"The
lovesick, the betrayed, and the jealous all smell alike."
-
Colette
-
Dirty
little animals
Sevika
dovrebbe essere ormai abituata alle stronzate
di
quella scimmia psicotica che il capo si porta dietro da anni.
Nulla
dovrebbe più sconvolgerla, o sorprenderla.
"Che
cazzo
è
successo?" articola, aprendo le braccia attorno a sé.
"Come
cazzo ha fatto a portare qui tutto... questo?"
continua, spostando con la punta dello stivale un grumo di visceri.
Silco
rimane immobile al suo fianco, riservando all'intera scena
un'occhiata neutra, disinteressata.
Sevika
scivola lungo le pareti dipinte di verde - facce contorte e piene di
denti, la parola puttana
ripetuta
come un mantra - libera un grugnito irritato.
"Io
l'ammazzo." mastica, e Silco le rivolge uno sguardo obliquo,
ammonitore.
Sevika
avanza, calpestando un bulbo oculare, fogli strappati e brandelli di
stoffa - il divano squartato,
la
scrivania scarabocchiata di rosa fluo e verde acido.
China
il capo, massaggiandosi la fronte.
"Faccio
ripulire tutto."
Silco
rimane in silenzio, fissando uno spaventapasseri che ciondola dal
soffitto - V. L. inciso nelle guance del pupazzo.
"Vedo
quello che riesco a salvare." sospira Sevika, chinandosi per
raccogliere un rotolo di carteggi.
Silco
sembra non prestarle attenzione, puntando lo sguardo verso l'angolo
destro della stanza.
Sevika
alza un sopracciglio, seguendo i suoi occhi.
Bugiardo.
Sotto
la scritta il volto di Silco è quasi del tutto
irriconoscibile.
Who
told you what was down here?
Come
along if you wanted a peek
I've
seen your face around here.
Si
era arrampicata verso il suo ufficio per mostrargli la sua nuova
invenzione - una granata che si aggrappava
all'obiettivo,
sull'aletta il muso di uno squalo che fungeva anche da molla.
Tanto
non gli piacerà, sfigata:
sbagli sempre tutto.
Aveva
ignorato la voce di Mylo, lo sguardo spaventato di Claggor - li aveva
ricacciati più a fondo che poteva, comprimendoli in quel magma
confuso che erano diventate le sue emozioni negli ultimi mesi.
Oh,
piccola mia: hanno un nome quei sentimenti,
aveva mormorato Vander, salvo poi dilatarsi, e assumere le fattezze
di un mostro violaceo e furibondo.
E
fanno di te un essere schifoso, depravato; oh, ma lo sapevo, lo
sapevo fin dal primo giorno che qualcosa in te non andava - tic toc,
tic tic tic,
sei
una di quelle fottute bombe che si inceppano sempre, Jinx, aveva
urlato, liquefacendosi nella sua mente.
Jinx
si ferma, stringendo a sé la granata - Sharky the Graspy.
"No."
sussurra, spostando lo sguardo da una parte all'altra del condotto.
"No,
non è così. Io... non c'è nulla di sbagliato."
borbotta, ed è Vi a sedersi davanti a lei, deridendola.
Se
ne sei convinta allora perché non fai la tua mossa, uhm? In
fondo, sei grande. Sevika si è fatta ragazzine anche più
giovani di te.
Jinx
digrigna i denti, soffiando come un gatto rabbioso.
Il
fantasma di Vi ride,
e scompare in una nuvola di fumo rosa e nero.
Un
topo le cammina vicino, sollevando il muso verso di lei e
annusandola.
"Io...
" incomincia, umettandosi le labbra.
"Io..."
ripete - un disco rotto, bloccato
tra un desiderio e un bisogno.
Jinx
scrolla il capo, inspira con forza - conta fino a dieci, venti,
trenta
e riprende ad arrampicarsi verso il suo soppalco, rincuorata dal
silenzio, dall'odore di fumo e cuoio che la raggiunge ancora prima
della sua voce.
Un
attimo.
Jinx
si blocca, tende le orecchie - e sì,
c'è qualcun altro con Silco.
Oh,
a quanto pare arrivi tardi, sfigata.
Jinx
chiude la mano a pugno, colpendo l'aria dietro di sé.
Sale,
rannicchiandosi sul soppalco e facendo attenzione a non fare rumore.
Nessuno
ti vorrà mai.
Si
sporge appena oltre il bordo della tavola in legno, cogliendo il
profilo di Silco dietro la scrivania, immerso nella lettura di un
elenco di luoghi, numeri.
"Ho
sentito che Voss ha perso le miniere."
"Purtroppo
sì." ribatte una voce femminile, morbida.
Silco
passa alla pagina successiva, scrollando il sigaro nel posacenere.
"Urgot
l'ha costretta a tornare in superficie." prosegue la donna e
Jinx si ritrova studiarla con molta attenzione - il naso piccolo e
dritto, le labbra piene, di un rosso acceso, vivace.
"Uhm."
è tutto quello che risponde Silco, chiudendo il fascicolo.
La
donna inclina il capo verso la spalla, accavallando le gambe -
lunghe, vestite di bronzo e oro.
"Forse
dovresti intervenire." gli suggerisce e c'è qualcosa
nel
suo tono che fa scricchiolare
i pensieri a Jinx, stritolandole il petto in una morsa calda e
corrosiva.
Be',
non si può certo dire non sia dotata la signora: davanti ha
tutto quello che serve e anche di più, ridacchia
Mylo, indicandosi il petto, e Jinx snuda i denti, nascondendo un
sentimento dietro un altro - più conosciuto; compreso.
