--- V’avverto che si
tratta di un racconto incentrato sull’analisi del quadro di cui sotto, “Il
bacio” di Gustav Klimt, pittore della secessione viennese e massimo esponente
della corrente naif. Uno dei miei preferiti ^___^. Magari l’argomento non vi
interessa… Vi ho messo una piccola riproduzione perché se qualcuno non l’avesse
mai visto (cosa di cui dubito fortemente vista la sua popolarità) non potrebbe
seguire il discorso. Scusate se ho appesantito un po’ la pagina…
[L’Autrice, distratta dal parlottare sommesso delle
interrogazioni di francese su Rablais, non sa che fare.Si annoia.
E le torna in mente quanto le piace scrivere, e il perché
le piaccia scrivere. Così il collegamento automatico è la visione nitida di un
quadro meraviglioso e leggiadro –uno dei suoi preferiti- che le è rimasto
impresso con incredibile precisione di dettagli.
Nel quadro il significato è così evidente!
Allora estrae dalla borsa un bel quaderno in carta di
riso, profumato, legato da un nastro di raso; afferra una biro blu dalla punta
fine e comincia a creare l’ambiente migliore per la sua storia.
Si inventa il dove: un corridoio niveo investito da luce
abbagliante, lungo oltre l’infinito, sulle cui pareti sono appesi infiniti
quadri. Due personaggi camminano affiancati, ma il rumore dei loro passi è come
assorbito dalla quiete immobile che pervade l’aria cristallina. Tutto è
perfettamente silenzioso e puro.
Lei è l’Autrice, che si è divertita ad intrufolarsi nel
racconto. I suoi capelli rossicci e la sua lunga gonna nera, la sua camicetta
di pizzo nero, staccano violentemente col candore innaturale della luce che la
circonda. Anche l’altro è vestito di nero, con un bel soprabito che gli ricade
sulle spalle. L’autrice ha scelto Matej come chaperon perché tra tutte le sue
creazioni è quella più studiata nell’estetica, la più riuscita, la più
raffinata e sensibile, la più vicina
all’Arte.
I due personaggi si fermano davanti a “il Bacio”, di
Gustav Klimt. Si immobilizzano fieramente per studiarlo meglio e cominciano a
parlare, spezzando l’equilibrio perfetto che il corridoio voleva preservare,
essendo l’anticamera della Perfezione]
Matej: Cosa ne pensi?
Autrice: E’ così naif!
Matej: Oh, ma che naif e naif! Io conosco bene “il
Grande Amore che hai per l’Arte”. E l’Arte è tutto ciò per cui hai ancora voce
in capitolo!
Autrice: La possibilità di creare a mia discrezione…
Matej: Of course. Nessuno penetra
nella mente dell’artista per guidarne la mano, a parte, forse, nell’iconografia
religiosa. Dovresti saperlo, tu che ti diverti a scrivere e a renderti divinità
onnipotente delle tu pagine bianche…
Autrice: Son cose già dette.
Matej: Ma ti piace questo quadro?
Autrice: Certo che sì. Altrimenti non lo avrei scelto
come punto di partenza per il mio discorso!
Matej: E tutto quell’oro ?
Autrice: E’ così caldo… è come colato sulla tela dal
calderone nel quale ribolliva. Ha incorniciato la figura rendendola immortale e
luminosissima.
Matej : I loro vestiti ?
Autrice : Sembrano leggeri e morbidi, quasi come
fossero fatti per aderire al corpo fino ad attaccarvisi, a diventare un nuovo
delicato strato di pelle ! Loro avvertono il tocco ed il contatto gentile con
sensi amplificati, quelle soffici stoffe non impediscono il passaggio della
prolessi.
Matej : E la loro gestualità ?
Autrice : Ah, sì. Sembra quasi proiettata verso un mondo diverso e più
scintillante.
Klimt possiede questo dono: nelle sue figure eleganti,
eteree e flessuose imprime una violenza espressiva incredibile.
