Fate loves the fearless

di littlegiulyy
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Capitolo 13 "Letting you guard down"

Dopo averla fatta sudare per ore tirando calci e pugni all’aria per "imparare la tecnica che le mancava”, come sosteneva il Saiyan, Bra crollò per terra sfinita. Si abbandonò sull’erba azzurrina del pianeta Nameck, boccheggiando e cercando di riprendere fiato. Si sentiva come se le fosse passato sopra un trattore, o forse in quel caso sarebbe stata addirittura meglio.
Fece un profondo inspirio, rilasciando poi tutta l’aria che aveva incamerato nei polmoni.
L’allenamento era duro, e le sembrava che non fosse poi così fruttuoso.
“Non abbiamo finito, alzati” la richiamò Bardack, ma Bra non si mosse di un centimetro.
“Facciamo cinque minuti di pauda, dai... sono distrutta” ammise sospirando “e poi... non mi sembrano molto utili questi allenamenti sinceramente” aggiunse guardandolo scettica. Bardack sollevò il sopracciglio destro visibilmente innervosito.
“Non saranno mai utili se non ci metti impegno” rispose duro “per te è solo un gioco questo?”
“Non è un gioco… ma non mi sono mai allenata in tutta la mia vita, faccio fatica a tenere questi ritmi”
“Questi ritmi sono solo il livello base di un allenamento Saiyan” precisò il ragazzo stringendo i pugni “se non te la senti puoi andartene quando vuoi, nessuno ti obbliga a combattere. Per me puoi anche stare chiusa nella navicella finché io e Yoshi recuperiamo Kale. Non saresti di sicuro la carta vincente della guerra in ogni caso…”
Bra lo guardò in cagnesco, ferita dalle sue parole e sentendo la rabbia montarle dentro come un uragano.
Sapeva bene di non essere la carta vincente di quella battaglia, ma sapeva anche di poter dare una mano. Dopotutto, per quando scoordinata potesse essere, era pur sempre una Saiyan anche lei. Qualche gene della guerra doveva averglielo trasmesso suo padre.
“Mi sto impegnando invece” rispose alterata, ma cercando di mantenere un contegno affinché il Saiyan non la scaricasse.
Il ragazzo scoppiò a ridere malignamente.
“A me non sembra… ma se ti stai impegnando così, siamo messi male”
Bra abbassò lo sguardo in imbarazzo. Sapeva di non essere così brava nel combattimento come Trunks o come Pan o come Goten, ma loro avevano combattuto fin da piccoli, erano stati addestrati a questo. Proprio come Bardack. Per lei i suoi genitori avevano altri progetti; la lotta non era mai stata contemplata per il suo futuro.
Si guardò la mano sporca di terra.
Delle sue unghie perfette restava ben poco. Delle microlesioni costellavano i palmi delle sue mani ed in qualche punto usciva anche qualche piccola goccia di sangue. Le sue mani erano bel lontane dalla perfezione di qualche mese prima, eppure non le importava.
Se fosse riuscita a colpire il ragazzo anche solo una volta, avrebbe vinto lei.
Strinse i denti e, con molta fatica, si rialzò in piedi.
Il Saiyan la seguì con lo sguardo, in attesa della sua prossima mossa.
Non gliel’avrebbe mai data vinta così.
“Riproviamoci” disse sicura mettendosi in posizione.
Le labbra del Saiyan si piegarono in un ghigno soddisfatto, poi aprì le braccia.
“Sono qui, fatti sotto”
Bardack non poteva negare di essere piacevolmente sorpreso dalla tenacia che stava dimostrando la ragazzina. Quando l’avevano prelevata dalla Terra, mai avrebbe pensato di combattere al suo fianco. Lentamente lo spazio la stava levigando, smussando gli spigoli di debolezza che aveva quando l’avevano incontrata. Lo spazio non era un posto per tutti; c'era chi non sarebbe sopravvissuto neanche un minuto al di fuori dell'esosfera del proprio pianeta, ma lei ce la stava incredibilmente facendo. 
Forse, si ritrovò a pensare, tutto quel concentrato di debolezza non era neanche colpa della ragazzina. Sulla Terra era stata protetta per anni in una bolla di vetro, tenuta a debita distanza da tutti i problemi e tutte le guerre che avevano affrontato i guerrieri Z.