"E
cosa dovrei fare, secondo te, Lenare?" ribatte Silco, asciutto.
La
donna si alza e Jinx può adesso vedere quanto
sia diversa da lei - curve e rotondità che la rendevano bella,
non stupida.
Come
te.
"Stupiscimi."
blandisce Lenare, sedendosi sul bordo della scrivania e flettendosi
verso
Silco - un sorriso complice, carezzevole.
Jinx
inspira con forza, conficcando le unghie nella superficie di Sharky -
oh,
e se ha voglia di lanciarsi sulla scrivania e assestarle un calcio
dritto in faccia, spaccandole quel nasino all'insù e facendole
ingoiare i suoi denti tutti bianchi e regolari e
perfetti e...
"L'incontro
è finito, Lenare: puoi andare." la raggiunge la voce di
Silco, neutra.
Jinx
si porta le ginocchia al petto, respira sempre più in fretta -
le voci che parlano,
e non smettono un secondo.
Stupida;
sei una stupida! Pensavi di piacergli, uhm? Dovresti farti schifo da
sola.
La
donna studia il viso di Silco in silenzio per qualche istante,
liberando poi un suono a metà tra lo sbuffo e la risata.
Jinx
sa che non è successo niente, che a Silco non interessano
queste cose - oh,
ma quanto sei cretina? Certo che gli interessano, ma non con te.
Dove
credi vada quelle notti che esce con Sevika e ti dice di rimanere in
camera, uhm? - ma
la paranoia la soffoca, smembrando la realtà e ricucendola
seguendo l'orlo delle sue paure.
"Ci
vediamo, Silco."
"Velveteen
Lenare." la congeda lui, seguendola con lo sguardo fino a quando
non esce dal suo ufficio.
Jinx
si arrotola quel nome sotto la lingua - Velveteen Lenare, Velveteen
Lenare, Velveteen Lenare, puttana
- senza riuscire a fermare il sentimento che le mastica il cuore.
Come
alone, tell me under the table
What
do you seek?
"Andremo
avanti molto così?" sospira Sevika, sollevando brandelli
di vestiti e stoffa.
Silco
sfrega tra il pollice e l'indice ciò che resta della sua
giacca, negli occhi un'espressione distante, pensierosa.
"Voglio
dire," comincia Sevika, raccogliendo seta e cotone "meglio
questo che far esplodere carichi di Shimmer o Enforcer, ma perché
ce l'ha tanto con te?"
Silco
si stringe nelle spalle, premendo le labbra tra loro quando trova un
pupazzo impiccato con la sua cravatta.
Sevika
lo guarda, mettendosi una mano sul fianco.
"Ha
superato l'adolescenza da un pezzo." continua, seria "E
anche all'epoca non ha mai rivolto la sua esuberanza
contro
di te. Be', quasi mai. Se non contiamo le granate cariche di
brillantini e cuori per San Valentino. Puerile, ma anche tenero a suo
modo."
Silco
alza un sopracciglio, scoccandole un'occhiata interdetta.
"Cosa?
Sono stata giovane anche io e ricordo bene come fosse difficile
trovare
la propria strada."
Silco
adesso la guarda proprio come se fossero spuntate due braccia in più,
facendole roteare gli occhi al soffitto.
"Magari
si è innamorata."
Nessuna
risposta.
"Quanti
anni ha? Diciassette? Diciotto?"
"Diciannove."
mormora Silco, aprendo il cassetto del comodino e trovandolo pieno di
ingranaggi sporchi e arrugginiti.
"L'età
giusta."
Silco
chiude gli occhi, massaggiandosi le tempie.
Sevika
è convinta di aver fatto centro e insiste,
gettando tutti i vestiti tagliati sul letto.
"È
un'adulta ormai: non mi stupirebbe affatto."
"Non
le ho mai impedito di fare nulla."
replica Silco, asciutto.
"Forse
sa che non approverai."
Silco
le getta un'occhiata da sopra la spalla, neutro.
"Il
ragazzo che le piace. Forse teme che gli taglierai il cazzo come a
quella guardia."
Silco
non risponde, sedendosi sul bordo del letto e cominciando a tirare
fuori i bulloni uno per uno.
"Lasciale
il suo spazio; verrà lei da te quando sarà pronta."
"Grande
suggerimento da dare con una ragazzina che ha paura di essere
abbandonata." sussurra Silco, e Sevika scuote una mano in aria,
disinteressata.
Sotto
il groviglio di scarti metallici il biglietto di Jinx recita una sola
parola: bugiardo.
Welcome
to the playground, follow me
Tell
me your nightmares and fantasies.
"Jinx."
la chiama, e lei cerca di ignorarlo sbattendo più forte il
martello sulla barra in acciaio.
"Jinx."
ripete, avvicinandosi al suo banco di lavoro.
Il
grammofono pompa musica a tutto volume e Jinx dondola il capo al
ritmo sincopato di una canzone rock - batte i piedi, ondeggiando
sullo sgabello con i fianchi.
Silco
si passa una mano tra i capelli e Jinx ne coglie un riflesso fugace,
distorto dalla superficie metallica di una piastra.
Avrei
dovuto affogarlo anni fa,
ringhia la voce di Vander, e Jinx tace, continuando a martellare.
Silco
appoggia una mano vicino alla piastra, sfidandola
a
colpirlo - a ignorarlo ancora.
Jinx
solleva il martello, sta per riabbassarlo quando si
ferma a
pochi centimetri dalla sue dita, sollevando il viso ed esibendo un
sorriso a trentadue denti.
"Silly
Silco." gli dice, togliendosi gli occhiali da saldatore.
