Twilight Sparkle era un unicorno dalla
spiccata abilità magica.
Le piaceva passare i pomeriggi ad
esercitare gli incantesimi che le venivano assegnati dagli insegnanti della
Scuola per Unicorni Dotati che frequentava.
Aveva ormai diciotto anni e si stava preparando
a dare gli ultimi esami.
Si era messa dinnanzi allo specchio e lì
cercava di mantenere un contegno solenne mentre attivava il corno e lanciava
incantesimi di teletrasporto, oppure di trasfigurazione.
Poteva a malapena
contenere la sua voglia di incantare tutti con le sue prodezze.
“Buongiorno a tutti, studenti. Tra poco
vi verranno consegnate le schede con le domande da risolvere. Nel pomeriggio
procederemo con le tre prove pratiche di magia. Selezionerò i sei migliori
diplomati per un compito molto importante. Buona fortuna a tutti!”
Ecco, Twilight sapeva che l’esame non
sarebbe stata una passeggiata di salute, ma non immaginava che Princess
Celestia avesse dei piani ambiziosi per i migliori studenti. La ragazza,
incline al panico, cercò di mantenere il respiro sotto controllo; d’altro
canto, aveva frequentato quella scuola da quando aveva sei anni, non c’era
ragione di vederla improvvisamente come nemica.
Scrutò gli altri studenti: Twinkleshine
appariva agitatissima, mentre Blueblood, nipote di Princess Celestia, era
talmente rilassato da potersi permettere il lusso di ammirarsi nel suo
specchietto da viaggio. Twilight non lo sopportava, era un pallone gonfiato e
non perdeva occasione per far notare a tutti i suoi nobili natali.
Poco dopo, il Professor Abra distribuì i
compiti agli studenti e diede loro tre ore per completarli.
Non volò una mosca durante quel tempo,
che all’unicorno lilla parve infinito.
Lei era stata la prima a terminarlo, ed
anche dopo averlo riletto per tre volte le restava un bel lasso di tempo vuoto.
Per evitare che i suoi compagni la
chiamassero per dei suggerimenti, il professore la spedì nell’atrio della
scuola, dove avrebbe potuto prendersi una bibita alla caffetteria.
Mentre sorseggiava un’aranciata bella
fresca, Twilight vide da lontano il figlio minore di Princess Celestia, Prince
Spike, e lo salutò agitando lo zoccolo. Quest’ultimo si avvicinò a lei, la
conosceva da sempre ed aveva sei anni in meno.
“Hai già finito il compito?” chiese il
draghetto all’amica.
“Sì, è stato più semplice del previsto.”
Spike sorrise malizioso.
“Per te è sempre tutto più semplice del
previsto…”
Twilight ridacchiò; Spike era stato il
suo primo amico, colui che la capiva e la supportava in ogni momento,
nonostante la differenza di ceto e di età. Spike era un drago, figlio
secondogenito di Celestia e il Signore dei Draghi, Torch. Quest’ultimo era
grande il doppio della moglie ed aveva un temperamento focoso, ma i due si
amavano moltissimo e la loro unione aveva suggellato la pace tra pony e draghi.
La primogenita, Ember, aveva l’età di
Twilight ed era spesso in viaggio come ambasciatrice, motivo per cui l’unicorno
non la vedeva spesso, né la conosceva bene come il fratello.
Spike aveva inoltre zie illustri:
Princess Luna governava la notte e i sogni; Princess Serena era una pony di
terra e si preoccupava di mantenere l’armonia in famiglia e Princess Amore
cercava di spargere il nobile sentimento di cui portava il nome in tutta
Equestria.
Twilight non
riusciva proprio a capire come una pony dolce e materna come Princess Serena
potesse aver avuto un figlio arrogante come Blueblood. Neppure suo marito,
Prince Brave, era così.
Quella stessa sera, vennero annunciati i
risultati delle prove, e nominati i migliori sei della Scuola.
Fu Celestia a prendere parola:
“Prince Blueblood Vladìmir, figlio di
Princess Serena Letitia e Prince Brave Vladìmir, ti consegno il topazio
dell’Onestà. Le tue risposte al tema sono state schiette, la tua magia è
brutalmente orientata alla verità. Se posso darti un consiglio, cerca di
moderare questo tuo aspetto quanto ti rivolgi agli altri, poiché il confine tra
onesto e insensibile può essere molto
labile. Il voto finale è di 96 su 100.”
Blueblood, scuotendo i lunghi crini
biondi, guardando la zia con aria di sufficienza, mormorò soltanto:
“Certo…”
L’unicorno pallido si appuntò il topazio
appena sotto al farfallino e andò a sedersi tra gli altri alunni, soddisfatto e
pomposo.
Twilight lo applaudì pigramente, mentre
Rarity, una bella unicorno dai boccoli d’ametista, sospirò:
“E’ così bello…”
Twilight alzò gli occhi al cielo quando
udì quel complimento. Magari bastasse un fisico prestante a compensare la
mancanza di umiltà.
Mancanza, peraltro, sottolineata
pubblicamente dalla sua stessa zia.
Princess Celestia riprese a parlare:
“Glitter Drops, ti consegno lo zaffiro
della Risata. Sai trovare uno spunto ottimista anche nei tuoi errori e la tua
magia è effervescente, calda. Cerca soltanto di non trasformare la tua
spensieratezza in superficialità. Il voto finale è di 97 su 100.”
L’unicorno verde acqua batté gli zoccoli
con energia e corse a ritirare il suo premio, che indossò tra i capelli come
mollettina.