L’avevano tenuta lontana dall’azione, mettendo a dormire il suo lato Saiyan.
Bra si lanciò all’attacco cercando di colpirlo, ma ogni suo colpo veniva abilmente parato senza troppa fatica. Ogni calcio ed ogni pugno sembrava che Bardack sapesse come fermarlo. Provò con una testata allora, ma riuscì a fermare anche quella. Riprovò prendendolo alla sprovvista con una ginocchiata, ma anche quella non andò a buon fine. Il ragazzo davanti a lei sembrava assolutamente irraggiungibile, e quel ghigno soddisfatto sul suo viso non accennava a sparire.
Si bloccò con il fiatone, continuano a mantenere la posizione della lotta.
“Si può sapere cosa ti fa tanto ridere?” domandò scettica.
“Mi stai dando soddisfazioni ragazzina” ridacchiò con arroganza, ma lasciandola a bocca aperta. Il ragazzo proseguì “non credevo fossi capace di questo, non stai andando male”
“Non riesco a colpirti” ammise cercando di riprendere fiato.
“Riprovaci” disse serio il ragazzo “non mollare, controlla il tuo respiro”
Bra annuì e, dopo qualche istante per la ripresa, ci riprovò. Ancora una volta, nessun colpo andò a segno.
“Perché non ci riesco!” urlò esasperata.
“Perché ci stai mettendo troppa testa, lasciati guidare anche dal tuo istinto”
“Non sto pensando a quello che faccio”
“Invece sì. Stai ripetendo tutte le sequenze che ti ho insegnato, precisamente nell’ordine in cui le hai imparate. Ogni mossa, ogni movimento è perfettamente calcolato”
“La fisica funziona così” rispose la ragazza sollevando le spalle. Per tutta la vita, lei si era occupata di fisica, matematica e astronomia. Il suo modo di ragionare era quello, era tutto programmato nei minimi dettagli. Era tutto calcolato.
“Dimenticati tutto. La lotta è un equilibrio perfetto tra cervello e cuore. Non devi farti prendere dalle emozioni, ma non devi neanche usare troppa razionalità”
Bra sollevò le sopracciglia sorpresa.
Bardack probabilmente aveva ragione.
Decise di riprovarci. Eliminò dalla mente tutti i pensieri futili e, una volta racimolata tutta la sua concentrazione, si scagliò sul ragazzo liberando una raffica di colpi. Si alzarono in aria senza rendersene conto, mentre la ragazza continuava ad attaccarlo furiosa. Bardack riuscì a parare tutti i suoi colpi ma, improvvisamente, il Saiyan decise di reagire e rispose. Il suo pugno saettò veloce nello stomaco di Bra, affondando nella sua pancia piatta e facendola gemere di dolore.
Questo di certo non se lo aspettava.
L’altra mano del ragazzo si mosse rapida per colpirla di nuovo ma, prima che potesse farlo, Bra d’istinto parò il colpo con una ginocchiata, impedendogli di farle di nuovo male ed allontanandolo dal suo corpo.
Si fermarono sospendendo il loro combattimento, ma restarono sospesi in aria fissandosi a vicenda.
Bardack la guardò sorpreso.
 Sì, quella ragazza si stava rivelando molto sorprendente. Ogni volta che credeva di averla capita, qualcosa gli faceva cambiare idea. Sembrava piccola e umana, sembrava terribilmente terrestre, ma dentro di lei aveva l’animo Saiyan, su questo non c’era dubbio.
“Sull’attacco dobbiamo ancora lavorarci…” disse il ragazzo “ma direi che con la difesa ci siamo” aggiunse con un accenno di sorriso. Bra, ancora con il fiatone per lo sforzo fatto, sorrise soddisfatta senza trattenersi e si godette quello spettacolo unico.
Il sorriso del generale era un evento estremamente raro, ne era consapevole. 
“Adesso andiamo a mangiare qualcosa” disse Bardack “dopo continueremo. Ci fermeremo su Nameck ventiquattro ore, hai un giorno di tempo per imparare a combattere come si deve” aggiunse guardandola seriamente. Poi, senza aggiungere altro, si alzò nell’aria pronto ad allontanarsi da quel luogo.
“Ventiquattro ore?” chiese sorpresa Bra “ma è pochissimo!”