"Perché
lo stai facendo?"
"Cosa?
Far esplodere gli edifici? Le persone? Eppure sono sicura di non
averlo fatto negli ultimi giorni, ma sai, forse l'ho sognato o
pensavo
di
sognare e..."
Silco
estrae dalla tasca dei pantaloni un foglietto stropicciato,
appoggiandolo sul bancone.
Jinx
si ammutolisce, fissandolo.
"Bugiardo."
ripete lui, quieto.
"Io
sarei un bugiardo." continua, studiandola con attenzione.
Jinx
piega il capo tra le spalle, flettendosi in avanti.
Silco
si siede sui talloni, abbassandosi al suo livello.
"Sapresti
dirmi il
perché,
Jinx?"
Jinx
si tormenta le dita, liberando una risatina nervosa.
L'hai
fatta grossa; adesso si arrabbierà e ti butterà
viaviavia.
Silco
allunga una mano verso il suo viso, prendendole la guancia nel palmo.
"Non
succederà nulla, Jinx. Non sono arrabbiato."
Oh,
certo. Lo dice adesso,
ma quando saprà il
perché gli
farai schifo.
Jinx
si morde il labbro inferiore, combattuta.
"Ti
ricordi cosa ti ho detto la prima notte al Last Drop?"
Jinx
annuisce, facendosi piccola piccola sulla sedia.
"La
verità, Jinx: quella era l'unica cosa aveva importanza e che
avremmo dovuto dirci sempre."
Coraggio,
sfigata;
diglielo. Digli quando di notte ti svegli e non
sono
gli incubi a condurti nella sua camera - che gli stai mentendo
e
che non è davvero quella ragione.
"State
zitti." mormora Jinx, spostando lo sguardo su un punto
imprecisato alla sua sinistra.
Silco
le prende il viso tra le mani, cercandole gli occhi con i propri.
"Guardami,
Jinx."
Le
voci minacciano,
si aggrappano agli angoli della sua mente - vengono respinte solo da
quella di Silco.
Da
lui.
Jinx
incontra i suoi occhi, stringendogli i polsi con dita fredde, umide.
Paura
e desiderio.
Silco
abbozza un sorriso asimmetrico, gentile - qualcosa che aveva concesso
a lei e lei soltanto.
Sempre.
Jinx
si solleva verso la sua bocca e chiude gli occhi.
Sink
into the wasteland underneath
Stay
for the night, I'll sell you a dream.
Jinx
è tornata a occupare il suo posto nel trespolo che si era
costruita nell'ufficio di Silco, e Sevika non sa se questo sia un
bene o no.
La
settimana era stata particolarmente impegnativa e lei era stanca
- vuole solo bere qualcosa al Last Drop e forse farsi una scopata.
Forse.
Jinx
ciondola a testa in giù, lasciando scivolare le trecce blu
fino a terra.
Sevika
resiste alla tentazione di afferrarne una e tirare
come
con il campanaccio di una mucca e vedere cosa succede - un riflesso
puerile, che le capita spesso quando Jinx è nei paraggi.
"Vorrei
un pony."
"Non
ci sono pony a Zaun." le ribatte Silco, controllando il rapporto
di Sevika.
Jinx
sbuffa, incrociando le braccia al petto - e Sevika nota quanto
sia
piccolo quel top fatto di niente
e
lacci sparsi qua e là per la schiena.
Si
gratta la nuca, pensando che sì,
in
effetti le servirebbe qualcosa di più pratico: non uno
straccio da cui riesce a vedere persino la linea del seno e il
tatuaggio a forma di nuvola.
"Allora
una nuova mitragliatrice."
Silco
annuisce, sfogliando le pagine.
"E
della vernice spray." aggiunge Jinx, saltando sulla scrivania e
rovesciando un portapenne.
Silco
posa la mano su un libro che rischiava di cadere, tranquillo.
"Azzurra."
"Tutto
quello che ti serve." mormora, arrivando alle penultime pagine.
Sevika
arriccia il naso, quasi disgustata da tutta quella permessività.
Jinx
scuote le spalle contenta, abbracciando Silco e lì rimanendo -
e Sevika si annota mentalmente di comprarle anche un paio di
pantaloni nuovi perché quelli sono logori e troppo, troppo
bassi.
Silco
le accarezza i capelli e Jinx scivola verso di lui, arrotolandosi
sulle sue gambe.
Sevika
alza un sopracciglio, interdetta.
Aveva
capito fin da subito che la bambina cercava un contatto fisico
continuo - dal modo in cui si aggrappava alla gamba di Silco sotto la
scrivania e più avanti da come non lasciasse mai il suo
fianco, sfiorandogli ora una spalla, ora la mano.
Da
piccola gli lasciava piccoli regali sparsi per l'ufficio: ora una
tazza decorata con un'espressione arrabbiata, il momento dopo il
posacenere colorato di rosa e blu.
Sevika
aveva cominciato a inciampare nei suoi disegni - tutti sanguinolenti
e in cui solo lei e Silco sorridevano mentre gli altri bruciavano
- e a volte persino in disastrosi
tentavi di biscotti duri come sassi.
E
che Silco aveva mangiato senza fare una piega.
Negli
anni era cresciuta, Jinx, e la situazione non era affatto cambiata,
sollevando più di una voce.
La
tiene per sé,
aveva mormorato Petrok, dando di gomito a Takeda.
Ho
sentito che ha tagliato l'uccello a una delle sue guardie solo per
averla guardata, aveva
bisbigliato Voss, sorridendo ammiccante.
La
sta educando,
era stata l'illazione di Eramis, bevendo un sorso di vodka.
