portacenere
"Non lo so, Aurora, ma è relativo. Il vero problema è
che tutti i demoni infernali ci credono e tu sai che quando tutti
cominciano a credere a una cosa, anche la più impossibile,
questa diventa vera!"
"Quindi che farai? Non puoi abbandonare i ragazzi, te ne rendi
conto vero?"
"Si, me ne rendo conto. Azaele non rinuncerà mai al
figlio e questo significa che la sua vita è quella di Alba
sono in pericolo. Devo prepararmi a difenderlo, trovare degli alleati
e soprattutto devo avvertire Gabriel!" rispose Safet alzandosi
per andare a cercare la sua giacca di tweed.
Aurora lo seguì preoccupata e gli domandò ancora
"Safet, se non sbaglio una volta mi hai detto che l'invio delle
nuove anime sulla terra viene effettuato dai cherubini…"
"Si, esatto!" rispose Safet mentre si infilava la giacca e
apriva le ali nere.
"Quindi in Paradiso sanno già che Azaele e Alba…"
"No, non ancora" rispose Safet. "Per il rispetto del
libero arbitrio, nessuno sa quali bambini sono stati scelti dalle
anime fino alla loro nascita. Perciò, se nessuno si è
ancora insospettito per lo stato di Alba, abbiamo abbastanza tempo
per prepararci a difendere quei due idioti e il loro bambino!"
"O bambina!" sorrise Aurora.
Safet sorrise a sua volta. "O bambina, hai ragione. Ora però
devo cercare Gabriel e parlare con Michele. Ho bisogno del loro
aiuto!"
Si chinò per baciare Aurora e volò via anche lui.
Aurora sospirò, tutta quella storia rischiava di diventare
realmente pericolosa, se ne rendeva conto perfettamente ed era
preoccupata per Safet. Sicuramente era stato scelto per garantire un
ponte tra Cielo e Inferno proprio per la sua saggezza e il suo
carattere così equilibrato e onesto, ma ora la sua posizione
era diventata decisamente rischiosa.
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