Il pubblico l’applaudì, ed i suoi occhi
viola si fecero improvvisamente malinconici, come se stesse cercando qualcuno nella
sala, qualcuno di non presente.
Celestia parlò ancora:
“Unfolded Scroll, ti consegno il rubino
della Lealtà. Nonostante ci sia stato chi ha tentato di copiare da te, tu non
hai mosso critica ed anzi, ci hai pregati di non invalidare gli esami di questi
studenti. La tua lealtà ti fa onore, ma non lasciare che questa venga usata a
sproposito da creature immeritevoli. Il voto finale è di 98 su 100.”
Scroll, un unicorno bruno dai capelli
argentati, si mise al collo il rubino incastonato in una collanina, e tra un
applauso e l’altro si levò qualche mormorio:
“Ma chi ha copiato?”
“Che indecenza! Copiare all’esame
finale!”
“Hanno fatto male a lasciar correre!”
Gli studenti poco diligenti si guardarono
bene dal mostrare emozioni che potessero tradirli.
Celestia annunciò il quarto studente:
“Rarity Belle, ti consegno lo smeraldo
della Generosità. Durante l’esame ti sei adoperata a prestare penne e gomme a
chi necessitava. Sei una ragazza che ama donare e condividere ciò che ha, ma
come ho detto prima a Scroll, verifica prima che la gente non si approfitti di
questo tuo pregio. Il voto finale è di 99 su 100.”
Rarity, con le iridi letteralmente invase
da stelline, emozionatissima salì sul piccolo palco che era stato allestito per
l’occasione ed indossò lo smeraldo sulla fronte, grazie ad una catenella posta
sopra le orecchie.
Twilight osservò le reazioni dei
presenti: molti maschi si erano sciolti osservando la bellissima unicorno sul
palco, ed anche qualche femmina.
Blueblood invece si stava limando gli
zoccoli, completamente disinteressato, ma lui non faceva testo.
Celestia chiamò il quinto studente:
“Starsong Moon, ti consegno la tormalina
della Gentilezza. Di te ci ha colpito la tua dolcezza, il tuo tono soffuso, la
tua incredibile pazienza. Perfino la tua magia è pacata e avvolgente come una
nuvola. Non avere paura, però, di far sentire la tua voce se le circostanze
dovessero richiederlo. Il voto finale è di 100 su 100.”
La pony viola, paffutella e carinissima
con i suoi crini rosa e fucsia, si commosse e il pubblico la incoraggiò a pieni
polmoni, Twilight inclusa. Volle legarsi la pietra alla coda grazie ad un
elastico, dopodiché scese dal palco.
Si era giunti all’atto finale.
“E per finire… Twilight Sparkle, ti
consegno l’ametista della Magia. La indosserai come una corona, poiché nessuno
ha mai dimostrato un talento puro come il tuo. Ti chiedo soltanto di non
lasciare che il potere ti annebbi la mente, e che il vero incanto sta nelle
connessioni che ognuno di noi crea. Il voto finale è di 100 e lode.”
La giumenta lilla era esterrefatta; mai
avrebbe immaginato di raggiungere una vetta così alta in vita sua, soprattutto
così giovane.
La folla esultava e la acclamava, mentre
Blueblood la guardava con uno sguardo strano, come se la stesse vedendo per la
prima volta.
D’un tratto, dalla corona scaturì una
luce violacea, la quale si avviluppò attorno alla ragazza fino a renderla
invisibile agli occhi dei presenti; gli occhi di Twilight presero a lacrimare,
consumati dalla luce violenta.
Com’era iniziato, così tutto finì, ma
quando Twilight tornò visibile agli occhi altrui, ci fu un’esclamazione collettiva
di sorpresa.
In effetti, la ragazza sentiva come un… peso, dei muscoli che non sapeva di
avere. Qualcosa di peculiare sulla schiena.
Twilight voltò la testa e vide… delle ali.
Aveva le ali, era un alicorno come Celestia e Luna.
Confusa ed estasiata, la giumenta cercò
lo sguardo della sua mentore, la quale le sorrise soddisfatta e la carezzò con
le sue piume.
“Princess Celestia… non capisco…”
“Ho voluto premiare la tua dedizione allo
studio e alla magia. Anche se ti senti insicura di te stessa, sono certa che
saprai essere una leader coraggiosa e matura.”
“Una leader?”
“Vi ho affidato gli Elementi dell’Armonia.
Il vostro compito sarà recuperare la Campana Stregata, situata sul Monte Everhoof.
Quell’oggetto è una fonte inesauribile di potere magico, ed averlo qui, al
riparo, sarebbe un notevole sollievo. E’ stata scoperta di recente proprio da
Ember, ma solo chi è dotato degli Elementi può avvicinarsi ad essa, la Campana
crea un campo di energia molto forte.”
“Credi che saremo in grado?”
“Io ne sono certa, Twilight.”
Quella notte, la novella alicorno non
riuscì a chiudere occhio.
Di lì a una settimana sarebbe partita con
tutto il gruppo alla volta del monte, e prima di partire avrebbe partecipato al
Galà di buon auspicio organizzato da Celestia in loro onore. A poco erano
servite le rassicurazioni dei suoi genitori e di suo fratello, lei aveva il
cuore in gola e se si premeva il cuscino sulle tempie poteva ascoltarlo pure nei
timpani.
Soltanto verso le sei si addormentò, ma
ormai la Scuola era finita, quindi poté riposare fino a mezzogiorno.