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Misako ha vent'anni e un difetto nel corpo che non sa gestire. Non
riesce a farci i conti, si lascia travolgere da una diagnosi spietata, chiude
gli occhi e vorrebbe solo dimenticare.
Pensa che a vent'anni potrebbe prendere tutto dal mondo ma,
adesso, lei non avrebbe proprio niente da dare in cambio.
Misako non riesce a creare la vita e allora per un po' non vive,
sceglie di essere quel difetto, fa terra bruciata intorno a sé. Diventa lei
stessa una terra arida che spinge tutti ad allontanarsi per cercare acqua
altrove.
Suo marito se ne accorge presto che lei è diventata vuota ma
Misako sa che lui non è mai stato bravo a battersi per qualcosa.
«Allora, che facciamo?»
Misako ha vent'anni ed è una terra crepata dalla siccità. E se non
piove, se non piove, resta sterile.
«Misako, che facciamo?»
Suo marito non è pioggia e non è sole. È solo un vento che spazza
via ogni filo d'erba e non permette a niente di germogliare.
Quando lo sente chiudersi alle spalle la porta di casa, vorrebbe
dimenticare anche quello.
Misako ha vent'anni e già immagina di essere un'altra donna.
Chiude gli occhi e solo così tutti quei problemi che minacciano di spaccarle
anche il cuore, si allontanano un po'. Non ha un difetto nel ventre, non ha un
marito che non sa impegnarsi per due, non ha paura di vivere.
È quando prende in mano una penna e inizia a scrivere, che quella
nuova Misako prende vita.
E trova una vita.
~
Sai di essere una bambina fortunata. Sana Kurata è un nome che per
tutti significa allegria.
Sai di essere fortunata perché sorridere e veder sorridere di
rimando è ciò che più di ogni altra cosa ti mette di buon umore!
«Diventerai una stella»
«Una stella?»
«Una piccola stella, e nata sotto una buona stella»
«Che significa?»
«Che sei fortunata, Sana.»
Essere fortunata significa essere trovata dopo essere stata
abbandonata su una panchina nascosta in un parco. Lo hai scoperto presto, con
le parole di tua madre che ti raccontavano una nuova storia che stavolta era la
tua storia.
E per te, sorridere, è un po' continuare a rivelarla.
Se smetti di farlo, hai la sensazione di scordare la tua fortuna e
le tue stelle. Quando quella maschera si incrina, hai l’impressione di
ricordare solo l'abbandono e il presentimento che, quando ritroverai la tua
vera madre, rischierai di essere abbandonata ancora da chi ti ha
cresciuta. E poi ancora, da chi lo ha già fatto la prima volta. Potrebbe
ripetersi tutto, più e più volte.
Preferisci fuggire alle preoccupazioni e nasconderle dietro risate
e buonumore. Sei ancora una piccola stella, sei caduta solo una volta e, in fin
dei conti, sei stata trovata.
~
Io e mia figlia 2
Prologo
Ho sempre pensato che il rapporto con mia figlia fosse un conto
alla rovescia. Ho pensato spesso a me e a Sana come a due lancette che si
rincorrono in giorni, mesi, anni.
Quando ho messo un punto a “Io e mia figlia” è stato come
aver sentito suonare un timer. Il tempo era scaduto e forse sarebbero rimasti
solo ricordi, sarebbe rimasta solo quella ragazza perduta di vent’anni che le
persone credevano depressa e poi imprigionata nella follia, prima di vederla
rinascere tenendo per mano quella bambina.
Io non lo sapevo, davvero non lo sapevo, chi sarei stata
senza Sana. Se mia figlia avesse sentito un legame profondo con sua madre
biologica, se fosse tornata con lei, sparita dalla mia vita.
Sarebbe stato come ricominciare da zero. Resettare il tempo,
ripartire da una passeggiata in un parco, da un corpo sempre vuoto e difettoso
pieno solo di domande e nessuna risposta.
Sana è stata tutte le risposte. Sana ha strillato forte per farsi
trovare da me quel giorno e quelle urla spaventate sono rimaste sopite dentro
noi due. Ci sono voluti anni, storie, fortuna. Oggi, si sono trasformate
in conferme.
Le crepe sono sanate, le paure svanite.
Siamo madre e figlia, a un livello più profondo di quanto avessimo
sperato entrambe.
La sera in cui Sana mi ha detto che sarebbe rimasta con me, mi è
sembrato di averla trovata un'altra volta. Abbiamo dormito strette insieme ed è
stato un po' come tornare indietro nel tempo, quando riuscivo a tenerla tra le
braccia e raccontarle storie nuove ogni sera. Quella sera ho capito, eravamo
due lancette che si erano rincorse ma poi si erano trovate, si erano
fuse insieme nel tempo esatto.
«Non devi pensarlo mai più»
«Cosa?»
«Qualunque cosa ti renda triste»
«Non posso promettertelo, Sana»
«Allora me lo dirai»
«Te lo dirò»
«Io lo dirò a te»
«Ci conto, bambina»
***
Ciao a tutti!
Misako mi mancava! E questo è il
primo motivo per il quale nasce questa fic.
Il secondo è essermi resa conto di
non aver mai trattato il rapporto fra madre e figlia nello specifico, perché per
quanto Misako mi piaccia, nei panni di Sana invece mi sento stretta.
Il terzo è stato voler fare un
regalo a chi mi ha fatto conoscere questi personaggi.
Il quarto è stata la challenge alla
quale questa fic partecipa, che mi ha spinta a sperimentare.
E’ una lista di cose delle quali
non importa a nessuno, me ne rendo conto!
Mi è piaciuto immaginare che la
terza parte di questa storia fosse il prologo di “Io e mia figlia 2”, un secondo
libro di Misako che continua a raccontare di loro due.
Scegliete
una coppia e scrivete una raccolta di tre flashfic così
articolata:
● una flashfic incentrata totalmente sul personaggio A della coppia
che racconti A nella sua singolarità, ne mostri la sua voce come singolo;
● una flashfic incentrata totalmente sul personaggio B della coppia
che racconti B nella sua singolarità, ne mostri la sua voce come singolo;
● una flashfic incentrata sulla coppia A/B che mostri la voce della
coppia, capace di mostrare il legame che intercorre tra i due personaggi e il
loro modo di viverlo e stare insieme.
Dal punto di vista stilistico, invece, devono essere rispettati
questi limiti:
● i dialoghi, se presenti, devono essere autonomi, cioè è vietato
completarli con “disse/chiese/insinuò/vari”, esclusi quindi anche tutti gli
aggettivi utili ad esprimere il tono della battuta (ad esempio, non è possibile
scrivere “«Sei qui,» salutò triste.”, ma solo «Sei qui.»). La sfida è far
emergere la “voce” del personaggio affidandosi totalmente alle sue parole
quando si è in presenza di un discorso diretto. È obbligatorio inserire almeno un dialogo nella terza
flashfic (quella di coppia);
● ogni flashfic deve avere una persona narrante diversa: una deve
essere in prima persona, una in seconda persona e una in terza persona. È a
vostra scelta quale scrivere in prima eccetera. Nessuna limitazione sui tempi
verbali.