Sì,
a fare pompini, la
replica di Petrok, seguita da una risata generale - tutti, tranne
Karvyq, serio e composto come una statua antica.
Sevika
li aveva lasciati parlare - non
troppo -
ed era quasi certa che Silco ne fosse al corrente e li ignorasse
deliberatamente.
Tump.
Sevika
distoglie lo sguardo dal muro, posandolo sulla fonte del rumore.
"Direi
che tutto procede per il meglio: la distribuzione di Shimmer è
aumentata e abbiamo fermato due attacchi dei Firelight."
Jinx
sembra essersi addormentata, il viso appoggiato sul petto di Silco e
le mani strette nel suo gilet.
"Ci
vediamo domani mattina: goditi la serata libera."
Sevika
si alza, percependo la spalla sinistra pungere
-
irradiare un dolore fantasma.
Posa
lo sguardo su Jinx - la bocca socchiusa, il corpo arrotolato addosso
a quello di Silco.
"Non
va bene."
Silco
solleva gli occhi, fissandola.
Sevika
indica davanti a sé, scuotendo le dita.
"Capisco
quando era una bambina; quando di notte bussava a tutte le porte
perché spaventata dai suoi incubi. Smise solo quando trovò
la tua."
Silco
tace, ascoltandola.
"Ma
è cresciuta e non
ha
smesso."
Sevika
aggrotta le sopracciglia come se un pensiero molesto e intrusivo
l'avesse appena attraversata, umettandosi le labbra.
"Ti
ha sempre dimostrato il suo affetto in maniera strana,
ma adesso..."
Sevika
si zittisce, sospirando.
"È
una donna, Silco."
Nessuna
risposta.
Sevika
non sa se continuare o meno; se dirgli che l'ha
vista.
L'ha vista più di una notte entrare nella sua camera e non
uscirne nemmeno il mattino dopo - ricomparire come nulla fosse sul
suo soppalco e blaterare di aldorfit e fulminato di mercurio.
Silco
la fissa con quel suo sguardo asimmetrico e neutro - una perfetta
maschera che aveva perfezionato negli anni.
Sceglie,
e tace
Sevika, abbozzando un saluto e dando loro le spalle.
Finché
Jinx non si metterà tra lei e Zaun allora nulla
sarà
un problema.
What
brings you to the lost and found, dear?
Won't
you pull up a seat?
L'Occhio
di Zaun padre;
un
pensiero già di per sé ridicolo.
Il
signore della città di vetro e metallo e sua figlia:
una
barzelletta e scritta pure male.
"C'è
un mostro in ognuno di noi."
Sevika
gliel'aveva chiesto una sola volta - appena si era svegliata dopo che
l'esplosione le aveva polverizzato il braccio.
"Perché
l'hai tenuta?"
E
le aveva risposto onestamente, Silco; senza maschere.
"Perché
è sola."
Tutti
gli orfani lo sono, erano
state le parole di Sevika.
Che
differenza c'è tra lei e un altro?, aveva
aggiunto.
Già,
che differenza c'è, Silco?
Jinx
conosce il sapore del tradimento; sa cosa
significhi
aprirsi a qualcuno - fidarsi - ed essere poi stritolati
da
quell'atto, la stessa mano che ritenevi amica spolparti vivo,
lasciando di te ossa e rimpianti.
Jinx
un po' gli assomiglia e forse, in maniera confusa, aveva pensato di
poter salvare se stesso una seconda volta - di insegnarle a essere
forte, migliore.
Di
sopravvivere a se stessa e a tutti i suoi
vostri fantasmi.
Eppure
adesso non sa dove si trovi, Silco: che posizione occupi nella
scacchiera dei ruoli.
"Ci
siamo solo noi."
Ha
usato le sue stesse parole, Jinx.
Gliele
ha ripetute anche mentre si allungava su di lui, baciandolo come se
fosse normale:
come
se quello
fosse
il pezzo mancante, la naturale evoluzione di un rapporto iniziato
mentre la terra bruciava, il cielo cadeva.
E
non l'ha fermata, Silco: non l'ha respinta, né evitata.
Potrebbe
dire che l'ha fatto perché la mente di Jinx è fragile,
Bugiardo,
perché
l'avrebbe visto come un rifiuto - un abbandono,
bugiardo,
e
lui non voleva farla sentire così,
bugiardo,
mai
più.
Bugiardo.
Silco
si riflette nell'occhio cieco e trova la verità.
Everybody
got a price 'round here to play
Make
me an offer, what will it be?
Oh-oh,
what will it be?
Qualsiasi
cosa le sia successa Sevika quasi la preferiva prima.
Quasi.
Jinx
non era mai stata una persona particolarmente equilibrata, ma
trovarla frugare tra le sue
cose
raggiunge tutto un altro livello.
"Che
cazzo stai facendo?" bercia Sevika, strappandole di mano un paio
di mutande.
Jinx
inclina la testa di lato, mostrandole un sorriso enorme -
inquietante.
"Ehi,
Se-se-sevika!" la saluta, rimanendo seduta sul pavimento.
Sevika
arriccia le labbra sui denti, fissandola malevola.
"La
mia camera è off-limits. Non ci puoi entrare e non avresti
neanche dovuto riuscirci: ho cambiato la serratura un mese fa."
"Oh,
quella."
chiosa Jinx, ridacchiando "Be', non è stato poi molto
complicato."
Sevika
grugnisce un insulto, togliendole dalle dita un reggiseno e che
cazzo,
anche le sue riviste.
"Vai
a rompere i coglioni a qualcun altro."
"Silco
è occupato."