“Abbiamo i tempi contati… sarà meglio che tu ti metta d’impegno”



Girò su sé stesse e tirò l’ennesimo calcio al vento, cercando di controllare il suo baricentro e restare in equilibrio. Colpì la mano del ragazzo centrando in pieno il suo palmo, ma il suo piede sinistro tremò invisibilmente sul terreno. Riuscì abilmente a non sbilanciarsi, tornando a guardare con il fiatone il Saiyan.
“Ne abbiamo ancora per molto?” gli chiese annaspando “sono ore che mi fai tirare calci a vuoto…”
“Finché non imparerai ad avere il pieno controllo del tuo corpo non andremo avanti” disse serio “prima di tutto in un combattimento devi capire dov’è il tuo baricentro. L’equilibrio è tutto. Riesco a parare i tuoi colpi perché non sono ne precisi e equilibrati”
“Ma non sono caduta, ne mi sono sbilanciata!” protestò Bra.
Prima che potesse aggiungere altrò, Bardack parlò “di nuovo, avanti” la spronò facendole segno di attaccare. Bra sospirò e, riacquistando il controllo, girò su sé stessa tirando un altro calcio che c’entrò in pieno il ragazzo. Sorrise soddisfatta non appena il suo piede impattò sulla mano del Saiyan ma, prima che potesse accorgersene, il piede del ragazzo si insinuò rapidamente tra le gambe mettendola in difficoltà.
Stronzo, pensò tra sé e sé la ragazza.  
Non riuscendo più a mantenere l’equilibrio, la sua caviglia magra tremolò e in un attimo ricadde pesantemente per terra. Gemette di dolore quando il suo fondoschiena impattò con il suolo.
“Ehi! Non è corretto!” si lamentò massaggiandosi il polso dolorante.
“Non abbiamo mai stabilito delle regole”
“Avevi detto che dovevo attaccare io…”
“Impegnati di più! Se avessi seguito il tuo baricentro non saresti caduta” osservò il ragazzo “credi che in guerra gliene freghi qualcosa a qualcuno di quello che è corretto o non è corretto?”
Bra lo guardò ancora dolorante; in fin dei conti aveva ragione.
Fece un bel respiro e si rialzò in piedi.
“Ok, riproviamoci” disse mettendosi in posizione. Si guardarono intensamente, con aria di sfida.
Bra questa volta era decisa a riuscire nel suo intento. Ormai si stava allenando da ore, non era possibile non fare progressi. Doveva dimostrare di potercela fare; voleva far sparire quel sorrisetto dal volto del ragazzo.
Tirò l’ennesimo calcio, ma la mano di Bardack afferrò rapida la sua caviglia intrappolandole la gamba. Bra trattenne il respiro tendendo tutti i muscoli. Non perse l’equilibrio, ne cadde per terra, ma non riuscì a liberarsi dalla morsa ferrea del Saiyan. Si guardarono.
“Non sei caduta, è già qualcosa…” commentò annuendo “però non sei riuscita a liberarti. Il tuo avversario ti farebbe fuori se ti avesse così in pugno” aggiunse con un ghigno. Lasciò la presa sulla sua caviglia e tornarono a guardarsi attentamente uno davanti all’altro.
“Ok, riproviamoci” disse il ragazzo e Bra annuì convinta.
La tensione era palpabile nell’aria.
Bra cercò di ripassare mentalmente tutti i consigli ricevuti fino a quel momento e si mise in posizione di combattimento. Girò nuovamente su sé stessa e gli assestò un calcio decisamente forte. Tuttavia, nonostante la potenza del suo colpo, la mano del ragazzo afferrò ancora la sua caviglia abilmente e Bra perse l’equilibrio.
“Contrai i muscoli Bra, dannazione!” esclamò spazientito mollando bruscamente la sua caviglia e spingendola. Bra ricadde per terra, sbattendo la testa sul terreno erboso di Nameck.
Sbuffò alzando gli occhi al cielo.
“Ti faranno il culo se combatterai così” commentò il ragazzo scuotendo la testa “forse sarebbe meglio se tu restassi nella navicella quando arriveremo a destinazione”
Bra lo guardò bieca.
“Se ti aspetti che stia fuori dall’azione te lo puoi scordare”
“Così finirai per farti ammazzare”
Dopo quell’ultima frase, si rialzò in piedi guardandolo con aria di sfida.
