Éméline Potter

di ame_vuiller003
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Era notte, e tutti a Privet Drive dormivano. Sul muretto del numero 4 però si vedeva l'ombra di una gatta.
Verso mezzanotte, all'angolo di Privet Drive, un lampione si spense. La gatta seduta sul muretto di drizzò immediatamente. Via via tutte i lampioni si spensero. Un uomo alto, con una lunga barba, dei lunghi capelli bianchi e una lunga tunica azzurra e blu scuro si avvicinò al numero 4 e disse
-Immaginavo che l'avrei trovata qui, professoressa MgGonagall.-
Allora la gatta si trasformò in una donna: alta anche lei, con i capelli grigi raccolti in uno chignon. -Buonasera professor Silente. Come faceva a sapere che ero io?-
-Suvvia professoressa, non ho mai visto un gatto seduto in una posizione così rigida-
-Sarebbe rigido anche lei se avesse passato tutto il giorno su un muretto... ma passiamo cose più serie: sono vere le voci, Albus? Si dice che... beh... che tu-sai-chi sia stato sconfitto.- sussurrò.
-Via, Minerva, dopo tutti questi anni non credi di poterlo chiamare con il suo vero nome? Tutte queste storie... lei-sa-chi, colui-che-non-deve-essere-nominato... una strega come lei non dovrebbe preoccuparsi di certe cose.- disse guardandola di sottecchi mentre alzava gli occhi verso il cielo notturno.
-Facile a dirsi, quando si è l'unico mago che egli... che Voldemort teme. Comunque, è vero o no?- domandò con insistenza la donna.
-Suppongo proprio che sia vero. Si festeggia ovunque questo grande evento, questa notte. Io stesso mentre venivo qui mi sono imbattuto in una decina di feste.-
La professoressa lo osservò a bocca aperta.
-Beh, ci si aspetterebbe che siano più cauti. Piogge di stelle cadenti, gufi che volano in stormi da una parte all'altra del paese... i babbani non sono stupidi, persino loro lo hanno notato! Ho sentito che lo dicevano ai loro telegiornali.- disse scuotendo la testa.
-Non si può dir loro nulla, dopotutto. Dopo più di dieci anni vissuti nel terrore, è del tutto normale che si voglia festeggiare questa ritrovata pace e serenità.- commentò l'uomo. Non dissero più nulla per qualche secondo.
-Ho... ho sentito strane voci in proposito a come Voldemort se ne è andato...- comincio l'insegnante. Albus Silente voltò lo sguardo verso la collega assumendo un espressione triste.
-Cosa?! Ma non è possibile, Albus! Io non ci ho creduto, non volevo crederci! Mi sembra impossibile che Lily e James siano.... insomma, siano.... e i due gemelli! Come è possibile che, dopo tutti gli scempi che ha commesso, tutti i maghi potenti che ha ucciso, sia stato sconfitto da due bambini di poco più di un anno?!- disse la professoressa trattenendo un singhiozzo.
-Lo so, lo so. Al momento possiamo solo fare congetture.- disse Albus Silente cingendole le spalle, e continuò -Ma la cosa migliore per ora è che i loro figli siano al sicuro, all'oscuro di tutto quello che riguarda il nostro mondo. Per questo motivo li lascerò dai babbani.- confessò alla fine.
-Cosa? Albus, non starai parlando di quei babbani. Solo la peggiore famiglia di babbani che io abbia mai visto! Harry e Éméline Potter a vivere con loro? È un insulto al loro nome, Silente! Diventeranno, sono già diventati!, famosi! Non ci sarà bambino nel nostro mondo che non conoscerà il loro nome!- disse la professoressa indicando il numero 4 alle sue spalle e osservando stralunata l'uomo al suo fianco.
-Sì, Minerva, esatto. E proprio per questo è necessario che loro crescano lontano da tutto questo. Inoltre, questi babbani sono gli unici parenti che hanno, ed è bene tenerli al sicuro. Ho scritto loro una lettera.- rispose Silente
-Non crederà di poter spiegare tutto questo in una lettera, Silente! E i piccoli? Dove sono?-
-Hagrid li porterà qui.-
-E a lei pare... saggio, affidare ad Hagrid una missione importante come questa?-
-Suvvia professoressa, affiderei ad Hagrid la mia stessa vita. Dovrebbe essere qua a momenti.-
Proprio in quel momento, rumore forte fece voltare velocemente i due professori. Una motocicletta volante si posò piano sulla strada alle loro spalle.
-Professor Silente, professoressa McGonagall.-
-Hagrid finalmente! Dove sono i bambini?- chiese Silente
-Loro ce li ho qui signore.- e detto questo sposto una coperta dove c'erano due bambini. Uno era profondamente addormentato. L'altra invece si guardava intorno incuriosita e con gli occhi ancora umidi per il pianto. Sulla fronte di ognuno dei due vi era un piccola cicatrice a forma di saetta, e si vedeva che era lì da poco. -È qui che...-
-Si.- disse Silente.
La bambina si portò una mano alla bocca e guardò la donna sopra di lei. Subito dopo allungò le braccia e toccò la barba di Albus Silente appena prima di mettersi a ridere. La Professoressa prese la bimba con un sorriso dolce e la fece addormentare, poi la consegnò a Silente, che aveva già preso l'altro bambino.
-Bene, vediamo di concludere.- detto questo posò i bambini sulla soglia del numero 4 di Privet Drive. Poi mise su di loro una piccola lettera indirizzata ai signori Dursley.
-Bene. Non c'è più bisogno che io rimanga. Arrivederci professore. Hagrid.- detto questo la professoressa si smaterializzò.
-Arrivederci professore.- Hagrid salì sulla moto e se ne andò. Ma Silente rimase ancora un po' a guardare quei piccoli fagotti che stava per lasciare nel pieno del mondo babbano, lontano da ogni forma di magia.
-Tuttavia, è a lei che bisognerà fare più attenzione in futuro. Buona fortuna Harry e Éméline Potter.-
E detto questo Silente se ne andò. Nella piccola stradina di Privet Drive ricompare la luce. Due manine si avvolse intorno ad una lettera indirizzata agli zii. Senza sapere che in qualche ora si sarebbero svegliati dalle urla di zia Petunia e senza sapere che avrebbero passato le successive settimane a farsi riempire di pizzicotti dal cugino.
Senza sapere di essere famosi, senza sapere che in tutto il mondo maghi e streghe si stavano riunendo per brindare a "Harry e Éméline Potter, i bambini che sono sopravvissuti."

***

Era tardi, più o meno verso le tre del mattino, quando sulla soglia del numero 4 di Privet Drive Éméline Potter si alzò a sedere e cominciò a fare dei piccoli versi, come a chiamare qualcuno. Dall'ombra, una figura di avvicinò e la prese in braccio. Riconoscendo l'abbraccio la piccola di strinse di più al petto della persona che l'aveva presa e si tranquillizzò.
-Shh, tranquilla, andrà tutto bene te lo prometto. Non permetterò che accada qualche cosa di brutto anche a te dopo questa notte. A costo di rimetterci la vita.- le diede un bacio sulla fronte e la depositò vicino al fratello.
-Buonanotte.- sussurrò prima di scomparire nella notte.





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