"Sì,
be', condurre un fottuto
impero
criminale richiede attenzioni, sgorbio: non può sempre stare
attaccato al tuo ossuto culo."
Jinx
amplia il sorriso, mostrandole una chiostra di denti bianchissimi.
"A
tal proposito..."
Sevika
si blocca a metà del gesto di rimettere tutto nel cassetto,
processando le sue parole - l'associazione
logica
che aveva appena fatto.
"...
no, lascia stare: tanto tu queste cose non le sai."
Sevika
si volta molto, molto lentamente: la guarda, improvvisamente attenta.
"In
che senso?" le chiede, cauta.
Jinx
si scrolla nelle spalle, allungando una gamba in avanti e
appoggiandosi sul tallone.
"A
te piacciono le donne, no? Ti ho sempre visto scegliere loro nel
bordello."
Tu
nemmeno dovevi esserci in quel cazzo di bordello,
si ritrova pensare Sevika, deglutendo.
"Continuo
a non capire cosa c'entri questo adesso con il fatto che sei entrata
in camera mia."
"Cercavo
qualcosa."
"Cosa?"
ripete lei, stizzita.
Jinx
si tocca il seno, imbrociando le labbra.
Sevika
ha già visto quell'espressione insoddisfatta, ma mai
su
Jinx - uno sgorbietto pelle e ossa con la flessibilità di una
scimmia isterica.
In
realtà è diventata bella, Jinx, solo che per te rimarrà
sempre questo
-
un problema e una spina nel fianco, riflette,
ma ricaccia quel pensiero nel retro della sua mente, concentrandosi
sul presente.
"Niente."
mormora Jinx, dondolando da un piede all'altro - incerta.
Sevika
inspira con forza - ti
prego, non la chiacchierata, non quella
-
le punta l'indice e il medio addosso, fissandola.
"Dimmi
che non stiamo parlando di sesso."
Jinx
avvampa e Sevika capisce di aver fatto centro - cazzo cazzo cazzo.
"Tu
non vuoi davvero
chiederlo
a me."
Jinx
tace, grattandosi la punta del naso.
"No."
"Sei
la sola donna che conosco."
"Assolutamente
no."
"Non
ci voglio andare dalle prostitute del bordello."
E
fai bene, esala
tra sé e sé Sevika; se
lo scopre Silco mi ammazza. Sì, mi ammazza con le sue mani.
"Vai
da Singed."
"Urgh."
ribatte Jinx, disgustata.
"È
un medico." controbatte Sevika, asciutta.
Jinx
si infila due dita in gola, mimando l'atto del vomito.
Sevika
china il capo, massaggiandosi la fronte.
"E
comunque so
cos'è il sesso."
"Magnifico."
borbotta Sevika, esausta.
"Conosco
la dinamica."
"Grazie
dell'illuminazione."
"Volevo
solo un... consiglio." sussurra, e Sevika la squadra da dietro
le dita socchiuse.
Jinx
strofina la punta dello scarpone sul pavimento, sembrando
improvvisamente fragile - in difficoltà.
Sevika
raddrizza le spalle, avvicinandosi.
"Forse
Silco..."
Jinx
si irrigidisce completamente, gettandole uno sguardo allarmato, quasi
nel panico.
Sevika
aggrotta le sopracciglia, confusa.
"Non
ha importanza." le dice poi, allontanandosi "Posso fare da
sola!" continua, alzando la voce e gettandosi nel corridoio in
fretta e furia.
Sevika
rimane al centro della stanza con la sgradevole
sensazione
di non aver capito niente.
Welcome
to the playground, follow me
Tell
me your nightmares and fantasies
Sink
into the wasteland underneath
Stay
for the night, I'll sell you a dream.
Qualcosa
è cambiato; si è flesso
e
adesso ha assunto una forma del tutto nuova.
Jinx
è sempre lei, ma al tempo stesso è altro
- un desiderio e un'ossessione.
Il
controllo gli appartiene e Silco non è nuovo alle sue
diramazioni, al prezzo chiesto e mai restituito.
Il
potere non è nel sangue, o nella forza, ma nella capacità
di prenderselo
-
di gestirlo e puntarlo dalla parte giusta.
Peccato
adesso non stia funzionando affatto.
Lo
Shimmer brucia,
accende ogni terminazione nervosa - si irradia alle tempie, lungo la
schiena, facendolo inarcare all'indietro sulla poltrona.
Silco
inspira con forza, scivolando leggermente in avanti quando lo Shimmer
si diluisce al suo sangue, diventando una puntura distante, quasi un
pizzicore sotto pelle.
Tum
tum. Tum tum. Tum tum.
Il
viso di Jinx entra nel suo perimetro visivo, la siringa ancora in
mano.
Inclina
il capo verso sinistra in un movimento curioso, avvicinandosi fino a
sfiorargli il naso.
Tum
tum tum. Tum tum tum.
Lo
Shimmer chiama
dentro
di lui, una corrente violenta che lo rende esposto - sensibile.
Jinx
gli posa una mano sul petto, poco sopra il cuore - ne sente il rullio
furioso, vorace.
Silco
la guarda, nell'occhio azzurro un avvertimento - un monito.
"Da
qui non si torna indietro, Jinx."
Jinx
gli prende il viso tra le mani e Silco arretra istintivamente quando
gli tocca la cicatrice - fili di nero e rosso che lo rendono adatto
al ruolo di Occhio di Zaun.
Non
certo a quello di Signore del Concilio di Piltover.
Jinx
lo trattiene a sé, sfiorandogli con il pollice l'occhio
sinistro - sclera nerissima e iride rossa.