Non si era mai allenata era vero. Non aveva mai combattuto come aveva fatto Pan, non era mai stata allenata da nessuno, non aveva mai partecipato ad un torneo, ne aveva mai preso lezioni di lotta.
Ma era pur sempre la Principessa dei Saiyan, non si sarebbe tirata indietro così.
“Non mi tirerò indietro proprio adesso” disse sicura di sé. Bardack la guardò per qualche istante meditabondo, poi cercò di parlare ma venne subito interrotto dalla ragazza.
“Rifacciamolo” disse la turchina concentrandosi. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, poi annuì poco convinto.
Il silenzio riempì lo spazio tra di loro per qualche istante poi, Bra girò su sé stessa e calciò con tutta la forza che aveva in corpo. Tirò tutti i muscoli, cercando di avere pieno controllo su ogni parte del suo corpo ma, come gli altri tentativi, Bardack parò il suo colpo con facilità ed afferrò la sua caviglia bloccandole la gamba. Sollevò le sopracciglia guardandola con superiorità.
Aveva fallito, ancora una volta.
Alla visione del suo sguardo e di quel ghigno di consapevolezza che si era dipinto sul suo volto, una rabbia sconosciuta montò dentro nell’animo della ragazza. Il sangue le ribollì nelle vene ed improvvisamente agì d’istinto.
Tirò la gamba verso di sé, portandosi dietro anche il ragazzo che non mollò la presa. I loro corpi si scontrarono e Bra avvolse la vita del Saiyan con la sua gamba bloccandolo. La mano di Bardack, scivolò d’istinto sulla sua coscia lasciata nuda dall’armatura che indossava e per un attimo restò quasi pietrificato. Il palmo della sua mano risalì la sua pelle nivea e liscia, percorrendo tutta la sua gamba.
Il Saiyan deglutì nervoso, cercando di tenere fissa la sua mente sulla lotta, ma era dannatamente difficile con un corpo come quello della ragazzina sotto le sue mani. La sua gamba snella ma allenata era fissa intorno al suo bacino e la sua mano non accennava a spostarsi dalla sua pelle nivea.  A pochi centimetri di distanza, si guardarono negli occhi ed i loro respiri si scontrarono sulle loro labbra.
Il profumo vanigliato di Bra entrò nelle sue narici facendogli perdere inaspettatamente la bussola.
La guardò confuso e preso in contro piede poi, prima che potesse rendersene conto, Bra decise di approfittare del momento di confusione del ragazzo. Si diede uno slancio e con l’altra gamba libera intrappolò il corpo di Bardack. Usando la forza di gravità ed una presa ferrea intorno al suo corpo muscoloso, si buttò verso terra con una capovolta, trascinandosi dietro anche il corpo del Saiyan.
Impattarono per terra con forza, ma Bra ignorò il dolore ed approfittò della spinta data dalla caduta.
Fece fare un giro completo al ragazzo, che si ritrovò inaspettatamente bloccato con la schiena contro il terreno di Nameck e la Principessa dei Saiyan su di lui, pronto a colpirlo con il pugno alto.
Bardack la guardò senza parole, restando fermo immobile sotto il suo corpo.
La sua mente non riusciva ad elaborare se fosse più sorpreso da quello che aveva appena fatto la ragazza, o se il suo cervello non riuscisse a connettere per l’estrema vicinanza con lei.
“Allora? Dicevamo Generale?” chiese Bra con il fiatone, mentre cercava di controllare il suo cuore tachicardico e di trattenere un sorriso soddisfatto. La faccia sconvolta di Bardack era tutto quello che aveva sempre desiderato vedere da quando lo aveva conosciuto.
“E questo cos’era?” le chiese il ragazzo continuando a fissarla.
Bra ridacchiò “istinto Saiyan, suppongo” rispose senza più riuscire a trattenere un sorriso.
“Togliti quell’espressione dalla faccia” disse il ragazzo cercando di essere serio. Bra poté giurare di aver quasi visto un’espressione di soddisfazione sul suo volto, ma decise di non farglielo notare. Si sarebbe goduta quel raro momento finché poteva.
“Mi hai solo colto alla sprovvista, non me lo aspettavo da te” cercò di giustificarsi il Saiyan.
