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Il maggiordomo strofina la forchetta
d'argento finché il metallo fregiato non restituisce un vivace
scintillio.
Soddisfatto, dispone la posata sul
tavolo accanto alle altre, già impeccabilmente lucidate, e passa
alla composizione del centrotavola floreale.
Il ruolo che sta interpretando gli
dona. Gli permette di elevarsi al di sopra della volgarità nella
quale la maggior parte dei suoi simili sguazza con piacere, pur senza
dover reprimere del tutto la sua sovrannaturale bestialità. Perché
un demone è pur sempre un demone.
Radunando i fiori prescelti per
adornare la tavola, Sebastian getta un'occhiata allo stemma che
sfavilla sul manico affusolato dei raffinati pezzi d'argenteria.
I Phantomhive. La Nobiltà del Male. La
corruzione del sangue e dell'inganno ammantata da una veste dorata e
zaffiri splendenti.
Similmente alle gardenie tra le sue
dita guantate, che spandono un dolce profumo pur tuttavia già
preannunciando le prime note di marcescenza, quel marcio è annidato
in seno alla famiglia del padroncino. Perché il compito del Cande da
Guardia di Sua Maestà consisteva nel lordarsi le mani con la feccia
della società in vece della sovrana, la quale certo non era tenuta a
occuparsi di faccende tanto sordide.
Nella storia del casato, orgoglio,
fierezza e onore danzavano al braccio dei più vili e sanguinari
istinti umani in un valzer dai toni chiaroscuro.
Era il Male che i Phantomhive
ammaestravano da generazioni ma aveva finito per ritorcersi
tragicamente contro di loro. Perché di esso ci si può servire,
corteggiarlo, ammansirlo... mai addomesticarlo. È una fiamma
nera che non emana luce o tepore, pronta a mordere fulminea la mano
arrogante che tenta di domarla.
E chi meglio di lui, esponente
privilegiato dell'ombra indissolubilmente avvinta a quel nome
maledetto, poteva essere più adatto ad affiancare l'attuale Conte?
Sebastian sorride, recidendo il gambo
del candido fiore.
Essere invitati a una cena presso la
residenza Phantomhive poteva significare trascorrere una serata
estremamente piacevole, ricca di meraviglie, spettacoli strabilianti
e pietanze deliziose. Il fortunato visitatore avrebbe goduto di tutte
le squisite cortesie che un padrone di casa poteva riservarsi di
concedere ai propri ospiti.
Essere invitati a una cena presso la
residenza Phantomhive poteva significare altresì varcare la soglia
dell'Inferno, accolti dal diavolo in persona.
Le ruote di una carrozza sulla ghiaia
del viale annunciano a Sebastian l'arrivo del loro ospite d'onore per
la serata.
Il maggiordomo controlla l'orologio da
taschino.
7 in punto. In perfetto orario.
Ricompone il ghigno diabolico in un
sorriso cortese da manuale, apre il portone del maniero e quando lo
sportello della vettura svela la figura al suo interno s'inchina con
morigerata eleganza.
- Benvenuto alla residenza Phantomhive,
Sir. Sebastian Michaelis, al vostro servizio. Vi prego di rilassarvi
e godervi l'ospitalità per cui questa casata è famosa in tutta
l'Inghilterra. Il Conte ha espressamente ordinato di preparare un
lauto banchetto per voi e vi assicuro che la servitù non si è
risparmiata. Ora, se volete seguirmi, il mio padrone vi attende per
dare inizio alla cena. -
Sono spiacente di dovervi informare
che la vostra testa sarà la portata principale.
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