Silco
le afferra un polso, percependo le cosce di Jinx stringersi attorno
le sue - il respiro sul collo, la tensione
emanata
dal suo corpo.
Jinx
si piega in un arco di pelle e muscoli - strattona,
cercandolo in un bacio tutto denti e sangue.
"Come
se volessi
tornare indietro, Silly Silco."
Dentro
Silco qualcosa strappa
e cede.
Throw
it into your mouth
Gets
stuck between your teeth
Why
would you die up there
When
you can live underneath?
Dirty
little animals
Beautiful
cannibals
Ama
esattamente come vive, Jinx; in un groviglio di colori e rumori.
Lo
bacia e non ne ha paura - non ne ha mai avuta.
Lo
cerca, e non c'è incertezza nei suoi movimenti - dubbio: solo
la stessa, irriverente,
curiosità con la quale aveva sempre smontato scimmie
giocattolo e granate esplosive.
Che
ha bruciato e
distrutto tutto ciò che amava.
E
si ferma, Jinx: si paralizza nel gesto di esplorarlo sotto la camicia
- negli occhi un'espressione incerta, spaventata.
Rovinerai
tutto, tutto.
Non sai fare altro. Sei solo un povera sfigata - cosa credi? Gli fai
pietà, null'altro.
Silco
solleva il viso verso il suo, prendendole il mento tra le dita e
costringendola a guardarlo.
"Non
c'è nessuno, Jinx." mormora, e nella sua voce c'è
una qualità nuova - densa, calda.
"Se
ne sono andati." ripete, baciandole il collo, lo spazio tra i
seni - spegnendo le voci, la colpa.
Sei
disgustosa.
Allora
lo sono anche io,
le sembra di sentire ribattere Silco a Vander, e le viene da piangere
e
ridere e
ridere ancora,
perché cala finalmente il silenzio nella sua mente - non nel
suo corpo.
Silco
segue con l'indice il disegno delle nuvole che le percorrono il
fianco destro, osservando ogni sua reazione - cogliendo ogni gemito,
ogni ansito.
Ricorda
quando Jinx era entrata correndo nel suo studio, sollevandosi di
scatto la maglietta e mostrando orgogliosa il suo nuovo tatuaggio -
ti piace, Silly Silco? Sono nuvole perché è dove dici
che ho sempre la testa -
incurante di Sevika, della propria nudità.
Ricorda,
e Jinx stende il braccio di lato, seguendo con gli occhi la sua
esplorazione.
"Pensavo
ti saresti infuriato." sussurra, incantata dal movimento delle
sue dita lungo la pelle.
Silco
abbozza un sorriso, portandosi la mano di Jinx alla bocca e
baciandone le nocche.
"Oh
no, Jinx; tutt'altro." replica, nell'occhio azzurro una
scintilla divertita, vivace.
Jinx
ride, mostrandogli il profilo della donna che potrebbe essere se
Vander e le altre voci morissero una volta per tutte - se riuscisse a
cancellarle
ed
eradicarle dalla sua memoria.
Dai
suoi incubi.
La
risata di Jinx si spegne in un mormorio quieto, che si riverbera nel
suo petto come una piccola scossa.
Lo
guarda e lo comprende, Jinx: lo ama, e questo lo distrugge
- lo rende di nuovo spogliato di ogni difesa, carne viva e
pulsante.
E
sei pronto all'eventualità di perderla?
Sulle
sue labbra Jinx è condanna e promessa.
And
though the world cries for our defeat
Our
darkest hour will be our victory.
Le
era sempre piaciuta la camera di Silco; era più grande della
sua e lì si sentiva sicura, protetta.
Da
piccola si era addormentata più di una volta sul tappeto a
lato del letto, stringendo al petto un pupazzo a forma di coniglio
logoro e sporco di terra.
Era
cambiato tutto quando Silco l'aveva trovata così,
rannicchiata in se stessa e con le palpebre gonfie di sonno e
lacrime.
Era
rimasto in silenzio, tendendole una mano e invitandola a salire sul
letto con lui - scostando la coperta e lasciando che si nascondesse
sul fondo, una palla di singhiozzi e incubi.
Non
le aveva mai detto che in quelle notti rimaneva sveglio a controllare
che non soffocasse; che al mattino la spostava fino alla testata del
letto e lì la lasciava, pulendole il viso dalle lacrime e
dalla paura.
Neppure
lei gli aveva confessato che altre notti era stata lei
a
rimanere sveglia, fissandolo nel sonno e toccandogli la parte ferita
del volto - attratta da quelle linee nerissime e che lo rendevano
simile al drago delle storie.
Sputi
anche fuoco?, avrebbe
voluto chiedergli, ma quando l'aveva visto fumare dopo un incontro
con i Chem Baron aveva sorriso senza dirgliene il motivo.
Adesso
ho un drago tutto mio, aveva
pensato, felice per la prima volta in mesi.
Ed
era sempre rimasta aperta quella porta per lei - anche quando era
stata troppo grande perché non si sospettasse altro.
Jinx
si inarca sotto le sue mani, interrotta nei suoi pensieri dal
frastuono del sangue nelle orecchie, da una sensazione nuova
tra
le cosce - che la fa sentire leggera, senza peso.
È
impaziente, Jinx, e vorrebbe fare
-
l'ho
visto in un libro,
gli ha detto, stizzita; so
benissimo come funziona.
Silco
aveva trattenuto una mezza risata, scuotendo la testa.
Non
è una delle tue invenzioni, Jinx: è un incontro. Uno
scambio,
aveva mormorato, baciandole la linea piatta dell'addome, scendendo e
fissandola dallo spazio tra le cosce socchiuse.