“Ma l’effetto sorpresa direi che ha fatto il suo dovere” rispose continuando a guardarlo “hai poca fiducia nelle mie abilità” aggiunse senza trattenere un ghigno soddisfatto. Bardack restò in silenzio, guardandola con sguardo vacuo e piuttosto spaesato.
Improvvisamente, Bra realizzò di avere le mani calde del ragazzo ancora strette intorno ai suoi fianchi nudi e le gambe intorno al suo corpo, ancora bloccato al suolo sotto di lei. Sentì le guance farsi più calde per la posizione ambigua.
Si guardarono intensamente negli occhi.
Forse non si sarebbe spostata da lì.
Una brezza fresca le mosse i capelli che aveva raccolto prima di iniziare a combattere, ma la sua attenzione era totalmente catturata dal calore sui suoi fianchi. Il torace del generale si alzava e si abbassava a ritmo regolare; il suo respiro si regolarizzò a sua volta, adattandosi alla frequenza respiratoria del ragazzo sotto di lei. Improvvisamente, le mani di Bardack inaspettatamente scesero lentamente sulle sue cosce scoperte con una delicatezza che mai si sarebbe aspettata da lui.
Bra trattenne il respiro, senza staccare lo sguardo da quello del ragazzo, che per la prima volta non riuscì a decifrare.
“Questa volta te lo concedo” spezzò il silenzio il Saiyan “mi hai sorpreso” ammise. In un millesimo di secondo, Bardack alzò il busto facendola scivolare leggermente più giù e si mise seduto sull’erba. Bra restò seduta su di lui, avvolgendo istintivamente i suoi fianchi con le gambe e le sue mani bollenti ancora sulle sue cosce. Presa in contro piede, per non perdere l’equilibrio le sue braccia saettarono intorno al collo del ragazzo per sostenersi, ritrovandosi quasi abbracciati.
Si studiarono a vicenda, ormai divisi solo da un paio di centimetri.
“E non è la prima volta…” sussurrò sotto voce la turchina.
“No, è vero” farfugliò il ragazzo.
Bardack abbassò lo sguardo per qualche istante, analizzando il corpo paradisiaco della ragazza stretta a lui. Aveva girato tante galassie nella sua breve vita, ma non aveva mai visto un essere più bello di quella che sarebbe dovuta essere la sua Principessa ma che aveva ripudiato fin dall’inizio. I geni Saiyan rendevano il suo corpo tonico ed il suo animo focoso, ma i suoi geni terresti le donavano una bellezza eterea.
Ma lui non poteva toccarla.
Non poteva toccarla per troppi motivi.
Era una Principessa e lui una terza classe, ma soprattutto… Kale lo stava aspettando.

Tornarono a guardarsi negli occhi.
Bra poté avvertire distintamente il respiro caldo del ragazzo sulle sue labbra.
Tutto sembrò fermarsi intorno a loro. Il silenzio, rotto solo dai loro respiri, aleggiava intorno a loro. Non c’era più nessuno nelle loro teste, non esisteva più niente. Ogni guerra e battaglia, ogni preoccupazione ed indecisione, ogni fragilità ed ogni debolezza sparirono all’istante, lasciando spazio solo a loro.
Improvvisamente, senza alcun preavviso, Il Saiyan annullò la distanza tra di loro e si avventò sulle sue labbra morbide e piene con foga, lasciandola totalmente senza respiro.
Bra restò immobile per qualche istante, totalmente presa alla sprovvista.
L’alieno che l’aveva rapita, l’alieno che voleva usarla come merce di scambio per riavere la sua donna, l’alieno che l’aveva denigrata da quando l’aveva prelevata dalla Terra, che l'aveva più volte minacciata di morte e che la considerava solo una ragazzina debole, arrogante e viziata, l’alieno che in fin dei conti era alieno tanto quanto lei e che alla fine le somigliava più di quanto pensasse, adesso la stava baciando.
Quando si rese conto di quello che stava succedendo, chiuse gli occhi e si abbandonò a quel bacio inaspettato. Il suo cuore batteva tachicardico, mentre qualcosa mai provato prima aleggiò nel suo stomaco come se fossero farfalle.
Com’era possibile che stesse succedendo davvero?
La mano del ragazzo scivolò sulla sua schiena, risalendola tutta delicatamente fino ad arrivare alla sua nuca che intrappolò per tenerla ferma. Bra strinse le braccia intorno al collo del Saiyan e cercò la lingua del ragazzo, che non ci mise molto a trovare. Si baciarono con foga per svariati minuti, come se le loro bocche fossero l’unica fonte di ossigeno in quel momento e Bra si sentiva proprio così.