Sai da cosa si sprigiona la bellezza di questo quadro? La
sensazione di dolcezza che cola in cascate di miele ed oro, di raggi radiosi e
preziose sfumature? Forse dalla geometria della decorazione dei vestiti? O
magari dai colori che quasi feriscono gli occhi con la loro baluginante
lucentezza? Dall’astrazione stilizzata della decorazione?
L’autore ha congelato per l’eternità questo felice frammento
di natura umana, così piccolo e straordinariamente carico di patos. Guarda bene
le figure: non ti sembrano davvero immobili?
Ci sono dipinti così rigorosamente plastici che, a guardarli
bene, l’occhio s’inganna, e sembra che le figure si muovano, che i personaggi
abbiano una vita e proseguano la scena, che siano trasportati da uno slancio di
movimento.
Ma qui non vedi niente di tutto ciò, perché non c’è stata la
volontà, né il bisogno, di animare le figure e renderle realistiche. Solo
fermare l’attimo. Solo consacrare una sensazione all’eternità.
È tutto qui. Leggi, per favore, nei due modelli, una
propagazione dell’oro dei loro vestiti. Nessuno dei due è il protagonista del
bacio, né lo sono insieme. Perché loro sono il bacio, o meglio, sono il
sentimento (luminoso) che il bacio racchiude in sé. Ecco perché li vedi come
appiattiti, immoti.
Matej : Da dove lo capisci?
Autrice : Oh, guarda bene! Dalle mani!
Matej: Dalle mani?
Autrice : Sì ! Dalla gestualità ! La
singolare dolcezza del tocco di quelle mani non è mortale. Non è umana. È puro
sentimento imprigionato in scintillanti pennellate di colore!
Matej : Io vedo spiccare anche il viso, dall’astrazione
e dalla lucentezza dello sfondo.
Autrice : Sì. Ma per me le mani hanno più carica
emotiva. Puoi controllare le espressioni del viso, ma non i movimenti delle
mani. Le mani dicono molto di una persona. Qui esprimono l’unico dettaglio di
corporeità.
Matej : Allora sono discontinue rispetto al
racconto del quadro?
Autrice : Niente di tutto ciò. Nella
molteplicità brulicante di dolcezza che trasuda in maniera passionale ogni
minimo elemento del dipinto, l’unità si ritrova nella luce.
Non lo trovi splendido?
Matej : E’ per questo che ora sei felice?
Autrice : Felice? Che ne sai che sono felice!
Matej : Sorridi…
Autrice : Ah… in fondo è il motivo per cui ti ho
portato qui ed ho creato questo mondo immerso in un silenzio candido: per
dimostrarti le basi del “Grande Amore che ho per l’Arte”, che si evidenzia in
maniera spiccata nella pittura e nella scultura, più che in tutte le altre
forme d’Arte.
La pittura è immediata ed incisiva, per quanto sia
passionale, soggettiva. Il fatto che venga percepita attraverso il senso che
abbiamo più sviluppato, la vista, la rende maggiormente affine alla nostra
interpretazione. È così. Non è che ti soffermi a riflettere su un quadro come
su una poesia, perché la comprensione di qualcosa di sensibile, di percepibile,
arriva in un attimo, in un flash, in una visione fulminea; mentre la poesia,
con la sua metrica calcolata e le sue figure retoriche, va studiata con molta
più concentrazione.
Matej : Dunque?
Autrice : Dunque, sì. Avevi ragione. Sono
felice.
Matej: Perché?
Autrice: Perché questo quadro mi piace moltissimo.
Matej: E –
Autrice: Risparmiati la domanda stupida. Capita a
tutti: quando osservi qualcosa di bello e di piacevole ti senti felice.
Ma scusa… se non avesse un senso, perché perorare nei secoli
la causa dell’Arte?
--- Non so se vi interessi la piccola interpretazione che ho
dato di un quadro che amo moltissimo. E’ nato tutto come una breve recensione
personale a “Il Bacio”, poi mi son fatta prendere la mano… ^___^ ‘’’. Ho voluto
pubblicarla. E’ stato osservando questo quadro che ho cominciato a elaborare la
mia personalità bizzarra… quindi gli devo molto. E poi ho rispolverato Matej.
Come amo Matej. Aspetto cmmenti ^_^