Jinx
aveva imbrociato le labbra, sicurissima
di
aver ragione e stava anche per ribattere quando...
Oh.
Le
parole le muoiono in gola e mutano in un gemito impaziente.
Can
we find the will
Can
we climb this hill
Can
we reach up to the light once more?
Jinx
è calda sotto di lui, umida; si lascia condurre, ma impara in
fretta e cerca la propria soddisfazione senza vergogna - lo tocca, e
Silco può vederla assorbire
ogni
flessione nella sua voce, del suo corpo.
La
guarda, e le pone una domanda silenziosa.
Sei
con me, Jinx?
Jinx
risponde al suo sguardo, negli occhi una luce languida, che la rende
bellissima e gli stringe il cuore in una morsa.
Di
tutti i peccati di cui potevi macchiarti questo è il peggiore,
vecchio mio.
Silco
si umetta le labbra ed è Jinx a catturare i suoi dubbi - a
sconfiggerli,
sollevandosi
sui gomiti e baciandolo con la stessa forza con cui costruiva e
distruggeva.
"Potrebbe
fare male." mormora, e Jinx lo fissa con una fiducia
sconsiderata - assoluta.
Puoi
tornare indietro quando vuoi, Jinx: non mi arrabbierò. Non ti
abbandonerò mai.
Jinx
ride,
incrociando i talloni dietro la sua schiena e spingendolo a sé
- quasi
in
lei.
"Silly
Silco." cantilena, divertita.
"Tu
non puoi farmi male." gli dice, accarezzandogli una tempia.
Solo
io posso, sono
le parole che rimangono sospese tra loro - a metà tra una
profezia e un sogno.
Jinx
si curva verso il suo petto, stringe - e Silco affonda, strappando il
respiro a entrambi.
Il
sangue di Jinx ha la stessa consistenza dei loro segreti.
I
am everything
I
am nothing
I
am what you need.
C'era
davvero
un altro finale possibile?
Se
lo chiede mentre Jinx si flette
in arco di colori e suoni - mentre l'orgasmo l'attraversa come una
corrente elettrica e improvvisa.
Per
un istante la parte peggiore di lui ride,
e pensa a tutto quello che ha strappato a Vander - la giusta
punizione per averlo tentato di uccidere come un ratto.
"C'è
un mostro in ognuno di noi."
Jinx
si china in avanti - respira, e c'è qualcosa di affascinante
nel
modo in cui gli percorre il viso in punta di dita, il petto.
E
sorride, Jinx: gli mostra una piega storta e allegra - simile
a
quella di quando riesce a smontare un progetto particolarmente
ostico, diversa
nella
scintilla che le anima gli occhi.
Furba,
divertita.
Silco
alza appena un sopracciglio, sa
cosa
significhi quello sguardo - lo stesso che precedeva un'esplosione di
glitter e oggetti appuntiti.
"Jinx."
le dice - l'ammonisce, ma lei ride,
appoggiando entrambe le mani al suo petto e inarcandosi all'indietro
- ruotando i fianchi in un movimento che spegne ogni altra replica.
Silco
inspira bruscamente, premendole le dita nella pelle.
Jinx
lo ripete, ridacchiando - catturando il suo gemito in un bacio
scomposto, impaziente.
"Sarai
la mia morte, Jinx."
Silco
solleva di scatto la mano, circondandole la curva sottile del collo -
un riflesso involontario; la risposta muscolare all'essere indifeso,
esposto.
La
pupilla di Jinx si dilata e per un attimo - un istante - è
sicuro
che
adesso si allontanerà da lui, arretrando fino ai piedi del
letto e scoccandogli un'occhiata ferita, forse persino disgustata
e...
Ah.
Jinx
gli circonda il polso con le mani, trattenendolo a sé.
Lo
fissa, e non c'è paura nei suoi occhi, dubbio: solo un
desiderio che lo sorprende - brucia,
toccando
ciò che c'è di peggiore in lui e liberandolo.
Si
guardano, Silco e Jinx, e si trovano - parlano la stessa lingua,
avvampano della stessa rabbia.
Jinx
accompagna le sue dita, stringe
-
libera un suono di gola, riprendendo a muoversi su di lui in
movimenti languidi, morbidi.
Silco
ascolta il sangue di Jinx pulsargli
sotto le dita - tra le cosce, dove è ancora umida e cedevole
e...
Jinx
affonda le unghie nel suo polso, taglia
-
e c'è altro sangue adesso su di loro, tra le lenzuola.
Ride,
Jinx, e che sia follia o delirio o eccitazione
non
ha importanza - non quando i pensieri di disperdono,
affogando nei loro respiri, tra le parole che mormorano l'uno sulla
pelle dell'altro.
"Non
sono fragile, Silly Silco: non mi rompo. Non troppo,
almeno."
Jinx
si tende
sopra di lui, geme, e Silco la segue - viene, e ride insieme a lei
perché cazzo,
se ne ha infranti di limiti in vita sua, ma questo...
Oh,
questo li valeva tutti, uhm?
Jinx
scivola sopra il suo corpo e sorride.
I’ve
found a way
To
feel immortal
To
feel alive.
Lo
sveglia qualcosa
che
gli punzecchia ripetutamente il fianco.
Uno,
due, tre. Pausa. Uno, due, tre. Pausa.
Silco
affonda il viso nel cuscino, ignorandolo.
Percepisce
il fruscio delle lenzuola, un peso gravargli all'improvviso
sull'addome - dita sottili, agili, che gli sollevano la palpebra
destra.
Jinx.
Lo
accoglie con un sorriso a trentadue denti, saltellandogli addosso e
schiacciandogli
le costole - ridacchiando.