Finalmente Bra respirava di nuovo.
Dopo mesi passati ad annaspare nella sua insicurezza e nel suo cuore infranto, improvvisamente si sentiva rinascere. Il rifiuto di Goten l’aveva resa l’ombra di sé stessa. L’aveva resa cupa e triste, aggettivi che non erano mai stati associati al suo nome. Aveva bisogno di allontanarsi da tutti per ritrovarsi, o forse per conoscersi davvero per la prima volta e brillare. Lontana da tutti, sarebbe riuscita a splendere. Eppure, non avrebbe mai pensato di doversi allontanare addirittura dal pianeta Terra per respirare di nuovo.
Le labbra di quell’alieno venuto dallo spazio per rapirla erano improvvisamente diventate la sua fonte di ossigeno. Su un pianeta anni luce dala Terra, avvinghiata alle labbra di un guerriero Saiyan, riusciva a respirare di nuovo. Quella sensazione di ansia continua che sentiva era sparita in un attimo. Le sue labbra avevano espresso motivazioni che nessuno le aveva mai dato.
La sua mano scivolò sulla guancia bronzea del ragazzo, accarezzandolo delicatamente ma con passione. In risposta, le mani del Saiyan iniziarono a vagare sul suo corpo, assaporando ogni centimetro della sua pelle lasciata scoperta dall’armatura che indossava. Le labbra del ragazzo si staccarono per un attimo dalle sue e si gettarono avide sul suo collo, ma senza farle del male. La delicatezza con cui la toccava la sconvolgeva. Mai si sarebbe aspettata un tale riguardo dal Saiyan, ma si dovette ricredere.
Chiuse gli occhi abbandonandosi ai suoi baci ma dopo poco le labbra di Bardack tornarono fameliche sulle sue. Si baciarono per un tempo che non riuscì neanche a stabilire, totalmente persa su quel pianeta sperduto in una galassia remota, finché il ragazzo non decise improvvisamente di staccarsi da lei.
Si guardarono intensamente, a poco meno di un paio di centimetri di distanza l’uno dall’altra.
L’unico rumore che spezzava il silenzio soprannaturale di Nameck erano i loro respiri tachipnoici.
Gli occhi azzurri di Bra si persero in quelle pozze nere davanti a lei, che non facevano altro che guardarla come se fosse la cosa più incredibile del mondo. In quell’istante, si rese conto di non essere mai stata guardata così. Il volto del ragazzo, per la prima volta realmente rilassato, era la cosa più bella che avesse mai visto. Il suo cipiglio duro non sparì di certo, ma la serenità interiore era palpabile nella sua espressione. Aprì la bocca per dire qualcosa ma, prima che potesse farlo, gli occhi del ragazzo saettarono verso un punto imprecisato alle sue spalle, mutando immediatamente la sua espressione.
“Cosa succede?” chiese preoccupata Bra. I suoi sensi non erano così in allerta quando era insieme a lui.
“Yoshi” farfugliò il ragazzo. Prima che potesse rendersene conto, con velocità aliena la trascinò in piedi insieme a lui e si allontanò dal suo corpo in un millesimo di secondo. Non fece neanche in tempo a rendersi conto di quel repentino cambio di posizione che Yoshi atterrò vicino a loro.
Un ciuffo di capelli turchini si mosse, ancora sventolato dal cambio repentino di posizione.
Yoshi li guardò entrambi con l’accenno di un sorriso.
“Allora… come procedono gli allenamenti?” chiese guardando prima Bardack e poi Bra. La ragazza rimase immobile, ancora con un’espressione sconvolta dipinta in faccia. La sua mente confusa e su di giri non riusciva ancora ad elaborare quello che era appena successo, ma per fortuna Bardack ebbe la prontezza di rispondere anche per lei.
“Sta migliorando…” disse vago “ma siamo ancora all’inizio” aggiunse subito dopo evitando di guardarla.
Yoshi invece la guardò con interesse.
“A giudicare dalla tua faccia… ci state dando dentro!” disse con un ghigno e dandole un buffetto sulla guanci arrossata dall’imbarazzo. Bra spalancò gli occhi credendo di non aver capito bene.
“Cosa?!” farfugliò a disagio. Yoshi sollevò le sopracciglia curioso, senza comprendere la reazione decisamente strana della ragazza.
“Mi sembri stanca…” si limitò a dire “non andarci troppo pesante con lei generale” aggiunse poi voltandosi verso il ragazzo “non credo abbiano tutta questa resistenza i terrestri”
“E’ per metà Saiyan” la difese Bardack per la prima volta da quando si era aggregata a quei due alieni “saprà sopportare i miei allenamenti” aggiunse prima che Yoshi potesse dire qualcos’altro. Bra notò come il ragazzo evitasse accuratamente di guardarla e di incrociare il suo sguardo.
Come doveva interpretare quello che era successo poco prima tra di loro?
“Ho recuperato quasi tutto il carburante che ci serviva” ruppe il silenzio Yoshi “circa sei ore e potremo ripartire... domani a quest’ora sbarcheremo sul pianeta in cui è prigioniera Kale e potremo riaverla con noi” aggiunse soddisfatto guardando Bardack. Il Saiyan, udendo il nome della ragazza che stavano cercando ormai da mesi, tese visibilmente tutti i muscoli del suo corpo. Le sembrò improvvisamente più pallido del solito.
Deglutì nervoso.
“Ottimo” si limitò a dire guardando lontano da loro. Gli occhi di Bra, calamitati dal ragazzo, notarono la sua reazione in ogni minimo dettaglio. Ma cosa stava provando davvero il ragazzo?
Ansia? Tensione? Agitazione? Si era pentito di quello che era appena successo?
“Continuate pure il vostro allenamento… quando saremo pronti per la partenza vi verrò ad avvisare” disse Yoshi guardando Bardack, poi assottigliò lo sguardo per guardarlo meglio “stai bene? Hai una brutta cera” disse avvicinandosi a lui. Il Saiyan scattò sull’attenti, girando la testa dall’altra parte per nascondere il suo stato d’animo.
“Sto benissimo” si limitò a dire “fatti gli affari tuoi”
Yoshi lo guardò accigliato. Si avvicinò a lui e gli poggiò una mano sulla spalla, piegandosi poi sul suo orecchio per non farsi sentire.
“Ti conosco da quando sei nato, c’è qualcosa che non va” insistette Yoshi a bassa voce, ma Bra udì perfettamente.  Bardack si voltò fulminandolo con lo sguardo.
“Pensaci tu a lei per un’ora, devo fare una cosa” disse vago.
“E il carburante?”
Bra cercò di intromettersi nel discorso “io non sono sicura che…”
“Farete quello che dico io” tuonò il Saiyan “Yoshi occupati di lei per un’ora, devo fare una cosa” ripeté con tono che non ammetteva nessuna discussione.
Bra deglutì nervosa. Gli sbalzi d’umore del ragazzo iniziavano a farle girare la testa.
“Come vuoi, generale” disse Yoshi facendo un passo indietro risentito. Prima che qualcuno potesse aggiungere altro, Bardack spiccò il volo senza preavviso e sparì nel cielo di Nameck in pochi istanti lasciandoli da soli come due manichini.
Bra guardò spaesata il punto in cui il ragazzo era sparito nel cielo.
Cos’era appena successo? Bardack era scappato davvero?
“Si può sapere cos’ho detto di male?” sbottò Yoshi voltandosi verso di lei “non ho detto niente, ne ho portato brutte notizie! Ma non l’ho mai visto così nervoso…” aggiunse aprendo le braccia esasperato.
“Non… non saprei” balbettò Bra distogliendo lo sguardo dal ragazzo.
Sperò con tutta sé stessa che il suo sbalzo d’umore non fosse correlato a quello che era successo qualche minuto prima, ma in cuor suo sapeva bene che molto probabilmente era proprio così.
“E’ successo qualcosa?” le chiese Yoshi prendendola in contro piede.
Lo sguardo cristallino di Bra saettò in quello si Yoshi “no!” negò immediatamente cercando di essere più convincente possibile “prima che tu arrivassi era normalissimo…” mentì abilmente.
“Forse è solo nervoso perché siamo così vicini a riavere Kale con noi…” pensò a voce alta “Bardack non aspetta altro da mesi. Ha girato decine di galassie per cercarla…” aggiunse poi guardandola.