"È
mattino." cinguetta, e Silco si volta dall'altra parte,
soffocando un grugnito.
Jinx
si china verso di lui, respirandogli a pochi centimetri dal viso.
"Posso
usare la tua doccia?"
"Da
quando mi chiedi il permesso?" mormora lui, assonnato.
"Mi
sembrava una cosa carina da fare." ribatte lei, stringendosi
nelle spalle.
"Uhm."
Jinx
intreccia le dita nei suoi capelli, pettinandoli all'indietro in un
movimento distratto, gentile.
"Sevika
ti ha cercato."
Silco
riapre gli occhi, improvvisamente vigile.
Jinx
gli appoggia una guancia sul suo petto, sospirando.
"Ma
ha trovato la porta chiusa e se ne è andata borbottando
qualcosa e bla
bla bla."
Silco
si rilassa impercettibilmente sotto di lei, accarezzandole la
schiena.
"Non
credo dovremmo dirglielo." gli dice, cogliendolo di sorpresa.
Silco
le conta le vertebre una per una, aspettando il seguito.
Jinx
si solleva sui palmi delle mani, fissandolo con un'intensità
adulta, seria.
"Non
sono stupida."
"Non
l'ho mai pensato."
Jinx
preme le labbra tra loro, aggrottando le sopracciglia.
"So
cosa comporta... questo."
gli dice, allargando le braccia attorno a sé.
Silco
non ne è completamente
sicuro, ma ha imparato a conoscere Jinx e sa
che possiede un'intelligenza acuta seppellita sotto tutte le sue
paranoie.
"Non
mi vergogno di te, Jinx." la rassicura, e Jinx sembra
rifletterci sopra, tornando poi a sorridere.
"Oh,
lo so, Silly Silco: come potresti? Sono perfetta."
dice, ripetendogli le sue stesse parole.
Silco
l'attira a sé per la nuca, baciandole la fronte.
"Perfetta."
conferma, lasciando che nasconda il viso nell'incavo del suo collo e
lì rimanga - ripari le sue fragilità, soffochi le voci
e tutte le loro menzogne.
Jinx
chiude gli occhi e ascolta il silenzio.
(Once
there was a child's dream)
One
night the clock struck twelve
The
window open wide
(Once
there was a child's heart).
Era
stata la prima volta, non sarebbe stata l'ultima.
Il
mondo non si era fermato e aveva continuato a girare - se ne era
fregato
di quello che era successo tra quelle lenzuola, in quella stanza.
E
poi nel suo ufficio. E dopo nell'officina di Jinx. E di nuovo nella
sua camera, in un circolo che non accennava a finire.
Zaun
e Piltover avevano continuato a scontrarsi dai lati opposti dello
specchio - la città di sopra, quella di sotto.
Avorio
e
cristallo; metallo e
vetro.
La
mente di Jinx non aveva smesso di frammentarsi,
e ritornare poi insieme ogni volta un po' meno completa, un po' meno
sana.
Maledizione
disgrazia sfigata maledizione maledizione maledizione.
Gli
obiettivi di Silco non erano cambiati - Zaun libera, Jinx con lui.
"La
ragazza sta diventando un problema."
"Per
chi?"
"Per
tutti noi."
E
si era chiesto se non fosse tutta colpa sua:
se tutto questo non l'avesse resa ancora più instabile - in
bilico tra l'ossessione e il piacere.
"Quella
puttana!"
"È
uno dei Chem Baron, Jinx: non devi temere nulla."
"Io...
io... zitti, state zitti. Tutti. voi."
E
Jinx aveva voluto così
tanto compiacerlo
- non
sono debole, non sono debole
- da aver creato un'arma a sua immagine e somiglianza.
"Si
chiama Fishbone, ti piace?"
"È
bellissima, Jinx."
Silco
le sfiora il viso nella penombra della stanza, le luci pallide di
Zaun che le regalano un profilo sfumato, intoccabile.
Jinx
si china verso di lui, nascondendolo dietro una cortina di capelli
blu come i suoi occhi.
Enormi,
supplici.
E
la percepisce, Silco; sa che gli sta sfuggendo di mano come acqua -
quella in cui è morto e (ri)nato:
a cui tornerà quando lei
lo ucciderà e
lo
piangerà e
lo amerà.
"Non
ti abbandonerò mai, Jinx."
"Lo
so." mormora lei, accarezzandogli con il pollice la guancia
sinistra - toccandolo dove fa più male.
Dove
sono uguali: feriti e
soli.
Silco
la bacia, sollevandola per i fianchi e ribaltando le posizioni.
"Spero
che tu sappia quello che stai facendo."
"Con
il Concilio?"
"No.
Con Jinx."
Jinx
mormora sulla sua bocca - lui
non lo farà mai.
Me l'ha promesso -
gli circonda la vita con le cosce, aggrappandosi a lui per non
affondare tra i suoi stessi pensieri.
"È
un consiglio, Sevika?"
"Un
avvertimento."
Silco
respira sulla sua pelle - sei
perfetta, Jinx -
e lei sorride, perché è proprio così
che si sente quando è con lui.
"Ci
siamo solo noi, Jinx: null'altro ha importanza."
Sul
ciglio della fine quei momenti saranno gli unici che sopravviveranno
alla disperazione di entrambi.
"Love
me. I have destroyed everything!
But
if you love me, it can all be restored in a new form.
Love
me."
-
Anne
Rice
-
Note dell'autrice; la storia è stata scritta per il P0rn Fest, quindicesima edizione. Il prompt era Possessive!Jinx.
La canzone usata è Playground di Bea Miller.
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