Bra accusò il colpo in silenzio, cercando di controllare la sua mimica facciale.
“Ci tiene molto a lei…” si limitò a dire accennando un sorriso tirato.
“Si, è così da sempre” confermò Yoshi “sono inseparabili da quando sono bambini. Kale è l’unica che riesce davvero a superare la barriera che Bardack si è costruito intorno a lui dopo la morte di suo padre”
“Dopo la morte di suo padre?” indagò curiosa la ragazza.
Yoshi annuì.
“Prima non era così. Prima non era così sostenuto, così nervoso, così freddo. Dopo la morte di suo padre è stato promosso al grado di generale, prendendo il posto di Radish… non ho mai capito se gli importi davvero così tanto del suo ruolo, o se semplicemente lo faccia per tenere alto l’onore di suo padre”
Bra restò in silenzio.
C’erano tante cose che non conosceva del ragazzo che aveva baciato qualche minuto prima. Era all’oscuro del suo passato ma adesso aveva un’ottima occasione per saperne qualcosa di più.
“Quanto tempo fa è morto Radish?” indagò curiosa.
“Circa cinque anni fa…” raccontò l’alieno, evidentemente in vena di chiacchierare con lei quel giorno “è morto in missione… su Kapthos. L’hanno fatto fuori poco dopo l’atterraggio sul pianeta” aggiunse lanciandole uno sguardo d’intesa. Bra intuì all’istante il rancore che Bardack provava nei confronti di quel pianeta e del suo sovrano, ed improvvisamente le fu tutto più chiaro.
“Non lo sapevo…” ammise Bra.
“Non potevi saperlo. Bardack non parla mai di sé stesso con gli altri” disse sedendosi per terra all’ombra di un albero “non ne parla con nessuno, se non con Kale. Con lei si è sempre aperto” aggiunse, ignorando la sensazione provocata nel cuore della Principessa. Lo stomaco di Bra si chiuse in una morsa dolorosa.
In cosa si era andata a cacciare?
Era successo tutto così in fretta che non ci aveva più capito niente, ma era stato il Saiyan ad iniziare.
L’aveva baciata lui.
Sì, ma lei erano giorni che si faceva strane idee su quel ragazzo.
“Allora… che ne dici di riprendere l’allenamento?” propose Yoshi. Bra annuì scrollandosi la terra che si era appiccicata sulle sue gambe nude e si sistemò la piccola coda alta che si era fatta sulla testa.
“Dove eravate rimasti tu e Bardack?” le chiese il ragazzo rimettendosi in piedi.
Bra arrossì senza alcun controllo. Voltò immediatamente la faccia verso destra per non farsi vedere, cercando di ignorare totalmente dov’erano realmente rimasti prima che Yoshi arrivasse.
“Che ti prende?” le chiese Yoshi incuriosito avvicinandosi a lei.
“Ni… niente” balbettò Bra fuggendo dal suo sguardo indagatore, ma l’alieno afferrò il suo mento e la costrinse a guardarlo. I suoi occhi dorati analizzarono attentamente il volto della ragazza, rilevando immediatamente un rossore insolito sulle sue gote.
“Non si direbbe, sei tutta rossa”
“Ho solo caldo”
Yoshi la guardò attentamente, poi lasciò la presa intorno al suo viso.
Sospirò.
“Non so cosa mi stiate nascondendo tu e Bardack, ma so che c’è qualcosa. Siete troppo strani entrambi oggi” disse alzando il mento. Bra restò impassibile, celando la miriade di emozioni che stava provando in quel momento. Non poteva raccontare a Yoshi quello che era appena successo. Non poteva raccontarlo a nessuno, ma aveva bisogno di parlare con Bardack prima possibile.
“Adesso alleniamoci…” disse frettolosa cambiando argomento “devo allenarmi”

Ciao a tutti! 
Eeeeeeeeeee tutti sapevano che prima o poi sarebbe successo! Bardack e Bra si sono baciati, ve lo aspettavate? 
La passione alla fine ha avuto la meglio, ma Bardack è impegnato e stanno andando proprio nella tana dei leoni per recuperare Kale. Cosa succederà secondo voi adesso? Che consgeuenze avrà il loro bacio?
Fatemi sapere cosa ne pensate!
A presto, 
Littlegiulyy

 




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